Sportelli bancari aperti fin o alle 20 (o alle 22 sulla base di intese aziendali). Aumenti medi delle buste paga di 170 euro entro il 2014, ma con lo stop agli scatti di anzianità per 18 mesi. E nuovi posti di lavoro – tutti a tempo indeterminato – per 16.500 giovani, spalmati su tre anni e “coperti” da un fondo speciale pagato dai dirigenti (con un salasso del 4% sullo stipendio). Questi i punti principali del nuovo contratto di lavoro dei bancari firmato ieri dopo una trattativa “no stop” di oltre 24 ore.
Il braccio di ferro ha visto protagonisti Francesco Micheli (capo delegazione Abi) e Lando Sileoni (segretario della Fabi, il sindacato più rappresentativo del settore). L’intesa era stata raggiunta già mercoledì, ma la firma era saltata perché Micheli aveva tentato un blitz mettendo sul tavolo un testo del contratto diverso da quello condiviso, di qui lo slittamento a ieri sera. Per i 340mila bancari è una mezza rivoluzione. Ed è lo stesso Sileoni a riconoscere che la firma è stata sofferta. “È necessario non illudere nessuno”, ha spiegato il sindacalista. Che parla di «contratto positivo (vale fino 2014, ndr) realizzato nel più difficile contesto economico della storia” e che «tutela i diritti individuali e collettivi, difende l’occupazione e recupera l’inflazione». La novità più rilevante è l’orario di apertura degli sportelli fino alle 20. Per le ulteriori 2 ore, chieste dai banchieri, servono intese aziendali. L’allungamento dell’orario oltre le 17 standard potrebbe comunque salvare l’occupazione e ridurre la quota di esuberi (oltre 16mila) indicati nei piani industriali dei grandi gruppi creditizi. Per i 15.500 ragazzi che “entreranno” in banca (l’obiettivo è 25mila in 5 anni), poi, è prevista una retribuzione di ingresso ridotto del 18% per i primi 4 anni. Mentre è del 20% la riduzione del salario per gli addetti alle attività complementari oggi esternalizzate e destinate a rientrare nel perimetro creditizio, seppur con un orario settimanale di 40 ore e non di 37. F.D.D.