Home Rassegna Stampa Fondo esuberi in bilico come ammortizzatore – Non basta l'offerta sindacale su solidarietà e peso fiscale (IL SOLE 24 ORE, martedì 1° marzo 2011)

Fondo esuberi in bilico come ammortizzatore – Non basta l'offerta sindacale su solidarietà e peso fiscale (IL SOLE 24 ORE, martedì 1° marzo 2011)

di Redazione

MILANO – Sul fondo di solidarietà dei bancari non c’è accordo e non sembrano più esserci molti margini per raggiungerne uno. Dopo mesi di trattativa l’ultima offerta dei sindacati è stata rispedita al mittente dall’Abi con una raccomandazione: riflettete. Ma pare l’ultima chiamata. L’apertura sui contratti di solidarietà e il contributo per la diminuzione dell’aggravio fiscale dell’assegno del fondo non bastano alle banche se poi si accompagnano a un no secco all’introduzione dell’indennità di disoccupazione. L’ipotesi che si potrebbe realizzare nel prossimo incontro, a fine marzo, sarebbe quindi un mantenimento del fondo ma un suo sostanziale svuotamento come ammortizzatore sociale.

Il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, spiega che «la disponibilità a trattare c’è ma solo sull’assegno e sulla permanenza passando da 5 più 1 a 4 più 1. Non vogliamo che si parli di disoccupazione». I contratti di solidarietà «non devono essere aggiuntivi a un eventuale problema di esuberi ma strumenti per gestire eventuali problemi – continua Sileoni –. Le banche chiedono l’introduzione dell’indennità di disoccupazione così interviene lo stato e viene abbattuto il costo dell’assegno che va sul fondo. Per noi questo è inaccettabile perché a livello politico significherebbe condividere che nelle banche ci sono dei lavoratori da licenziare: non lo faremo mai». Semmai «cominciamo una riflessione sociale con la controparte sui veri costi di funzionamento delle banche: gli stipendi dei manager, le stock option e l’esercito dei consulenti. Non possiamo parlare di diminuzione dei costi solo addebitando i costi al personale».

Il filo di Arianna dei negoziati del settore bancario non è stato ancora trovato e, spiega Giuseppe Gallo, segretario generale della Fiba Cisl, «il rischio è che si arrivi allo svuotamento dell’efficiacia dell’ammortizzatore sociale, vista l’indisponibilità di Abi davanti alla nostra offerta». Il sindacato ribadisce «la funzione preventiva del fondo rinviando il prepensionamento o addirittura l’accesso al fondo emergenziale ad extrema ratio – continua Gallo –. Quindi la possibilità di fare ricorso a tutti gli strumenti preventivi». Questo significa che in banca entreranno «part time, job sharing, contratti di solidarietà – continua Gallo –. Tutto questo però mantenendo saldo il principio della volontarietà». A questo proposito il segretario della Fisac Cgil, Agostino Megale, sottolinea che «non è possibile immaginare un ingresso obbligatorio nel fondo e tantomeno è possibile utilizzare l’indennità di disoccupazione per integrare l’assegno poiché questo richiede il ricorso ai licenziamenti collettivi sui quali non si tratta». La volontarietà è stata scambiata con la disponibilità dei sindacati a farsi carico «di una parte importante, il 10%, di quell’11,5% di aggravio fiscale deciso ai tempi del governo Prodi», aggiunge Megale. In banca però va superata «la logica degli esuberi a favore della cultura della ricollocazione – spiega Megale –. Si può puntare su solidarietà, part time e mobilità per portare in aree strategiche coloro che sono in strutture inefficienti». È escluso però che si possa ricorrere a formule a zero ore o che i contratti di solidarietà possano essere uno scivolo verso la pensione. La proposta è di una formula a 30 ore effettive di prestazione, con 35 ore pagate, quindi l’80% della retribuzione.

A questo punto, dice Massimo Masi, segretario generale della Uilca, «non ci sono altre offerte che il sindacato potrebbe fare. Il nostro obiettivo è mantenere i posti di lavoro, trovando soluzioni per accompagnare le persone al fondo. Ma vogliamo mantenere un accordo nazionale di sistema perché se si cominciano a fare contratti di gruppo a quel punto pochi saranno avvantaggiati molti svantaggiati».

 

 

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