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SILEONI AL CONGRESSO PROVINCIALE DELLA FABI DI NAPOLI

di Redazione

FABI NAPOLI, INSIEME VERSO IL FUTURO

La FABI di Napoli al rinnovo degli organismi direttivi territoriali. Esposito: “In 4 anni iscritti aumentati del 20%”. Sileoni: “Bisogna continuare a pensare in grande. Allargare la rappresentanza per tutelare la categoria”

Insieme verso il futuro. Questo il titolo dell’XI Congresso Provinciale della FABI di Napoli in corso oggi nel capoluogo campano.
 
Occhi puntati verso l’innovazione dei modelli di rappresentanza e di banca per mantenere leadership del settore e livelli occupazionali delle aziende.
 
Questo il progetto targato FABI, annunciato dal leader Sileoni, e condiviso dai quadri sindacali territoriali.
 
Ad aprire i lavori del Congresso il Coordinatore uscente della FABI napoletana, Alfonso Esposito, che sottolinea la crescita dell’organizzazione anche a livello locale. “Negli ultimi 4 anni gli iscritti sono aumentati del 20%.
 
Il segreto di questo successo? “Sappiamo intercettare e anticipare le esigenze della categoria. Siamo un sindacato forte, con un Segretario autorevole e lungimirante come Sileoni, siamo autonomi e non condizionabili dalla politica”, rivela Esposito.
 
“In questo marasma generale siamo rimasti l’unico punto di riferimento per i lavoratori. Per questo siamo stati l’unica sigla sindacale a crescere del 4% a livello nazionale in questi anni di contrazione degli organici bancari”, rincara poi la dose il Segretario Generale Lando Maria Sileoni, arrivato a Napoli per testimoniare la sua vicinanza al territorio campano.
 
Al tavolo dei relatori, in rappresentanza della Segreteria Nazionale, anche il Segretario Nazionale Mauro Morelli.
 
Una categoria, quella dei bancari, che negli ultimi anni è stata al centro di un attacco mediatico senza precedenti, perché, spiega il leader della FABI “a seguito dei recenti scandali e del crollo degli istituti di credito locali, l’istituzione banca ha perso credibilità, è stata percepita come conservatrice e non riformista e noi bancari abbiamo continuato a essere dipinti come dei privilegiati. Gli unici a difendere i lavoratori dal linciaggio siamo stati noi della FABI, intervenendo personalmente anche in tv e sulla carta stampata, mettendoci sempre la faccia”.
 
Ma la difesa non è stata solo mediatica. Sileoni a tal proposito cita l’accordo recentemente siglato in ABI sul protocollo per la vendita responsabile dei prodotti finanziari, che per la prima volta consente al sindacato di entrare nel merito delle politiche commerciali delle aziende. Uno strumento importante per contenere le pressioni commerciali, all’origine di molti dei recenti casi di risparmio tradito. “Ora tocca al sindacato aziendale far rispettare l’accordo nei gruppi”, chiarisce Sileoni.
 
Poi il leader della FABI analizza i motivi alla base delle crisi dell’istituzione banca, in particolare degli istituti locali, caratterizzate da un unico comun denominatore: la gestione di uomini soli al comando che attraverso il capitalismo di relazione, gli intrecci malsani con la politica e l’economia locale, hanno portato taluni gruppi bancari sull’orlo del crack. Una deriva spesso non efficacemente contrastata dalle autorità di vigilanza italiane, i cui interventi sono stati a volte tardivi e realizzati da commissari non sempre all’altezza del proprio ruolo, senza dimenticare poi i ritardi nelle indagini di alcune procure.
 
“Il concetto di banca locale ormai è saltato”, conclude Sileoni, “anche perché il baricentro delle politiche di vigilanza si è spostato dall’Italia all’Europa. Nei prossimi mesi a Bankitalia resterà il controllo meno del 10% delle banche nazionali. Sulle altre vigilerà la BCE che vuole favorire i processi di fusione e aggregazione. La Bce ha interesse a realizzare in tempi brevi una fortissima riduzione dei gruppi bancari, che presumibilmente passeranno dagli attuali 15 a circa 7/8”.
 
Da qui il ruolo strategico del sindacato che sarà chiamato a gestire questa fase di complessa trasformazione del settore tutelando i lavoratori, che nelle banche, anche a seguito delle fusioni e dunque del mancato turn over, si andranno sempre più riducendo.
 
“Per mantenere la leadership della categoria che ci siamo faticosamente conquistati sul campo, occorrerà pensare in grande e allargare la rappresentanza anche ad altre classi di lavoratori, come gli assicurativi e i promotori finanziari”.
 
Ma la FABI è abituata alla sfide difficili, ricorda Sileoni. “Senza la FABI questa categoria sarebbe stata da tempo normalizzata. Proprio grazie alla nostra forza e autonomia, siamo stati l’unico sindacato in Europa ad evitare i licenziamenti, abbiamo eliminato il precariato e ottenuto oltre 16mila assunzioni stabili di giovani nelle banche. Tutte queste sono conquiste sindacali, nulla ci è piovuto dal cielo”.
 
Scroscianti applausi dalla platea, poi le votazioni per il rinnovo degli organismi direttivi territoriali.
 
 
Napoli 14/12/2017

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