Home Rassegna Stampa Sindacati del credito, l'Abi riconosce più poteri ai big – L'accordo sulle libertà sindacali si basa sui principi della rappresentatività e della proporzionalità. Sileoni (Fabi): scelta innovativa (Milano Finanza, 13 luglio 2010)

Sindacati del credito, l'Abi riconosce più poteri ai big – L'accordo sulle libertà sindacali si basa sui principi della rappresentatività e della proporzionalità. Sileoni (Fabi): scelta innovativa (Milano Finanza, 13 luglio 2010)

di Redazione

In vista della partita per il rinnovo del contratto nazionale, cresce il peso negoziale dei principali sindacati del credito. Fabi, Fiba, Fisac, Uilca, Falcri, Dircredito, Ugl, Sinfub e Silcea hanno raggiunto uno storico accordo con l’Abi sul tema delle libertà sindacali.
L’intesa si basa su due principi: rappresentatività e proporzionalità. L’accordo dà il via libera alla formazione di un nuovo monte ore dei permessi sindacali, costituito da una dotazione base per ciascun iscritto e da una dotazione aggiuntiva/integrativa, che consente di tenere conto dell’effettiva rappresentatività delle diverse sigle. Non solo. L’intesa prevede l’estensione del diritto alla partecipazione alle assemblee retribuite per le unità produttive da 3 a 7 dipendenti; la regolamentazione delle delegazioni di gruppo, senza pregiudicare il coinvolgimento delle strutture di base; la revisione della tabella dei distacchi sindacali; l’inclusione dei parttime nella costituzione delle Rsa (rappresentanze sindacali aziendali); la modifica dell’art. 20 del contratto nazionale, con la previsione del consenso a maggioranza delle Rsa in luogo dell’unanimità in ossequio a un vero principio di democrazia sociale. In sostanza l’Abi ha riconosciuto quattro interlocutori principali: Fabi, Fiba, Uilca e Fisac. Per Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, «l’accordo è denso di contenuti innovativi e ha una forte valenza unificante verso le organizzazioni sindacali, inducendo tutti ad atteggiamenti responsabili», spiega Sileoni. Il nuovo accordo oltretutto fa da apripista al rinnovo del contratto. «Il confronto dovrà essere condotto non su vecchi mansionari ma su sistemi e regole nuove. Noi siamo pronti a un nuovo contratto di lavoro. Sono curioso di verificare quanti banchieri raccoglieranno questa sfida», spiega Sileoni. Sul rinnovo dei vertici Abi, il segretario generale della Fabi ha idee chiare: «Il nuovo presidente Giuseppe Mussari verrà giudicato dalla realizzazione del programma e dalla capacità di creare consenso ricercando anche il contributo della controparte sindacale. Noto con piacere che all’interno dell’esecutivo Abi avranno un ruolo strategico figure di primo piano del mondo bancario come Francesco Micheli. L’intero esecutivo Abi, guidato da Rino Piazzolla e Carmine Lamanda, ha capito che la rappresentatività è sinonimo sì, talvolta, di dissenso, ma anche e soprattutto di governabilità e di gestione», conclude Sileoni che insiste sul ruolo giocato dal primo sindacato italiano del credito: «la Fabi deve la sua forza all’investitura che proviene direttamente dai lavoratori e alla sua capacità d’innovazione. Sono anche convinto che attorno al criterio della rappresentatività, affermato nell’accordo in Abi, possa aggregarsi un consenso aperto anche a tutte le altre sigle. A questo proposito rinnovo la disponibilità della Fabi a trattare su tutte quelle priorità della categoria in agenda nei prossimi mesi».

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