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FABI, SILEONI AL CONGRESSO PROVINCIALE DI PAVIA

di Redazione

Prosegue a Pavia la stagione dei congressi della FABI, appuntamento importantissimo con la democrazia interna del sindacato. Sono stati rieletti, infatti, gli organismi territoriali che guideranno per altri 4 anni la provincia.

Le votazioni sono state precedute dalle relazioni dei segretari provinciali, dei componenti del direttivo provinciale e del coordinatore FABI Pavia, il padrone di casa, Vincenzo Saporito, che ha aperto i lavori e ringraziato il Segretario Generale, Lando Maria Sileoni e l’intera Segreteria Nazionale per l’eccellente lavoro svolto in questi 4 anni. Segreteria presente e sempre vicina ai territori, anello di congiunzione fondamentale con i lavoratori.

Presenti e attentissimi allo svolgimento dei lavori e degli interventi, anche il Segretario Nazionale FABI Mauro Scarin e i  capi del personale di alcune banche del territorio tra cui Cariparma, Credito Valtellinese e Bnl. “La presenza dei responsabili delle relazioni sindacali – ha detto Vincenzo Saporito – è la dimostrazione del dialogo costruttivo in corso”.

“Dialogo possibile anche in questo difficile momento – ha aggiunto Daniele Zelaschi, segretario provinciale FABI Pavia – grazie al carisma del nostro segretario Generale, Lando Maria Sileoni che è l’unico in grado di influenzare davvero le scelte delle banche, di fare da apripista agli altri sindacati e di traghettare il settore fuori dalla crisi che sta vivendo”.

E della crisi ha parlato il leader della FABI, presente nonostante il delicato e recentissimo intervento all’occhio, che ha preso subito la parola e fatto il quadro della situazione che sta vivendo il settore del credito dopo la disdetta del contratto nazionale di categoria da parte dell’ABI. “Un atto politico gravissimo – ha sottolineato Sileoni – perché fa capire chiaramente l’obiettivo dell’Abi, ossia quello di lasciare la categoria senza tutele”. Ma il sindacato non ci sta a farsi dettare condizioni dalle banche e vuole rassicurare i lavoratori. “Non riusciranno a balcanizzare la categoria facendo contratti diversi in ogni banca – ha detto il Segretario Generale FABI – e noi ci batteremo anche contro  le esternalizzazioni e il blocco degli aumenti economici”.

Le richieste della FABI alle banche sono chiare e molto precise e tra queste: chiedere alle banche di ripulire i loro bilanci in modo drastico e convincente per far ripartire il settore, valutare con realismo il sostegno economico dato a tanti gruppi e valutare anche la dinamica futura delle sofferenze,  dovute alla cattiva qualità del credito per i soldi dati ai soliti noti. Poi la richiesta di preparare le professionalità del futuro e di fare consulenza e assistenza sui territori.

Richieste dirette che mettono a nudo la facciata della controparte. “L’ABI dice di voler creare nuovi mestieri, ma quando ci sediamo al tavolo con loro, il confronto su questi temi non va mai avanti ed è evidente che non c’è la volontà di rinnovarsi. Ma noi siamo protagonisti del nostro destino e come sindacato autonomo, moderno e  lungimirante possiamo dettare le condizioni”. Fondamentale per questo lo sciopero di giovedì 31 ottobre. “Uno sciopero che deve riuscire perché – ha detto Sileoni – dobbiamo lottare per riprenderci il nostro contratto e le nostre tutele”.

Poi l’elogio al lavoro svolto in questi anni a Pavia, dimostrazione, per il leader della FABI, del criterio trainante con cui il sindacato sceglie i propri uomini: la meritocrazia. “Ringrazio le persone che ci tengono davvero – ha concluso il Segretario Generale – e che, giorno dopo giorno, fanno scelte nell’esclusivo interesse delle persone che rappresentano sapendo di fare la cosa migliore per la categoria”.

Presenti all’incontro anche rappresentanti dei SAB di Cremona, Vicenza, Brescia, Bergamo, Piacenza, Milano, Varese, Perugia, Parma e Rimini e i coordinatori nazionali dei Gruppi  Ubi e Intesa Sanpaolo.

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