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"NELLA TANA DEL LUPO" – A VITERBO, DOVE SILEONI INCONTRA I DIRIGENTI SINDACALI FABI

di Redazione

CONGRESSI PROVINCIALI FABI, il Segretario Generale Sileoni incontra i dirigenti sindacali di Viterbo

Viterbo, mercoledì 16 ottobre –

Un nuovo appuntamento congressuale per il sindacato dei bancari.

Il SAB protagonista è, oggi, Viterbo, che si pregia di un Coordinatore d’eccezione: il Segretario Generale FABI Lando Maria Sileoni.

È, infatti, proprio da questo Sab che  Sileoni ha iniziato il suo percorso sindacale, culminato poi con l’ingresso in Segreteria Nazionale e l’elezione a Segretario Generale dell’Organizzazione.

Paolo Barbieri, Segretario amministrativo, apre i lavori, salutando la numerosa platea – circa 200 sindacalisti, tra dirigenti e attivisti – e passando poi la parola a Lando Maria Sileoni.

Il leader FABI ricorda i lunghi anni di lotte sindacali vissute con il suo Sab, i risultati raggiunti in tempi in cui era molto difficile attivarsi sindacalmente  in ambito bancario, la difficoltà di organizzare riunioni durante gli anni di piombo, ma, di contro, il lavoro capillare svolto da un Sab fatto di persone autentiche, di rapporti veri, di un impegno comune verso un comune obiettivo.

“Negli anni bui eravamo in pochi, e costretti a lottare contro tutto e tutti” queste le parole di Sileoni “ma credevamo fortemente nel sindacato, nella sua missione, e questo ci ha permesso di arrivare fino a qui”.

“Siamo stati un’organizzazione lungimirante: per le nostre scelte di buon senso, per esserci sempre adoperati per la gente, per esserci battuti senza riserve per la categoria. Per questo motivo i lavoratori bancari hanno creduto in noi”.

E un eclatante dato numerico, che non ha bisogno di commenti: “Oggi, nella provincia di Viterbo, siamo quasi 900 iscritti FABI su circa 1050 lavoratori bancari”.

Si passa poi all’argomento “di fuoco” del momento: la delicata situazione del settore del credito dopo la disdetta del Contratto Nazionale di categoria da parte dell’ABI; e il rischio, nel caso in cui non si raggiungesse un accordo entro giugno, che ogni azienda ottenga le condizioni per crearsi un proprio contratto: “Se dovesse passare questo scellerato disegno” avverte Sileoni “la categoria sarebbe completamente allo sbando.”

“Chi ancora pensa che i Contratti nazionali cadano dal cielo per grazia divina, commette un errore imperdonabile. Il Contratto ce lo dobbiamo prendere, ce lo dobbiamo conquistare”, il monito del numero uno FABI.

E riguardo lo sciopero del 31 ottobre: “Non rivendichiamo un aumento contrattuale o un miglioramento normativo, ma la vera e propria salvezza della categoria: senza contratto la categoria è letteralmente finita. È questa la spada di Damocle che pende sulle nostre teste”.

Lo sciopero del 31 ottobre significa, in definitiva, combattere per la sopravvivenza della categoria.

“Le banche non mentono quando parlano di diminuzione dei clienti allo sportello, e della relativa, inevitabile, perdita di guadagno; non mentono quando lamentano una minore competitività a livello europeo causata dal peso fiscale dello stato italiano sugli istituti di credito nazionali; né quando parlano di  una crisi generale di sistema che incide pesantemente sul contesto bancario”.

“Ma ciò che le banche devono assolutamente comprendere è che, per uscire dalla crisi è, innanzitutto, indispensabile un nuovo modello di banca. Una banca vicina al territorio, una banca a stretto contatto con le famiglie e con le imprese, una banca che metta, finalmente, un freno a una politica di risultati a breve termine per prediligere una nuova politica che punti al medio e lungo termine. Senza dimenticare la responsabilità degli istituti di credito rispetto al grave problema delle sofferenze bancarie, causato solo parzialmente dalla crisi e derivato, invece, da una cattiva gestione e qualità del credito, concesso sempre e soltanto ai soliti noti.”

Sileoni ricorda poi l’importanza di difendere il Fondo Esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria: “Uno strumento fondamentale, unico nel suo genere, che permette il ricambio generazionale all’interno dei gruppi e la gestione dei prepensionamenti senza grossi traumi”.

Il Segretario Generale della FABI conclude con un invito ad una massiccia partecipazione allo sciopero del 31 ottobre: “Dobbiamo sensibilizzare la categoria ad un’adesione unanime. Il fallimento dello sciopero significherebbe, per noi, l’inizio della fine”.

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