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MPS E BANCHE VENETE, RAGGIUNTI I NUMERI DEGLI ACCORDI SUI PREPENSIONAMENTI

di Redazione
 Sileoni (FABI) : “In Intesa pressioni dirette e indirette sui lavoratori. Ma con i dirigenti il Gruppo attuò politica dei figli e dei figliastri, privilegiando alcuni”
 
“Sono stati raggiunti i numeri previsti dagli accordi per i prepensionamenti volontari delle due ex banche venete e del Gruppo Mps, figli degli accordi sindacali recentemente sottoscritti.
E Mentre nel gruppo Mps la Direzione del personale ha agito correttamente e nel rispetto dei ruoli evitando forzature, nel gruppo Intesa i responsabili delle relazioni sindacali si sono comportati in maniera border line facendo direttamente ed indirettamente pressioni sui lavoratori delle due ex banche venete che legittimamente preferivano non aderire al prepensionamento, possibilità prevista dallo stesso accordo”.
 Lo denuncia Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari.
 “Il gruppo Intesa, validamente amministrato da Carlo Messina, che ha sempre pubblicamente parlato di prepensionamenti volontari, dovrebbe ricordarsi invece che, a fronte di un accordo sindacale gestito all’epoca dal capo del personale Francesco Micheli e che riguardava la fuoriuscita di un numero importante di alti dirigenti con un elevato costo economico, ha attuato la politica dei figli e dei figliastri. Alcuni alti dirigenti sono stati costretti ad andarsene, altri che ricoprono cariche istituzionali importanti hanno goduto di una sorta di ingiustificato privilegio.
Aver raggiunto il numero stabilito di prepensionamenti volontari in Mps e in Intesa ci ha permesso di evitare i licenziamenti, ma rimaniamo vigili affinchè non sia attuata la “regola dei due pesi e due misure” nel gruppo Intesa rispetto alla categoria dei dirigenti”.
 

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