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IRAP su banche: NO ad aumento

di Redazione

Ferma presa di posizione del Segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, contro l’aumento dell’Irap dello 0,75% sulle banche, previsto dalla manovra di rientro del deficit approvata dal consiglio dei ministri.

L’imposta, che incide direttamente sul costo del lavoro, rischia infatti di essere pagata dai dipendenti degli istituti di credito.

“La manovra di rientro dal deficit”, ha dichiarato oggi Sileoni alla stampa, “mira a raggiungere nel 2014 il pareggio di bilancio. Un obiettivo, quest’ultimo, ineludibile per il nostro Paese che può intraprendere una decisiva traiettoria di crescita solo se riuscirà a fondarla su di una reale stabilità dei conti pubblici.

Quello che non si può apprezzare è l’aumento dell’Irap a carico delle banche, che passa al 4,65% con un incremento dello 0,75%”.

“Il calcolo dell’Irap”, ha sottolineato il numero uno della FABI, “non tiene conto dei costi sostenuti per il personale, e pertanto si configura come un’imposizione gravosa e particolarmente ingiusta per un comparto, quello bancario, che già soffre della tassazione più alta in Europa”.

“Come sindacato FABI, il più rappresentativo del settore del credito, siamo particolarmente preoccupati di una scelta di tal genere che avviene alle soglie del rinnovo del contratto di lavoro e che rischia, unitamente al contesto generale, di acuire il confronto tra le parti”.

“Chiediamo pertanto al governo”, ha concluso Sileoni, “che, fermo restando l’obiettivo del pareggio di bilancio, il settore bancario non venga ulteriormente gravato da una tassa che rappresenta una vera e propria imposizione sul costo del lavoro”.

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