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CASSE DI RISPARMIO DI RIMINI, CESENA E SAN MINIATO, LA FABI SULLA STAMPA

di Redazione
Il Segretario Generale interviene in merito alle voci su un possibile interessamento a rilevare i tre istituti da parte di fondi private equity. Sileoni: “No a salti nel buio o speculazioni finanziarie. Sì ad acquisizione da parte di Cariparma Credit Agricole”. 
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Corriere della Sera 14/04/2017

Sussurri & Grida – Rimini e Cesena a Cariparma – f. ch.

Si profila una soluzione «industriale» per le tre casse dell’Emilia-Romagna in crisi che hanno chiesto l’intervento allo Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei depositi, Rimini, Cesena e San Miniato. La soluzione si chiama Cariparma-Crédit Agricole. Il dialogo è a uno stadio avanzato e già mercoledì prossimo, quando si terrà un consiglio di amministrazione del fondo guidato da Antonio Maccarone, il dossier potrebbe essere sbloccato. La soluzione industriale, e quindi di lungo termine, è preferita sia da Bankitalia sia dai sindacati. «Preferiamo nettamente la soluzione Cariparma Credit Agricole a qualsiasi eventuale tentativo di speculazione finanziaria», ha detto ieri il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni.

 

 

Corriere Romagna Rimini 14/04/2017

Fabi: Carim, no a speculazioni finanziarie – …

RIMINI «Per le tre banche Carim, Cassa di Cesena e Cassa di San Miniato non vogliamo salti nel buio né avventure di nessun genere e affermiamo senza ipocrisie e con la massima chiarezza che preferiamo nettamente la soluzione Cariparma Credit Agricole a qualsiasi eventuale tentativo di speculazione finanziaria». Presa di posizione di Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi secondo il quale «anche in un recente passato il Gruppo Cariparma Credit Agricole ha dato ampie garanzie di stabilità sociale e di salvaguardia dell’occupazione, oltre che di assistenza e consulenza economica al servizio dei territori e delle economie locali. Per questi motivi – sostiene Sileoni – l’istituto guidato da Giampiero Maioli rappresenta l’unica soluzione possibile per il salvataggio di Carim, Cassa di Cesena e Cassa di San Miniato, in un momento così difficile per il settore bancario. Siamo certi che Banca d’Italia e le istituzioni europee sapranno guidare l’operazione di acquisizione partendo dal presupposto che quelle date da Cariparma Credit Agricole sono garanzie di stabilità, di salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e di mantenimento sul territorio degli storici marchi delle banche, pur in un’ottica di efficientamento organizzativo e strutturale». Il segretario della Fabi confida che «entro pochi giorni ci si avvii anche a risolvere questa delicata fase di acquisizione, eliminando per il settore un problema che si trascina ormai da troppo tempo.

 

Libero Quotidiano 14/04/2017

Il tour delle banche in crisi ora fa sosta in Romagna – Sunseri Nino

NINO SUNSERI Non ci solo Veneto e Toscana. Anche il sistema bancario romagnolo è entrato in crisi. Sono diventate un problema la Cassa Risparmio Rimini, la Cassa Risparmio Cesena e anche la Cassa di San Marino per la quale è stato necessario addirittura l’intervento del Fondo Monetario Internazionale. Si tratta infatti della banca centrale dello Stato del Titano e quindi il salvataggio, come si conviene in questi casi, è stato affidato al team dei collaboratori della Lagarde guidato, per l’occasione, da Carlo Cottarelli (ex mister mani di forbice). Si poteva pensare anche ad un intervento della Troika, ma alla fine è stato meglio così Potrebbe accadere, infatti, che i signori in grigio, una volta entrati in Italia, decidano di non andar più via: la costa adriatica non è lontana da Roma. Il buco della banca di San Marino è di circa 400 milioni ed è stato tamponato, per il momento, con le risorse dell’Eccellentissima Camera della Repubblica del Titano che, nel frattempo, ha ribaltato anche il consiglio d’amministrazione. Molto più difficile il salvataggio di Carlin e Caricesena cui, si aggiunge la Cassa di San Miniato che però sta in Toscana. Si tratta di tre piccole spine per le quali ancora non è stata trovata una soluzione. È iniziata, nel frattempo, la corsa contro il tempo per evitare che facciano la stessa fine di Cariferrara e di Banca Etruria (tanto per restare nell’area a cavallo ira Toscana ed Emilia-Romagna). La soluzione consortile che sembrava in pole position si è di colpo fermata. Il Fondo di tutela interbancario ha finito i soldi nell’affannoso tentativo di tirare fuori dai guai Banca Marche, Carichieti e gli altri istituti finiti nei guai. Difficile anche che il resto del sistema metta ancora mani al portafoglio. Si sono già dissanguati nelle operazioni di pronto soccorso come Atlante. Per Carim, Caricesena e San Miniato il rischio di un default è molto forte. Hanno la grande fortuna che, essendo troppo piccole, sfuggono alla vigilanza della Bce. Altrimenti sarebbero stato problemi anche sulla riviera adriatica. Che cosa succederà ora? I sindacati, per bocca di Lando Maria Sileoni, immortale capo della Fabi chiedono a gran voce l’intervento del Credit Agricole attraverso Cariparma. «Anche in un recente passato – aggiunge – il gruppo ha dato ampie garanzie di stabilità sociale e di salvaguardia dell’occupazione, oltre che di assistenza economica al servizio dei territori e delle economie locali. Per questi motivi l’istituto guidato da Giampiero Maioli rappresenta l’unica soluzione». Parigi abbiamo un problema.

 

 

Messaggero 14/04/2017

Carim, pressing Bankitalia per il polo Cariparma – r.dim.

ROMA Bankitalia in pressing per risolvere l’ingorgo sulle Casse di Rimini, Cesena e San Miniato, tre banche in difficoltà che via Nazionale, attraverso il Fondo volontario, vorrebbe mettere sotto la tutela di Cariparma, istituto ben gestito da Giampiero Maioli. Ma mentre la scorsa settimana sarebbe stato raggiunto l’accordo di massima tra l’Autorità, il braccio armato del Fondo interbancario dei depositi e la banca emiliana del Credit Agricole, come anticipato dal Messaggero di sabato 8, Rimini ha dato concretezza ai colloqui con Jc Flowers e, nel consiglio di martedì 4, ha dato seguito a una decisione del 30 marzo, perfezionando un’esclusiva di tre settimane al fondo non riguardante però controparti bancarie, e ha dato anche un mandato al dg Giampaolo Scardone di tenere aperto un dialogo sulla soluzione Cariparma. Non è finita qui perchè martedì 11 il gruppo riassicurativo Barents Re, già interessata a San Miniato, avrebbe messo nero su bianco una proposta a Rimini, Cesena e, per conoscenza, al Fondo interbancario manifestando l’intenzione di acquisto delle tre banche a certe condizioni legate soprattutto agli npl. L’iniziativa di Barents tramite un veicolo lussemburghese, però, non sarebbe presa in considerazione dai tre istituti. Bankitalia, invece, avrebbe aumentato il pressing su Carim, assistita da EY, affinchè lasci cadere l’opzione Jc Flowers che da due giorni, ha iniziato la due diligence attraverso Deloitte. La proposta del fondo coinvolge lo schema volontario che dovrebbe farsi carico dei 950 m ilioni di crediti deteriorati e in funzione delle rettifiche, si riserverebbe di sottoscrivere un aumento di 70-120 milioni. La pressione della Vigilanza, che mercoledì 12 ha ricevuto la delibera dell’istituto adriatico, trova terreno fertile, sia perchè comunque il cda presieduto da Sido Bonfatti ha lasciato aperta la porta a Cariparma e sia per le sue precarie condizioni patrimoniali al di sotto del livello di guardia: Ceti al 6,91% contro il 7,80% fissato da Bankitalia, Total Capital Ratio all’8,70% (11,3%) e Tierl Ratio al 6,91% (9,3%). Prende posizione Lando Sileoni, leader Fabi: «Per le tre banche non vogliamo salti nel buio né avventure, preferiamo nettamente la soluzione Cariparma». Una decisione potrebbe comunque essere presa a breve. Carim ha rinviato il cda di martedì 18 a venerdì 21 per attendere la delibera del Fondo volontario di mercoledì 19 a favore del piano Cariparma.

 

Milano Finanza 14/04/2017

Giovedì 13. Fabi – …

Il segretario generale della Federazione Autonoma Bancari Italiani, Lando Maria Sileoni ha comunicato che «per le tre banche Cassa Risparmio Rimini, Cassa di Cesena e Cassa di San Miniato preferiamo la soluzione Cariparma Credit Agricole», avendo quest’ultima «dato ampie garanzie di stabilità sociale e di salvaguardia dell’occupazione, di assistenza e consulenza economica al servizio dei territori e delle economie locali».

 

 

Resto del Carlino Rimini 14/04/2017

Il sindacato tifa CariParma – …

IL FUTURO della Carim? Per il Fabi, il sindacato autonomo dei bancari, non ci sono dubbi: è meglio che sia CariParma ad acquistare la banca. «Non vogliamo salti nel buio, né avventure di nessun genere — dichiara il segretario generale Lando Maria Sileoni —Anche in un recente passato il gruppo Cariparma ha dato ampie garanzie di stabilità sociale e di salvaguardia dell’occupazione, oltre che di assistenza e consulenza economica al servizio dei territori e delle economie locali». II sindacato insomma fa il tipo per CariParma, «che in questo momento rappresenta l’unica soluzione possibile per il salvataggio di Carim, Cassa di risparmio di Cesena e Cassa di San Miniato». Anche Bankitalia fa il tifo per CariParma, ma la Carim nel frattempo vuole continuare ad approfondire anche le trattative col fondo, JC Flowers, che ha fatto un’offerta di 150 milioni. E’ pervenuta anche una terza offerta per la Carim, ma difficilmente potrà andare avanti visto che la banca ha stipulato un accordo di trattativa esclusiva con il fondo.

 

Sole 24 Ore 14/04/2017

Tre crisi in arrivo tra le banche – Bancari, ancora tre crisi in arrivo – Casadei Cristina

Cristina Casadei Con l’accordo sindacale in CariChieti (le uscite concordate sono volontarie) si chiude il capitolo delle tre good bank (le altre due, Etruria e Banca Marche hanno già siglato gli accordi nei giorni scorsi) che procederanno poi all’integrazione in Ubi, ma sono già all’orizzonte almeno altre tre situazioni critiche in cui i sindacati del credito saranno chiamati in causa. Si tratta di Cassa di risparmio di Rimini, Cassa di Cesena e Cassa di San Miniato per le quali è allo studio un primo schema di salvataggio che, secondo fonti sindacali molto vicine al dossier, prevederebbe che le tre banche finiscano sotto l’ala di Cariparma-CreditAgricole. Altri intanto si starebbero affacciando e nel sindacato c’è una certa preoccupazione soprattutto perché il fronte occupazionale non può dirsi saldo. Con la chiusura degli accordi delle tre good bank in totale le uscite che dovrebbero essere realizzate sono 359 (di cui 270 in Banca Marche e 20 in Etruria già concordate, le restanti in CariChieti in corso di definizione proprio in queste ore). Numeri inferiori rispetto a quelli da cui gli istituti erano partiti e per i quali si è cercato di contenere l’impatto sociale con il ricorso al fondo di solidarietà di settore. Se nelle tre good bank la strada, pur in presenza di situazioni complesse, è stata quella di scegliere come interlocutore per il salvataggio un’altra banca, lo stesso i sindacati chiedono di fare per risolvere il fronte tosco-romagnolo. A preoccupare è l’eventualità che l’arrivo di un fondo possa compromettere ulteriormente i livelli occupazionali. Sull’occupazione le parti hanno già raggiunto nei diversi istituti accordi in passato. In particolare Cassa di Cesena ha firmato in novembre un accordo con i sindacati per 174 prepensionamenti volontari e incentivati, mentre in Cassa di San Miniato l’ultimo piano industriale parla di un centinaio di esuberi. Ma non solo. In Cassa di risparmio di Rimini c’è ancora in corso una trattativa, aperta a fine dicembre, con l’annuncio di 75 esuberi su circa 655 dipendenti. Trattativa che allo stato attuale è congelata. Nelle tre realtà lavorano oltre 2.225 bancari di cui circa 655 in Rimini, 90o in Cesena e 670 in San Miniato. II fronte sindacale è compatto nel chiedere una soluzione che privilegi, anche nel caso delle tre nuove banche in crisi, l’aspetto industriale. «Per le tre banche Cassa di risparmio Rimini, Cassa di Cesena e Cassa di San Miniato non vogliamo salti nel buio né avventure di nessun genere e affermiamo senza ipocrisie e con la massima chiarezza che preferiamo nettamente la soluzione Cariparma Credit Agricole a qualsiasi eventuale tentativo di speculazione finanziaria», dice Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. «Permettere in sicurezza e rilanciare le tre banche, Banca d’Italia deve accelerare i tempi di una soluzione con Cariparma, risolvendo il problema delle sofferenze così come è stato risolto per le banche andate ad Ubi e Bper-spiega il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale -. Basta temporeggiamenti, serve velocità nelle decisioni». «Ho sempre sostenuto che il Credit Agricole, tramite Cariparma, doveva farsi carico dei problemi di Carim e Cesena anche per una contiguità territoriale – aggiunge il segretario generale della Uilca, Massimo Masi -. Quindi sono favorevole a questa operazione mentre esprimo tutta la mia contrarietà ad un eventuale interessamento di un fondo di private equity. L’esperienza vissuta con le 4 good bank insegna che solo le banche possono fare processi aggregativi con successo».

 

 

BORSAITALIANA.IT 13/04/2017

Milano, 13 apr – ‘Per le tre banche Cassa di risparmio di Rimini, Cassa di Cesena e Cassa di San Miniato non vogliamo salti nel buio ne’ avventure di nessun genere e affermiamo senza ipocrisie e con la massima chiarezza che preferiamo nettamente la soluzione Cariparma Credit Agricole a qualsiasi eventuale tentativo di speculazione finanziaria’. Cosi’ il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, in merito alla situazione delle tre Casse del centro Italia. ‘Anche in un recente passato il gruppo Cariparma Credit Agricole ha dato ampie garanzie di stabilita’ sociale e di salvaguardia dell’occupazione, oltre che di assistenza e consulenza economica al servizio dei territori e delle economie locali – ha aggiunto – Per questi motivi l’istituto guidato da Giampiero Maioli rappresenta l’unica soluzione possibile per il salvataggio di Cassa di risparmio di Rimini, per Cassa di Cesena e Cassa di San Miniato, in un momento cosi’ difficile per il settore bancario. Siamo certi – ha concluso – che Banca d’Italia e le istituzioni europee sapranno guidare l’operazione di acquisizione partendo dal presupposto che quelle date da Cariparma Credit Agricole sono garanzie di stabilita’, di salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e di mantenimento sul territorio degli storici marchi delle banche, pur in un’ottica di efficientamento organizzativo e strutturale’.

 

GONEWS.IT 13/04/2017

Carismi, Sileoni (Fabi): “Preferiamo la soluzione Cariparma Credit Agricole” – …

“Per le tre banche Cassa risparmio Rimini, Cassa di Cesena Cassa di San Miniato non vogliamo salti nel buio né avventure di nessun genere e affermiamo senza ipocrisie e con la massima chiarezza che preferiamo nettamente la soluzione Cariparma Credit Agricole a qualsiasi eventuale tentativo di speculazione finanziaria”. Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi, il sindacato principale di maggioranza. “Anche in un recente passato il Gruppo Cariparma Credit Agricole ha dato ampie garanzie di stabilità sociale e di salvaguardia dell’occupazione, oltre che di assistenza e consulenza economica al servizio dei territori e delle economie locali. Per questi motivi l’istituto guidato da Giampiero Maioli rappresenta l’unica soluzione possibile per il salvataggio di Cassa di risparmio di Rimini, per Cassa di Cesena e Cassa di San Miniato, in un momento così difficile per il settore bancario. Siamo certi che Banca d’Italia e le istituzioni europee sapranno guidare l’operazione di acquisizione partendo dal presupposto che quelle date da Cariparma Credit Agricole sono garanzie di stabilità, di salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e di mantenimento sul territorio degli storici marchi delle banche, pur in un’ottica di maggiore efficienza organizzativo e strutturale”. “Confidiamo, pertanto – conclude Sileoni – che entro pochi giorni ci si avvii anche a risolvere questa delicata fase di acquisizione, eliminando per il settore un problema che si trascina ormai da troppo tempo”. Fonte: ANSA

 

 

NEWSRIMINI.IT 13/04/2017

Carim. Fabi si schiera per Cariparma-Credit Agricole. “No a salti nel buio” – …

Per la Cassa di Risparmio di Rimini, Cassa di Cesena e Cassa di San Miniato la Fabi non vuole “salti nel buio nè avventure di nessun genere” dichiarando apertamente la netta preferenza per “la soluzione Cariparma Credit Agricole a qualsiasi eventuale tentativo di speculazione finanziaria’. Lo ha detto all’agenzia RadioCor – Sole 24 Ore il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. “Anche in un recente passato il gruppo Cariparma Credit Agricole ha dato ampie garanzie di stabilita’ sociale e di salvaguardia dell’occupazione, oltre che di assistenza e consulenza economica al servizio dei territori e delle economie locali. “Siamo certi – ha detto Sileoni – che Banca d’Italia e le istituzioni europee sapranno guidare l’operazione di acquisizione partendo dal presupposto che quelle date da Cariparma Credit Agricole sono garanzie di stabilità, di salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e di mantenimento sul territorio degli storici marchi delle banche, pur in un’ottica di efficientamento organizzativo e strutturale’. Sembra tramontare quindi per Carim l’ipotesi del fondo inglese JP Flowers che aveva messo sul piatto 150milioni di euro. Offerta più o meno simile a quella di Cariparma Credit Agricole. Perché l’affare vada in porto, come ribadito più volte, è necessario che l’istituto riminese si liberi degli Npl, vale a dire quei 910 milioni tra sofferenze e crediti non performig che ne zavorrano l’attività. Ad intervenire in questo caso dovrebbe essere il fondo interbancario. I tempi a questo punto dovrebbero essere brevi e si parla già di una possibile fusione con la Cassa di Risparmio di Cesena.

 

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