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CONTRATTO, TRE MESI DI TEMPO IN PIÙ PER TRATTARE

di Redazione

Il Comitato esecutivo di Abi ha confermato la disdetta del contratto nazionale al 31 dicembre, pur facendone slittare la disapplicazione al 31 marzo. Ribadita la linea dura su scatti e tfr. Sileoni: “Trattative rotte per colpa dei banchieri”

Il Comitato esecutivo dell’Abi, riunito oggi a Milano, ha confermato che il contratto nazionale dei lavoratori bancari sarà disdettato dal 31 dicembre, pur facendone slittare la disapplicazione al 31 marzo. Ciò significa che le parti hanno tre mesi di tempo in più per trattare sul rinnovo contrattuale.

I banchieri hanno, inoltre, ribadito la linea “dura” già espressa dal Presidente del Comitato affari sindacali e lavoro di Abi, Alessandro Profumo, sul blocco del tfr e degli scatti d’anzianità, sottolineando che la rottura delle trattative, avvenuta il 25 novembre, è stata determinata dalle organizzazioni sindacali.

Una posizione, questa, duramente stigmatizzata dal leader della FABI, Lando Maria Sileoni.

“È politicamente scorretto e ingiusto affermare, come ha dichiarato oggi il Comitato esecutivo dell’Abi, che la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei bancari si è interrotta per decisione dei sindacati”, ha ribattuto Sileoni.

“L’Abi ha paura di prendersi, di fronte alla classe politica e all’opinione pubblica, la responsabilità di una rottura a causa di posizioni esasperate e intransigenti rispetto ad esempio al tfr, agli scatti d’anzianità e alla stabilità occupazionale dei 309mila addetti del settore e alle politiche occupazionali giovanili.

La verità, dal nostro punto di vista, è che la rivendicazione delle banche è tutta di carattere politico e la ventilata riduzione dei costi rappresenta esclusivamente un alibi per ottenere, invece, la destrutturazione del contratto nazionale e della busta paga dei dipendenti.

A breve inizieranno le assemblee dei lavoratori, che sicuramente capiranno i pericoli di quest’ attacco ai loro diritti senza precedenti nella storia delle relazioni sindacali di settore”, ha concluso il leader della FABI.

 

 

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