di Gianluca Zapponini
Nonostante la crisi attraversata dal settore creditizio, il lavoro in banca si conferma sempre ambito, soprattutto tra i più giovani. A dirlo è un sondaggio realizzato da Ipsos e commissionato dalla Federazione autonoma dei bancari italiani (Fabi). Come emerge dall’indagine, presentata nel corso di un convegno a Roma, al quale ha partecipato anche il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, l’88% dei ragazzi con un’età compresa tra i 18 e i 25 anni considera quello del bancario un impiego ben retribuito mentre il 75% ritiene che questa professione offra in più la possibilità di ricevere un’adeguata formazione interna. Inoltre il 53% degli intervistati attribuisce a tale attività un buon prestigio sociale mentre il 41% del campione ha dichiarato di aver preso in considerazione, almeno una volta nella propria vita, l’idea di andare a lavorare allo sportello.
«Quello bancario» ha spiegato il segretario della Fabi, Lando Sileoni, «si conferma settore aperto al ricambio generazionale. Con la nuova ipotesi d’accordo sul contratto, si sono costruite le basi per sconfiggere la precarietà e create le condizioni per 30 mila nuove assunzioni a tempo indeterminato nei prossimi 5 anni».
«A differenza di altri il nostro comparto», ha aggiunto Sileoni «si conferma ancora aperto al ricambio generazionale». Per gli autori dell’indagine Ipsos, il lavoro in banca è riuscito invece «a preservare la propria professionalità, che si riflette nella fiducia che gli intervistati hanno nel personale della propria banca». (riproduzione riservata) del Quirinale che nei giorni scorsi aveva invitato il governo ad evitare emendamenti estranei alla materia del dl. Così anche l’ipotesi che la questione possa finire nel decreto Fiscale sta perdendo consensi, sempre per lo stesso motivo. E neppure la scelta di risolvere la faccenda proprio dove è nata, ovvero nel decreto Liberalizzazioni, (che proprio oggi avvia l’iter alla Camera), appare facilmente percorribile. I tempi sono ristretti visto che il decreto deve essere necessariamente approvato entro sabato 24, e a rischio di decadenza, in caso di sforamento, c’è l’intero provvedimento. Un azzardo troppo alto da correre per il governo. L’unica strada percorribile rimane quindi proprio quella di un decreto o un ddl su misura.
Un argomento che certamente sarà affrontato oggi dal presidente del Consiglio, Mario Monti, durante il vertice che terrà in mattinata a Palazzo Chigi con i segretari di maggioranza, Pier Luigi Bersani, Pier Ferdinando Casini e Angelino Alfano. Una vittoria però ieri le banche l’anno ottenuta: in questa complicata faccenda gli istituti hanno incassato l’appoggio del presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, secondo il quale la norma del decreto liberalizzazioni che annulla le commissioni su fidi e prestiti bancari «non è decisiva ai fini della concorrenza». «Ora», ha aggiunto, «spetta a Parlamento e governo, nella loro autonomia, decidere eventuali integrazioni e modifiche».