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A VERONA, FACCIA A FACCIA SILEONI-TOSI

di Redazione

All’interno della Tavola Rotonda “Banche e territorio, ruolo del sindacato e delle istituzioni”, vivace dibattito tra il Segretario Generale FABI Lando Maria Sileoni e il Sindaco della città Flavio Tosi.

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Verona, lunedì 10 giugno.

Il Circolo degli Ufficiali di Castelvecchio fa da splendida cornice alla Tavola Rotonda “Banche e territorio, ruolo del sindacato e delle istituzioni”.

Sono presenti Flavio TOSI, Sindaco di Verona, Franca RIZZI,  Presidente della Commissione delle politiche attive del lavoro, Lando Maria SILEONI, Segretario Generale FABI, Marco MURATORE, Segretario Coordinatore FABI Verona.

E, naturalmente, una vasta platea, composta da circa 150 dirigenti sindacali  provenienti da numerosi SAB del Veneto, Trentino e Lombardia, giunti a Verona in concomitanza con la tappa odierna di “FABI on The Road”, il tour di incontri che il Segretario Generale sta portando avanti su tutto il territorio nazionale.

Com’è cambiato negli anni il ruolo delle banche veronesi, che cosa hanno fatto le istituzioni per rappresentare le istanze del territorio, come ha agito il sindacato per tutelare i posti di lavoro nel settore del credito: questi gli argomenti al centro della tavola rotonda.

È il Segretario Generale FABI a dare il via al dibattito, ricordando e apprezzando l’opinione recentemente espressa da Tosi, e ripresa dalla stampa, a sostegno del modello popolare.

Il modello popolare, infatti, è da sempre difeso e valorizzato dalla FABI per le sue particolari peculiarità, in particolare la possibilità dei suoi soci, ogni 3 anni, di valutare il proprio management e la caratteristica, tipica della banca popolare, di rispondere direttamente al territorio, al contrario della SpA, che risponde, invece, esclusivamente agli azionisti.

Anche Marco Muratore, Coordinatore del Sab di Verona, sottolinea l’importanza di riportare il sistema del credito vicino ai territori e, di conseguenza, vicino alle persone.

La necessità, insomma, di un ritorno ad un ruolo sociale della banca, come sottolinea il Segretario generale: “Su questo argomento scateneremo un dibattito senza precedenti, perché crediamo che sia indispensabile un ritorno alla funzione sociale che la banca aveva un tempo”.

Una banca che abbia una strategia creditizia, che raccolga il risparmio e lo investa in credito alle famiglie, alle imprese, alle economie di riferimento.

Franca Rizzi ricorda che le politiche attive del lavoro sono, oggi, anche politiche di sostegno al reddito, quindi strettamente connesse al welfare.

Esiste, di conseguenza, una stretta relazione tra le istituzioni e il sistema del credito, che deve diventare l’elemento principale per favorire lo sviluppo delle comunità e del territorio.

Il Sindaco di Verona conferma il suo sostegno al modello cooperativo perché garantisce la difesa degli interessi del territorio.

Flavio Tosi esprime anche il suo parere sul complicato problema delle sofferenze, per la soluzione del quale vedrebbe necessario un aiuto da parte dello stato, l’unico intervento che, a suo dire, potrebbe contenere il problema e far ripartire l’economia.

Secondo il Segretario Generale FABI, il vero problema sta, invece, nella totale inadeguatezza professionale dell’attuale classe dirigente bancaria: una classe dirigente anagraficamente “over”, dove non esiste un ricambio generazionale perché, da oltre 50 anni, sono sempre le stesse famiglie a tramandarsi il controllo del territorio.

Il sistema bancario italiano è oggi in mano agli stessi personaggi che lo gestivano quando lo stesso sistema veniva definito la “foresta pietrificata”.

Una decina di banchieri che, oggi, si candidano a rilanciare, a salvare quello stesso sistema bancario che, prima, hanno distrutto.

Un sistema che è, da oltre 12 anni, un cantiere perennemente aperto.

Ciò che veramente manca, e il concetto è condiviso all’unanimità, è una presenza politica stabile, che sia in grado non solo di uscire dall’emergenza, ma di realizzare una progettualità a medio-lungo termine.

Tosi evidenzia gli errori fatti dalla politica, che ha permesso modifiche costituzionali all’interno delle fondazioni bancarie facendole diventare autoreferenziali: l’eterno conflitto, insomma, politica-finanza.

“Oggi l’Italia paga un prezzo altissimo in termini di competizione internazionale, anche per via della globalizzazione, che ha inevitabilmente causato questo confronto con l’esterno” queste le parole del primo cittadino veronese.

Secondo Franca Rizzi,  banche solide fanno il bene del territorio, così come un territorio sano fa il bene delle banche.

“Per troppi anni questo paese è rimasto ingessato, non è riuscito a rinnovarsi, in molti settori, per mancanza di sostegno alle vere professionalità e competenze”.

“Si esce dalla crisi se la si sfrutta come potenziale occasione di crescita e sviluppo: ecco perché è fondamentale che i vari protagonisti, sociali, economici, politici del paese, si coordino in un progetto strategico”.

Si configura la necessità, insomma, di un progetto concreto di scenari futuri, la cui coordinazione dovrebbe essere compito della politica.

Lando Maria Sileoni auspica che, a livello locale, le amministrazioni si impegnino per coinvolgere le banche in un progetto sociale, perché la banca deve condividere progetti sul territorio. È un suo preciso dovere.

“La FABI, primo sindacato del credito, intende puntare su questo modello di banca: una banca di consulenza, di assistenza sul territorio, di sostegno sociale” dichiara il Segretario Generale FABI.

Al termine della Tavola Rotonda, la giornata di lavori prosegue con “FABI On The Road”, la serie di incontri che il numero uno FABI sta, da alcuni mesi, realizzando su tutto il territorio nazionale.

Incontri che permettono di conoscere da vicino, di toccare con mano le realtà locali, e di confrontarsi e dare risposte ai quesiti dei dirigenti sindacali, spina dorsale dell’Organizzazione.

Uno spazio aperto, insomma, alle domande, alle proposte, alle condivisioni.

Molti gli argomenti affrontati: al centro del dibattito, naturalmente, i lavoratori bancari e i loro diritti, sempre più compromessi da una crisi finanziaria che non risparmia ormai nessun istituto.

Ma, contemporaneamente, anche i molti obiettivi che l’Organizzazione è riuscita a raggiungere: dal rinnovo dell’ultimo Contratto nazionale, che ha permesso di ottenere aumenti economici nel triennio, mantenendo l’architettura politica delle garanzie contrattuali, economiche e normative all’intera categoria, alla battaglia contro l’introduzione nel settore dell’Indennità di Disoccupazione, che avrebbe causato il licenziamento di 35mila lavoratori bancari.

 “Siamo sotto attacco. Siamo in guerra” queste le parole di Sileoni “Ma, non mi stancherò mai di ripeterlo, il destino sta solamente nelle nostre mani.

Le nostre scelte devono, però, tenere sempre presente la situazione complessiva, l’importanza di agire per il bene comune, l’indispensabilità di essere solidali.”

Dalla platea, interventi che manifestano un interrogativo comune: quali sono le modalità per uscire da questa situazione?

“Le banche sono in crisi, questo senza dubbio”, la risposta di Sileoni. “Non sanno dare risposte alle imprese, non sanno dare risposte ai clienti.”

“Il problema principale resta, però, quello delle sofferenze bancarie, un problema causato solo parzialmente dalla crisi e derivato, invece, da una cattiva gestione e qualità del credito, concesso sempre e soltanto ai soliti noti.”

Nonostante la situazione negativa, la categoria dei bancari è, però, riuscita a reggere l’urto: è l’unica, per esempio, ad avere un Fondo Esuberi, uno strumento importante che ha permesso, dal 2000 ad oggi, il prepensionamento volontario di 38.000 persone, attuando un netto ricambio generazionale e permettendo alle imprese di abbattere i costi, promuovendone quindi la competitività con gli altri paesi europei.

Lando Sileoni ha anche ricordato l’importanza di una comunicazione immediata, che l’Organizzazione ha sempre assicurato e che ha permesso di far arrivare a tutti i lavoratori, puntualmente, un messaggio chiaro e diretto.

La FABI,  sempre sul pezzo, insomma.

Per quanto riguarda il futuro: “È nelle mani di ognuno di noi. La categoria avrà il futuro che ci costruiremo.

Il destino passa attraverso le nostre scelte, sempre.

E, oggi, senza le scelte della FABI, il settore si ferma. Le decisioni che abbiamo preso, che prendiamo, e che prenderemo, sono fondamentali per l’intera categoria dei bancari”.

– Prossima tappa: SASSARI, venerdì 21 giugno –

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La stampa che ha parlato dell’evento

Corriere di Verona, martedì 11 giugno 2013

(cliccare sull’immagine per ingrandire)

L'Arena

 

L’Arena, martedì 11 giugno 2013

(cliccare sull’immagine per ingrandire)

Corriere del Veneto

 

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1 commento

Paolo Capotosti 13 Giugno 2013 - 10:17

E’ chiaro, la vera missione delle banche è contribuire allo sviluppo di un territorio, allo sviluppo di quelle attività che sul territorio creano occupazione e benessere, in definitiva essere al servizio della comunità.
Bravissimo Lando.

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