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ABI DISDETTA IL CONTRATTO NAZIONALE – SILEONI: "ATTACCO INAUDITO AI LAVORATORI" – La dichiarazione del Segretario generale Fabi ripresa da RaiNews 24 e principali siti di settore

di Redazione

L’Abi ha disdettato il contratto nazionale di categoria con 9 mesi d’anticipo rispetto alla naturale scadenza, fissata a giugno 2014.

Immediata la risposta della FABI.

“Un attacco inaudito ai diritti dei lavoratori, a cui risponderemo per le rime, anche con lo sciopero”. Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari.

“In questa vicenda senza precedenti nella storia delle relazioni sindacali di settore, ci troviamo di fronte a dei banchieri che sono dei perfetti Giani Bifronte, la cui doppiezza è sotto gli occhi di tutti.

Da una parte di fronte alle istituzioni monetarie internazionali e nei loro road show danno ottimistiche comunicazioni ai mercati, dichiarando grande  solidità patrimoniale, “core Tier 1” oltre i vincoli di “Basilea3”, di aver ridotto tutti i costi operativi, compresi i costi del personale, di essere capaci di assorbire le rettifiche su crediti generate dalla recessione, di non avere in pancia titoli tossici e di avere rischi degli attivi enormemente  minori rispetto alle banche europee. Dall’altra, a casa loro, quando si devono confrontare con le organizzazioni sindacali, denunciano una redditività del capitale ai minimi storici, senza prospettive di ripresa, utili netti precariamente sostenuti dal carry trade sui titoli di stato grazie ai finanziamenti della BCE, costi del personale e livelli occupazionali insostenibili.

Com’è possibile gestire con responsabilità, trasparenza e partecipazione le relazioni sindacali in presenza di una tale sconcertante, antitetica ed inquietante doppiezza di messaggi?

La Banca D’Italia, che ha ribadito, in più occasioni, la solidità del sistema bancario italiano, non ha nulla da dire?

Qual’è la vera situazione economica, reddituale, patrimoniale delle banche italiane?

I lavoratori hanno il diritto di saperlo, prima degli stress test annunciati dalla BCE, che il Parlamento europeo ha investito del compito di Vigilanza sulle grandi banche europee”.

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da www.rainews24.rai.it, lunedì 16 settembre 2013

Timori dei sindacati per il rinnovo

Disdetta Abi, migliaia di bancari senza contratto. I sindacati: messaggio per il Governo

– L’Abi ha illustrato oggi ai sindacati le condizioni economiche di scenario delle banche italiane, sia dal punto di vista generale che del lavoro, aggiornando cosi documenti gia presentati in precedenti incontri –

– Bancari, mesi difficili –

Roma, 16 Settembre 2013

L’Abi ha comunicato ai sindacati la disdetta dei contratti nazionali in vigore, in applicazione della normativa, che prevede che la disdetta venga data almeno 6 mesi prima della scadenza (prevista per il 30 giugno 2014). Lo annuncia l’Abi precisando che l’intento è di anticipare le necessarie fasi di consultazione.

Le banche italiane registrano un calo di redditivita’ “insostenibile” dovuto alla crisi ma anche alle riforme regolamentari e all’impatto dell’innovazione tecnologica. Queste le motivazioni nella lettera di disdetta del contratto nazionale consegnata ai sindacati. Una disdetta anticipata data “nell’intento di minimizzare le ricadute sociali”, scrive il direttore generale Abi Giovanni Sabatini.

Lando Maria Sileoni, segretario nazionale Fabi, non ha escluso uno sciopero di categoria a fine ottobre: “L’atto scellerato dell’Abi serve a fare pressione sul Governo per ottenere misure a favore della lobby delle banche. Si fa riferimento alle sofferenze e si lascia intentere di non poter sopportare gli attuali ilvelli retributivi e di impiego – ha detto a Rainews24 – Uno dei motivi della disdetta antcipata del contratto è la volontà di Abi di recuperare sul prossimo contratto parte dei 140 miliardi di sofferenze”.

“Se entro giugno non riusciremo a sottoscrivere un nuovo contratto, ci ha fatto capire l’Abi – dice Sileoni a Rainews24 –  che le banche sono pronte ad andare avanti con con contratti banca per banca, modello Marchionne, per intenderci”.

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da www.ilmondo.it, lunedì 16 settembre 2013

Banche: Sileoni, dall’Abi attacco senza precedenti a diritti lavoratori

Roma, 16 set – ”La disdetta del contratto nazionale dei lavoratori bancari, disposta dall’Abi, con 10 mesi d’anticipo rispetto alla scadenza naturale, rappresenta un attacco inaudito ai diritti dei lavoratori, a cui risponderemo per le rime, anche con lo sciopero”, cosi’ Lando Sileoni, Segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari. ”In questa vicenda senza precedenti nella storia delle relazioni sindacali di settore, ci troviamo di fronte a dei banchieri che sono dei perfetti Giani Bifronte, la cui doppiezza è sotto gli occhi di tutti. Da una parte di fronte alle istituzioni monetarie internazionali e nei loro road show danno ottimistiche comunicazioni ai mercati, dichiarando grande solidita’ patrimoniale, ”core Tier 1” oltre i vincoli di ”Basilea3”, di aver ridotto tutti i costi operativi, compresi i costi del personale, di essere capaci di assorbire le rettifiche su crediti generate dalla recessione, di non avere in pancia titoli tossici e di avere rischi degli attivi enormemente minori rispetto alle banche europee”, sottolinea il numero uno della Fabi. ”Dall’altra, a casa loro, quando si devono confrontare con le organizzazioni sindacali, denunciano una redditivita’ del capitale ai minimi storici, senza prospettive di ripresa, utili netti precariamente sostenuti dal carry trade sui titoli di stato grazie ai finanziamenti della Bce, costi del personale e livelli occupazionali insostenibili.Com’e’ possibile gestire con responsabilita’, trasparenza e partecipazione le relazioni sindacali in presenza di una tale sconcertante, antitetica ed inquietante doppiezza di messaggi? La Banca D’Italia, che ha ribadito, in piu’ occasioni, la solidita’ del sistema bancario italiano non ha nulla da dire? Qual e’ la vera situazione economica, reddituale, patrimoniale delle banche italiane? I lavoratori hanno il diritto di’ saperlo, prima degli stress test annunciati dalla Bce, che il Parlamento europeo ha investito del compito di Vigilanza sulle grandi banche europee”, conclude Sileoni.

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 da YahooFinance.it, lunedì 16 settembre 2013

Banche: Sileoni, dall’Abi attacco senza precedenti a diritti lavoratori

(ASCA) – Roma, 16 set – ”La disdetta del contratto nazionale dei lavoratori bancari, disposta dall’Abi, con 10 mesi d’anticipo rispetto alla scadenza naturale, rappresenta un attacco inaudito ai diritti dei lavoratori, a cui risponderemo per le rime, anche con lo sciopero”, cosi’ Lando Sileoni, Segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari. ”In questa vicenda senza precedenti nella storia delle relazioni sindacali di settore, ci troviamo di fronte a dei banchieri che sono dei perfetti Giani Bifronte, la cui doppiezza e’ sotto gli occhi di tutti. Da una parte di fronte alle istituzioni monetarie internazionali e nei loro road show danno ottimistiche comunicazioni ai mercati, dichiarando grande solidita’ patrimoniale, ”core Tier 1” oltre i vincoli di ”Basilea3”, di aver ridotto tutti i costi operativi, compresi i costi del personale, di essere capaci di assorbire le rettifiche su crediti generate dalla recessione, di non avere in pancia titoli tossici e di avere rischi degli attivi enormemente minori rispetto alle banche europee”, sottolinea il numero uno della Fabi. ”Dall’altra, a casa loro, quando si devono confrontare con le organizzazioni sindacali, denunciano una redditivita’ del capitale ai minimi storici, senza prospettive di ripresa, utili netti precariamente sostenuti dal carry trade sui titoli di stato grazie ai finanziamenti della Bce (Toronto: BCE.TO –notizie) , costi del personale e livelli occupazionali insostenibili. Com’e’ possibile gestire con responsabilita’, trasparenza e partecipazione le relazioni sindacali in presenza di una tale sconcertante, antitetica ed inquietante doppiezza di messaggi? La Banca D’Italia, che ha ribadito, in piu’ occasioni, la solidita’ del sistema bancario italiano non ha nulla da dire? Qual e’ la vera situazione economica, reddituale, patrimoniale delle banche italiane? I lavoratori hanno il diritto di’ saperlo, prima degli stress test annunciati dalla Bce, che il Parlamento europeo ha investito del compito di Vigilanza sulle grandi banche europee”, conclude Sileoni.

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da Repubblica.it, lunedì 16 settembre 2013

I bancari restano senza contratto. L’Abi consegna la disdetta ai sindacati

Le banche italiane anticipano la normale scadenza del prossimo giugno: calo di redditività “insostenibile”, riforme regolamentari e cambiamenti tecnologici le motivazioni addotte. Pronta la risposta dei sindacati, in arrivo lo sciopero per la “Giornata del Risparmio”

MILANO – Quanto i sindacati del comparto del credito temevano e condannavano è avvenuto: l’Abi ha disdetto il contratto nazionale di lavoro dei bancari, oltre 300mila, la cui scadenza era prevista per il giugno del 2014. La notizia è stata data nel corso di un incontro tra le parti e le organizzazioni sindacali. Da parte di queste ultime è arrivata immediata la replica, con la proposta di uno sciopero – da sottoporre alla volontà dei lavoratori – per la simbolica “Giornata del Risparmio” del 31 ottobre.
Secondo l’Associazione che riunisce gli istituti di credito italiani, questi ultimi hanno registrato un calo di redditività “insostenibile” dovuto alla crisi ma anche alle riforme regolamentari e all’impatto dell’innovazione tecnologica. Per questo si sarebbe resa necessaria la disdetta, che secondo il direttore generale Giovanni Sabatini è stata data in anticipo “nell’intento di minimizzare le ricadute sociali”. L’intento – precisa l’Abi “- è quello di anticipare le necessarie fasi di consultazione. In precedenti rinnovi contrattuali la disdetta era stata data unilateralmente sia dai sindacati sia dall’Abi”.
Arrivano intanto le prime reazioni: secondo la Uilca la scelta dell’Abi, comunicata nel corso di una riunione che aveva un oggetto importante “come il rinnovo del fondo di solidarietà di settore, costituisce un atto che compromette gravemente le relazioni sindacali nel credito. La risposta unitaria delle organizzazioni sindacali, in contrasto a questa decisione – ha proseguito il sindacato – sarà determinata e di forte mobilitazione”.

Secondo il numero uno della Fabi, Lando Sileoni, l’Abi vuole “utilizzare il sindacato per fare pressioni sul governo e ottenere quelle agevolazioni fiscali che la lobby bancaria non ha ottenuto. E’ un’iniziativa senza precedenti, un gioco che non ci piace” osserva il leader del maggiore sindacato autonomo della categoria. Insieme al segretario Fisac, Agostino Megale, ha proposto un autolimitazione delle retribuzioni dei top manager per un biennio con un tetto a 600mila euro l’anno. Fabi chiede al governo “un tavolo con una cabina di regia indipendente per un nuovo modello di banca con maggiore produttività per il mantenimento degli attuali livelli occupazionali”.

(16 settembre 2013)

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da Corriere.it, Economia, lunedì 16 settembre 2013

LE SOFFERENZE E IL CREDITO

L’Abi disdetta il contratto dei bancari
Sindacati verso lo sciopero unitario

La mossa dell’Associazione per ridurre il costo del lavoro. Sono 330 mila i dipendenti degli istituti italiani 

L’Abi ha formalizzato la disdetta anticipata del contratto nazionale dei bancari la cui scadenza sarebbe stata il prossimo giugno 2014. Lo rendono noto i sindacati al termine della riunione con la delegazione dei banchieri guidata da Francesco Micheli. I rappresentanti di quasi tutte le single sono riuniti dal primissimo pomeriggio nella stessa sede romana dell’ Associazione delle banche italiane per decidere sullo sciopero e altre azioni da intraprendere. Da parte delle banche, si apprende, sarebbe stato consegnato un documento con le motivazioni alla base della disdetta anticipata: la crisi e l’aumento delle sofferenze. Con la disdetta l’Abi blocca gli aumenti contrattuali automatici, previsti dall’attuale contratto firmato il 19 gennaio 2012 e valido fino al 30 giugno 2014. I sindacati sottolineano che le banche hanno già pesantemente tagliato il costo del personale riducendo, a livello di sistema, dal 2008 al 2012 28.500 posti di lavoro. Altri 40.000 esuberi sono stimati dai sindacati per i prossimi anni. I dipendenti delle banche italiane aderenti all’Abi oggi sono circa 330.000.

La disdetta del Contratto Nazionale da parte dell’Abi, «in una riunione che avrebbe dovuto affrontare un argomento di grande importanza come il rinnovo del Fondo di Solidarietà di settore, costituisce un atto che compromette gravemente le relazioni sindacali nel credito». Questo il commento del segretario generale della Uilca Massimo Masi che annuncia da parte delle organizzazione sindacali una risposta unitaria «determinata e di forte mobilitazione». Secondo Masi «in questa fase purtroppo emerge in modo chiaro che l’Abi e le banche non hanno mai creduto al Contratto Nazionale sottoscritto a gennaio 2012, come dimostra la sua scarsa se non quasi inesistente applicazione nelle varie banche, dove solo alcune soluzioni trovano riscontro, e mai in modo organico come l’assetto del Contratto richiederebbe per raggiungere tutti i suoi obiettivi».

La notizia provoca anche la reazione della Fabi, il maggior sindacato del comparto bancario. Lando Maria Sileoni, segretario generale, dice: «La disdetta del contratto nazionale dei lavoratori bancari con 10 mesi di anticipo rappresenta un attacco inaudito ai diritti dei lavoratori, a cui risponderemo per le rime, anche con lo sciopero». E definisce i banchieri «perfetti Giano Bifronte, la cui doppiezza è sotto gli occhi di tutti».

Pronta la replica di Francesco Micheli, banchiere alla guida della delegazione sindacale Abi, che spiega: «Il modello contrattuale non tiene più: ci sono troppi squilibri tra costi e ricavi. «Abbiamo anticipato solo di due mesi rispetto ai sacri riti» osserva Micheli dopo le prime reazioni negative dei sindacati all’annuncio formale della disdetta: «da parte loro (dei sindacati, ndr) c’è solo una valutazione politica» aggiunge. La crisi non permette più alle banche di avere una redditività adeguata a mantenere i requisiti patrimoniali di vigilanza e di conseguenza «qualcosa va fatto». Micheli nell’incontro con i sindacati era spalleggiato, tra gli altri membri della delegazione Abi, dai banchieri Camillo Venesio e Pietro Sella. Micheli interpellato dai cronisti non scopre le carte dell’Abi su un’eventuale richiesta di intervento del Governo di fronte alla situazione di crisi. «Il Governo sa qual è la situazione complessiva ed ha gli stessi documenti consegnati ai sindacati» osserva. I vertici dell’Abi prima della pausa estiva erano saliti a Palazzo Chigi presentando una serie di numeri e di richieste al premier Enrico Letta.

16 settembre 2013 | 16:56
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da reuters.com, lunedì 16 settembre 2013

Banche, Abi disdetta contratto per crisi, sindacati verso sciopero

lunedì 16 settembre 2013 15:47

 – di Stefano Bernabei –

ROMA (Reuters) – Le banche rappresentate dall’Abi hanno consegnato ai sindacati la formale disdetta del contratto che sarebbe scaduto a fine giugno 2014 citando la crisi di redditività del settore e i sindacati stanno valutando tempi e modalità di uno sciopero del settore.

Lo ha detto l’associazione dei bancari confermando quando anticipato da una fonte sindacale presente all’incontro che si è tenuto in Abi da stamani alle 11,00 e che è terminato con la rottura.

“E’ stata consegnata ora la disdetta del contratto. I sindacati sono riuniti per decidere i tempi e le modalità di uno sciopero. Credo che verrà annunciato a breve”, ha detto una fonte sindacale presente all’incontro.

“Nel documento con cui comunica la disdetta, l’Abi cita la crisi di redditività del sistema”, ha aggiunto.

L’Abi poco dopo ha ufficializzato con una nota la disdetta dei contratti nazionali, che riguardano oltre 300.000 persone, in cui si illustra lo scenario di recessione e si dice che “la caduta della redditività si conferma significativa e insostenibile”.

Le banche italiane hanno chiuso il 2012 con un Roe (ritorno sul capitale) sceso a -0,47% dal +2,38% del 2011, al netto delle componenti straordinarie come le svalutazioni degli avviamenti.

Una misura della crisi che pesa sul settore la dà il livello delle sofferenze lorde che in luglio – dato Abi – ha sfiorato 140 miliardi con un rapporto sugli impieghi al 7,2% vicino ai massimi storici della seconda metà degli anni 90.

Secondo quanto indicato nella lettera dell’Abi ai sindacati “pesano sul settore le recenti riforme regolamentari e le necessità di rafforzamento patrimoniale imposte dalle Autorità competenti, oltre a un costo del lavoro tra i più alti, nel confronto con le banche europee e gli altri settori produttivi”.

Le banche, scrive l’Abi, “si trovano a gestire gli addetti in eccedenza, con una vita lavorativa che si è nel frattempo allungata per effetto della riforma delle pensioni, e le cui competenze e professionalità non risultano più coerenti con l’attuale modo di fare banca”.

Il costo medio annuo per dipendente nel 2012 è stato – dati Bankitalia – di 74.800 mila euro, corrispondenti a 77.800 euro tenendo conto dell’effetto Irap stimato.

RIFLESSIONE APPROFONDITA

Per questa ragione, che è contestata dai sindacati, Abi ritiene che sia necessario avviare “una riflessione approfondita finalizzata a una complessiva revisione dei contratti di lavoro in vigore”.

Uno dei sindacalisti presenti all’incontro, Giulio Romani, segretario generale della Fiba Cisl, denuncia “l’intenzione di smontare il contratto nazionale” e con una “volontà di imposizione, senza confronto”.

“Ora il rischio è che dal 1° luglio del prossimo anno i lavoratori siano senza contratto e anche senza fondo di solidarietà e il sistema, che era stato il primo ad aver concordato un sistema di solidarietà interno, si ritroverebbe ad essere l’unico privo di ammortizzatori”, ha detto Romani.

Lando Maria Sileoni, segretario generale della FABI, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari con oltre 100.000 iscritti, ha detto che la disdetta con 10 mesi d’anticipo rispetto alla scadenza naturale, “rappresenta un attacco inaudito ai diritti dei lavoratori, a cui risponderemo per le rime, anche con lo sciopero”.

In un documento dell’Abi dell’agosto scorso, sono illustrati i fattori di crisi riguardo alle condizioni del lavoro nel sistema bancario e si cita tra questi il tema del fondo esuberi.

“Permangono forti criticità legate alla progressiva insostenibilità degli oneri del Fondo esuberi in ragione dell’incremento dei costi correlati e della necessità di procedere all’adeguamento della disciplina a quanto previsto dalla riforma Fornero”, si legge nel documento che ricorda che era stato avviato un tavolo, che era proprio oggetto dell’incontro di oggi tra Abi e sindacati ma che è finito con la rottura del confronto dopo la disdetta del contratto.

“Su questa situazione si è innestata la questione dei c.d. “esodati” che ha comunque comportato oneri aggiuntivi per le imprese”, dice ancora il documento.

Dal 2000 ad oggi, secondo dati Abi, sono transitati per il Fondo di solidarietà circa 48.000 lavoratori e “attualmente il Fondo stesso eroga assegni straordinari a circa 15.000 persone”.

In vista degli aumenti tabellari che sarebbero derivati dal rinnovo del contratto – oggi disdettato – nel documento di agosto si dice che “imprescindibile è la ricerca di nuovi equilibri tra livello dei salari e occupazione sostenibile”.

Secondo questo documento dell’Abi “la tradizionale contrattazione integrativa aziendale dovrebbe essere sostituita da una regolamentazione derogatoria o sostitutiva di quella prevista dal contratto nazionale, che richiede un più alto livello di qualità delle relazioni industriali e più adeguate competenze specifiche da parte degli addetti ai lavori”.

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