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LA POSIZIONE DELLA FABI SULLA VICENDA BPM

di Redazione

AVVENIRE, venerdì 23 settembre 2011

Bpm verso la nuova governance – Ok dei sindacati al sistema duale ma «con rigore»

DA MILANO, ANDREA D’AGOSTINO – Fervono i lavori in vista dell’assemblea straordinaria della Bpm prevista il 22 ottobre per approvare la nuova governance. Una data tassativa, per evitare che Mediobanca possa recedere dall’incarico di capofila del consorzio di garanzia della ricapitalizzazione e per dare un segnale di fiducia ai mercati. Ieri, intanto, i sindacati generali hanno risposto affermativamente all’ipotesi duale, ma in una versione più rigorosa rispetto a quella del presidente Massimo Ponzellini, e un’apertura all’ingresso di un socio istituzionale. Nell’incontro fra i sindacati e il vice direttore generale della Banca d’Italia Anna Maria Tarantola, il messaggio è stato chiaro: l’istituto di Piazza Meda deve uscire al più presto dalla situazione in cui è finito per «una cattiva governance». Un invito che da alcune fonti sindacali della banca viene letto come segno di grandi perplessità verso la gestione Ponzellini e la sua bozza di riforma dello statuto. E da Via Nazionale si è rinnovato l’invito a far presto nel rafforzamento patrimoniale: l’aumento di capitale da 900 milioni di euro sarà votato dai soci il 22 ottobre e partirà il 24, mentre sul cambio della governance sarà mantenuta la forma cooperativa, ma separando la proprietà dalla gestione. Per questo entro martedì prossimo, quando il cda si riunirà per decidere l’importo esatto dell’aumento, si dovrà raggiungere un accordo sulla bozza dello statuto, che a questo punto non è più intoccabile. Sindacati e consulenti sono già al lavoro per limare il testo «in una versione più rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata» e per porre fine ad altre fughe di notizie. Sull’arrivo di un socio istituzionale, i segretari generali sono favorevoli ad una figura che metta «risorse finanziarie» e capacità manageriali. L’associazione Amici e i sindacati locali invece, con un’iniziativa autonoma, avrebbero avviato contatti con Andrea Bonomi, l’imprenditore milanese patron di Investindustrial che sarebbe interessato a una partecipazione finanziaria senza cambi nella governance o nella gestione. Uno scenario che non collima con le richieste di Bankitalia: al riguardo si sarebbero già verificati contatti e incontri fra i rappresentanti di Bonomi e i componenti del comitato di presidenza e gli esponenti dei sindacati locali. La Fabi nazionale si è chiamata fuori, spiegando che «nel caso in cui la nostra rappresentanza sindacale in Bpm dovesse proporre il nome di un investitore istituzionale, l’eventuale proposta dovrà necessariamente passare al vaglio della segreteria nazionale e del comitato direttivo centrale dell’organizzazione, che è l’unico organismo interno deputato, da Statuto, ad esprimersi sull’argomento».

 

CORRIERE DELLA SERA, venerdì 23 settembre 2011

Aumento Bpm, spunta Bonomi – I paletti di Bankitalia sulla governance – I sindacati aprono ad Arpe

MILANO — Stavolta l’ultimatum è arrivato. La Banca d’Italia vuole la svolta in Bpm e la vuole rapidamente. Con una governance duale o tradizionale non importa, purché sia risolto una volta per tutte il problema dell’ingerenza dei sindacati interni sulla gestione. Altrimenti c’è il rischio del commissariamento. Rischio che avrebbe fatto da sfondo ieri all’incontro tra i rappresentanti di Fabi, Fiba, Fisac e Uilca con il vicedirettore generale di Palazzo Koch, Anna Maria Tarantola. L’appuntamento era stato chiesto dalle sigle dei sindacati bancari per fare chiarezza dopo la ridda di voci che da settimane si stanno inseguendo sul futuro della banca di Piazza Meda. I quattro segretari Lando Maria Sileoni (Fabi), Giuseppe Gallo (Fiba Cisl), Agostino Megale (Fisac Cgil), Massimo Masi (Uilca) hanno manifestato alla Banca d’Italia le loro preoccupazioni «riconducibili anche ad una non corretta governance», hanno spiegato in un comunicato congiunto. In cui sembrano prendere le distanze dagli Amici della Bipiemme, il parlamentino espressione dei sindacati interni alla banca. Di fatto gli azionisti di maggioranza. Ma anche dallo schema di riforma della governance su cui sta lavorando il presidente Massimo Ponzellini, al quale hanno chiesto «anche in considerazione delle importanti e ravvicinate scadenze di questo processo, che vengano senza ulteriori indugi formulate agli organi sociali della Banca, proposte chiare, responsabili e all’altezza della situazione». Un duale che salvaguardi l’identità cooperativa di Bpm ma «in una versione più rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata». In pratica meno sbilanciata sugli Amici di Bipiemme.

Nel comunicato Fabi, Fiba, Fisac e Uilca hanno anche fatto sapere di guardare con favore all’intervento di «investitori istituzionali che possano apportare rilevanti risorse finanziarie» nonché «esperienza ed eccellenza manageriale per il rilancio operativo della banca». Una chiara apertura di credito a Matteo Arpe, pronto a investire 200 milioni di euro e a impegnarsi personalmente in Piazza Meda. Un’idea che non sembra tuttavia incontrare il favore degli Amici di Bipiemme, che si stanno muovendo per non perdere la presa sulla banca. Mercoledì sera hanno incontrato riservatamente l’imprenditore Andrea Bonomi, patron del fondo Investindustrial, per discutere di un suo possibile ingresso in Bpm come socio finanziario. E avrebbero sondato anche Finlombarda, la finanziaria per lo sviluppo delle imprese lombarde presieduta da Roberto Formigoni.

Mosse che sembrano andare in direzione anti-Arpe. Ma che potrebbero anche produrre l’effetto opposto, ovvero accelerare il suo ingresso a Piazza Meda. Ieri Banca d’Italia avrebbe fatto capire piuttosto chiaramente ai sindacati che il tempo delle manovre è finito e che il prossimo consiglio d’amministrazione, in programma il 27 settembre, dovrà procedere senza indugio all’approvazione del nuovo statuto e al varo dell’aumento di capitale da 900 milioni. Il primo passo di una svolta che per Palazzo Koch dovrà proseguire, secondo quanto riferito da fonti dei sindacati interni a Bpm, con «una cura drastica». – Federico De Rosa – fderosa@corriere.it

 

IL MESSAGGERO, venerdì 23 settembre 2011

Dai leader sindacali l’ok al sistema duale

MILANO – Un sì dei sindacati generali al sistema duale in Bpm ma in una versione «più rigorosa» rispetto a quella formulata dal presidente Massimo Ponzellini che viene in sostanza bocciata e un’apertura all’ingresso di un socio istituzionale. Nel faccia a faccia fra Lando Sileoni (Fabi), Giuseppe Gallo (Fiba), Agostino Megale (Fisac), Massimo Masi (Uilca) e il vice direttore generale della Banca d’Italia Anna Maria Tarantola il messaggio emerge chiaro: l’istituto di Piazza Meda deve uscire al più presto dalle secche in cui l’ha portato «una cattiva governance» che ha esacerbato gli effetti della crisi. Un invito che da alcune fonti sindacali della banca viene letto come segno di grandi perplessità verso la gestione Ponzellini e la sua bozza di riforma dello statuto. In Borsa il titolo sale di oltre il 6% mentre voci non confermate indicano primi contatti in corso fra Andrea Bonomi (Investindustrial) e i soci dipendenti e i sindacati locali.

 

LA REPUBBLICA, venerdì 23 settembre 2011

C’è accordo tra le sigle nazionali e Via Nazionale sulla governance duale e l’ingresso della Sator di Arpe – Bpm, via libera al piano Bankitalia ma i sindacati interni puntano i piedi

VITTORIA PULEDDA MILANO – Clima incandescente alla Bpm. Mentre si avvicina il momento delle scelte irreversibili – e la prima scadenza in tal senso è quella del 27 settembre, con il cda che dovrebbe varare le riforme del sistema duale – cresce l ́inevitabile nervosismo delle forze in campo. Ieri i sindacati nazionali sono stati ricevuti dalla Banca d ́Italia: l ́incontro, durato due ore, ha permesso di fare il punto sulla situazione. Il senso politico del comunicato emesso unitariamente alla fine è una sorta di sconfessione di sistemi duali “annacquati”, scritti per permettere alle attuali componenti interne alla Bpm di continuare a governare la banca. Linea che recepisce in pieno la posizione di Via nazionale, che ha anche a disposizione molte munizioni legali per fare valere le sue idee: a partire dall ́articolo 20 del Testo unico bancario, che può portare fino alla sterilizzazione del voto di alcune componenti dell ́assemblea.

Comunque, mentre le componenti nazionali si sono espresse con grande chiarezza in favore di un modello di duale che sia “più rigoroso ed equilibrato” – espressione considerata una sconfessione più o meno aperta delle bozze di riforma di Statuto finora attribuite al presidente Massimo Ponzellini – e sono altrettanto favorevoli all ́arrivo di investitori «istituzionali che possano apportare rilevanti risorse finanziarie ed eccellenza manageriale» (passaggio considerato da molti propedeutico alla discesa in campo di Matteo Arpe) quasi nelle stesse ore i rappresentanti dei sindacati interni di Bpm, riuniti nell ́Associazione Amici, con un ́iniziativa autonoma avrebbero avviato contatti con Andrea Bonomi, l ́imprenditore milanese patron di Investindustrial, che sarebbe interessato a una mera partecipazione finanziaria senza cambi nella governance o nella gestione. Altre fonti parlano anche di una possibile discesa in campo di famiglie milanesi di una certa rilevanza, senza però fornire dettagli, mentre la segreteria nazionale della Fabi a proposito di possibili cavalieri bianchi ha seccamente ricordato che «Segreteria nazionale e Comitato direttivo centrale dell ́organizzazione è l ́unico organismo interno deputato, da Statuto, ad esprimersi sull ́argomento», smentendo dunque altri abboccamenti.

Ma se la confusione è grande, né potrebbe essere altrimenti vista la rilevanza della posta in gioco, il tempo stringe. Non solo perché Bankitalia – e i sindacati nazionali – premono per una governance chiara, senza tentativi gattopardeschi di lasciare inalterato lo status quo nonostante le apparenti rivoluzioni, ma anche perché il 31 ottobre scade il contratto che lega il consorzio bancario di garanzia alla banca per l ́aumento di capitale. In questo clima, sarebbe sicuramente molto rischioso indurre qualche banca nella tentazione di chiamarsi fuori; né la situazione patrimoniale di Bpm consente di traccheggiare troppo.

 

MF-Milano Finanza, venerdì 23 settembre 2011

Via nazionale non vuole compromessi sulla governance e minaccia il commissariamento. Diktat di Bankitalia a Pop Milano – I segretari dei sindacati nazionali incontrano la Vigilanza. Le resistenze dei dipendenti-soci restano forti – Spunta l’interesse di investitori istituzionali e di Bonomi. Ma la Fabi nega i contatti. Il titolo corre in borsa

di Luca Gualtieri – Una cosa è certa. Nei suoi quasi 150 anni di storia la Banca popolare di Milano ha raramente vissuto giorni tanto concitati. Dopo il tesissimo consiglio di amministrazione di mercoledì, ieri l’istituto di Piazza Meda è rimasto sotto i riflettori per diverse ragioni. In primo luogo i segretari generali di Fiba, Fabi, Fisac e Uilca hanno incontrato Anna Maria Tarantola, vice direttore generale di Banca d’Italia, per discutere della riforma della governance. In secondo luogo, per tutta la giornata si sono inseguite indiscrezioni sull’ingresso di nuovi azionisti nel corso dell’aumento di capitale; oltre al nome di Matteo Arpe, si ipotizza anche l’intervento di Andrea Bonomi, l’imprenditore milanese patron del fondo di private equity Investindustrial. Il rumor non è stato confermato, anche se la Fabi in una nota ha smentito contatti con investitori istituzionali. In ogni caso le indiscrezioni hanno spinto al rialzo il titolo Bpm che, in Piazza Affari, ha guadagnato il 4,88% a 1,29 euro. Tornando all’incontro con i sindacati, Bankitalia ha chiesto di separare i soci dalla gestione e ha minacciato il commissariamento in caso di compromessi al ribasso. «La Vigilanza ha fatto passare un messaggio molto chiaro», spiega una fonte a MF-Milano Finanza. «Se il consiglio di amministrazione di Bpm tentasse operazioni gattopardesche, la banca potrebbe essere commissariata e trasformata in spa. Bankitalia chiede di separare nettamente proprietà e stakeholder, a partire dai rappresentanti dei lavoratori, dalla gestione. Se la proposta venisse bocciata o stravolta, arriveranno i commissari», conclude la fonte. Sembra, peraltro, che Bankitalia non abbia particolarmente apprezzato la bozza presentata da Massimo Ponzellini, presidente di Bpm, ai consiglieri. «La Vigilanza non ha espresso particolare soddisfazione per quella bozza e, comunque, ha fatto sapere che giudicherà solo il testo definitivo», aggiunge la fonte. Via Nazionale ha anche rinnovato l’invito a far presto con l’aumento di capitale che dovrebbe essere deliberato il 22 ottobre. La data è tassativa per evitare che Mediobanca possa recedere dall’incarico di capofila del consorzio di garanzia della ricapitalizzazione.

Per scongiurare il commissariamento, i consiglieri di Bpm potrebbero riunirsi oggi e lunedì per elaborare una bozza alternativa. I vertici dei dipendenti soci dell’istituto hanno chiesto la consulenza di Umberto Bocchino, professore dell’università di Torino, mentre alcuni sindacati nazionali avrebbero domandato anche un parere informale a Marcello Messori, ex segretario di Assogestioni. Il nuovo documento dovrebbe prevedere una maggioranza qualificata per le nuove nomine e il passaggio delle deleghe di voto in assemblea da tre a quattro. Ma non solo. Il consiglio di sorveglianza verrebbe rinforzato con alcuni compiti di indirizzo strategico.

 

da Finanza&Mercati, venerdì 23 settembre 2011

Bpm, i sindacati ci provano con Formigoni – Gli Amici scaricano Arpe e sulla nuova governance chiedono aiuto al presidente lombardo. Così spunta il nome di Bonomi

di Carlotta Scozzari del 23-09-2011 – I sindacati della Popolare di Milano scendono dal carro di Matteo Arpe e, con la complicità del presidente della Lombardia Roberto Formigoni, salgono su quello di Andrea Bonomi. Stando a indiscrezioni, gli Amici della Bpm, l’associazione che esprime la maggioranza dei membri del cda di Piazza Meda, nei giorni scorsi, avrebbero sondato altri «papabili» oltre all’ex ad di Capitalia. Il motivo è che le sigle interne alla Bpm, ora molto potenti, non ci stanno a essere svuotate di ogni potere per quel che attiene alla gestione della banca. Una circostanza che, tuttavia, appare incompatibile con il passaggio al duale cui si sta lavorando per andare incontro alle richieste di Bankitalia. Per non parlare dell’incompatibilità con il modello disegnato nei giorni scorsi dal presidente della Popolare, Massimo Ponzellini, disegno duramente attaccato dal cda di due giorni fa.È per questo che le sigle interne alla banca si sono concentrate nella ricerca di un investitore che non avesse la smania di Arpe di comandare e incidere nella gestione. Ed ecco che così, gli Amici, con la probabile mediazione del vicepresidente di Bpm Graziano Tarantini, vicino a Comunione e Libreazione, si sono rivolti al presidente Formigoni(pure vicino a Cl). Dai contatti sarebbe venuto fuori il nome di Bonomi, rampollo della storica famiglia della finanza milanese, che, stando a rumor, sarebbe addirittura disposto a mantenere una governance basata su un unico cda e non avrebbe alcuna mira sulla gestione.Quest’ultimo aspetto potrebbe anche essere realistico, ma sul mancato passaggio al duale, sicuramente avrebbe qualcosa da dire Bankitalia, che ormai da mesi chiede una inversione di tendenza a livello di management in Bpm. Senza contare poi che, se le cose stessero come le descrivono queste ultime indiscrezioni, la mossa delle sigle interne alla banca sconfesserebbe quanto comunicato ieri dai sindacati nazionali. Che, dopo l’incontro con il vice direttore generale di Bankitalia, Anna Maria Tarantola, hanno diffuso una nota in cui scrivevano di ritenere che «l’evoluzione della governance al modello duale, in una versione più rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata (il riferimento è alla bozza elaborata da Ponzellini, ndr), possa rappresentare un valido impulso al progetto di rilancio» di Bpm. Nello stesso comunicato, le segreterie generali di Fabi, FibaCisl, Fisac-Cgil e Uilca spiegavano di vedere «con favore l’ingresso nella compagine sociale della banca di investitori istituzionali che, aderendo al suo modello cooperativo, possano apportare rilevanti risorse finanziarie, oggi necessarie per continuare a presidiare la vocazione di leva di sviluppo delle economie di riferimento e le prospettive occupazionali e professionali delle lavoratrici e dei lavoratori, insieme e soprattutto a esperienza ed eccellenza manageriale per il rilancio operativo della banca». Il riferimento all’«eccellenza manageriale» farebbe pensare più ad Arpe che a un investitore, Bonomi appunto, pronto a entrare nell’azionariato senza alcuna velleità gestionale. Sempre ieri, poi, nel tardo pomeriggio, è giunta la nota di smentita della Fabi con il segretario generale, Lando Maria Sileoni, che con probabile riferimento a Bonomi tuonava: «In merito ad alcuni lanci apparsi su talune agenzie di stampa, che attribuiscono alla nostra organizzazione la diffusione della notizia di un ipotetico ed eventuale investitore istituzionale pronto a entrare in Bpm, preciso che tale notizia è destituita di ogni fondamento».

 

ITALIA OGGI, venerdì 23 settembre 2011

Sindacati favorevoli al duale

Le segreterie generali di Fabi , Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca hanno comunicato alla Banca d’Italia «il loro comune impegno perché siano prontamente superate le criticità rilevate dalla recente ispezione della Banca popolare di Milano». In una nota, i sindacati sottolineano che l’attuale fase di difficoltà della banca, segnalata dall’Istituto di vigilanza e confermata dal mercato, è «anche riconducibile a una non corretta governance». Per questo, «nel confermare il modello cooperativo e la rappresentanza dei lavoratori, sulla base delle vigenti regole di democrazia economica», ritengono che «l’evoluzione della governance al modello duale, in una versione più rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata, possa rappresentare un valido impulso al progetto di rilancio della Banca popolare di Milano e di salvaguardia del suo patrimonio storico di partecipazione democratica, coesione sociale, capacità competitiva». I sindacati auspicano «che vengano senza ulteriori indugi formulate agli organi sociali della banca proposte chiare, responsabili e all’altezza della situazione, profondendo ogni possibile sforzo per creare unità di consensi all’interno degli organi istituzionalmente deputati ed evitando continue dichiarazioni o fughe di notizie che minano la credibilità dell’intero processo». Infine, le segreterie generali «vedono con favore l’ingresso nella compagine sociale della banca di investitori istituzionali che, aderendo al suo modello cooperativo, possano apportare rilevanti risorse finanziarie». Intanto, stando ad alcune indiscrezioni, la bozza di riforma della governance di Bpm prevedrebbe un consiglio di sorveglianza con un presidente e due vicepresidenti e riunioni ogni 60 giorni. Ora la tabella di marcia prevede che nel cda di martedì 27 siano definiti l’ammontare della ricapitalizzazione fino a 1,2 miliardi e la riforma della governance, che potrebbe essere sottoposta al vaglio di un’assemblea straordinaria da convocare per il 22 ottobre. Il passaggio sarà preliminare alla definizione delle condizioni della ricapitalizzazione, che se tutto fila liscio potrà avvenire alla fine di ottobre. Comunque in tempo perché il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, lasci via Nazionale e passi alla guida della Bce con la pratica Bpm chiusa.

 

GIORNALE DI BRESCIA, venerdì 23 settembre 2011

SOLO INDISCREZIONI – Un socio istituzionale per la Popolare di Milano?

MILANO- Un socio istituzionale è pronto a entrare nella compagine azionaria della Banca Popolare di Milano e avrebbe riscosso già un primo consenso in un incontro svoltosi l’altro ieri con alcuni esponenti dell’associazione Amici della Bipiemme e i sindacati aziendali. È quanto riferiscono fonti sindacali della banca secondo cui questa sarebbe una risposta a quanti indicavano il possibile ingresso di un «cavaliere bianco» nell’istituto di credito identificato in Matteo Arpe, eventualità poi smentita. L’ingresso di un investitore istituzionale sarebbe utile per fare fronte all’aumento di capitale imposto dalla Banca d’Italia (900 mln) e che dovrebbe decollare il 24 ottobre preceduto da una assemblea dei soci che potrebbe tenersi sabato 22.

E ieri hanno ufficialmente preso posizione le segreterie generali di Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca che hanno comunicato alla Banca d’Italia «il loro comune impegno affinché vengano prontamente superate le criticità rilevate dalla recente ispezione della Banca Popolare di Milano». In una nota, i sindacati sottolineano che l’attuale fase di difficoltà della Banca, segnalata dall’Istituto di Vigilanza e confermata dal mercato, è «anche riconducibile ad una non corretta governance». Per questo, «nel confermare il modello cooperativo e la rappresentanza dei lavoratori, sulla base delle vigenti regole di democrazia economica», ritengono che «l’evoluzione della governance al modello duale, in una versione più rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata, possa rappresentare un valido impulso al progetto di rilancio della Banca Popolare di Milano e di salvaguardia del suo patrimonio storico di partecipazione democratica, coesione sociale, capacità competitiva».

 

IL SOLE 24 ORE, venerdì 23 settembre 2011

Bpm divisa sulla governance – Sindacati contro Ponzellini – I soci dipendenti chiedono indirizzo strategico e nomine

Battaglia aperta sulla revisione della governance della Banca Popolare di Milano e sull’ingresso di nuovi investitori. Le diverse anime del gruppo si stanno confrontando sulle caratteristiche che il sistema duale, di prossima adozione, potrà avere e la mediazione non sembra affatto semplice. La bozza di riforma della governance presentata dal presidente Massimo Ponzellini al board mercoledì scorso mira alla netta separazione tra rappresentanza dei sindacati e gestione. Un modello, a cui è favorevole anche Mediobanca, che ha affiancato i vertici dell’istituto nella stesura della bozza di governance duale e che guida il consorzio di garanzia delle banche per l’imminente aumento di capitale che potrebbe aggirarsi attorno ai 900 milioni di euro. Per Piazzetta Cuccia è fondamentale che il consiglio di gestione abbia ampi e pieni poteri manageriali. Non della stessa opinione, invece, sono i sindacati, che pure ieri si sono espressi positivamente sul duale al termine dell’incontro con il vice direttore generale di Banca d’Italia, Anna Maria Tarantola, aggiungendo anche in una nota: «Le segreterie generali vedono con favore l’ingresso nella compagine sociale della banca di investitori istituzionali che, aderendo al suo modello cooperativo, possano apportare rilevanti risorse finanziarie, oggi necessarie per continuare a presidiare la vocazione di leva di sviluppo delle economie di riferimento e le prospettive occupazionali e professionali delle lavoratrici e dei lavoratori, insieme e soprattutto ad esperienza ed eccellenza manageriale per il rilancio operativo della banca». Un via libera, quindi, all’arrivo di Matteo Arpe come investitore ma anche come manager. Ma proprio quando i sindacati nazionali danno la loro benedizione ad Arpe, si concretizza un’alternativa: i vertici della banca, i sindacati interni e i rappresentanti dell’Associazione degli Amici di Bpm hanno avviato contatti con Andrea Bonomi, numero uno della holding finanziaria InvestIndustrial, che guida una cordata di investitori di ambiente milanese. Allo stesso tempo molti altri sono stati i contatti con fondi di private equity e investitori istituzionali nei giorni scorsi per garantire alla banca il successo della ricapitalizzazione. Mentre resta ancora da vedere chi potrebbe entrare nell’azionariato, i vertici di Bpm continuano a lavorare alla proposta di governance, che in seno al cda ha scontentato un po’ tutti. Non ha certo raccolto il favore dei consiglieri di minoranza, per i quali il modello duale non fa che perpetuare l’attuale situazione senza limitare di fatto i poteri dei sindacati nella nomina del management e dei direttori del gruppo. Allo stesso tempo la bozza del progetto non è piaciuta ai sindacati, per i quali la rappresentanza loro riservata nel consiglio di sorveglianza sarebbe svuotata di valore se al cds non saranno affidati anche compiti di indirizzo strategico e soprattutto di nomine. Positivo, quindi, il giudizio sull’adozione del duale ma non sul modello di duale scelto. Per sanare le differenze e ottenere l’approvazione in occasione del prossimo board, il 27 settembre, i vertici di Bpm si sono messi al lavoro e oggi dovrebbero licenziare una seconda bozza che ha recepito le ultime indicazioni di Banca d’Italia. Parallelamente i vertici dei dipendenti soci dell’istituto, secondo quanto risulta a Radiocor, hanno chiesto la consulenza di Umberto Bocchino, ordinario di economia aziendale presso l’università di Torino a alcuni sindacati nazionali avrebbero chiesto anche un parere informale a Marcello Messori, professore ed ex presidente di Assogestioni. I sindacati dovranno far pervenire al più presto le loro osservazioni, perché i vertici di Bpm devono inviare a Via Nazionale il testo che poi sarà portato alla votazione del board il 27.

Tempi, comunque, contingentati per arrivare al 22 ottobre con la convocazione dell’assemblea, che avrà all’ordine del giorno l’approvazione dell’aumento di capitale (ammontare e prezzo saranno decisi martedì prossimo dal cda se sarà arrivato il via libera Consob), l’approvazione del sistema duale e la conseguente nomina del primo consiglio di sorveglianza. A seguire, lo stesso giorno, verrà nominato il primo consiglio di gestione, in modo da permettere alla banca di proseguire a tappe serrate nella ricapitalizzazione. Anche perché a fine ottobre scade il consorzio di garanzia (Mediobanca, Barclays, Rbs, Bnp Paribas, Nomura, Banca Akros, Sogen, Santander, Ing) e l’eventuale mancanza di una riforma della governance potrebbe essere considerata condizione sufficiente dalle banche per defilarsi. Un gioco d’incastri, quindi, che sta impegnando tutti gli attori in campo e che non può rischiare di saltare.

 

IL SOLE 24 ORE, venerdì 23 settembre 2011

Duale LA PAROLA CHIAVE – LO SCENARIO Le sigle nazionali in Bankitalia aprono all’arrivo di Matteo Arpe ma l’intervento del banchiere resta ancora incerto

La governance duale è un modello di governo societario che prevede la suddivisione in due diversi organi delle attività gestionali e di controllo di una società: un consiglio di sorveglianza, al quale sono demandate le funzioni di controllo e che determina le linee guida e di indirizzo della società; e un consiglio di gestione, che si occupa dell’amministrazione e gestione della società uniformandosi alle linee guida formulate dal cds.

 

ASCA, giovedì 22 settembre 2011

BPM: SILEONI (FABI), MAI PARLATO DI NUOVO INVESTITORE IN ARRIVO

(ASCA) – Roma, 22 set – ”In merito ad alcuni lanci apparsi su talune agenzie di stampa, gia’ prontamente smentiti nei contenuti, che attribuiscono alla nostra organizzazione la diffusione della notizia di un ipotetico ed eventuale investitore istituzionale pronto ad entrare in Bpm, preciso che tale notizia e’ destituita di ogni fondamento”, cosi’ Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, il maggiore sindacato del settore bancario. ”Nel caso in cui la nostra rappresentanza sindacale in Bpm dovesse eventualmente proporre il nome di un investitore istituzionale, l’eventuale proposta dovra’ necessariamente passare al vaglio della Segreteria nazionale e del Comitato direttivo centrale dell’organizzazione, che e’ l’unico organismo interno deputato, da Statuto, ad esprimersi sull’argomento. Pertanto ogni ulteriore illegittimo utilizzo del nome FABI sara’ immediatamente perseguito secondo i termini di legge”, conclude Sileoni.

 

Fonte: Asca via Wall Street Italia, giovedì 22 settembre 2011 | Ora 20:42

BPM: SILEONI (FABI), MAI PARLATO DI NUOVO INVESTITORE IN ARRIVO

(ASCA) – Roma, 22 set – ”In merito ad alcuni lanci apparsi su talune agenzie di stampa, gia’ prontamente smentiti nei contenuti, che attribuiscono alla nostra organizzazione la diffusione della notizia di un ipotetico ed eventuale investitore istituzionale pronto ad entrare in Bpm, preciso che tale notizia e’ destituita di ogni fondamento”, cosi’ Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, il maggiore sindacato del settore bancario. ”Nel caso in cui la nostra rappresentanza sindacale in Bpm dovesse eventualmente proporre il nome di un investitore istituzionale, l’eventuale proposta dovra’ necessariamente passare al vaglio della Segreteria nazionale e del Comitato direttivo centrale dell’organizzazione, che e’ l’unico organismo interno deputato, da Statuto, ad esprimersi sull’argomento. Pertanto ogni ulteriore illegittimo utilizzo del nome FABI sara’ immediatamente perseguito secondo i termini di legge”, conclude Sileoni.


TMNews, giovedì 22 settembre 2011

Bpm/ Fabi: Privo fondamento ingresso investitore istituzionale – Smentita associazione.

“In merito ad alcuni lanci apparsi su talune agenzie di stampa, già prontamente smentiti nei contenuti, che attribuiscono alla nostra organizzazione la diffusione della notizia di un ipotetico ed eventuale investitore istituzionale pronto ad entrare in Bpm, preciso che tale notizia è destituita di ogni fondamento”. E’ quanto dichiara in una nota il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. “Nel caso in cui la nostra rappresentanza sindacale in Bpm dovesse eventualmente proporre il nome di un investitore istituzionale – spiega – l’eventuale proposta dovrà necessariamente passare al vaglio della segreteria nazionale e del Comitato direttivo centrale dell’organizzazione, che è l’unico organismo interno deputato, da Statuto, ad esprimersi sull’argomento”.

 

Fonte: TMNews via VIRGILIO/Economia.it, giovedì 22 settembre 2011

Bpm/ Fabi: Privo fondamento ingresso investitore istituzionale – Smentita associazione.

“In merito ad alcuni lanci apparsi su talune agenzie di stampa, già prontamente smentiti nei contenuti, che attribuiscono alla nostra organizzazione la diffusione della notizia di un ipotetico ed eventuale investitore istituzionale pronto ad entrare in Bpm, preciso che tale notizia è destituita di ogni fondamento”. E’ quanto dichiara in una nota il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. “Nel caso in cui la nostra rappresentanza sindacale in Bpm dovesse eventualmente proporre il nome di un investitore istituzionale – spiega – l’eventuale proposta dovrà necessariamente passare al vaglio della segreteria nazionale e del Comitato direttivo centrale dell’organizzazione, che è l’unico organismo interno deputato, da Statuto, ad esprimersi sull’argomento”.


Il Sole 24 Ore Radiocor, giovedì 22 settembre 2011

(FIN) Bpm: Sileoni, Fabi non ha proposto nomi di altri investitori

Milano, 22 set – Nessun nome di investitore istituzionale e’ stato mai proposto dalla segreteria nazionale, dalla segreteria generale o dal comitato direttivo centrale della Fabi. Smentisco categoricamente che eventuali ulteriori investitori interessati alla Bpm siano stati proposti dalla Fabi”. Cosi’ il segretario generale, Lando Maria Sileoni, chiarisce la posizione del sindacato in merito alle voci su un possibile ‘cavaliere bianco’ per Bpm alternativo a Matteo Arpe. “Tutte le eventuali iniziative che a livello aziendale la nostra rappresentanza eventualmente indichera’ – prosegue – saranno immediatamente poste all’attenzione del comitato direttivo centrale, che e’ l’unico organismo autorizzato a prendere decisioni del genere”.

 

CORRIERE.it, giovedì 22 settembre 2011, h 19:56:53

Bpm: Sileoni, Fabi non ha proposto nomi di altri investitori

Milano, 22 set – “Nessun nome di investitore istituzionale e’ stato mai proposto dalla segreteria nazionale, dalla segreteria generale o dal comitato direttivo centrale della Fabi. Smentisco categoricamente che eventuali ulteriori investitori interessati alla Bpm siano stati proposti dalla Fabi”. Cosi’ il segretario generale, Lando Maria Sileoni, chiarisce la posizione del sindacato in merito alle voci su un possibile ‘cavaliere bianco’ per Bpm alternativo a Matteo Arpe. “Tutte le eventuali iniziative che a livello aziendale la nostra rappresentanza eventualmente indichera’ – prosegue – saranno immediatamente poste all’attenzione del comitato direttivo centrale, che e’ l’unico organismo autorizzato a prendere decisioni del genere”.

 

DAGOSPIA.com, giovedì 22 settembre 2011

BPM, I PICCOLI SUONANO L’ARPE – DOPO LO SCHIAFFO DEL CDA A PONZELLINI, CONSULENTI IN CAMPO PER CAMBIARE LA BOZZA – I SINDACATI SONO CORSI DA BANKITALIA PER DISCUTERE DELLA NUOVA GOVERNANCE: OK AL SISTEMA DUALE, SOPRATTUTTO OK ALL’INGRESSO DI ARPE, CHE VUOLE DIVENTARE CONSIGLIERE DELEGATO – MA IL VERO OSTACOLO A MATTEUCCIO È AI PIANI ALTI DI MEDIOBANCA, CHE STA CURANDO L’AUMENTO DI CAPITALE DI BPM – MARTEDÌ SARÀ UN CDA DE FUEGO…

1 – POP MILANO, OK DA SINDACATI A DUALE E NUOVI SOCI ISTITUZIONALI (Reuters) – Le principali sigle sindacali presenti in Pop Milano sono favorevoli all’introduzione di un modello di governance duale nella banca e all’ingresso nell’azionariato di investitori istituzionali in grado di dare un apporto finanziario e manageriale per il rilancio dell’istituto. Lo affermano in una nota le segreterie generali di Fabi , Fiba Cisl, Fisac CGL e Uilca dopo l’incontro avuto stamani con Banca d’Italia alla quale hanno comunicato “il loro comune impegno affinché vengano prontamente superate le criticità rilevate dalla recente ispezione della Banca Popolare di Milano”. I sindacati ritengono che l’attuale fase di difficoltà dell’istituto, “sia anche riconducibile ad una non corretta governance”, tuttavia, confermando il modello cooperativo, sostengo che “una versione più rigorosa e più equilibrata” del modello duale attualmente ipotizzato, “possa rappresentare un valido impulso al progetto di rilancio della Banca Popolare di Milano”. Auspicano inoltre “che vengano senza ulteriori indugi formulate agli organi sociali della Banca, proposte chiare, responsabili ed all’altezza della situazione, profondendo ogni possibile sforzo per creare unità di consensi all’interno degli organi istituzionalmente deputati”. Quanto all’eventuale ingresso nella compagine sociale di investitori istituzionali questi potranno apportare “rilevanti risorse finanziarie insieme e soprattutto ad esperienza ed eccellenza manageriale per il rilancio operativo della banca”.

2 – BPM: CONSULENTI IN CAMPO SU GOVERNANCE PER CAMBIARE BOZZA PONZELLINI… Radiocor – Lavoro a tutto campo in Bpm per studiare e mettere a punto proposte di modifiche alla bozza di governance duale presentata dal presidente Massimo Ponzellini. I vertici dei dipendenti soci dell’istituto, secondo quanto risulta a Radiocor, hanno chiesto la consulenza di Umberto Bocchino, ordinario di economia aziendale presso l’universita’ di Torino. Alcuni sindacati nazionali, intanto, avrebbero domandato anche un parere informale a Marcello Messori, professore ed ex presidente di Assogestioni. In queste ore appare in ogni caso sempre piu’ evidente che la bozza attuale non passerebbe l’esame del cda di martedi’. Sotto accusa in particolare i requisiti richiesti per l’ingresso nei consigli di sorveglianza e gestione, ritenuti troppo rigidi dai sindacati interni. Tra le disposizioni piu’ contestate c’e’ quella che impone che ‘almeno quattro componenti’ su cinque del cdg ‘non devono essere dipendenti della banca o di altre societa’ del gruppo e non devono essere stati dipendenti della banca o di altre societa’ del gruppo per un periodo superiore a cinque anni’.

3 – BPM, SCHIAFFO DEL CDA A PONZELLINI. E I SINDACATI CHIAMANO BANKITALIA Carlotta Scozzari per “Finanza & Mercati” Niente da fare. Il duale «à la Ponzellini» al cda di Popolare di Milano non sta bene. E non va giù nemmeno ai sindacati della banca che, tramite l’Associazione Amici della Bpm, esprimono proprio la maggior parte del board. È per questo che, già oggi, i rappresentanti nazionali delle quattro sigle di Bpm (Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca) si presenteranno in Bankitalia per discutere delle eventuali modifiche da apportare al modello messo a punto nei giorni scorsi dal presidente Massimo Ponzellini. Da una parte, infatti, a livello formale, il cda di ieri della banca milanese si è limitato a bocciare le proposte alternative sulla governance avanzate da alcuni consiglieri di minoranza (decisione piuttosto scontata, anche se meno scontato è stato l’appoggio alle minority del rappresentante dei soci francesi e l’astensione del rappresentante di Cr Alessandria). Dall’altra parte, però, a livello informale, e cioè in una riunione successiva al cda, la maggior parte dei consiglieri avrebbe duramente contestato la bozza sul duale di Ponzellini (che prevede un consiglio di sorveglianza a 17 componenti e uno di gestione a cinque). Tra i punti che avrebbero fatto infuriare i sindacati, la mancanza di un ruolo incisivo e il sostanziale depotenziamento del cds, l’organo che sarebbe per l’appunto deputato a raccogliere i dipendenti-soci della banca. «Se il cdg decidesse di vendere Cr Alessandria – esemplifica una fonte finanziaria – potrebbe farlo senza informarne il cds». Non solo: molti consiglieri avrebbero anche contestato i requisiti troppo stringenti necessari per accedere ai due organi. Tant’è che una delle battute più ricorrenti ieri sarebbe stata questa: «Con le nuove regole non potrebbe tornare nemmeno l’attuale numero uno di Bper, Fabrizio Viola!». Ponzellini, dal canto suo, in un primo momento, affermando che non sarebbe stata possibile alcuna modifica sostanziale all’impianto del duale, sembrava intenzionato ad andare allo scontro. Secondariamente, però, sarebbe apparso più disponibile a mettere mano, anche in maniera più incisiva, alla bozza di duale. Sembra che a un certo punto, poi, per strappare il sì dei consiglieri, Ponzellini abbia affermato che il modello di governance, così com’è disegnato, avrebbe già incontrato i favori di Bankitalia. Cosa che non avrebbe convinto del tutto le sigle sindacali, che, come detto, oggi si apprestano a recarsi a Palazzo Koch per incontrare il vice direttore generale Anna Maria Tarantola. Diversi i punti che i sindacati bancari vogliono chiarire faccia a faccia con Tarantola: oltre alle già citate modifiche da apportare alla governance «à la Ponzellini», vogliono capire se è effettivamente possibile sondare l’interesse di altri investitori potenziali. Il riferimento, in questo caso, è a Matteo Arpe, intenzionato a investire 200 milioni di euro in Bpm (sembra attraverso la sottoscrizione del probabile inoptato legato all’imminente aumento di capitale). E qui sorge un altro «problema» per Ponzellini, perché l’ex ad di Capitalia è disposto ad accettare il principio «una testa, un voto» soltanto a patto di conquistare pieni poteri nella gestione della banca. In altri termini, ad Arpe – che tra l’altro taluni non escludono possa essere cooptato in cda prima del passaggio formale duale – nel nuovo sistema andrebbe la poltrona di consigliere delegato.

Viceversa, pare che Ponzellini stia lottando per ottenere la nomina alla presidenza del cdg, ma sembra difficile che possa spuntarla, anche in virtù della frattura consumata ieri con il board. Tra gli altri dubbi che i sindacati vorrebbero sciogliere dinanzi a Bankitalia anche quello sulla ricapitalizzazione fino a 1,2 milioni, per capire se è effettivamente «congrua».

Insomma, lo scenario è complesso e in continuo mutamento. Così come passibile di variazioni, soprattutto per via dell’intervento di Bankitalia (checché Ponzellini ne dica), appare anche la bozza di duale disegnata dal presidente di Bpm. Quel che è certo è che il cda di martedì, chiamato in primis a varare il passaggio al duale (e a convocare un’assemblea entro fine ottobre poiché il cambiamento comporta una modifica allo statuto), si preannuncia ben più che movimentato.

4 – ECCO CHI RESISTE AL PLACIDO ARREMBAGGIO DI ARPE… Da “Il Foglio” Matteo Arpe, l’ex enfant prodige di Mediobanca, poi numero uno di Capitalia che per hobby studia i misteri dei numeri primi, ma che di sicuro non s’accontenta delle poltrone in Banca Profilo o nella Sator che ha fondato. Gli ingredienti per un ingresso trionfale di Arpe che fece risorgere Capitalia ci sono tutti: l’appoggio di Banca d’Italia; e il sì di buona parte dei sindacati, cosa che in piazza Meda non succede dai tempi della Prima Repubblica. Ma ai piani alti di Mediobanca non vedono di buon occhio che l’ex collega s’insedi in Piazza Meda. L’istituto di Piazzetta Cuccia sta curando l’aumento di capitale necessario a Bpm. E solo Arpe sembra così ardito da metter sul piatto 200 milioni per entrare nell’Istituto presieduto da Massimo Ponzellini. Proprio lì sta la principale resistenza all’ingresso di Arpe. E il nuovo statuto duale che ieri il presidente ha ripresentato all’esame del cda sembra fatto apposta perché un pletorico consiglio di sorveglianza controllato da Ponzellini possa sorvegliare troppo il consiglio di gestione. In realtà, Banca d’Italia ha già fatto sapere che approverà solo uno statuto che separi nettamente i due consigli, lasciando così ad Arpe mani libere per rilanciare la banca. Di questo si parlerà martedì nel prossimo cda. Niente di più facile che il duale s’inauguri con la coabitazione dei due. Ma ci vuol altro per sgomentare Arpe che non ama i numeri pari.


Il Sole 24 Ore Radiocor, giovedì 22 settembre 2011, 13:46:11

Bpm: sindacati, ok a duale ma sia più rigoroso ed equilibrato – Dopo incontro con Bankitalia. Bene nuovi soci istituzionali

Milano, 22 set – Le segreterie generali dei principali sindacati del credito (Fabi, Fiba, Fisac e Uilca) ritengono che l’evoluzione della governance di Bpm “al modello duale, in una versione piu’ rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata, possa rappresentare un valido impulso al progetto di rilancio della Banca Popolare di Milano e di salvaguardia del suo patrimonio storico di partecipazione democratica, coesione sociale, capacita’ competitiva”. Cosi’ una nota congiunta emessa al termine dell’incontro con la Banca d’Italia, in cui i segretari generali hanno comunicato a Palazzo Koch “il loro comune impegno affinche’ vengano prontamente superate le criticita’ rilevate dalla recente ispezione della Banca Popolare di Milano”. Le segreterie generali vedono inoltre “con favore l’ingresso nella compagine sociale della banca di investitori istituzionali che, aderendo al suo modello cooperativo, possano apportare rilevanti risorse finanziarie”.

 

Il Sole 24 Ore Online, giovedì 22 settembre 2011

Svolta in Bpm, i sindacati dicono sì al duale. Si lavora alle modifiche della bozza

Bpm controcorrente in Borsa, tra i bancari, nel giorno dell’incontro dei sindacati con Bankitalia. Il titolo della banca di Piazza Meda è balzato anche di oltre 6 punti percentuali finendo poi la seduta a +4,88%. Il perché dell’anomalia sta nella svolta in atto sulle decisioni in vista per la governance, a cominciare dal sì condizionato dei sindacati all’introduzione del sistema duale durante l’incontro con la Banca d’Italia che si è tenuto questa mattina. Dopo l’incontro le segreterie delle sigle Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca hanno diffuso una nota per dire sì al duale, ma «in una versione più rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata» e per affermare che «vedono con favore l’ingresso nella compagine sociale della Banca di investitori istituzionali che, aderendo al suo modello cooperativo, possano apportare rilevanti risorse finanziarie». Ai sindacati, che ora gestiscono la banca, potrebbe non essere piaciuta l’idea di un consiglio di sorveglianza, nel quale dovrebbero in futuro comparire i loro rappresentanti, forse non così efficace. I meccanismi per l’aumento di capitale e la revisione della governance, entrambi chiesti da Bankitalia, sono comunque avviati. La tabella di marcia prevede che nel consiglio di amministrazione di martedì prossimo, il 27, vengano definiti l’ammontare della ricapitalizzazione fino a 1,2 miliardi e la riforma della governance, che potrebbe essere sottoposta al vaglio di un’assemblea straordinaria da convocare per sabato 22 ottobre. Il passaggio sarà preliminare alla definizione delle condizioni della ricapitalizzazione, che se tutto fila liscio potrà avvenire alla fine di ottobre. Comunque in tempo perché il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi lasci via Nazionale e passi alla guida della Bce con la ‘pratica’ Bpm chiusa. In queste ore appare in ogni caso sempre più evidente che la bozza attuale (che prevede consiglio di sorveglianza con un presidente e due vicepresidenti e riunioni ogni 60 giorni), presentata dal presidente Massimo Ponzellini, non passerebbe l’esame del cda di martedì. Sotto accusa in particolare i requisiti richiesti per l’ingresso nei consigli di sorveglianza e gestione, ritenuti troppo rigidi dai sindacati interni. Tra le disposizioni più contestate c’è quella che impone che «almeno quattro componenti» su cinque del cdg «non devono essere dipendenti della banca o di altre società del gruppo e non devono essere stati dipendenti della banca o di altre società del gruppo per un periodo superiore a cinque anni». Lavoro a tutto campo, quindi, in Bpm per studiare e mettere a punto proposte di modifiche alla bozza. I vertici dei dipendenti soci dell’istituto, secondo quanto risulta a Radiocor, hanno chiesto la consulenza di Umberto Bocchino, ordinario di economia aziendale presso l’università di Torino. Alcuni sindacati nazionali, intanto, avrebbero domandato anche un parere informale a Marcello Messori, professore ed ex presidente di Assogestioni.

 

Fonte: TMNews via Wall Street Italia, giovedì 22 settembre 2011

Bpm/ In bozza duale cds con due vice, riunioni ogni 60 giorni – In cda martedì prossimo riforma governance e ammontare aumento

(TMNews) – Un consiglio di sorveglianza con un presidente e due vicepresidenti e riunioni ogni 60 giorni. Sono alcuni dei punti della bozza per la riforma per la riforma della governance della Banca Popolare di Milano con l’adozione del sistema duale come prevista, secondo chi l’ha letta, nella versione precedente l’incontro tra i sindacati e la Banca d’Italia che si è tenuto questa mattina. Dopo il quale le segreterie delle sigle Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca hanno diffuso una nota per dire sì al duale, ma “in una versione più rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata” e per affermare che “vedono con favore l’ingresso nella compagine sociale della Banca di investitori istituzionali che, aderendo al suo modello cooperativo, possano apportare rilevanti risorse finanziarie”. Ai sindacati, che ora gestiscono la banca, potrebbe non essere piaciuta l’idea di un consiglio di sorveglianza, nel quale dovrebbero in futuro comparire i loro rappresentanti, forse non così efficace. I meccanismi per l’aumento di capitale e la revisione della governance, entrambi chiesti da Bankitalia, sono comunque avviati. La tabella di marcia prevede che nel consiglio di amministrazione di martedì prossimo, il 27, vengano definiti l’ammontare della ricapitalizzazione fino a 1,2 miliardi e la riforma della governance, che potrebbe essere sottoposta al vaglio di un’assemblea straordinaria da convocare per sabato 22 ottobre. Il passaggio sarà preliminare alla definizione delle condizioni della ricapitalizzazione, che se tutto fila liscio potrà avvenire alla fine di ottobre. Comunque in tempo perché il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi lasci via Nazionale e passi alla guida della Bce con la ‘pratica’ Bpm chiusa.

 

LA REPUBBLICA/Finanza, giovedì 22 settembre 2011

BPM, sindacati guardano con favore a duale e soci istituzionali

(Teleborsa) – Roma, 22 set – La possibile transizione della Governance della Banca Popolare di Milano verso il modello duale trova l’approvazione dei sindacati. Lando Sileoni, il leader del sindacato dei bancari FABI, e i segretari generali di FIBA, FISAC e UILCA hanno infatti comunicato oggi alla Banca d’Italia, nell’incontro avvenuto questa mattina a Palazzo Koch, il loro comune impegno affinché vengano prontamente superate le criticità rilevate dalla recente ispezione della Banca Popolare di Milano. L’attuale fase di difficoltà della Banca – segnalano le sigle sindacali – sarebbe anche riconducibile ad una non corretta governance”. Pertanto, i sindacati ritengono che “l’evoluzione della governance al modello duale, in una versione più rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata, possa rappresentare un valido impulso al progetto di rilancio della Banca Popolare di Milano e di salvaguardia del suo patrimonio storico di partecipazione democratica, coesione sociale, capacità competitiva”. Inoltre, i leader sindacali “vedono con favore l’ingresso nella compagine sociale della banca di investitori istituzionali che, aderendo al suo modello cooperativo, possano apportare rilevanti risorse finanziarie”.


Yahoo! Finanza, giovedì 22 settembre 2011, ore – 14:54

Bpm: per sindacati governance duale può rappresentare impulso al rilancio della banca

I segretari dei sindacati bancari Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca, dopo un incontro in Banca d’Italia, hanno comunicato attraverso una nota congiunta il comune impegno affinché vengano prontamente superate le criticità rilevate dalla recente ispezione della Banca Popolare di Milano‖. Secondo i sindacati, l’attuale fase di difficoltà dell’istituto di piazza Meda è anche riconducibile ad una non corretta governance. I segretari ritengono così che l’evoluzione della governance al modello duale, in una versione più rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata, possa rappresentare un valido impulso al progetto di rilancio della Banca Popolare di Milano e di salvaguardia del suo patrimonio storico di partecipazione democratica, coesione sociale, capacità competitiva.

 

REUTERS,  giovedì 22 settembre 2011 14:59

Pop Milano, ok da sindacati a duale e nuovi soci istituzionali

MILANO, 22 settembre (Reuters) – Le principali sigle sindacali presenti in Pop Milano sono favorevoli all’introduzione di un modello di governance duale nella banca e all’ingresso nell’azionariato di investitori istituzionali in grado di dare un apporto finanziario e manageriale per il rilancio dell’istituto. Lo affermano in una nota le segreterie generali di Fabi , Fiba Cisl, Fisac CGL e Uilca dopo l’incontro avuto stamani con Banca d’Italia alla quale hanno comunicato “il loro comune impegno affinché vengano prontamente superate le criticità rilevate dalla recente ispezione della Banca Popolare di Milano”. I sindacati ritengono che l’attuale fase di difficoltà dell’istituto, “sia anche riconducibile ad una non corretta governance”, tuttavia, confermando il modello cooperativo, sostengo che “una versione più rigorosa e più equilibrata” del modello duale attualmente ipotizzato, “possa rappresentare un valido impulso al progetto di rilancio della Banca Popolare di Milano”.

Auspicano inoltre “che vengano senza ulteriori indugi formulate agli organi sociali della Banca, proposte chiare, responsabili ed all’altezza della situazione, profondendo ogni possibile sforzo per creare unità di consensi all’interno degli organi istituzionalmente deputati”. Quanto all’eventuale ingresso nella compagine sociale di investitori istituzionali questi potranno apportare “rilevanti risorse finanziarie insieme e soprattutto ad esperienza ed eccellenza manageriale per il rilancio operativo della banca”.


ASCA, giovedì 22 settembre 2011

BPM: SINDACATI, DISPONIBILI A CORREGGERE GOVERNANCE. BENE NUOVI SOCI

(ASCA) – Roma, 22 set – Le Segreterie Generali di Fabi , Fiba Cisl, Fisac Cgli e Uilca hanno in data odierna comunicato alla Banca d’Italia il loro comune impegno affinche’ vengano prontamente superate le criticita’ rilevate dalla recente ispezione della Banca Popolare di Milano. Lo comunica una nota congiunta delle organizzazioni sindacali. ”Le Segreterie Generali ritengono che l’attuale fase di difficolta’ della Banca, segnalata dall’Istituto di Vigilanza e confermata dal mercato, sia anche riconducibile ad una non corretta governance. Nel confermare il modello cooperativo e la rappresentanza dei lavoratori, sulla base delle vigenti regole di democrazia economica, ritengono che l’evoluzione della governance al modello duale, in una versione piu’ rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata, possa rappresentare un valido impulso al progetto di rilancio della Banca Popolare di Milano e di salvaguardia del suo patrimonio storico di partecipazione democratica, coesione sociale, capacita’ competitiva Le Segreterie Generali auspicano, anche in considerazione delle importanti e ravvicinate scadenze di questo processo, che vengano senza ulteriori indugi formulate agli organi sociali della Banca, proposte chiare, responsabili ed all’altezza della situazione, profondendo ogni possibile sforzo per creare unita’ di consensi all’interno degli organi istituzionalmente deputati ed evitando continue dichiarazioni o fughe di notizie che minano la credibilita’ dell’intero processo. Le Segreterie Generali vedono con favore l’ingresso nella compagine sociale della Banca di investitori istituzionali che, aderendo al suo modello cooperativo, possano apportare rilevanti risorse finanziarie , oggi necessarie per continuare a presidiare la vocazione di leva di sviluppo delle economie di riferimento e le prospettive occupazionali e professionali delle lavoratrici e dei lavoratori , insieme e soprattutto ad esperienza ed eccellenza manageriale per il rilancio operativo della banca”.

 

SOLDIONLINE.it, giovedì 22 settembre 2011, ore 15:50

BPM: ok dei sindacati a duale e nuovi soci

di Mauro Introzzi – Dopo l’incontro con Banca d’Italia i segretari generali dei sindacati bancari Uilca, Fisac, Fabi e Fabi hanno diffuso una nota in cui evidenziano che vedono con favore l’ingresso di nuovi investitori istituzionali e l’introduzione del sistema duale nella governance della Banca Popolare di Milano. Le dificoltà di quest’ultima, secondo le associazioni dei bancari, sono anche riconducibili a una “‘non corretta governance'”.

 

ANSA, giovedì 22 settembre 2011

BPM: SI’ A DUALE E NUOVI SOCI ISTITUZIONALI (2)

(ANSA) – ROMA, 22 SET – In particolare i sindacati confermano “il modello cooperativo e la rappresentanza dei lavoratori, sulla base delle vigenti regole di democrazia economica, ritengono che l’evoluzione della governance al modello duale, in una versione più rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata, possa rappresentare un valido impulso al progetto di rilancio della Banca Popolare di Milano e di salvaguardia del suo patrimonio storico di partecipazione democratica, coesione sociale, capacità competitiva”. “Le Segreterie Generali vedono con favore l’ingresso nella compagine sociale della Banca di investitori istituzionali che, aderendo al suo modello cooperativo, possano apportare rilevanti risorse finanziarie, oggi necessarie per continuare a presidiare la vocazione di leva di sviluppo delle economie di riferimento e le prospettive occupazionali e professionali delle lavoratrici e dei lavoratori, insieme e soprattutto ad esperienza ed eccellenza manageriale per il rilancio operativo della banca”. (ANSA).


ANSA, giovedì 22 settembre 2011

BPM: SINDACATI, SI’ A DUALE E NUOVI SOCI ISTITUZIONALI

(ANSA) – ROMA, 22 SET – I segretari generali dei sindacati bancari Uilca, Fisac, Fabi e Fabi vedono con favore l’introduzione del duale alla Banca Popolare di Milano la cui fase di difficoltà è anche riconducibile a una “non corretta governance” e danno il via libera all’ingresso di nuovi investitori istituzionali. È quanto si legge in una nota dopo l’incontro sindacati-Banca d’Italia.(ANSA).


Fonte: ANSA via Wall Street Italia, giovedì 22 settembre 2011 | Ora 15:42

Bpm: sindacati, sì a duale e nuovi soci istituzionali – Difficoltà riconducibile a non corretta governance

(ANSA) – ROMA, 22 SET – I segretari generali dei sindacati bancari Uilca, Fisac, Fabi e Fabi vedono con favore l’introduzione del duale alla Banca Popolare di Milano la cui fase di difficoltà è anche riconducibile a una ”non corretta governance” e danno il via libera all’ingresso di nuovi investitori istituzionali. È quanto si legge in una nota dopo l’incontro sindacati-Banca d’Italia. In particolare i sindacati confermano ”il modello cooperativo e la rappresentanza dei lavoratori, sulla base delle vigenti regole di democrazia economica, ritengono che l’evoluzione della governance al modello duale, in una versione piu’ rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata, possa rappresentare un valido impulso al progetto di rilancio della Banca Popolare di Milano e di salvaguardia del suo patrimonio storico di partecipazione democratica, coesione sociale, capacita’ competitiva”. ”Le Segreterie Generali vedono con favore l’ingresso nella compagine sociale della Banca di investitori istituzionali che, aderendo al suo modello cooperativo, possano apportare rilevanti risorse finanziarie, oggi necessarie per continuare a presidiare la vocazione di leva di sviluppo delle economie di riferimento e le prospettive occupazionali e professionali delle lavoratrici e dei lavoratori, insieme e soprattutto ad esperienza ed eccellenza manageriale per il rilancio operativo della banca”. L’assemblea degli azionisti della Banca, chiamata a varare le modifiche alla governance e quindi ad introdurre il sistema duale, potrebbe tenersi sabato 22 ottobre.


ANSA, giovedì 22 settembre 2011

BPM: SINDACATI A VERTICI, PROPOSTE CHIARE PER CREARE CONSENSO

(ANSA) – ROMA, 22 SET – Le Segreterie Generali di Fiba, Fabi, Fisac, Uilca lanciano un monito ai vertici della Bpm e, dopo l’incontro con la Banca d’Italia alla quale assicurano l’impegno per superare le criticità dell’istituto, “auspicano che vengano senza ulteriori indugi formulate agli organi sociali della Banca, proposte chiare, responsabili ed all’altezza della situazione”. In una dichiarazione congiunta i sindacati chiedono che venga realizzato “ogni possibile sforzo per creare unità di consensi all’interno degli organi istituzionalmente deputati ed evitando continue dichiarazioni o fughe di notizie che minano la credibilità dell’intero processo”. (ANSA).

 

ANSA, giovedì 22 settembre 2011

ANSA/ BPM: OK SINDACATI A DUALE, BOCCIATA PROPOSTA PONZELLINI – MONITO DOPO INCONTRO IN BANKITALIA, CONTATTI CON ANDREA BONOMI

(ANSA) – ROMA, 22 SET – Un sì dei sindacati generali al sistema duale in Bpm ma in una versione “più rigorosa” rispetto a quella formulata dal presidente Massimo Ponzellini che viene in sostanza bocciata e un’apertura all’ingresso di un socio istituzionale.

Nel faccia a faccia fra Lando Maria Sileoni (Fabi), Giuseppe Gallo (Fiba Cisl), Agostino Megale (Fisac Cgil), Massimo Masi (Uilca) e il vice direttore generale della Banca d’Italia Anna Maria Tarantola il messaggio emerge chiaro: l’istituto di Piazza Meda deve uscire al più presto dalle secche in cui l’ha portato “una cattiva governance” che ha esacerbato gli effetti della crisi. Un invito che da alcune fonti sindacali della banca viene letto come segno di grandi perplessità verso la gestione Ponzellini e la sua bozza di riforma dello statuto. Intanto in Borsa il titolo sale di oltre 6 punti percentuali finendo poi la seduta a +4,88% mentre voci non confermate indicano primi contatti in corso fra Andrea Bonomi (Investindustrial) e i soci dipendenti e i sindacati locali.

E da Via Nazionale si rinnova l’invito a far presto nel necessario rafforzamento patrimoniale (l’aumento di capitale da 900 milioni di euro sarà votato dai soci il 22 ottobre e partire il 24) e sul cambio della governance, mantenendo la forma cooperativa ma separando la proprietà dalla gestione. La data del 22 è tassativa per evitare che Mediobanca abbia la possibilità di recedere dall’incarico di capofila del consorzio di garanzia della ricapitalizzazione e per dare un segnale di fiducia ai mercati. Un passo falso sull’aumento potrebbe creare un effetto a catena incontrollabile che preoccupa la Banca d’Italia la quale a quel punto avrebbe, in teoria, strumenti per intervenire.

Per questo entro martedì prossimo, quando il cda si riunirà per decidere l’importo esatto dell’aumento, dovrà essere raggiunto un accordo sulla bozza dello statuto che, a questo punto non è più intoccabile. I sindacati e i consulenti sono già al lavoro per limare il testo “in una versione più rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata” e per porre fine ” a continue dichiarazioni o fughe di notizie che minano la credibilità dell’intero processo”. I segretari generali guardano con favore anche all’ingresso di un socio istituzionale che metta “risorse finanziarie” ma anche capacità manageriali.

Di altro avviso l’associazione Amici e i sindacati locali che, con un’iniziativa autonoma, avrebbero avviato contatti con Andrea Bonomi, l’imprenditore milanese patron di Investindustrial che sarebbe interessato a una mera partecipazione finanziaria senza cambi nella governance o nella gestione. Uno scenario che non collimerebbe appieno con le richieste di Banca d’Italia. Al riguardo si sarebbero già verificati contatti e incontri fra i rappresentanti di Bonomi e i componenti del comitato di presidenza e gli esponenti dei sindacati locali. La Fabi nazionale si chiama fuori e spiega che “nel caso in cui la nostra rappresentanza sindacale in Bpm dovesse eventualmente proporre il nome di un investitore istituzionale, l’eventuale proposta dovrà necessariamente passare al vaglio della Segreteria nazionale e del Comitato direttivo centrale.

 

REPUBBLICA.IT, giovedì 22 settembre 2011

Bpm, Banca d’Italia dà il via libera al duale – I rappresentanti nazionali dei sindacati di Fisac, Fiba, Fabi e Uilca escono dall’incontro con Banca Italia, favorevoli a una governance duale. Se ne discuterà in consiglio il prossimo 27 settembre. Il titolo sale a Piazza Affari

di VITTORIA PULEDDA – I segretari generali dei sindacati bancari Uilca, Fisac, Fabi e Fabi vedono con favore l’introduzione del duale alla Banca Popolare di Milano la cui fase di difficoltà è anche riconducibile a una “non corretta governance” e danno il via libera all’ingresso di nuovi investitori istituzionali. Lo hanno dichiarato, dopo l’incontro sindacati-Banca d’Italia. Come era nelle attese della vigilia, al prossimo consiglio del 27 settembre andrà dunque in onda la discussione sul modello duale di riforma della governance, insieme alla definizione dell’importo dell’aumento di capitale e alla fusione per incorporazione della Cassa di risparmio di Alessandria nella Banca di Legnano. Da qui a martedì molto probabilmente verranno messe a punto le modifiche alla bozza di duale proposta dal presidente Massimo Ponzellini e che sta circolando in queste ore. L’obiettivo infatti è di disegnare una governance che distingua molto chiaramente i ruoli del consiglio di sorveglianza – eletto dall’assemblea e quindi espressione in qualche misura anche dei sindacati interni – e quelli del consiglio di gestione, presentando un’ipotesi di statuto che vada bene a Bankitalia (che vuole recidere i legami troppo stretti tra soci-dipendenti e gestione della banca) e che sia ben accetto anche dal mercato, che a breve sarà chiamato a sottoscrivere un aumento di capitale ragionevolmente un po’ sotto il miliardo di euro. Nei prossimi giorni potrebbe uscire allo scoperto ufficialmente anche il candidato numero uno a sottoscrivere una quota di rilievo dell’aumento, Matteo Arpe. Anche se non è certo escluso che prima dell’aumento (o anche durante) possano farsi avanti altri imprenditori – difficilmente altre banche – interessati a prendere una quota nella Popolare di Milano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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