Home Rassegna Stampa Delta, San Marino ci crede ancora – La cassa di risparmio cercherà altri potenziali compratori. Si fa il nome di Bper e di Bpm (Milano Finanza, 17 marzo 2010)

Delta, San Marino ci crede ancora – La cassa di risparmio cercherà altri potenziali compratori. Si fa il nome di Bper e di Bpm (Milano Finanza, 17 marzo 2010)

di Redazione

Di Andrea Di Biase
La rinuncia di Intesa scatena le proteste dei sindacati. Ca’ de Sass potrebbe tornare in campo solo a fronte di precise garanzie
La decisione di Intesa Sanpaolo di non presentare alcuna offerta per una parte degli asset del gruppo Delta non sembra scoraggiare la Cassa di Risparmio di San Marino, che controlla il 100% del gruppo bolognese attivo nel credito al consumo. In una nota diffusa ieri, dopo le anticipazioni di MFMilano Finanza, l’istituto presieduto da Leone Sibani ha confermato di aver ricevuto comunicazione informali da parte della Ca’ de Sass «in merito alla decisione della stessa di sospendere ogni attività finalizzata all’acquisizione di parte degli attivi del gruppo Delta» e di «essere in attesa di una comunicazione ufficiale da parte del gruppo Intesa San Paolo». Tuttavia la Cassa di Risparmio di San Marino ritiene che il disimpegno dell’istituto guidato da Corrado Passera, che era interessato «esclusivamente a 16Banca, Bentos Assicurazioni e alle reti di distribuzione dei prodotti di credito al consumo, Carirete e RetePlus», non pregiudica le possibilità di salvataggio della stessa Delta. Anzi, secondo l’istituto sammarinese l’uscita di scena di Intesa Sanpaolo consentirà ora di «superare una fase di stallo che ormai durava da tempo», aprendo la possibilità di «coinvolgere anche altri interlocutori di
primario standing ai quali potranno essere eventualmente offerte, anche disgiuntamente, le stesse attività e società proposte a Intesa Sanpaolo».
I consulenti della Cassa di Risparmio di San Marino, Giuseppe Lusignani, Marco Lamandini e Kpmg Advisory, sarebbero dunque già in pista per individuare altri operatori eventualmente interessati. Nelle settimane scorse, negli incontri tra le rappresentanze sindacali del gruppo Delta, i vertici della Cassa e della fondazione che ne detiene il controllo, erano emersi i nomi di Barclays, del Banco Santander ma anche della Popolare di Milano e della Popolare dell’Emilia Romagna. Nomi che tuttavia sarebbero stati smentiti sempre ai sindacati da parte di Bruno Inzitari, Antonio Taverna e Bruno Ortolan, i tre commissari nominati dalla Banca d’Italia che dal maggio scorso hanno preso le redini della società bolognese.
Sulla carta, dunque, le possibilità di salvare Delta dalla liquidazione o dalla liquidazione coatta amministrativa ci sarebbero. Come anticipato da MFMilano Finanza, e ribadito ieri dalla stessa Cassa di Risparmio, il mancato intervento di Intesa Sanpaolo non pregiudica l’accordo per la ristrutturazione del debito del gruppo bolognese raggiunto con le banche creditrici. Queste ultime, si legge nel comunicato dell’istituto sammarinese, «hanno già espresso il proprio assenso sul piano di ristrutturazione finanziaria e stanno lavorando al fine della formalizzazione dell’accordo già raggiunto». Di qui l’ottimismo espresso dai vertici della banca ma anche della Fondazione Cr San Marino, il cui presidente, Tito Masi, ha ribadito che «il piano di ristrutturazione finanziaria e industriale proposto da Cassa di Risparmio continua ad avere piena validità in quanto si basa sull’accordo raggiunto con le banche creditrici del gruppo Delta, che è l’elemento imprescindibile di qualsiasi soluzione».
Nonostante quanto anticipato dai tre commissari alle organizzazioni sindacali, che tutelano gli interessi di circa 900 dipendenti del gruppo bolognese, Masi ha inoltre escluso che sia stata avviata alcuna procedure «di liquidazione coatta» e che «quindi permangono le più ampie garanzie per tutti i creditori,
compresa Cassa di Risparmio».
I sindacati rimangono comunque sul piede di guerra. «Non vediamo di buon occhio il disimpegno di Intesa Sanpaolo», ha commentato Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, «è un precedente pericolosissimo per il sistema bancario». Dura reazione anche da parte di Ugl Credito. Massimo Bernetti, segretario nazionale e responsabile dell’Ugl Credito di Roma, ha espresso «incredulità e indignazione» di fronte al passo indietro compiuto da Intesa, sottolineando che mentre i creditori saranno comunque tutelati grazie all’accordo di ristrutturazione ormai prossimo alla firma, per i lavoratori di Delta si prefigura lo spettro dell’avvio della procedura di mobilità, Uno scenario indicato anche dalle segreterie provinciali di Bologna dei sindacati bancari, che ieri hanno incontrato i commissari di Delta. «A breve partiranno le procedure per la liquidazione e per la mobilità del personale», affermano i sindacati, «questo, secondo i commissari, servirebbe a salvare il salvabile per qualche anno».
L’uscita di scena di Intesa Sanpaolo potrebbe non essere comunque definitiva. Fonti vicine alla banca fanno sapere che l’istituto continua a essere interessato agli asset, ma solo a precise garanzie rispetto alla passata gestione del gruppo.

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