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BONANNI D'ACCORDO CON LA FABI – TUTTA LA STAMPA DI OGGI, giovedì 18 ottobre

di Redazione

– MF-MILANO FINANZA, giovedì 18 ottobre 2012

Nodo esuberi scendono in campo i sindacati confederali: l’abi deve fare chiarezzaBonanni in pressing sulle banche Sul comparto si agita lo spettro del prepensionamento obbligatorio per 35 mila addetti, ma è probabile che ci si metta d’accordo su 27 mila unità. Intanto si levano fumate nere dai principali tavoli di trattativa

di Luca Gualtieri e Raffaele Ricciardi

Monta l’allarme occupazione nel sistema bancario italiano, e scendono in campo i sindacati confederali, con la Cisl in prima fila. Dopo l’incontro tra Abi e rappresentanti dei lavoratori di martedì 16 ottobre, dal quale è emersa l’ipotesi di 35 mila esuberi per il comparto, il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni ha chiesto «che le banche e l’Abi facciano chiarezza» sull’entità dei tagli allo studio degli istituti interessati da profondi piani di riorganizzazione.

Bonanni ha lanciato un fronte comune con la Fabi condividendo l’impressione del segretario Lando Sileoni «che le banche stiano preparando il terreno per una riduzione del personale. Se ci saranno davvero 35 mila esuberi in questo settore», ha aggiunto Bonanni, «sarebbe un fatto disastroso per questa categoria e per l’intero sistema del credito». In realtà l’entità dei tagli per il comparto è ancora molto nebulosa; la stima di 35 mila unità, che non è stata messa ufficialmente sul tavolo dall’Abi durante l’incontro di martedì, sembra corrispondere più che altro al peggiore degli scenari possibili. Sta di fatto che il calo della produttività, le stringenti norme nazionali ed europee (in primo luogo Basilea 3) e gli oneri legati alla riforma Fornero hanno reso il Fondo di Solidarietà uno strumento insufficiente a coprire i costi di ristrutturazione del sistema bancario. Alla luce di questi elementi, richiamati dal numero uno dell’Abi Giuseppe Mussari, la via dei prepensionamenti obbligatori sembra diventare sempre più una scelta obbligata per l’industria bancaria, e le parti potrebbero cercare un accordo su una riduzione tra 27 e 28 mila addetti. Sul punto Bonanni ha comunque mantenuto un atteggiamento guardingo: «L’ipotesi di applicazione obbligatoria del Fondo di Solidarietà da parte delle banche incrinerebbe la coesione sociale del settore bancario». Che il tema delle tensioni occupazionali nel comparto sia sempre più urgente e scottante è confermato dall’andamento dei singoli tavoli aperti, giunti nella maggior parte dei casi al momento della verità. Sono cinque le situazioni al centro dell’attenzione dei sindacati, e sulle quali pende come una spada di Damocle il tema dell’obbligatorietà dell’accesso al Fondo. Ieri si è chiusa con un nulla di fatto la trattativa Ubi Banca, dove ci sono 1.578 esuberi sul tavolo. L’oggetto del contendere sono proprio i 700 prepensionamenti e i circa 2.500 part time obbligatori proposti dall’azienda allo scopo di risparmiare 115 milioni. Dal 22 ottobre partiranno le assemblee territoriali del gruppo, che si dovrebbero protrarre fino alla fine di novembre. «Al momento l’azienda non ha manifestato intenzione di procedere unilateralmente alla disdetta dei contratti aziendali o a licenziamenti collettivi», commenta il coordinatore Fabi Paolo Citterio, «ma qualora lo dovesse fare non esiteremo a proclamare lo sciopero». In stallo anche la situazione della Popolare di Milano. In Piazza Meda ieri è andata avanti la discussione sul piano industriale al 2014, che prevede la riduzione del personale per circa 700 unità e la chiusura di una trentina di sportelli. Ancora distanti le posizioni tra le parti in causa, ma l’intenzione dichiarata dal management di Bpm è quella di evitare l’imposizione di prepensionamenti ed esuberi obbligatori. Il tempo per trovare una via d’uscita è comunque agli sgoccioli, visto che lo stop alle trattative scatterà domani. Anche sul versante di Intesa Sanpaolo la situazione fatica a sbloccarsi: dall’ennesimo incontro di ieri, in un clima reso più turbolento dalla vicenda del licenziamento degli apprendisti, si è levata una fumata nera. Oggi le trattative proseguiranno a Roma. Le altre situazioni sospese riguardano Veneto Banca (la procedura è formalmente terminata a inizio ottobre, ma le trattative procedono) e Monte dei Paschi, dove si è giunti a un vero e proprio muro contro muro. (riproduzione riservata)

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– CORRIERE DELLA SERA, giovedì 18 ottobre 2012

Bancari, duello sul fondo esuberiL’Abi: via in 35 mila per tornare a livelli Ue, ma gli istituti ne dichiarano 20 mila

ROMA – «Occorre che l’Abi e le banche facciano chiarezza sull’entità degli eventuali esuberi nel sistema bancario» avverte Raffaele Bonanni leader della Cisl raccogliendo l’allarme lanciato dal segretario del sindacato autonomo Fabi, Lando Sileoni sulla possibilità che a dover uscire dal settore del credito debbano essere in 35 mila. «Una cifra disastrosa», aggiunge Bonanni. In realtà le banche finora hanno annunciato, ognuna per la sua parte, tra i 19-20 mila esuberi. Il più alto numero di 35 mila sarebbe la quota di personale che, stando al confronto con la produttività e redditività internazionale, dovrebbe essere espulso per riportare il settore del credito italiano al livello degli altri competitor stranieri, soprattutto tedeschi, francesi e britannici. Perlomeno secondo i grafici e le proiezioni che martedì l’Abi ha illustrato ai sindacati di categoria e confederali. «È un’ipotesi teorica», dice il segretario della Fisac Cgil Agostino Megale preoccupato di più sulla «priorità» dell’ingresso dei giovani. «È il modello di business che è entrato sotto pressione» ha spiegato a Tokyo Enrico Tommaso Cucchiani, l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo. Il fatto è, ha aggiunto, che l’innovazione tecnologica e la diffusione del web-banking ha fatto emergere la scarsa redditività della rete distributiva, imponendo la chiusura di circa 3 mila sportelli. C’è insomma l’esigenza contraria a quella che negli anni Novanta aveva scatenato la caccia agli sportelli per rendere più capillare la presenza delle banche nel territorio. E non c’è dubbio che il settore stia cambiando pelle. Gli esuberi sono forse la conseguenza finale. In un decennio o poco più sono mutate le abitudini della clientela che non sosta più in attesa allo sportello ma usa per gestire il suo conto e le sue transazioni, con sempre più frequenza, il computer e la rete. Anche il bancario si è dovuto adeguare, rinunciando ai privilegi conservati per anni e accettando, come è avvenuto con l’ultimo contratto, l’ allungamento dell’orario di lavoro con apertura anche il sabato. Ed anche la possibilità di dover cambiare mansioni, magari riconvertendosi alla vendita a domicilio presso il cliente. Di sicuro comunque 20 mila esuberi su 325 mila dipendenti bancari non sono pochi soprattutto perché sui tavoli delle trattative le tensioni sono salite di tono. Il primo terreno di scontro, per esempio riguarda l’utilizzo del Fondo esuberi che da anni consente alle banche, che lo finanziano con le loro risorse, di promuovere uscite anticipate tutto sommato indolori. In pratica i lavoratori vengono accompagnati alla pensione beneficiando fino a cinque anni di stipendio pagati al 70-75%. Finora la scelta, seppure frutto di un accordo sindacale, è stata su base volontaria. Ora le banche — e i sindacati si oppongono — vorrebbero che il ricorso al Fondo esuberi fosse obbligatorio.

In secondo luogo è emerso il problema dell’applicazione di una norma individuata nel contratto per favorire, grazie all’utilizzo del part time, l’uscita dei più anziani e assieme l’ingresso dei più giovani: la creazione di un fondo di solidarietà che a valere su una legge dell’84 avrebbe dovuto consentire i cosiddetti contratti di solidarietà espansiva.

Stefania Tamburello

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IL PICCOLO, giovedì 18 ottobre 2012

A rischio 35 mila posti di lavoro in banca – I gruppi maggiori come Mps, Intesa SanPaolo, Unicredit e Ubi hanno già preparato i piani per ridimensionare gli organici – le cause degli esuberi Domanda di prestiti in calo, boom dell’internet banking e deficit di produttività rispetto ai concorrenti europei – in chiusura 3mila sportelli Il dato potrebbe essere rivisto al rialzo in considerazione del cattivo stato di salute che affligge molti istituti creditizi

di Luigi Dell’Olio

MILANO – A rischio 35mila posti, dai grandi gruppi come Intesa SanPaolo alle banche locali come Friuladria. A pesare non è solo la crisi, ma anche il boom dell’Internet banking e il deficit di produttività italiano E’ partito in salita il confronto tra l’Abi e i sindacati dai bancari sul tema degli esuberi. Nel pomeriggio di ieri si è tenuto l’associazione bancaria, Giuseppe Mussari e i leader di Cgil, Cisl, Uil e Fabi (il principale sindacato autonomo di settore), con l’obiettivo di predisporre una piattaforma comune che minimizzi l’impatto occupazionale e dia un’accelerazione sul fronte della produttività (in linea con quanto chiesto da Mario Monti in vista dell’Eurogruppo di domani). «Il primo incontro è andato male», spiega Lando Sileoni, segretario della Fabi. «La sensazione è che le banche vogliano scendere sotto quota 300mila addetti nel settore, con un taglio fino a 35mila unità rispetto a oggi». Cifre che sono ben più elevate di quelle – pure consistenti – circolate finora, che si attestavano a quota 20mila. Un dato contestato dall’Abi, che in una nota ha sottolineato come al tavolo di ieri non si siano presentate cifre, ma solo uno scenario della situazione che caratterizza il mercato bancario. «Non abbiamo parlato di esuberi», ha spiegato Francesco Micheli, presidente del comitato sindacale del lavoro dell’associazione bancaria, per poi aggiungere che «nelle pieghe del ragionamento ci sta che l’eccedenza degli organici potrà portare ad una criticità in termini di esuberi». Fuor di burocratese, la situazione nel settore è allarmante, con i piani industriali già approvati che prevedono la chiusura di 3mila sportelli. Un dato passibile di revisione al rialzo, considerato il cattivo stato di salute di molti nostri istituti bancari e il trend alla riorganizzazione delle reti già avviato negli altri Paesi europei. Tra i ridimensionamenti già approvati, il gruppo Mps prevede di mandare a casa 4.600 persone su un totale di 31mila, Ubi 1.578 dipendenti e 71 dirigenti, Intesa SanPaolo stima 5mila uscite stimate mesi fa tra pensionamenti e uscite incentivate e Unicredit 3.500 tra pensionamenti incentivati e volontari. La situazione non è rosea nemmeno tra le realtà più ancorate al territorio, come Popolare di Bari (250 esuberi, pari a circa il 13% della forza lavoro), Hypo Alpe Adria Bank (118 esuberi, oltre un quarto dei dipendenti, con il coinvolgimento delle filiali friulane) e Credito Valtellinese (150 esuberi entro il prossimo anno). A pesare sulla decisione di “alleggerire” la forza lavoro è in primo luogo la crisi in corso: con la domanda di prestiti in calo sia dal fronte dei consumatori, che delle imprese, le banche si trovano a essere oggi sovradimensionate. In più, i parametri imposti dalle autorità europee di controllo impongono di rafforzare i requisiti patrimoniali, in modo da poter resistere a eventuali nuovi shock di mercato. Ma i problemi vanno anche oltre le questioni congiunturali. L’Abi sottolinea un deficit di produttività rispetto ai principali competitor europei, a fronte di retribuzioni più alte della media nella Penisola. Oltre a questi aspetti, va considerato l’impatto del progresso tecnologico: le banche sono le top spender sul fronte It e ormai il 40% degli utenti utilizza servizi di home banking. Con la conseguenza di eliminare del tutto (o quanto meno ridurre drasticamente) le visite in filiale. Un’altra ondata di novità è poi all’inizio: il cloud computing – che rende non più necessario disporre di hardware, software e piattaforme in sede, ospitati al contrario nei data center di aziende specializzate nel settore – riduce sensibilmente il personale direttamente assunto dalle banche.

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ASCA, mercoledì 17 ottobre 2012 – 17:17

Banche: Bonanni, piena sintonia con Fabi. Fare chiarezza su esuberi

(ASCA) – Roma, 17 ott – ”Occorre che l’Abi e le banche facciano chiarezza sull’ entita’ degli eventuali esuberi nel sistema bancario” . E’ quanto sottolinea il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni a proposito dell’ipotesi di 35 mila bancari in esubero. ”Non bisogna spaventare i lavoratori. Ma sono pienamente d’accordo con il segretario della Fabi, Lando Sileoni quando afferma che le banche stanno preparando il terreno per una riduzione del personale – ha aggiunto Bonanni -. Se ci saranno 35 mila esuberi in questo settore sarebbe un fatto disastroso per questa categoria e per l’intero sistema del credito. Nell’incontro di ieri e’ emersa una comune valutazione ed una piena sintonia tra i sindacati, in particolare tra la Cisl e la Fabi a cui ci lega un rapporto solido di collaborazione e di sinergia. Una cosa e’ chiara: l’ipotesi di applicazione obbligatoria del fondo di solidarieta’ da parte delle banche incrinerebbe la coesione sociale del settore bancario”.

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da ASCA via WallStreetItalia.com, mercoledì 17 ottobre 2012 – 17:17

Banche: Bonanni, piena sintonia con Fabi. Fare chiarezza su esuberi

(ASCA) – Roma, 17 ott – ”Occorre che l’Abi e le banche facciano chiarezza sull’ entita’ degli eventuali esuberi nel sistema bancario” . E’ quanto sottolinea il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni a proposito dell’ipotesi di 35 mila bancari in esubero.

”Non bisogna spaventare i lavoratori. Ma sono pienamente d’accordo con il segretario della Fabi, Lando Sileoni quando afferma che le banche stanno preparando il terreno per una riduzione del personale – ha aggiunto Bonanni -. Se ci saranno 35 mila esuberi in questo settore sarebbe un fatto disastroso per questa categoria e per l’intero sistema del credito. Nell’incontro di ieri e’ emersa una comune valutazione ed una piena sintonia tra i sindacati, in particolare tra la Cisl e la Fabi a cui ci lega un rapporto solido di collaborazione e di sinergia. Una cosa e’ chiara: l’ipotesi di applicazione obbligatoria del fondo di solidarieta’ da parte delle banche incrinerebbe la coesione sociale del settore bancario”.

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ANSA, mercoledì 17 ottobre 2012

BANCHE: BONANNI, FARE CHIAREZZA SU RISCHIO 35MILA ESUBERI

(ANSA) – ROMA, 17 OTT – “Occorre che l’Abi e le banche facciano chiarezza sull’ entità degli eventuali esuberi nel sistema bancario”, chiede il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, dopo l’allarme per il

rischio di 35 mila bancari in esubero lanciato ieri dai sindacati di categoria. “Non bisogna spaventare i lavoratori. Ma sono pienamente d’accordo con il segretario della Fabi, Lando

Sileoni quando afferma che le banche stanno preparando il terreno per una riduzione del personale. Se ci saranno 35 mila esuberi in questo settore sarebbe un fatto disastroso per questa categoria e per l’intero sistema del credito”.

Nell’incontro di ieri dei sindacati con l’Abi, aggiunge Bonanni, “é emersa una comune valutazione ed una piena sintonia tra i sindacati, in particolare tra la Cisl e la Fabi a cui ci lega un rapporto solido di collaborazione e di sinergia. Una cosa è chiara: l’ipotesi di applicazione obbligatoria del fondo di solidarietà da parte delle banche incrinerebbe la coesione sociale del settore bancario”. (ANSA).

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RADIOCOR, mercoledì 17 ottobre 2012 18:18 –

Banche: Bonanni, ‘l’Abi faccia chiarezza sugli esuberi’. D’accordo con Fabi su intenzioni banche sull’occupazione

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 17 ott – “L’Abi e le banche facciano chiarezza sull’ entita’ degli eventuali esuberi nel sistema bancario”. Cosi’ in una nota il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, a proposito dell’ipotesi di futuri eventuali esuberi di 35mila addetti del settore sui 325mila attuali. “Non bisogna spaventare i lavoratori – aggiunge Bonanni – ma sono pienamente d’accordo con il segretario della Fabi, Lando Sileoni, quando afferma che le banche stanno preparando il terreno per una riduzione del personale. Se ci saranno 35 mila esuberi in questo settore sarebbe un fatto disastroso per questa categoria e per l’intero sistema del credito”. Bonanni aggiunge che ell’incontro di ieri a Palazzo Altieri su invito dell’Abi “e’ emersa una comune valutazione ed una piena sintonia tra i sindacati, in particolare tra la Cisl e la Fabi a cui ci lega un rapporto solido di collaborazione e di sinergia. Una cosa e’ chiara: l’ipotesi di applicazione obbligatoria del fondo di solidarieta’ da parte delle banche incrinerebbe la coesione sociale del settore bancario”

Scritto da com/dam

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AGENPARL, mercoledì 17 ottobre 2012 17:26

BANCHE: BONANNI (CISL), PIENA SINTONIA CON FABI

(AGENPARL) – Roma, 17 ott – “Occorre che l’Abi e le banche facciano chiarezza sull’ entità degli eventuali esuberi nel sistema bancario” . E’ quanto sottolinea il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni a proposito dell’ipotesi di 35 mila bancari in esubero. “Non bisogna spaventare i lavoratori. Ma sono pienamente d’accordo con il segretario della Fabi, Lando Sileoni quando afferma che le banche stanno preparando il terreno per una riduzione del personale. Se ci saranno 35 mila esuberi in questo settore sarebbe un fatto disastroso per questa categoria e per l’intero sistema del credito. Nell’incontro di ieri è emersa una comune valutazione ed una piena sintonia tra i sindacati, in particolare tra la Cisl e la Fabi a cui ci lega un rapporto solido di collaborazione e di sinergia. Una cosa è chiara: l’ipotesi di applicazione obbligatoria del fondo di solidarietà da parte delle banche incrinerebbe la coesione sociale del settore bancario”.


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1 commento

Fabio Fiacchi 18 Ottobre 2012 - 8:52

A conferma delle dichiarazioni sulle agenzie di stampa di ieri , oggi siamo sulle testate di maggiore tiratura del settore. L’impegno politico e operativo di Lando per la FABI e per i bancari e’ encomiabile. Grazie.

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