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Rassegna Stampa, martedì 24 maggio 2016

di Redazione

IL SOLE 24 ORE martedì 24 maggio 2016

Credito. Accordo con il sindacato per i 60mila bancari – In Intesa Sanpaolo un «bonus pool» da 78 milioni di euro

Con un bonus pool per il finanziamento del premio variabile di risultato 2016 da 78 milioni di euro (+16% rispetto al 2015), il gruppo Intesa Sanpaolo valorizza l’impegno dei suoi 60mila dipendenti per il raggiungimento del risultato corrente al lordo delle imposte. L’accordo raggiunto con Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl credito, Uilca e Unisin distingue tre distinte quote di premio. Un premio base per un costo complessivo a carico delle aziende corrispondente a circa 25 milioni, la cui disponibilità è subordinata al conseguimento del risultato corrente al lordo delle imposte di gruppo, almeno pari al valore di budget. Un premio aggiuntivo per un costo complessivo a carico delle aziende pari a circa 30 milioni, la cui disponibilità è subordinata, per il personale appartenente a ciascuna divisione, al conseguimento di un “Risultato corrente al lordo delle imposte” di divisione. Infine un premio di eccellenza per un costo complessivo corrispondente a circa 23 milioni, la cui disponibilità è subordinata al conseguimento di performance eccellenti e al superamento degli obiettivi determinati sulla base dei risultati della valutazione. Nei prossimi mesi (entro il 2016) le parti si incontreranno anche per definire le condizioni per riconoscere le quote di premio variabile di risultato individualmente maturate mediante servizi di welfare nell’ambito delle possibilità previste dalla nuova legge di stabilità. «Con questo accordo siamo riusciti a garantire a tutti i dipendenti del Gruppo la partecipazione agli utili d’impresa, facendo sì che il loro impegno determinante venisse adeguatamente riconosciuto», commenta Roberto Aschiero, coordinatore Fabi gruppo Intesa Sanpaolo. «Riteniamo particolarmente positivo – aggiunge Mauro Incletolli, segretario nazionale First Cisl – il fatto che il sistema premiante coinvolga tutti i lavoratori di ogni ordine e grado; vengono infatti premiati produttività e merito, con un’attenzione al lavoro di squadra ed alla collaborazione tra lavoratori».

Insieme all’accordo sul premio, le parti hanno anche definito nuove regole per la mobilità territoriale e professionale per rispondere agli obiettivi del piano ma anche per valorizzare le persone che fanno parte del gruppo. Ferme restando le disposizioni contrattuali nazionali il trasferimento è disposto con il consenso del lavoratore in caso di mobilità verso località che disti oltre 70 chilometri dalla residenza e sempre che non costituisca avvicinamento alla località di residenza. In caso di trasferimento oltre i 70 chilometri dalla residenza il preavviso dovrà essere di 30 giorni di calendario. Per la mobilità professionale in seguito a chiusura e cessazione totale o parziale di attività, per poter mantenere in servizio i lavoratori si potrà procedere all’assegnazione di mansioni inferiori in deroga all’articolo 2103 c.c., mentre si potrà utilizzare la mobilità infragruppo attraverso la cessione individuale di contratto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei

IL RESTO DEL CARLINO – LA CITTA’ (TUTTE LE EDIZIONI) martedì 24 maggio 2016

«Intervenga il Fondo Atlante – Dopo le offerte dei ‘private equity’ Usa per Nuova Banca Marche – LA FABI AI POLITICI – «La soluzione necessaria per prendere tempo come sta avvenendo in Veneto»

Maurizio Gennari

JESI – NESSUN istituto di credito nazionale pare voglia i 4 istituti di credito sottoposti da Bankitalia a risoluzione. Oltre a Banca Marche, nel conto bisogna mettere, oltre a Ferrara, anche Popolare dell’Etruria e Carichieti che hanno anche loro numerose filiali sul territorio regionale. Un problema che sta emergendo con forza, tanto che la Fabi, il sindacato autonomo dei lavoratori del credito, lancia l’allarme anche perché i fondi di private equity interessati a Banca delle Marche «sono speculativi ed il loro scopo non è quello di perseguire fini sociali, com’era per le vecchie casse di risparmio», dice Giuseppe Imperio della Fabi. Sulla scorta di questo fatto «e tenendo conto che il valore delle banche sta scendendo per vie degli accorpamenti a livello nazionale», il sindacato autonomo dei bancari chiede l’intervento del fondo Atlante e cioè quel serbatoio di salvataggio messo in piedi dal governo con i fondi delle grandi banche nazionali e con la copertura di garanzia della Cassa Depositi e Prestiti, che attualmente si sta occupando di Popolare di Vicenza e, probabilmente di Banca Veneto. Un appello quello della Fabi rivolto soprattutto alle forze politiche: «In ballo c’è l’economia di tutto il territorio regionale e anche migliaia di posti di lavoro». «COMUNQUE davanti al rischio che si sta palesando, cioè la mancanza di acquirenti e la possibilità vendita ad un fondo straniero, assumetevi – scrive la Fabi appellandosi al mondo politico locale – l’onere di valutare e di far comprendere a tutti che potrebbe essere non solo opportuno, ma doveroso, che siano concesse anche ai nostri territori le stesse opportunità già assicurate ad altri». Il riferimento della Fabi riguarda l’operazione di salvataggio portata a termine proprio dal fondo Atlante con la Popolare di Vicenza. «In assenza di precise garanzie noi crediamo che come già fatto altrove, dovrebbe essere lo stesso fondo Atlante ad acquisire le 4 banche ponte. Perché così sarebbe maggiormente tutelato il territorio ed anche i lavoratori. Una operazione che possa anche far riprendere valore al mercato bancario, oggi penalizzato». Per la Fabi il fondo Atlante dovrebbe avere anche le risorse: «Certamente, fa da garanzia e quindi la leva finanziaria è superiore ai 4 miliardi stimati».

LA SICILIA (TUTTE LE EDIZIONI) martedì 24 maggio 2016

La vertenza – «Nessuna risposta» – Riparte lo sciopero dei dipendenti di Sviluppo Italia

I lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia rimangono senza risposte concrete sul loro futuro occupazionale. sottolinearlo con una nota le Rsa di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil e Ugl Credito. «Nell’ultima assemblea dei lavoratori sono state manifestate le perplessità di una trattativa con il governo regionale in cui continuano a mancare, nonostante tutti gli sforzi e i buoni propositi, le risposte attese da troppo tempo». Le Rsa ricordano in una nota che una delegazione sindacale di Sis è stata ricevuta dall’assessore regionale alla Formazione, Bruno Marziano, per la verifica degli impegni concordati la settimana precedente, concernenti il superamento della crisi di Sviluppo Italia Sicilia, società in liquidazione con i dipendenti privi di stipendio da oltre 10 mesi, con la ripresa delle attività relative all’accreditamento degli enti di formazione professionale. fronte della ripresa a pieno regime delle attività sugli accreditamenti da parte dei dipendenti di Sis – prosegue la nota sindacale – non si è avuto riscontro di atti concreti attraverso cui risolvere le annose criticità, come promesso invece dall’on Marziano. Sono seguiti, piuttosto, ulteriori impegni personali dell’assessore che non possono più ritenersi sufficienti a fronte dell’enorme disagio che vivono le famiglie dei 75 lavoratori dell’azienda (15 dei quali presenti nell’incubatore d’imprese di contrada Pantano D’Arci a Catania, ndr). Sembra di rivivere con nuovi protagonisti un film purtroppo drammatico per i lavoratori, visto negli ultimi tempi, in cui continuano a mancare gli atti formali di affidamento di nuove commesse e di assegnazione di risorse finanziarie che lascino sperare in una rapida soluzione della vicenda». A tale proposito i sindacati hanno riferito al personale di Sviluppo Italia Sicilia, riunito in assemblea, novità scaturite dall’incontro con l’assessore regionale. Intanto stamattina i sindacati riprenderanno lo sciopero, laddove era stato interrotto, a tutela del diritto dei lavoratori alla salvaguardia del proprio posto di lavoro e delle retribuzioni per quanto hanno già svolto. La protesta, davanti alla sede della Presidenza della Regione, si protrarrà sino a giovedì. GIORGIO CICCIARELLA

CORRIERE DELLA SERA sabato 21 maggio 2016

E da Ca’ de Sass 78 milioni ai dipendenti

Intesa Sanpaolo e sindacati hanno firmato l’accordo sul premio variabile di risultato del 2016 per i circa 60 mila dipendenti. Vengono stanziati 78 milioni da distribuire ai lavoratori a titolo di premio per il lavoro svolto, con un incremento del 16% rispetto al 2015. Sarà assegnato nella primavera 2017 al raggiungimento degli obiettivi del piano. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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