Home Rassegna Stampa Emergenza esodati nelle banche «Nel solo Veneto in ballo 1.400 uscite». E gli istituti rivedono i piani industriali (da CORRIERE del VENETO, giovedì 31 maggio 2012)

Emergenza esodati nelle banche «Nel solo Veneto in ballo 1.400 uscite». E gli istituti rivedono i piani industriali (da CORRIERE del VENETO, giovedì 31 maggio 2012)

di Redazione

VENEZIA — Dei circa sessantacinquemila esodati che rischiano di veder posticipata la data della propria pensione in virtù della nuova normativa previdenziale, quasi diciassettemila provengono dal settore bancario, e di questi, poco meno di 1.400 sono veneti.

La Fabi, il sindacato autonomo dei bancari, ha lanciato ieri l’allarme a Venezia: «La riforma Fornero mette a repentaglio la solidarietà generazionale nelle banche – ha spiegato il segretario nazionale Lando Maria Sileoni – visto che le 12mila uscite bloccate rallentano le assunzioni di venticinquemila giovani previste per i prossimi cinque anni nel contratto nazionale firmato a gennaio». Gli ingressi dei giovani finiranno quindi per slittare, nonostante siano finanziati da un fondo per la nuova occupazione creato con l’equivalente di una giornata di lavoro dei lavoratori del credito e dal 4% della propria retribuzione fissa da parte del top management.

Una situazione ingarbugliata che secondo la Fabi deve essere risolta subito, visto che a giugno ci sono le prime finestre per andare in pensione e soprattutto in considerazione che gli «scivoli» verso la quiescenza sono anch’essi finanziati da un fondo di solidarietà costituito dall’Abi e senza alcun contributo pubblico: il fondo, negli ultimi dieci anni, ha concesso il prepensionamento volontario e incentivato di quasi 38mila bancari prossimi alla pensione, 3.500 dei quali sul suolo regionale. E, secondo il sindacato, gli accordi firmati l’anno scorso tra lavoratori e aziende non possono essere messi in discussione: «Ovviamente a chi non ha certezze consigliamo nel frattempo di continuare a lavorare perché potrebbe ritrovarsi con almeno un anno e un mese senza stipendio né pensione», ha spiegato Sileoni. In Veneto gli esodi dovrebbero essere poco meno di 1.400, e di questi almeno 800 sono a rischio con la riforma Fornero. La vicenda esodati avrà inoltre ripercussioni sull’intero sistema bancario, visto che molti istituti hanno intenzione di rivedere i propri piani industriali: le nuove assunzioni difficilmente verranno messe in atto, e molte banche dovrebbero finire per seguire la strada battuta da Intesa Sanpaolo, che ha intenzione di chiudere circa un migliaio degli oltre cinquemila sportelli, incominciando da quelli più piccoli e improduttivi. «Nell’ultimo anno c’è stato un calo del 35% delle operazioni di sportello nel Veneto – ha spiegato il segretario provinciale veneziano Luciano Marzio – e solo una minima parte va attribuito al diffondersi dell’home- banking: il sistema è in crisi, e gli istituti vorrebbero chiudere le filiali con 2 o 3 dipendenti, o ridurre i costi con l’installazione dei bancomat di nuova generazione. Capiamo le difficoltà, ma così si perde contatto con il territorio; le filiali che rischiano di più sono quelle di piccole dimensioni delle zona di provincia a Padova, Treviso e Verona». Tutte le sigle sindacali hanno indetto un presidio davanti alle prefetture: inizialmente previsto per martedì prossimo, è stato spostato al 19 a causa del terremoto. In Veneto si terrà a Padova. «La riforma introduce effetti retroattivi pesantissimi – spiega Emanuele Morosinotto della Fiba Cisl padovana – tradendo un patto che le parti avevano già stipulato e agendo su un ammortizzatore sociale che i bancari hanno costituito con le aziende senza alcun peso per lo Stato».

Andrea Saule

You may also like

Lascia un Commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.