Home Rassegna Stampa Il piano industriale Mps raccoglie un coro unanime di stroncature (da PLUS, sabato 7 luglio 2012)

Il piano industriale Mps raccoglie un coro unanime di stroncature (da PLUS, sabato 7 luglio 2012)

di Redazione

Il piano industriale di Mps «così non va: penalizza l’economia, il personale del Monte, non dà alcuna certezza sul futuro della banca e azzera le previsioni del contratto nazionale», sostiene Lando Sileoni, segretario generale della Fabi. Per Massimo Masi, della Uilca, è «distruttivo». Per Aleardo Pelacchi, di Unità sindacale Falcri Silcea, «non conferma l’attenzione a territorio, imprese e famiglie che ci saremmo aspettati da una banca storicamente legata all’economia reale». Per Antonio Damiani, segretario generale della Fisac/Cgil di gruppo, «non contiene nessuna idea di progetto industriale e come unica linea ha il taglio dei costi del personale e l’eliminazione di qualsiasi contrappeso normativo e negoziale». La stroncatura è completa con l’opinione di Giuseppe Gallo, segretario generale della Fiba/Cisl, che lo definisce «un piano senza futuro. L’aumento di capitale di 3,4 miliardi con nuovi Tremonti Bond; l’impegno a restituirlo per 3 miliardi entro il 2015; gli interessi intorno al 10%; il rientro dell’esposizione debitoria con la Bce e sull’interbancario per 24,5 miliardi; il riequilibrio di liquidità con la riduzione dei crediti alle imprese, la vendita della società di credito al consumo e del leasing comportano un elevato ridimensionamento dell’attivo e la conseguente caduta di redditività che la previsione di crescita, irrealistica, delle commissioni sui servizi al tasso medio annuo del 8,2% non compenserà. Il cambiamento di vocazione strategica della banca, da leva creditizia delle sue economie di riferimento a banca di servizi, non pare in grado, alla luce dei presunti assiomi del piano, di risolvere la crisi del Monte a dispetto della straordinaria vocazione partecipativa dimostrata dai dipendenti che hanno sostenuto sempre gli aumenti di capitale fino a detenerne circa il 4%. Per queste ragioni la Fiba farà proposte alternative e costruttive di merito», conclude Gallo. nicola.borzi@ilsole24ore.com

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