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DAI BANCARI UNO STOP ALL'ABI (di Cristina Casadei – Il Sole 24 Ore, martedì 19 aprile 2011)

di Redazione

Lettera unitaria dei sette segretari generali dopo la disdetta dell’accordo sul fondo esuberi.

– In assenza di novità, blocco alla contrattazione aziendale e possibile mobilitazione –

di Cristina Casadei


Stop alla contrattazione nelle aziende bancarie, a meno che Abi non ritiri la disdetta del verbale di accordo del 24 gennaio del 2001.

Pesa quasi quanto l’annuncio di uno sciopero il senso dell’ultima lettera comparsa nel carteggio tra Abi e i sindacati, firmata da Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl e Uilca che, unitariamente, chiedono un passo indietro all’associazione bancaria sul fondo di solidarietà.

Nella missiva, i sette segretari generali, dopo aver consultato i delegati delle aziende, scrivono: “Respingiamo le motivazioni che, secondo voi (Abi, ndr), giustificano la disdetta del verbale di accordo del 24 gennaio 2001, invitandovi, nel contempo, a ritirarla”. In caso contrario “vi informiamo della nostra intenzione di sospendere le relazioni sindacali in tutti i gruppi creditizi e in tutte le aziende di credito del paese”, fino al 31 maggio, termine ultimo della consultazione sulla piattaforma, nel corso della quale “richiederemo alle lavoratrici e ai lavoratori il mandato per la mobilitazione della categoria”.

L’annuncio colpisce molto se si pensa che la categoria non sciopera dal 2002, meno se si guarda alle relazioni tra Abi e i sindacati: de settimane si passa da un irrigidimento all’altro.

La responsabilità, dice Lando Sileoni (Fabi) “è nella componente integralista di Abi che fa capo alle piccole e medie aziende che vogliono arrivare a uno scontro. E i sindacati si stanno attrezzando”.

Tanto da dire che “da adesso finisce una fase di concertazione che è stata una mediazione sociale per Abi e nello stesso tempo un vantaggio competitivo per le aziende” aggiunge Sileoni. “Il blocco della contrattazione sarà totale e non accetteremo deroghe in nessuna azienda e in nessun gruppo”.

Con la lettera di ieri Agostino Megale (Fisac-Cgil) spiega che “il sindacato dice con estrema chiarezza ad Abi che non può pensare con la disdetta della procedura volontaria del 2001 di dare uno schiaffo al sindacato. Non porgeremo l’altra guancia, anzi riaffermiamo che abbiamo avanzato una proposta rigorosa per chiudere un’intesa sul fondo di solidarietà”.

La ricorda Massimo Masi (Uilca): “In 30 anni di sindacato è la prima volta che mi capita di vedere rifiutata una proposta che permette alle imprese uno scambio vantaggioso come quello che abbiamo proposto noi. Per la problematica dell’aggravio fiscale dell’11,50% sull’assegno netto di accompagnamento alla pensione, abbiamo proposto di ridurre l’assegno netto che spetta al lavoratore del 10%, accollando quasi interamente ai nostri rappresentanti l’onere dell’aggravio fiscale a carico delle aziende di credito. Mediamente si tratterebbe di un risparmio medio di 3.500 euro all’anno per lavoratore che finisce sul fondo”.

Per Giuseppe Gallo (Fiba), con questi numeri e “di fronte a tanta determinazione dell’Abi che, anziché continuare il confronto disdice il verbale di accordo del 2001, i sindacati non possono che dare una risposta molto forte. Ancorché temporalmente distinti, i tavoli periferici e il tavolo centrale fanno parte di uno stesso tavolo e Abi non può mantenere l’ambiguità di un atteggiamento concertativo in periferia e di uno conflittuale al centro”.

Sileoni interpreta che “proprio a ridosso delle trattative per il rinnovo del ccnl, Abi vuole destrutturare il contratto, adattandolo alle diverse esigenze delle aziende. Ma il progetto non passerà”.

 

(Il Sole 24 Ore, martedì 19 aprile 2011 – di Cristina Casadei)

 



 

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4 commenti

gaetano motta 20 Aprile 2011 - 14:22

bella mossa. la condivido appieno. a fronte della disponibilità data dal sindacato tutto a dialogare e negoziare su un tema così importante come il fondo esuberi, l abi non può unilateralmente e con arroganza disdettare gli accordi esistenti. cose da medio evo. lando, siamo tutti con te. vai avanti e non mollare. sono certo, che anche questa volta la spunteremo. vorrei essere lì…… a vedere le facce di taluni……. che cerirone abbiamo accesso……… w la fabi

Lando Maria Sileoni 22 Aprile 2011 - 12:11

Certo. È una mossa coerente con le premesse sindacali che abbiamo evidenziato in sede di Consiglio Nazionale. L’Abi non può permettersi disdette unilaterali senza aspettarsi una contromossa uguale e contraria.

CARMELO RAFFA 20 Aprile 2011 - 15:01

L’arroganza dell’ABI ha prodotto il primo risultato:” interruzione delle trattative nelle Banche e nei Gruppi a partire dal 28 aprile”. Il nostro Segretario Generale aveva già avvertito i vertici della parte datoriale di non adottare comportamenti unilaterali, provocatori e di rottura. L’ABI ha fatto orecchie da mercante ed ha rotto il vaso. A questo punto se vuole riprendere il dialogo con la FABI e le altre Organizzazioni dovrà raccogliere i cocci ed usare una buona colla. In caso contrario se “Lando” fischierà faremo le barricate.

Lando Maria Sileoni 22 Aprile 2011 - 12:13

Come hai notato siamo conseguenti, in termini pratici, alle parole che pronunciamo non certamente a vuoto. Alcuni avvertimenti, peraltro responsabili, non trovano una rispondenza altrettanto responsabile. Abbiamo sempre ritenuto che il dialogo fosse un metodo utile e produttivo.
Ma occorre essere in due, altrimenti è un soliloquio che viaggia nel vuoto.

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