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COORDINAMENTO FABI GRUPPO UBI, SILEONI BATTEZZA LA NUOVA SQUADRA

di Redazione
“Tanti ancora i traguardi da raggiungere, ma quello che stiamo facendo in UBI è un esempio per l’intero settore bancario”. Paolo Citterio, coordinatore FABI Gruppo Ubi introduce così i lavori alla presenza del Segretario Generale Sileoni che ha dettato la linea da seguire

All’indomani dell’importante accordo che ha esteso il contratto integrativo alle Bridge Banks acquisite da Ubi, il coordinamento FABI di gruppo si riunisce per fare il punto della situazione. Un gruppo allargato, una nuova squadra pronta ad affrontare le sfide che verranno, con la consapevolezza di essere sulla strada giusta.

Al coordinamento UBI anche il Segretario Generale Lando Maria Sileoni, accolto dalla folta platea con un lungo applauso.

“L’Accordo firmato il 24 gennaio – ha detto Paolo Citterio, coordinatore FABI Gruppo Ubi – è solo l’ultimo di un percorso lungo e difficile, ma che ha portato ottimi risultati. Siamo riusciti ad avere le stesse garanzie occupazionali, economiche e normative per i 22.000 dipendenti del Gruppo, compresi i 5.000 delle ex Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti che, oggi, hanno lo stesso contratto integrativo. Abbiamo evitato le esternalizzazioni e permesso che 3 banche in forte difficoltà si rimettessero in piedi senza lasciare per strada nessuno. Un lavoro che non sarebbe stato possibile senza un gruppo forte e coeso, senza un sindacato come la FABI, guidato e supportato passo dopo passo dalla Segreteria Nazionale e dal suo leader, Sileoni, che anche oggi è qui con noi e che ringraziamo di cuore”.

Parola poi al Segretario Generale che ha tracciato un quadro generale della situazione che vive il mondo bancario parlando anche dell’imminente rinnovo dei contratti Abi, Bcc e riscossione tributi e della recente presentazione del piano industriale di Intesa. Sulla gestione degli npl “abbiamo ribadito – ha detto Sileoni – che non accetteremo la cessione di lavorazioni e lavoratori” e per quanto riguarda gli scandali bancari “siamo intervenuti anche sulla stampa per sottolineare come i problemi siano avvenuti dove c’erano uomini soli al comando e assenza di anticorpi”.  

Poi il ruolo del sindacato: “Bisogna avere concretezza, senso di appartenenza e coraggio. Solo così potremo gestire i cambiamenti in atto e quelli che verranno. Continueremo a monitorare perché gli strumenti conquistati sul campo siano mantenuti e attuati. È recente l’accordo per ampliare le funzioni del Fondo per l’Occupazione”.

Il coordinamento è stato un momento di confronto prezioso con la Segreteria Nazionale. Diverse, infatti, le domande e le osservazioni rivolte al Segretario Generale Sileoni che ha risposto puntualmente a tutti con lucidità e lungimiranza. 

Importanti poi gli interventi e contributi dei rappresentanti delle 3 Bridge Banks. 

Secondo Domenico Avitto, ex Carichieti,  “un accordo va valutato in base al raggiungimento o meno degli obiettivi prefissati e al contesto”. Alla luce di questi fattori il percorso portato avanti in Ubi è esemplare anche se, ovviamente, bisognerà “ricominciare con pazienza e coraggio una nuova storia”.

“La situazione era molto delicata – ha detto Fabio Faltoni, ex Banca Etruria – ma la FABI si è rimboccata le maniche e ha portato la voce dei bancari ai tavoli di confronto con un’eco incredibile sulla stampa e le televisioni nazionali grazie a Sileoni, sempre in prima linea, alla Segreteria Nazionale e al lavoro quotidiano di tutti noi. Ora, come coordinamento  FABI, dovremo fare squadra, consapevoli che ognuno di noi si porta dietro un bagaglio di storia ed esperienza che non va disperso, ma messe a frutto ”.

“È stato fatto il miglior lavoro possibile – ha detto Michele Desideri, ex Banca Marche – ma non dobbiamo abbassare la guardia perché il futuro non è già scritto, ma sarà frutto di quello che sapremo realizzare. Ora dovremo vigilare perché gli accordi siano rispettati e per gestire l’integrazione e la formazione nell’ottica di massima tutela e serenità dei lavoratori”.

“Siamo impegnati su più fronti – ha concluso Citterio –  tra cui Mifid 2, inquadramenti che dovranno essere disciplinati e politiche commerciali per le quali bisognerà rendere attivo l’accordo nazionale. C’è ancora molto lavoro da fare, ma siamo anche orgogliosi che Ubi possa rappresentare a pieno titolo un buono esempio di relazioni sindacali nel panorama bancario. Certo ci vuole realismo e capacità di gestire il cambiamento, ma quando c’è competenza e passione per quello che si fa, i risultati arrivano”.

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