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L'intervista di MF-Milano Finanza al segretario del primo sindacato bancario

di Redazione

– Da MF-Milano Finanza di venerdì 18 novembre 2011 –

 

Il segretario del primo sindacato bancario: si profilano pericolose perdite di professionalità. Faremo rispettare le nostre idee. Sileoni, la Fabi non farà sconti sul piano Unicredit.

di Luca Gualtieri

I 5.200 tagli annunciati da Unicredit hanno subito messo in allarme i sindacati del credito. La notizia arriva peraltro in un momento reso già abbastanza caldo dalla trattativa in corso sul rinnovo del contratto di lavoro e dalla stretta creditizia alle porte. La Fabi è pronta a salire sulle barricate, come spiega il segretario generale Lando Sileoni.

Domanda. Sono giorni caldi sul fronte bancario e governativo?

Risposta. Il fronte bancario è in fermento tra ricapitalizzazioni, stretta creditizia, passaggi di top manager al governo e, purtroppo, annunci di consistenti esuberi. Noto troppa disinvoltura e leggerezza nell’impugnare la scure.Tutti i banchieri parlano di strategie e poi, nel concreto, in azienda, considerano naturale ridurre il personale. Entro quattro settimane la Fabi prenderà seri provvedimenti a riguardo. Per ora non posso dire di più.

D. Come agirete di fronte al nuovo piano industriale di Unicredit e ai nuovi progetti di banca commerciale?

R. Unicredit è un cantiere aperto dai tempi della fusione con Capitalia. I costi di questo cantiere li ha dichiarati lo stesso Federico Ghizzoni, quando ha parlato di pulizia sui conti per 10 miliardi. Certo, l’amministratore delegato ha avuto lo stile di annunciare che, per scelta personale, avrebbe rinunciato al proprio bonus. In precedenza invece qualche ex manager ha ottenuto una liberatoria/manleva su tutto il suo operato, oltre a una montagna di milioni di buonuscita. Insomma, un banchiere che sbaglia se la cava sempre, mentre viene sanzionato il cassiere o il lavoratore che commette errori, in buona fede, e dal punto di vista operativo. Ricordiamolo, per favore. Non possiamo ignorare i costi morali ed economici di una certa gestione che, ben al di là della crisi, ipoteca oggi il futuro del gruppo.

D. Colgo un certo pessimismo nelle sue affermazioni.

R. Realismo. Occorrono più di 7 miliardi di capitale aggiuntivo. Ci saranno altri 3.500 esuberi che si aggiungeranno ai 15 mila lavoratori già usciti dal 2005 ad oggi. Si profilano, purtroppo, perdite di professionalità, ma, soprattutto, temo una nuova stretta creditizia che calerà su famiglie e medie imprese.

D. Da cosa lo deduce?

R. I grandi gruppi bancari, non avendo liquidità e temendo un aumento delle sofferenze, stanno puntando solo sulle aziende a rating sicuro. Il tentativo di mascherare la stretta è evidente. Ciò obbliga le aziende ai rientri. Quando un grande gruppo abbandona un’azienda in difficoltà, determina un problema sul territorio ad altri piccoli istituti. La stretta creditizia, se è scarsa la liquidità cui attingere, è come l’assenza di ossigeno nella vasca dei pesci rossi. In questo caso soffoca l’economia.

D. Come giudica la nomina di Corrado Passera a superministro?

R. Spero che Passera, nel suo nuovo incarico, non menta a se stesso e, conoscendo le problematiche del credito, proponga misure efficaci. Senza credito l’economia non può crescere e nessun posto di lavoro sarà sicuro. Che questo sia un governo tecnico è una barzelletta. Non c’è niente di più politico di un governo che ha ai vertici banchieri ed economisti.

D. Per Unicredit cosa si profila e come pensa di agire la Fabi?

R. Serve equità sociale, nuova occupazione, una vera politica di riduzione dei bonus e dei compensi, che non interessi solo il vertice ma l’intero management, una riduzione dei costi di struttura e delle consulenze.

D. Cosa pensate del modello commerciale prospettato da Unicredit?

R. A Ghizzoni, persona seria, chiediamo di puntare sulle energie e sulle capacità professionali interne. Il nuovo modello organizzativo che il gruppo intende attuare con le così dette filiali leggere può rappresentare un boomerang se si perde il rapporto con il territorio. Avere meno cassieri terminalisti e più consulenti, se da un lato può ridurre i costi, dall’altro potrebbe impoverire il rapporto con le aziende sul territorio e con le famiglie. Ci siederemo al tavolo delle trattative con la ferma intenzione di far rispettare le nostre idee.

 

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8 commenti

CARMELO RAFFA 18 Novembre 2011 - 9:54

Dimostriamo, ancora una volta, con questa intervista rilasciata dal nostro Segretario Generale Lando Maria Sileoni che la FABI ha le idee chiare su tutte le problematiche che coinvolgono i lavoratori e l’utenza del settore. Di ciò dobbiamo essere entusiasti e ringraziare una persona all’altezza della situazione che porta il nome di Lando Maria Sileoni!!!

Fabio Fiacchi 19 Novembre 2011 - 9:45

L’analisi politica di Lando e ‘ ineccepibile.  La scesa in campo dei Banchieri in politica dovrebbe far riflettere!!!! Ci auguriamo una grande attenzione al ruolo delle parti sociali e una responsabilita’ nelle decisioni .

Sergio Figuccia 21 Novembre 2011 - 21:57

Sulla faccenda degli esuberi in Unicredit i lavoratori dei vari poli di Palermo sono in preda alla confusione più totale.
a) l’azienda ha ufficializzato un elevato numero di esuberi che ha intenzione di “smaltire” entro il 2015.
b) i sindacati, e la FABI in testa, si oppongono giustamente alla fuoriuscita di tanto personale che costituirebbe conclamazione di perdita di posti di lavoro.
c) l’azienda, con il caratteristico stile serpentino che la contraddistingue, sostiene di non voler utilizzare il fondo di solidarietà (nascosto da qualche parte deve esserci per forza qualche “geniale” dirigente che non deve aver digerito questo ammortizzatore sociale….forse gli è andato d traverso nell’esofago nel penultimo piano industriale).
d) una parte delle fuoriuscite di personale dovrebbe riguardare circa 3.000 risorse umane provenienti dal precedente esodo, già concordate con pensionamento diretto ma e non ancora definite…resterebbero però da chiarire circa 4.000 posizioni che non si comprende come possano essere trattate.
A questo punto vorrei chiedere a Lando Sileoni di spiegare alla base sindacale quale scenario si sta configurando; si profilano esternalizzazioni a tempesta (contro le quali dovremo opporci con tutte le nostre forze) o, “in fondo in fondo”, possiamo ancora sperare nell’utilizzo del nostro ammortizzatore del credito per il quale ci siamo tanto battuti quest’estate e che l’azienda ci vuole negare, magari per presentarcelo come regalo di Natale?

giuseppe 22 Novembre 2011 - 11:41

Egregio Sileoni,
la stragrande maggioranza dei colleghi unicredit tra 56 e 60 anni non aspetta altro che l’attivazione del Fondo Esodi da parte della banca che, stando alle dichiarazioni alla stampa dell’A.D., attende che i sindacati avanzino richiesta in tal senso.
Ora, pur rendendoci conto di “posizioni tattiche” che è necessario tenere perchè ciascuna delle parti persegue i propri interessi (che nel caso delle organizzazioni sindacali sono quelli dei lavoratori) , chiediamo di porre in essere ogni atto che favorisca il ricorso al fondo ( che, come ricordato più volte da Lei, ha svolto adeguatamente il proprio compito negli anni scorsi, “accompagnando” migliaia di colleghi alla pensione).
Cordialmente

Enzo Marino 23 Novembre 2011 - 6:07

La determinatezza e la convinzione del nostro Segretario Lando Maria Sileoni di contrastare le scelte infelici di Unicredit è monolitica, tuttavia in un momento particolare della crisi finanziaria in corso e le decisioni del nuovo Governo tecnico ci lasciano scarse possibilità di concertare con gli stessi.Adesso è il momento di dimostrare la ferma volontà di essere pronti alle barricate nell’interesse primario della categoria. La FABI non ha mai in passato transatto su questioni così importanti, che ledono gli interessi, la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici.Spero solamente che le convinzioni e la determinatezza di Lando siano condivisi totalmente e senza riserve mentali dalle altre OO.SS.

giuseppe console 23 Novembre 2011 - 15:48

completamente d’accordo con Giuseppe: caro Sileoni, bando alle ipocrisie! noi vogliamo andar via: come provato dalle adesioni a precedenti esodi, siamo tantissimi a non poterne piu’ di questa realtà ; si faccia ricorso a questo Fondo Esuberi e togliamo il disturbo ad Unicredit !!!

Luigi Caltabiano 23 Novembre 2011 - 15:51

Giuseppe e Giuseppe Console: dite semplicemente la verità.
Che Sileoni ci ascolti!!!!

sorrisi antonio 24 Novembre 2011 - 14:09

Il sindacato è a tutela di TUTTI I LAVORATORI. Detto questo non mi risulta per niente comprensibile come mai un sindacato possa porre paletti tendenti ad ostacolare la possibilità a tutti quei lavoratori che per svariati motivi, vuoi personali, familiari e purtroppo anche di salute, sarebbero ben lieti di potere aderire ad un eventuale esodo su base volontaria. Stiamo parlando di persone che mediamente hanno superato i 57 anni e vantano contributi per non meno di 36 anni e che da sempre hanno profuso la massima professionalità nell’adempimento dei propri compiti.
Mi sarebbe più chiaro ed in sintonia con gli impegni del sindacato che quest’ultimo si adoperi invece , d’intesa con l’azienda, a mettere in atto tutte le condizioni utili per potere dare corso a tale operazione.

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