“Il governo emetta un provvedimento urgente affinché la pubblica amministrazione paghi i suoi debiti nei confronti delle aziende”.
Lo chiede Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari. “Le piccole medie imprese aumenterebbero così la loro liquidità per poter sanare anche le posizioni deteriorate presenti nei bilanci delle banche e riavviare il ciclo produttivo. Le sofferenze bancarie, infatti, minacciano la stabilità degli istituti di credito, incidono pesantemente nei piani industriali e, in una politica di taglio dei costi, creano esuberi di personale nelle banche. I destini di imprese e famiglie e degli istituti di credito italiani sono strettamente correlati perché la crisi finanziaria impatta pesantemente anche sulle banche. Auspichiamo, inoltre, che il prossimo governo vari misure fiscali intelligenti, come ad esempio l’introduzione di maggiori deduzioni sui crediti svalutati, considerando che ad oggi gli istituti italiani scontano una tassazione del 15 per cento più alta rispetto alle concorrenza europea. Conseguentemente le banche devono adottare politiche di erogazione del credito in misura omogenea sull’intero territorio nazionale e in particolare nel Meridione, le cui famiglie e imprese corrono il serio rischio, sa abbandonate a loro stesse, di finire nelle ‘mani’ della criminalità organizzata e dell’usura. Chiediamo, infine, ai banchieri di rispettare gli impegni presi nel recente contratto nazionale di lavoro del credito, versando, come già chiesto dal presidente dell’Abi Antonio Patuellli, il 4 per cento della loro retribuzione sul Fondo per l’occupazione di settore e contribuendo, così, a finanziare nuove assunzioni stabili nelle banche”.