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ABI, SILEONI: “CONTRATTO NAZIONALE NON SI TOCCA” – TUTTA LA STAMPA

di Redazione

La FABI rispedisce al mittente la proposta di Abi di trasferire argomenti di pertinenza del contratto nazionale alla contrattazione aziendale. La trattativa proseguirà il 29 ottobre, il 5, il 6 e il 13 novembre. Sileoni: “Vogliamo il rinnovo al più presto”

 

“Riteniamo inaccettabile la proposta, avanzata oggi dal Presidente del Comitato affari sindacali e lavoro dell’Abi, Alessandro Profumo, di trasferire argomenti di pertinenza del contratto nazionale alla contrattazione aziendale, in cambio di una generica disponibilità a riconoscere quanto dovuto ai lavoratori in base all’andamento dell’inflazione”.

Così Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, ha commentato l’incontro che si è svolto oggi a Roma, nell’ambito della trattativa di rinnovo del contratto nazionale che riguarda circa 309mila lavoratori del credito.

“Non si può accettare uno scambio preventivo tra recupero dell’inflazione e trasferimento delle competenze del contratto nazionale a quello aziendale, perché ciò significa snaturare il contratto nazionale e non garantire economicamente e normativamente tutti i lavoratori del settore, con l’obiettivo delle banche di diversificare i trattamenti economici da un istituto all’altro.

Pertanto vogliamo conoscere nei prossimi giorni la posizione di Abi su ogni singola richiesta presente nella nostra piattaforma contrattuale, riservandoci una valutazione politica soltanto quando le banche avranno scoperto tutte le loro carte. La strada resta in salita e il tempo diminuisce: vogliamo al più presto un nuovo contratto per i bancari”, ha detto Sileoni.

Durante il confronto con i sindacati, Profumo ha dichiarato che alcune componenti economiche del contratto sono completamente da rivedere al fine di non avere elementi di automatismo, come ad esempio agli scatti d’anzianità, e che l’Abi non ha intenzione di accettare le dinamiche automatiche del costo del lavoro, ribadendo di essere intenzionata a puntare sulla contrattazione di secondo livello a scapito di quella nazionale, oltre a sottolineare che l’occupazione del settore scenderà in modo consistente nel prossimo futuro, anche alla luce delle possibili nuove aggregazioni.

Al termine della riunione, l’Abi ha comunque manifestato la sua disponibilità a dare una risposta a tutte le questioni sollevate dal sindacato, nella prossima riunione del 29 ottobre, alla quale seguiranno altri tre incontri: il 5, il 6 e 13 novembre.

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MF-MILANO FINANZA, martedì 28 ott 2014

No dei sindacati alla proposta economica dell’Abi

di Antonio Satta

Mentre a Milano i titoli di Mps venivano sospesi dalle contrattazioni di Piazza Affari per eccesso di ribasso, Alessandro Profumo, in qualità di capo delegazione dei banchieri, affrontava i sindacati a Roma per discutere del rinnovo del contratto nazionale. E non è stata una riunione semplice, perché, come del resto l’Abi sostiene da tempo, Profumo ha chiarito ieri che la situazione economica del Paese e delle banche italiane «non consente alcuna dinamica del costo del lavoro». In altre parole significa che non c’è spazio per aumenti contrattuali. Quello che la delegazione Abi è disposta a concedere è l’adeguamento degli attuali livelli retributivi all’inflazione. Secondo quanto hanno riferito le fonti sindacali, per Profumo alcune componenti economiche del contratto sarebbero completamente da rivedere per eliminare gli elementi di automatismo, come ad esempio gli scatti d’anzianità. Ma sono più in generale le dinamiche automatiche del costo del lavoro che l’Abi vuole rimettere in discussione, puntando piuttosto sulla contrattazione di secondo livello, mentre il contratto nazionale servirebbe solo a dare la cornice generale e a fissare i livelli di retribuzione base. Le parti variabili, invece, verrebbero legate alla produttività e retribuite secondo gli accordi aziendali. Profumo avrebbe anche sottolineato che molto probabilmente nei prossimi mesi si aprirà una nuova stagione di aggregazioni, e quindi anche l’occupazione del settore potrebbe scendere in modo consistente. Secca la risposta dei sindacati, sia la Fabi che la Fisac Cgil hanno respinto la proposta di Profumo. «Non si può accettare uno scambio preventivo tra recupero dell’inflazione e trasferimento delle competenze del contratto nazionale a quello aziendale», sostiene infatti il segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni, aggiungendo che ciò significherebbe «snaturare il contratto nazionale e non garantire economicamente e normativamente tutti i lavoratori del settore». Per Sileoni, l’obiettivo delle banche è quello di «diversificare i trattamenti economici da un istituto all’altro».

A questo punto la delegazione Abi si è impegnata a portare al nuovo incontro di domani un documento che risponda alle varie questioni sollevate dal sindacato, una sorta, insomma, di contro piattaforma, mentre parallelamente stanno proseguendo i lavori dei due tavoli tecnici su area contrattuale e inquadramento. (riproduzione riservata)

 

IL SOLE 24 ORE, martedì 28 ottobre 2014

Credito. Per Abi impossibili dinamiche sul costo del lavoro, domani le risposte alla piattaforma dei lavoratori «No a scambi su scatti e Tfr» I sindacati: l’inflazione non si può legare agli assetti contrattuali

Cristina Casadei

Le proposte di Abi per il rinnovo del contratto dei 309mila bancari saranno chiarite già doamni quando il presidente del Casl di Abi, Alessandro Profumo, darà ai sindacati un risposta, puntuale, sulla loro piattaforma. Dopo un primo irrigidimento, questa disponibilità ieri ha consentito il proseguimento del negoziato e l’apertura dei cosiddetti cantieri: uno dedicato agli inquadramenti e l’altro all’area contrattuale. Il documento di risposta che Abi sta preparando, però, non permetterà una dinamica del costo del lavoro, ha anticipato Profumo.

All’indomani degli stress test, Abi e i sindacati hanno affrontato gli assetti contrattuali e la parte economica, ma dopo che Profumo ha chiesto di iniziare il negoziato dal primo tema, visto che sulla parte economica non ci sono spazi negoziali, i sindacati si sono irrigiditi e hanno chiesto il documento di risposta. I banchieri non sarebbero indisponibili a ragionare di inflazione, a patto che si leghi il ragionamento al perimetro contrattuale, quindi alle competenze del contratto nazionale e del secondo livello e all’abbattimento dei costi del lavoro automatici come per esempio quelli derivanti dagli scatti di anzianità o dal calcolo del Tfr. Senza però precisare che cosa includerebbero nel loro calcolo.

«Riteniamo inaccettabile la proposta, avanzata da Profumo, di trasferire argomenti del contratto nazionale alla contrattazione aziendale, in cambio di una generica disponibilità a riconoscere quanto dovuto ai lavoratori in base all’andamento dell’inflazione», dichiara Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. Per i sindacati la richiesta suona come «uno scambio preventivo tra recupero dell’inflazione e trasferimento delle competenze del contratto nazionale a quello aziendale», spiega Sileoni e «ciò significa snaturare il contratto nazionale e non garantire economicamente e normativamente tutti i lavoratori, con l’obiettivo delle banche di diversificare i trattamenti economici da una banca all’altra», aggiunge. Giulio Romani, segretario generale della Fiba Cisl dice di «essere il primo a dire che bisognerebbe riqualificare l’idea di produttività e spingere affinché il salario sia agganciato alla produttività, ma bisogna immaginare un sistema che tuteli chi lavora più degli altri e viene defraudato da qualche abile truffatore. Tutte le banche che hanno avuto problemi con gli stress test hanno ereditato situazioni di gestione discutibile e questo problema va risolto». Per Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil, i sindacati «hanno fatto molto bene a stoppare sul nascere un’idea di scambio improprio tra livelli contrattuali e questioni economiche e del potere d’acquisto. Per questo sarà utile e necessario un negoziato a tutto campo sapendo che noi abbiamo la piattaforma come riferimento e l’Abi deve rispondere su tutte le questioni». «La centralità del contratto nazionale non può essere messa in discussione – conclude il segretario generale Uilca, Massimo Masi –, mentre siamo disponibili ad incrementare la contrattazione aziendale purchè inserita nei contratti integrativi aziendali».© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

LA REPUBBLICA, martedì 28 ottobre 2014

Cessioni o fusione, 15 giorni per decidere

VITTORIA PULEDDA

«Noi siamo pronti a fare di tutto per far sì che il sistema economico funzioni, ma sono convinto che Mps e Carige troveranno le risposte da dare. La vicenda sarà affrontata con determinazione senza pensare che il problema sia irrisolvibile». Così Matteo Renzi, che aggiunge, intervenuto alla trasmissione Otto e mezzo: «È evidente che il sistema bancario ha superato l’ esame e dimostra che c’ è una forza e una solidità su cui non tutti avrebbero scommesso». Intanto a Siena si lavora alacremente, nonostante la doccia fredda della Borsa che è costata a Mps oltre un quinto della capitalizzazione (c’ è anche stato un errore sul sito della Bce, poi corretto). La banca è ferma a quanto già comunicato: l’ indicazione degli advisor (Citi e Ubs) per farsi aiutare nella scelta dei “rimedi” per trovare i 2, 1 miliardi che mancano. Tutte le scelte strategiche sono aperte, fusione con altri gruppi compresa, anche se forse per questa ipotesi mancano i tempi tecnici (la soluzione va trovata in due settimane dall’ annuncio di Francoforte). E’ probabile che si tenti di evitare un nuovo aumento di capitale, o quanto meno si cerchi di farlo di un importo più basso. La fantas ia finanziaria è al lavoro. Ieri Mediobanca Securities ha proposto un mix di 5 interventi per azzerare lo shortfall (mancanza di capitale). Si va dallo slittamento del rimborso degli 800 milioni residui di Monti Bond, alla riduzione del 10% degli asset ponderati per il rischio, alla vendita del credito al consumo e del leasing. Alcune misure sono molto tecniche, per altre si tratta di trovare un compratore (ad esempio, un compratore per credito al consumo e leasing). Stesso discorso per la cessione di sportelli – di cui qualcuno sul mercato si interroga – e magari di un’ intera rete (l’ ex Antonveneta?): ma ci sarà tempo e soprattutto ci sarà interesse, in questa fase? Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, a proposito della possibile vendita di asset Mps (e di Carige) è stato secco: «No, non siamo interessati». Ha tagliato corto a ipotesi di fusione anche Victor Massiah, ad di Ubi. Un’ altra ipotesi potrebbe essere una bad bank interna, magari con la “dote” del Monti bond, ma servono altri investitori. Ogni ipotesi si scontra con la fase di mercato (che sconsiglia anche l’ emissione di un bond ibrido) e con lo scarso tempo a disposizione. Preoccupati i sindacati, che hanno chiesto un incontro urgente: «Vogliamo capire quali saranno le contromisure – dice Lando Sileoni, segretario generale Fabi – è imprescindibile che la banca trovi le risorse mantenendo gli attuali livelli occupazionali». Tra l’ altro, per Mps le tegole non sono finite: la banca dovrà presentare anche alla Commissione Ue un nuovo piano di riassetto – negli stessi tempi di Francoforte – ormai diverso rispetto a quello autorizzato nel 2013.

 

LA NAZIONE/SIENA, martedì 28 ottobre 2014

LE REAZIONI I SINDACATI CHIEDONO UN INCONTRO CON L’ AD VIOLA “Subito un confronto inderogabile”

APERTURA di un «confronto inderogabile» sulle prospettive strategiche e sui progetti di modifica del piano di ristrutturazione e del piano industriale di Mps. A chiederlo i sindacati Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl e Uilca all’ indomani degli esiti degli stress test e dopo l’ incontro tenutosi ieri mattina con la responsabile delle risorse umane di Rocca Salimbeni Ilaria Dalla Riva (nella foto). I sindacati sottolineano in una nota che tale incontro «non potrà che svolgersi alla presenza dell’ ad Fabrizio Viola». «L’ Azienda non può sottrarsi a tale necessità» evidenziano ancora le sigle sindacali che affermano come il confronto sia «una dovuta assunzione di responsabilità nei confronti dei lavoratori che quotidianamente, in una situazione di forti pressioni, in presenza di decurtazioni salariali molto significative ed in assenza, tra l’ altro, di risposte sull’ entità delle retribuzioni dei top manager, svolgono la loro opera con professionalitaà e passione». I sindacati chiedono inoltre all’ azienda «di fornire tempestivamente ai colleghi impegnati nella relazione con la clientela ogni supporto ed ogni informazione utile a svolgere tale compito nella maniera più adeguata». «Chi dirige l’ azienda — concludono — prenda atto che la gestione autoritaria ed autoreferenziale ha prodotto solo effetti negativi sotto il profilo organizzativo, di clima intern o e soprattutto di risultati».

 

L’ECO DI BERGAMO, martedì 28 ottobre 2014

Contratto bancari: no dei sindacati a Profumo sui contratti

ROMA – La via della trattativa fra sindacati e Abi sul rinnovo del contratto rimane stretta con le organizzazioni che hanno rispedito al mittente una prima proposta del presidente del Comitato affari dell’ Abi Alessandro Profumo che verrà comunque dettagliata mercoledì. Il presidente di Mps, nell’ incontro con i rappresentanti, ha rilevato di non poter concedere, visto il contesto, un incremento delle dinamiche salariali prospettando così una sorta di ‘scambiò tra recupero dell’ inflazione e trasferimento delle competenze fra contratto nazionale e quello aziendale. L’ Abi punterebbe così a far rimanere il contratto nazionale referente per dare linee guida che vengano poi “calate” nelle singole realtà aziendali le quali mostrano andamenti e prospettive molto diverse fra loro. Dai sindacati arriva un fuoco di fila. «Riteniamo inaccettabile la proposta, avanzata oggi dal presidente del comitato affari sindacali e lavoro dell’ Abi, Alessandro Profumo – spiege Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi – di trasferire argomenti di pertinenza del contratto nazionale alla contrattazione aziendale, in cambio di una generica disponibilità a riconoscere quanto dovuto ai lavoratori in base all’ andamento dell’ inflazione». «Se Abi davvero vuol rinnovare un contratto – aggiunge Masi della Uilca – deve trovare punti di contatto fra la piattaforma approvata dalla lavoratrici e dai lavoratori e i reali bisogni delle imprese bancarie».

GIORNALE DI BRESCIA, martedì 28 ottobre 2014

Contratto bancari, no alla proposta Profumo Fabi, Fisac e Fiba contro il trasferimento di competenze dal nazionale

Continua la trattativa tra sindacati e Abi per il rinnovo del contratto nazionale dei bancari. Le parti hanno creato un tavolo principale e due gruppi di lavoro che si sono riuniti ieri e si riuniranno nuovamente il prossimo 29 ottobre. I lavori, secondo quanto stabilito dovranno terminare entro il 20 novembre. Nell’ incontro di ieri da segnalare la proposta di Alessandro Profumo, di trasferire argomenti di pertinenza del contratto nazionale alla contrattazione aziendale, in cambio di una generica disponibilit à a riconoscere quanto dovuto ai lavoratori in base all’ andamento dell’ inflazione. Sul tema sono state molto critiche tutte le sigle sindacali. « Riteniamo inaccettabile la proposta di Profumo – dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi -. Non si può accettare uno scambio preventivo tra recupero dell’ inflazione e trasferimento delle competenze del contratto nazionale a quello aziendale perch é ci ò significa snaturare il contratto nazionale e non garantire economicamente e normativamente tutti i lavoratori del settore ». Per il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale « quella avanzata da Profumo è una proposta che abbiamo rispedito al mittente in quanto realizza uno scambio improprio tra compiti, argomenti e ruolo di maggior rafforzamento della contrattazione di secondo livello, a scapito del contratto nazionale ». Un «no allo scambio tra inflazione e trasferimento di competenze dal contratto nazionale ai contratti aziendali » arriva anche da Giulio Romani, segretario generale della Fiba Cisl: « Abbiamo una piattaforma, approvata dai lavoratori – precisa – ed esigiamo delle risposte sui singoli punti di questa.

 

LINKSICILIA, martedì 28 ottobre 2014

Contratto nazionale bancari: non c’è ancora intesa tra Abi e sindacati – 

PER L’ASSOCIAZIONE BANCARIA NAZIONALE L’OCCUPAZIONE SCENDERA’ PER VIA DELLE AGGREGAZIONI TRA BANCHE “Riteniamo inaccettabile la proposta, avanzata dal Presidente del Comitato Affari Sindacali e Lavoro dell’ABI, Alessandro Profumo, di trasferire argomenti di pertinenza del Contratto Nazionale alla contrattazione aziendale, in cambio di una generica disponibilità a riconoscere quanto alessandro profumodovuto ai lavoratori in base all’andamento dell’inflazione”.

Così Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI, ha commentato l’incontro che si è svolto ieri a Roma, nell’ambito della trattativa di rinnovo del Contratto Nazionale che riguarda circa 309 mila lavoratori del credito.

“Non si può accettare – ha aggiunto il Segretario generale della FABI – uno scambio preventivo tra recupero dell’inflazione e trasferimento delle competenze del Contratto Nazionale a quello aziendale, perché ciò significa snaturare il Contratto Nazionale e non garantire economicamente e normativamente tutti i lavoratori del settore, con l’obiettivo delle banche di diversificare i trattamenti economici da un istituto all’altro”. “Pertanto ha detto ancora Sileoni – vogliamo conoscere nei prossimi giorni lando maria sileoni la posizione di ABI su ogni singola richiesta presente nella nostra piattaforma contrattuale, riservandoci una valutazione politica soltanto quando le banche avranno scoperto tutte le loro carte. La strada resta in salita e il tempo diminuisce: vogliamo al più presto un nuovo contratto per i bancari”. Durante il confronto con i sindacati, Profumo ha dichiarato che alcune componenti economiche del Contratto sono completamente da rivedere al fine di non avere elementi di automatismo, come ad esempio agli scatti d’anzianità.

L’ABI (Associazione Bancaria Italiana) non ha intenzione di accettare le dinamiche automatiche del costo del lavoro, ribadendo di essere intenzionata a puntare sulla contrattazione di secondo livello a scapito di quella nazionale, oltre a sottolineare che l’occupazione del settore scenderà in modo consistente nel prossimo futuro, anche alla luce delle possibili nuove aggregazioni tra le banche. Al termine della riunione, l’ABI ha comunque manifestato la sua disponibilità a dare una risposta a tutte le questioni sollevate dal sindacato, nella prossima riunione prevista domani, 29 ottobre, alla quale seguiranno altri tre incontri: il 5, il 6 e 13 novembre.

 

Adnkronos/Labitalia, lunedì 27 ottobre 2014

Roma, 27 ott. (Adnkronos/Labitalia) – ”Riteniamo inaccettabile la proposta, avanzata oggi dal presidente del Comitato affari sindacali e lavoro dell’Abi, Alessandro Profumo, di trasferire argomenti di pertinenza del contratto nazionale alla contrattazione aziendale, in cambio di una generica disponibilità riconoscere quanto dovuto ai lavoratori in base all’andamento dell’inflazione”. Così Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, a margine dell’incontro che si è svolto oggi a Roma nell’ambito della trattativa di rinnovo del contratto nazionale che riguarda circa 309mila lavoratori del credito.

”Non si può accettare uno scambio preventivo tra recupero dell’inflazione e trasferimento delle competenze del contratto nazionale a quello aziendale -spiega Sileoni- perché ciò significa snaturare il contratto nazionale e non garantire economicamente e normativamente tutti i lavoratori del settore, con l’obiettivo delle banche di diversificare i trattamenti economici da una banca all’altra”.

“Pertanto vogliamo conoscere nei prossimi giorni la posizione di Abi su ogni singola richieste presente nella nostra piattaforma contrattuale, riservandoci una valutazione politica soltanto quando le banche avranno scoperto tutte le loro carte. La strada resta in salita e il tempo diminuisce: vogliamo al più presto un nuovo contratto per i bancari”, conclude il leader della Fabi. (Map/

 

TMNEWS, lunedì 27 ottobre 2014 – 16:35

Banche, Fabi: da Abi proposta inaccettabile su rinnovo contratto

Banche, Fabi: da Abi proposta inaccettabile su rinnovo contratto Banche, Fabi: da Abi proposta inaccettabile su rinnovo contratto “No a trasferire elementi contratto nazionale a quello aziendale” Roma, 27 ott. (TMNews) – La Fabi respinge la nuova proposta dell’Abi nella trattativa con i sindacati sul rinnovo contrattuale. “Riteniamo inaccettabile – afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – la proposta, avanzata dal presidente del comitato affari sindacali dell’Abi Alessandro Profumo, di trasferire argomenti di pertinenza del contratto nazionale alla contrattazione aziendale, in cambio di una generica disponibilità riconoscere quanto dovuto ai lavoratori in base all’andamento dell’inflazione”. “Non si può accettare – spiega Sileoni – uno scambio preventivo tra recupero dell’inflazione e trasferimento delle competenze del contratto nazionale a quello aziendale, perchè ciò significa snaturare il contratto nazionale e non garantire economicamente e normativamente tutti i lavoratori del settore, con l’obiettivo delle banche di diversificare i trattamenti economici da una banca all’altra”. “Pertanto – aggiunge il sindacalista – vogliamo conoscere nei prossimi giorni la posizione dell’Abi su ogni singola richiesta presente nella nostra piattaforma contrattuale, riservandoci una valutazione politica soltanto quando le banche avranno scoperto tutte le carte. La strada resta in salita e il tempo diminuisce: vogliamo al più presto un nuovo contratto per i bancari”. Glv

RADIOCOR, lunedì 27 ottobre 2014 16:21:48 16:21 

Banche: Fabi,inaccettabile scambio temi da contratto nazionale a aziendale – “Abi chiarisca la sua posizione su ogni richiesta”

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 27 ott – “Riteniamo inaccettabile la proposta, avanzata oggi dal presidente del Comitato affari sindacali e lavoro dell’Abi, Alessandro Profumo, di trasferire argomenti di pertinenza del contratto nazionale alla contrattazione aziendale, in cambio di una generica disponibilita’ a riconoscere quanto dovuto ai lavoratori in base all’andamento dell’inflazione”. Lo ha affermato Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, a margine dell’incontro che si e’ svolto oggi a Roma nell’ambito della trattativa di rinnovo del contratto nazionale che riguarda circa 309mila lavoratori del credito. Sileoni ha chiesto all’Abi “di chiarire la sua posizione su ogni singola richiesta presente nella nostra piattaforma contrattuale”. Com-Ale ( (0528) 5 NNNN

ANSA – ROMA, lunedì 27 ottobre 2014

Banche: Sileoni (Fabi) no a proposta Profumo su contratto – Inaccettabile trasferimento elementi ad aziendale

“Riteniamo inaccettabile la proposta, avanzata oggi dal presidente del comitato affari sindacali e lavoro dell’Abi, Alessandro Profumo, di trasferire argomenti di pertinenza del contratto nazionale alla contrattazione aziendale, in cambio di una generica disponibilità a riconoscere quanto dovuto ai lavoratori in base all’andamento dell’inflazione”. Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi, sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari, a margine dell’incontro che si è svolto oggi a Roma nell’ambito della trattativa di rinnovo del contratto nazionale che riguarda circa 309mila lavoratori del credito.

“Non si può accettare uno scambio preventivo tra recupero dell’inflazione e trasferimento delle competenze del contratto nazionale a quello aziendale – spiega Sileoni – perché ciò significa snaturare il contratto nazionale e non garantire economicamente e normativamente tutti i lavoratori del settore, con l’obiettivo delle banche di diversificare i trattamenti economici da una banca all’altra. Pertanto vogliamo conoscere nei prossimi giorni la posizione di Abi su ogni singola richieste presente nella nostra piattaforma contrattuale, riservandoci una valutazione politica soltanto quando le banche avranno scoperto tutte le loro carte. La strada resta in salita e il tempo diminuisce: vogliamo al più presto un nuovo contratto per i bancari”. (ANSA).

da RADIOCOR via BORSA ITALIANA, lunedì 27 ottobre 14 16:31:05

Banche: Fabi,inaccettabile scambio temi da contratto nazionale a aziendale -2- (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 27 ott – “Non si puo’ accettare uno scambio preventivo tra recupero dell’inflazione e trasferimento delle competenze del contratto nazionale a quello aziendale – sottolinea Sileoni – perché ciò significa snaturare il contratto nazionale e non garantire economicamente e normativamente tutti i lavoratori del settore, con l’obiettivo delle banche di diversificare i trattamenti economici da una banca all’altra”. Pertanto, precisa il leader Fabi, “vogliamo conoscere nei prossimi giorni la posizione di Abi su ogni singola richieste presente nella nostra piattaforma contrattuale, riservandoci una valutazione politica soltanto quando le banche avranno scoperto tutte le loro carte. La strada resta in salita e il tempo diminuisce: vogliamo al piu’ presto un nuovo contratto per i bancari”, conclude. com-red (RADIOCOR) 27-10-14 16:31:05

da TMNEWS via WALL STREET ITALIA, lunedì 27 ottobre 2014| Ora 16:35

Banche, Fabi: da Abi proposta inaccettabile su rinnovo contratto “No a trasferire elementi contratto nazionale a quello aziendale”

Roma, 27 ott. (TMNews) – La Fabi respinge la nuova proposta dell’Abi nella trattativa con i sindacati sul rinnovo contrattuale. “Riteniamo inaccettabile – afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – la proposta, avanzata dal presidente del comitato affari sindacali dell’Abi Alessandro Profumo, di trasferire argomenti di pertinenza del contratto nazionale alla contrattazione aziendale, in cambio di una generica disponibilità riconoscere quanto dovuto ai lavoratori in base all’andamento dell’inflazione”. “Non si può accettare – spiega Sileoni – uno scambio preventivo tra recupero dell’inflazione e trasferimento delle competenze del contratto nazionale a quello aziendale, perchè ciò significa snaturare il contratto nazionale e non garantire economicamente e normativamente tutti i lavoratori del settore, con l’obiettivo delle banche di diversificare i trattamenti economici da una banca all’altra”. “Pertanto – aggiunge il sindacalista – vogliamo conoscere nei prossimi giorni la posizione dell’Abi su ogni singola richiesta presente nella nostra piattaforma contrattuale, riservandoci una valutazione politica soltanto quando le banche avranno scoperto tutte le carte. La strada resta in salita e il tempo diminuisce: vogliamo al più presto un nuovo contratto per i bancari”.

 

 

 

 

 

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