Home Rassegna Stampa INTERVISTA / Fabi alle prese con il nodo esuberi – il segretario analizza i problemi della categoria in vista del congresso provinciale (Milano Finanza, 30 ottobre 2009)

INTERVISTA / Fabi alle prese con il nodo esuberi – il segretario analizza i problemi della categoria in vista del congresso provinciale (Milano Finanza, 30 ottobre 2009)

di Redazione

Sileoni: sulla piazza milanese un migliaio di bancari hanno perso il posto. Inoltre gli istituti di credito hanno sospeso il ricorso al fondo di ammortizzazione. E il 70% dei nuovi assunti ha un contratto a termine

C’è una spada di Damocle rappresentata da un migliaio di esuberi a gravare sul congresso provinciale che il Fabi, primo sindacato dei dipendenti bancari (99 mila iscritti su 320 mila addetti, 100 sedi nella Penisola), terrà a Milano nelle giornate di venerdì 30 e sabato 31 ottobre. Si tratta dei lavoratori licenziati o incentivati alle dimissioni da alcune banche straniere attive in Italia (GE Moneycapital, Deutsche,
Dresdner, Ubs, Bnl-Bnp e Bnl Broker) e che finora non hanno potuto accedere al Fondo nazionale esuberi, vale a dire l’ammortizzatore per eccellenza della categoria, finanziato da aziende di credito e lavoratori. È lo strumento attraverso cui il sistema creditizio italiano è riuscito a gestire nell’ultimo decennio il rivoluzionario processo di aggregazione tra gruppi bancari che ha richiesto la messa a riposo anticipata di circa
22 mila lavoratori del settore. «La crisi economica, che ha
drasticamente tagliato i livelli di redditività anche degli istituti di credito italiani», spiega il segretario generale aggiunto, Lando Sileoni, «ha indotto le banche a sospendere il ricorso al Fondo. Inoltre ci sono mille colleghi sulla piazza milanese e altri 500 a Roma rimasti senza copertura. Una situazione alla quale sarà necessario trovare una soluzione al più presto, noi ci auguriamo entro la fine dell’anno».

Domanda. Dottor Sileoni, Milano è la prima piazza finanziaria del Paese. Mille esuberi a parte, come si presenta il quadro locale?
Risposta. Nella provincia di Milano si concentrano circa 52 mila dipendenti bancari, 10 mila dei quali sono nostri iscritti. È anche la provincia con il maggior numero di sportelli, 2.817 alla fine del 2008, in netto calo però rispetto ai 3.304 che si contavano alla fine del 2007. Nonostante ciò il saldo dei dipendenti è in attivo per circa 750 unità.
D. Meno sportelli e più occupati, quindi?
R. Sì, ma il 70% di questi nuovi addetti può contare su un contatto a termine, stipulato sulla base della legge Biagi. Perciò un’altra partita importante è quella legata alla loro conferma a tempo indeterminato.
D. Perché le aziende di credito hanno deciso di sospendere il ricorso al Fondo esuberi di categoria?
R. A questo Fondo possono accedere dipendenti con almeno 30 anni di anzianità contributiva ed età anagrafica non inferiore a 55-56 anni. Il trattamento riservato è pari al 65% della retribuzione per una durata massima di cinque anni, vale a dire fino al momento in cui il lavoratore raggiunge i requisiti per la pensione. Le banche hanno calcolato che il
costo medio che sono chiamate a sostenere per ogni lavoratore che accede al Fondo ammonta a 200 mila euro, che gli istituti devono spesare per intero sul primo bilancio. Un onere che, in questa fase di forte calo dei profitti, non ritengono di poter sostenere. Da qui la loro decisione.
D. Qual è la vostra proposta per sbloccare la situazione?
R. Il Fondo attualmente dispone di circa 300 milioni che dovrebbero essere destinati alle attività di formazione e riqualificazione del personale. Le banche propongono di utilizzare queste risorse per riattivare la funzione di ammortizzatore del Fondo. Nello stesso tempo il sistema potrebbe chiedere al governo di studiare forme di sgravio alle
banche per i contributi al Fondo e la possibilità di distribuire gli oneri che sostengono nell’arco di cinque anni anziché uno solo, come avviene ora. È una partita importante perché si tratta di rimettere in moto un ricambio generazionale che si è bloccato. Inoltre consentirebbe di gestire con maggiore tranquillità i preannunciati aggiornamenti dei piani industriali degli istituti di credito, previsti per il 2010. Anno nel quale, peraltro, è fissato il rinnovo del contratto nazionale di categoria.
D. Cos’altro c’è di rilevante sul tavolo di contrattazione?
R. Un altro punto qualificante è la regolamentazione delle pressioni commerciali e dei relativi sistemi di incentivazione. Il nostro suggerimento va nella direzione di allungare i tempi entro cui il bancario deve centrare gli obiettivi di vendita fissati. Serve ad allentare la pressione, anche e soprattutto a vantaggio del servizio che si offre all’investitore.
D. Il 2010 sarà anche l’anno del congresso nazionale Fabi.
R. Si terrà a Roma in febbraio e in quell’occasione si procederà al rinnovo del comitato direttivo centrale della nostra organizzazione, nonché della segreteria nazionale.

(Milano Finanza, 30 ottobre 2009 – Lucio Sironi)

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