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CONTRATTO, È SCONTRO SUGLI INQUADRAMENTI – L'ALLARME DI SILEONI SULLA STAMPA

di Redazione

MF-MILANO FINANZA, venerdì 6 marzo 2015

Bancari inquadrati in soli 6 livelli – La trattativa per il contratto è sempre più in salita e i rappresentanti dei lavoratori non escludono nuovi scioperi e ricorsi legali se le banche vorranno cancellare i vecchi accordi dopo il 31 marzo

di Mauro Romano

La riunione di ieri tra sindacati e Abi per il rinnovo del contratto dei bancari non ha fatto altro che marcare la distanza che ancora separa le parti. L’associazione delle banche, come peraltro aveva annunciato più volte, ha presentato la proposta per ridurre i livelli degli inquadramenti interni da 13 a 6; una razionalizzazione il cui obiettivo implicito è la riduzione del costo del lavoro.

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Da anni le banche infatti lamentano che oltre la metà dei dipendenti è inquadrato ai livelli più alti, al contrario di quanto succede in altri settori produttivi. Come si vede nella tabella pubblicata in pagina, la proposta dell’Abi prevede di dividere gli inquadramenti in tre aree: manageriale, operativa ed esecutiva, ognuna delle quali a sua volta comprenderà solo due livelli d’inquadramento. In questo modo gli attuali quattro livelli direttivi saranno assorbiti nei due nuovi livelli manageriali e lo stesso succederà nelle altre aree. La retribuzione base dei nuovi livelli sarà in media più bassa di quella attuale (come emerge dalla stessa tabella), ma ovviamente chi ora guadagna di più continuerà a percepire la stessa cifra. La differenza sarà inserita in una voce ad personam che assorbirà i futuri aumenti. Ma proprio su questo meccanismo si è manifestata la netta contrarietà delle varie sigle sindacali. Per tutti Lando Maria Sileoni, il segretario della Fabi, ha fatto notare che in questo modo le banche otterrebbero di cancellare sotto altra forma il sistema di crescita dinamica del costo del lavoro. Le banche infatti si sono proposte fin dall’inizio della trattativa di raggiungere l’obiettivo bloccando gli scatti e la rivalutazione del Tfr, ossia i due meccanismi di adeguamento automatico della retribuzione. Con i nuovi livelli d’inquadramento il risultato verrebbe comunque raggiunto perché gli scatti verrebbero calcolati sulla retribuzione base più bassa, ma gli aumenti conseguenti sarebbero inevitabilmente assorbiti dal bonus personale, il cui valore complessivo continuerebbe a decrescere fino a che la nuova busta paga non raggiunga l’ammontare di quella precedente.

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Sempre l’Abi propone di stabilire con il contratto nazionale i nuovi livelli retributivi, lasciando però alla contrattazione aziendale la definizione dei profili professionali. Ma questo è un altro punto respinto dai sindacati, che hanno rilanciato ricordando che negli ultimi 14 anni i lavoratori bancari hanno perso mediamente 810 euro in termini di potere d’acquisto, mentre i manager al vertice degli istituti avrebbero incrementato notevolmente i loro guadagni. Secondo una ricerca della Filca Cgil, infatti, gli amministratori delegati dei primi cinque grandi gruppi bancari italiani avrebbero incrementato i guadagni di 600 mila euro, passando in media dai 3,1 milioni del 2000 ai 3,7 milioni del 2014. Il confronto prosegue quindi su posizioni sempre più divergenti e i sindacati, come ha annunciato Sileoni, si riservano di dare una valutazione complessiva della vertenza contrattuale intorno al 20 marzo, «quando avremo ben chiare le differenze e le distanze tra le parti», I sindacati sono pronti anche a promuovere nuovi scioperi e a far partire le vertenze legali in ogni gruppo se l’Abi dovesse disapplicare il vecchio contratto dopo il termine fissato per il 31 marzo. Così il capo delegazione dell’Abi, Alessandro Profumo, che si è detto preoccupato per il futuro del sistema bancario italiano se dovessero permanere gli attuali costi, ha risposto il segretario della Uilca Massimo Masi dicendo che non è minore la preoccupazione dei lavoratori che stanno «pagando la crisi e le scelte sbagliate» del top management, mentre il segretario della Filca Cgil, Agostino Megale, ha messo in guardia «quella parte di banchieri che punta a far fallire la trattativa per il rinnovo del contratto per determinare la deregulation contrattuale del settore». (riproduzione riservata)

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IL SOLE 24 ORE, venerdì 6 marzo 2015

Abi e sindacati molto distanti – Sileoni (Fabi): «Posizione inconcepibile, non c’è accordo su tutta la linea»

Sul tavolo per il rinnovo del contratto dei 309mila bancari, Abi avanza una proposta di ridefinizione del sistema degli inquadramenti (si veda la tabella a fianco). Secondo i banchieri «con l’obiettivo prioritario di un miglioramento della gestione del personale e il conseguente rafforzamento dell’efficacia organizzativa delle singole banche».

Dalla tabella è chiaro che gli inquadramenti passerebbero da 13 a 6 e per quelli accorpati si terrà buono lo stipendio del livello più basso. Con relativa conversione della fungibilità delle mansioni e demandi alla contrattazione aziendale. I banchieri non chiariscono quale sarebbe, per le banche, il risparmio della proposta e il sindacato, che ragiona in termini di compensazioni, la liquida come inaccettabile. I banchieri, preoccupati dell’andamento del settore, chiedono sacrifici sul fronte della dinamica del costo del lavoro. “Più alta sarà la dinamica” – ha detto al tavolo il capo della delegazione Abi Alessandro Profumo – meno riusciremo a tutelare i livelli occupazionali”.

Il negoziato va avanti ma già al terzo incontro le parti sono ai ferri corti.

Dopo la presentazione Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi ha spiegato che banche e sindacati sono «distanti su tutta la linea». La proposta, per il leader degli autonomi, avrebbe come unico fine quello di «interrompere la crescita dinamica del costo del lavoro. Una posizione inconcepibile per il sindacato». Dati alla mano, negli ultimi 14 anni, ha ricordato Sileoni, «sono cresciuti soltanto gli stipendi dei manager , mentre i lavoratori bancari hanno perso mediamente 810 euro in termini di potere d’acquisto, gli amministratori delegati dei primi 5 gruppi bancari ne hanno guadagnati 600mila in più». La proposta evidenzia «un’ulteriore distanza rispetto alle posizioni politiche di Abi sugli inquadramenti. Abbiamo la certezza che si voglia arrivare a uno scontro, che l’Abi non voglia rinnovare il contratto nazionale, anche perché all’interno dello stesso esecutivo Abi è iniziata la campagna elettorale per la successione di Patuelli, il cui mandato è alla scadenza naturale», sostiene Sileoni.

Secondo il segretario generale della Fiba Cisl Giulio Romani Abi «mira ad ottenere risparmi strutturali di costi attraverso l’appiattimento delle future dinamiche salariali e la riduzione del numero dei livelli. Un simile impianto mortificherebbe la professionalità dei lavoratori, specie per la categoria dei quadri e non risolverebbe affatto nessun problema di flessibilità organizzativa». Per Romani «la trattativa resta carente di un’intesa di fondo su quale sia il progetto di banca per il Paese su cui costruire professionalità e coerenti sistemi retributivi». «A quella parte di banchieri che punta a far fallire la trattativa per determinare la deregulation contrattuale del settore, voglio far sapere, come sottolineato unitariamente da tutto il sindacato, che così facendo andranno a sbattere e non potremo che rilanciare la mobilitazione», dice Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil. Sugli inquadramenti «è stata presentata una proposta irricevibile che punta a forti risparmi ai danni del lavoratori e si muove nella mera logica della compressione del costo del lavoro», continua Megale. C’è una situazione di «stallo – spiega il segretario generale della Uilca, Massimo Masi – in quanto le posizioni restano distanti e c’è bisogno di ulteriori approfondimenti per valutare se esiste, in tempi brevi, la possibilità di trovare un accordo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei

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IL GIORNALE (Ed. Nazionale), venerdì 6 marzo 2015

CONTRATTO DEI BANCARI – Grandi, piccole e straniere fanno tilt al flipper Abi

Rischio tilt sul contratto dei bancari. A scuotere il «flipper» dell’Abi , non ci sono infatti solo la Fabi e i sindacati confederali (Fiba, Fisac Uilca), ma almeno tre diversi blocchi di interesse interni alle stesse banche. Da un lato i piccoli istituti, molto intransigenti sul costo del lavoro e di cui sono alfieri Camillo Venesio e Maurizio Sella; dall’altro le estere (Bnp – Bnl, Agricole – Cariparma e Db) che vorrebbero invece mano libera sulle aree contrattuali. Quindi i «niet» di Intesa (che mostrerebbe i pugni sull’inflazione) e di Unicredit (dura sugli inquadramenti). Il capo trattativa Alessandro Profumo e i sindacati hanno tempo fino al 31 marzo, poi la categoria sarà senza contratto.

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LIBERTÀ, venerdì 6 marzo 2015

Si avvicina la scadenza del 31 marzo oltre la quale scatterà la disapplicazione Contratto bancari ancora in salita Trattativa difficile, resta il disaccordo tra sindacati e Abi

Resta difficile la trattativa sul rinnovo del contratto fra sindacati e Abi sebbene sussistano margini di accordo e qualche progresso mentre si avvicina la scadenza del 31 marzo oltre la quale scatterà la disapplicazione. Una decisione verrà comunque presa attorno al 20 quando le organizzazioni sindacali faranno il punto. Nell’incontro incontro di ieri le parti, dopo la schiarita della riunione precedente, si sono trovate nuovamente molto distanti fra loro sul tema degli inquadramenti. Da un lato i sindacati denunciano il prevalere in Abi della frangia più estremista costituita da alcuni piccoli istituti e dai gruppi stranieri che mira solo a ridurre il costo del lavoro in maniera strutturale riducendo gli inquadramenti «schiacciandoli» nella parte più bassa. Tutto allo scopo, attacca il segretario Fiba Giulio Romani, di creare una categoria di lavoratori laureati e diplomati ma pagati in maniera modesta riducendo la forbice delle retribuzioni dai 1792 del primo livello a un massimo dei 3552 dell’area area manageriale (ora quadro direttivo) a fronte degli attuali 1792- 4185 euro. Un atteggiamento che il segretario Fabi Lando Sileoni attribuisce al prevalere, all’interno interno delle banche, di posizioni integraliste e ottuse e della partenza «nell’ esecutivo Abi della campagna elettorale per la successione di Antonio Patuelli, il cui mandato a presidente dell’associazione associazione è alla scadenza naturale». Da parte sua l’Abi Abi, per voce del presidente del Cals Alessandro Profumo che guida la trattativa, ha sottolineato ancora una volta la difficile situazione del settore e gli ancora piccoli spiragli di ripresa dell’economia economia. Con una redditività scarsa affrontare i prossimi anni con un costo del lavoro rigido rischierebbe di avere effetti anche sulla tenuta dell’occupazione occupazione. Quella presentata oggi quindi, spiegano da Palazzo Altieri, è una «ridefinizione del sistema degli inquadramenti con l’obiettivo obiettivo prioritario di un miglioramento della gestione del personale e il conseguente rafforzamento dell’efficacia efficacia organizzativa delle singole banche». Non è scontato comunque che i nuovi inquadramenti siano applicati a tutti e non piuttosto ai solo nuovi ingressi. La via è stretta quindi e si vedrà se nei prossimi incontri del 10 e del 13 le parti riusciranno a riavvicinare le posizioni, che già peraltro hanno compiuto molta strada rispetto alle primissime fasi. Il rischio è la disapplicazione del contratto e un possibile intervento del governo dagli esiti incerti.

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ITALIA OGGI, venerdì 6 marzo 2015

Vertice il 13 – Bancari: scontro sul contratto

Sul rinnovo del contratto dei bancari «siamo lontani anni luce, c’è una differenza importantissima a livello economico e a livello normativo. Sul tema occupazionale non vogliono prendersi impegni». Lo ha dichiarato Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, al termine del tavolo di ieri tra Abi e sindacati. Se non si riuscirà a portare a casa il rinnovo del contratto entro il 31 marzo, «ci saranno vertenze legali, scenderemo in piazza, ci saranno altri scioperi». I punti caldi sul tavolo, ha ricordato Sileoni, rimangono «la questione economica, il recupero dell’inflazione, il mantenimento dell’area contrattuale, la riforma degli inquadramenti». Secondo il segretario generale della Fiba-Cisl, Giulio Romani, «ci hanno detto che non sono in grado di sapere quello che faranno domani. C’è un sistema bancario che dichiara pubblicamente che non è in grado di progettare quale futuro avrà per il paese». «Vogliamo vedere il 13 marzo a che punto si arriva. Se non ci dovesse essere un cambio radicale da parte delle controparti non saremo più disposti a proseguire», ha concluso Romani. © 

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MILANO FINANZA NEWS, giovedì 5 marzo 2015 – 16.00

Banche, Fabi: ulteriore distanza con Abi sugli inquadramenti

“L’incontro di oggi in Abi ha evidenziato un’ulteriore distanza rispetto alle posizioni politiche di Abi sugli inquadramenti. Abbiamo la certezza che si voglia arrivare a uno scontro, che l’Abi non voglia rinnovare il contratto nazionale, anche perché all’interno dello stesso esecutivo Abi è iniziata la campagna elettorale per la successione di Patuelli, il cui mandato è alla scadenza naturale”.

Lo ha dichiarato Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, a margine dell’incontro che si è svolto oggi in Abi nell’ambito della trattativa di rinnovo del contratto nazionale dei 309mila lavoratori bancari italiani.

“La categoria è vittima di giochi di potere, d’interessi trasversali che condizionano l’intero esecutivo Abi, dove prevalgono le posizione integraliste e ottuse e di “chi ce l’ha più duro”, ha aggiunto. “Il sindacato”, ha proseguito Sileoni, “si è riservato di dare una valutazione complessiva della vertenza contrattuale intorno al 20 marzo, quando avremo ben chiare le differenze e le distanze tra le parti”. “L’esecutivo Abi ha totalmente fallito nella sua strategia sindacale in quanto, prima che il rinnovo contrattuale, ha come principale obiettivo l’interruzione della crescita dinamica del costo del lavoro, per noi inconcepibile. Su argomenti fondamentali per il settore come il modello di banca, l’area contrattuale, la difesa dell’occupazione, la riforma delle popolari, gli alti stipendi dei manager, le sofferenze bancarie, l’Abi”, ha concluso, “ha latitato nelle risposte, evidenziando l’assenza di una pur minima strategia per uscire, senza traumi, dal difficile momento attuale”.

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RADIOCOR, giovedì 5 marzo 2015 – 16:14

Banche: Sileoni (Fabi), lontani su inquadramenti, esecutivo Abi condizionato (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 05 mar – Le posizioni tra l’Abi e i sindacati al tavolo del rinnovo del contratto nazionale sono distanti anche sulla proposta sugli inquadramenti presentata oggi dai banchieri. E’ l’indicazione che arriva dal segretario generale del sindacato autonomo Fabi, Lando Sileoni, che in una nota denuncia anche alcuni “condizionamenti” all’interno dell’Esecutivo Abi. “Abbiamo la certezza che si voglia arrivare a uno scontro – si legge nella nota della Fabi – che l’Abi non voglia rinnovare il contratto nazionale, anche perché all’interno dello stesso esecutivo Abi e’ iniziata la campagna elettorale per la successione di Patuelli” (in scadenza a luglio 2016, ndr). Secondo Sileoni “l’Esecutivo Abi ha totalmente fallito nella sua strategia sindacale in quanto, prima che il rinnovo contrattuale, ha come principale obiettivo l’interruzione della crescita dinamica del costo del lavoro, per noi inconcepibile”. com-Ggz

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ADNKRONOS, giovedì 5 marzo 2015 – 15:46

BANCHE: FABI, ULTERIORE DISTANZA CON ABI SUGLI INQUADRAMENTI – Sileoni, banchieri vogliono arrivare allo scontro senza rinnovare il contratto nazionale

Roma, 5 mar. (AdnKronos) – ”L’incontro di oggi in Abi ha evidenziato un’ulteriore distanza rispetto alle posizioni politiche di Abi sugli inquadramenti. Abbiamo la certezza che si voglia arrivare a uno scontro, che l’Abi non voglia rinnovare il contratto nazionale, anche perché all’interno dello stesso esecutivo Abi è iniziata la campagna elettorale per la successione di Patuelli, il cui mandato è alla scadenza naturale”. Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi, a margine dell’incontro che si è svolto oggi in Abi nell’ambito della trattativa di r innovo del contratto nazionale dei 309mila lavoratori bancari italiani. ”La categoria è vittima di giochi di potere, d’interessi trasversali che condizionano l’intero esecutivo Abi, dove prevalgono le posizione integraliste e ottuse e di ‘chi ce l’ha più duro”’, continua Sileoni. Il sindacato si è riservato di dare una valutazione complessiva della vertenza contrattuale intorno al 20 marzo, quando avremo ben chiare ledifferenze e le distanze tra le parti. ”L’esecutivo Abi ha totalmente fallito nella sua strategia sindacale in quanto, prima che il rinnovo contrattuale, ha come principale obiettivo l’interruzione della crescita dinamica del costo del lavoro,per noi inconcepibile – continua Sileoni-. Su argomenti fondamentali per il settore come il modello di banca, l’area contrattuale, la difesa dell’occupazione, la riforma delle popolari, gli alti stipendi dei manager, le sofferenze bancarie, l’Abi ha latitato nelle risposte, evidenziando l’assenza di una pur minima strategia per uscire, senza traumi, dal difficile momento attuale”. (Rem/AdnKronos)

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ASCA, giovedì 5 marzo 2015 – 15.35

Banche, Fabi: ulteriore distanza con Abi sugli inquadramenti banchieri vogliono arrivare allo scontro

Roma, 5 mar. (askanews) – “L’incontro di oggi in Abi ha evidenziato un’ulteriore distanza rispetto alle posizioni politiche di Abi sugli inquadramenti. Abbiamo la certezza che si voglia arrivare a uno scontro, che l’Abi non voglia rinnovare il contratto nazionale, anche perché all’interno dello stesso esecutivo Abi è iniziata la campagna elettorale per la successione di Patuelli, il cui mandato è alla scadenza naturale”. Lo ha dichiarato Lando Maria Sileoni, segretario generale della fabi, a margine dell’incontro che si è svolto oggi in Abi nell’ambito della trattativa di r innovo del contratto nazionale dei 309mila lavoratori bancari italiani.”La categoria è vittima di giochi di potere, d’interessi trasversali che condizionano l’intero esecutivo Abi, dove prevalgono le posizione integraliste e ottuse e di “chi ce l’ha più duro”, ha aggiunto. “Il sindacato – ha proseguito Sileoni – si è riservato di dare una valutazione complessiva della vertenza contrattuale intorno al 20 marzo, quando avremo ben chiare le differenze e le distanze tra le parti”.”L’esecutivo Abi ha totalmente fallito nella sua strategia sindacale in quanto, prima che il rinnovo contrattuale, ha come principale obiettivo l’interruzione della crescita dinamica del costo del lavoro, per noi inconcepibile. Su argomenti fondamentali per il settore come il modello di banca, l’area contrattuale, la difesa dell’occupazione, la riforma delle popolari, gli alti stipendi dei manager, le sofferenze bancarie, l’Abi ha latitato nelle risposte, evidenziando l’assenza di una pur minima strategia per uscire, senza traumi, dal difficile momento attuale”

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AGI, giovedì  5 marzo 2015

Bancari: Fabi, su contratto banchieri vogliono arrivare a scontro (AGI) – Roma, 5 mar. – Fumata nera oggi all’incontro per il rinnovo del contratto dei bancari. “L’incontro di oggi in Abi ha evidenziato un’ulteriore distanza rispetto alle posizioni politiche di Abi sugli inquadramenti. Abbiamo la certezza che si voglia arrivare a uno scontro, che l’Abi non voglia rinnovare il contratto nazionale, anche perche’ all’interno dello stesso esecutivo Abi e’ iniziata la campagna elettorale per la successione di Patuelli, il cui mandato e’ alla scadenza naturale”, riferisce Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi. “La categoria e’ vittima di giochi di potere, d’interessi trasversali che condizionano l’intero esecutivo Abi, dove prevalgono le posizione integraliste e ottuse e di “chi ce l’ha piu’ duro”. Il sindacato si e’ riservato di dare una valutazione complessiva della vertenza contrattuale intorno al 20 marzo, “quando avremo ben chiare le differenze e le distanze tra le parti”.(AGI) 

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da TELEBORSA via IL MESSAGGERO, giovedì 05 marzo 2015 – 17:12

Bancari, nuovo flop delle trattative fra ABI e sindacati – Immagine Bancari, nuovo flop delle trattative fra ABI e sindacati

(Teleborsa) – Ancora niente di fatto per il contratto dei bancari. L’ennesimo round di trattative fra l’ABI ed i principali sindacati del settore, fra cui la FABI, ha portato ad un buco nell’acqua. Le trattative, che sono sino iniziate la scorsa estate e coinvolgono ben 309 mila lavoratori del settore, hanno conosciuto vari momenti di tensione nei mesi scorsi e portato anche ad uno sciopero a fine gennaio. Il prossimo round sarà il 13 marzo prossimo. Intanto, il sindacato FABI ha fatto sapere che “l’incontro di oggi in ABI ha evidenziato un’ulteriore distanza rispetto alle posizioni politiche dell’associazione bancaria sugli inquadramenti”. Secondo il Presidende del sindacati Lando Maria Sileoni, si sta cercando di “arrivare ad uno scontro”. © 

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da RADIOCOR via BORSA ITALIANA, giovedì 05 marzo 2015 – 16:14:38

Banche: Sileoni (Fabi), lontani su inquadramenti, esecutivo Abi condizionato

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 05 mar – Le posizioni tra l’Abi e i sindacati al tavolo del rinnovo del contratto nazionale sono distanti anche sulla proposta sugli inquadramenti presentata oggi dai banchieri. E’ l’indicazione che arriva dal segretario generale del sindacato autonomo Fabi, Lando Sileoni, che in una nota denuncia anche alcuni “condizionamenti” all’interno dell’Esecutivo Abi. “Abbiamo la certezza che si voglia arrivare a uno scontro – si legge nella nota della Fabi – che l’Abi non voglia rinnovare il contratto nazionale, anche perche’ all’interno dello stesso esecutivo Abi e’ iniziata la campagna elettorale per la successione di Patuelli” (in scadenza a luglio 2016, ndr). Secondo Sileoni “l’Esecutivo Abi ha totalmente fallito nella sua strategia sindacale in quanto, prima che il rinnovo contrattuale, ha come principale obiettivo l’interruzione della crescita dinamica del costo del lavoro, per noi inconcepibile”. com-Ggz (RADIOCOR) 05-03-15 16:14:38 ————————————————-

ADNKRONOS, giovedì 5 marzo 2015 – 15:46

BANCHE: FABI, ULTERIORE DISTANZA CON ABI SUGLI INQUADRAMENTI Sileoni, banchieri vogliono arrivare allo scontro senza rinnovare il contratto nazionale

Roma, 5 mar. (AdnKronos) – ”L’incontro di oggi in Abi ha evidenziato un’ulteriore distanza rispetto alle posizioni politiche di Abi sugli inquadramenti. Abbiamo la certezza che si voglia arrivare a uno scontro, che l’Abi non voglia rinnovare il contratto nazionale, anche perché all’interno dello stesso esecutivo Abi è iniziata la campagna elettorale per la successione di Patuelli, il cui mandato è alla scadenza naturale”.

Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi, a margine dell’incontro che si è svolto oggi in Abi nell’ambito della trattativa di r innovo del contratto nazionale dei 309mila lavoratori bancari italiani. ”La categoria è vittima di giochi di potere, d’interessi trasversali che condizionano l’intero esecutivo Abi, dove prevalgono le posizione integraliste e ottuse e di ‘chi ce l’ha più duro”’, continua Sileoni. Il sindacato si è riservato di dare una valutazione complessiva della vertenza contrattuale intorno al 20 marzo, quando avremo ben chiare le differenze e le distanze tra le parti. ”L’esecutivo Abi ha totalmente fallito nella sua strategia sindacale in quanto, prima che il rinnovo contrattuale, ha come principale obiettivo l’interruzione della crescita dinamica del costo del lavoro, per noi inconcepibile -continua Sileoni-. Su argomenti fondamentali per il settore come il modello di banca, l’area contrattuale, la difesa dell’occupazione, la riforma delle popolari, gli alti stipendi dei manager, le sofferenze bancarie, l’Abi ha latitato nelle risposte, evidenziando l’assenza di una pur minima strategia per uscire, senza traumi, dal difficile momento attuale”. (Rem/AdnKronos) 05-MAR-15

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ITALIA OGGI (Tempo reale), giovedì 5 marzo 2015 15.32

Contratto bancari, nulla di fatto all’incontro Abi-sindacati

Fumata nera oggi all’incontro per il rinnovo del contratto dei bancari. “L’incontro di oggi in Abi ha evidenziato un’ulteriore distanza rispetto alle posizioni politiche di Abi sugli inquadramenti. Abbiamo la certezza che si voglia arrivare a uno scontro, che l’Abi non voglia rinnovare il contratto nazionale, anche perché all’interno dello stesso esecutivo Abi è iniziata la campagna elettorale per la successione di Patuelli, il cui mandato è alla scadenza naturale”, riferisce Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi.

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ANSA, giovedì 5 marzo 2015

Banche: Sileoni (Fabi) banchieri vogliono arrivare a scontro – Ulteriore distanza con Abi sugli inquadramenti

(ANSA) – ROMA, 5 MAR – “L’incontro di oggi in Abi ha evidenziato un’ulteriore distanza rispetto alle posizioni politiche di Abi sugli inquadramenti. Abbiamo la certezza che si voglia arrivare a uno scontro, che l’Abi non voglia rinnovare il contratto nazionale, anche perché all’interno dello stesso esecutivo Abi è iniziata la campagna elettorale per la successione di Patuelli, il cui mandato è alla scadenza naturale”.

Lo dichiara Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, a margine dell’incontro che si è svolto oggi in Abi nell’ambito della trattativa di rinnovo del contratto nazionale dei 309mila lavoratori bancari italiani. “La categoria è vittima di giochi di potere, d’interessi trasversali che condizionano l’intero esecutivo Abi, dove prevalgono posizione integraliste e ottuse”. Il sindacato “si è riservato di dare una valutazione complessiva della vertenza contrattuale intorno al 20 marzo, quando avremo ben chiare le differenze e le distanze tra le parti. L’Esecutivo Abi ha totalmente fallito nella sua strategia sindacale in quanto, prima che il rinnovo contrattuale, ha come principale obiettivo l’interruzione della crescita dinamica del costo del lavoro, per noi inconcepibile. Su argomenti fondamentali per il settore come il modello di banca, l’area contrattuale, la difesa dell’occupazione, la riforma delle popolari, gli alti stipendi dei manager, le sofferenze bancarie, l’Abi ha latitato nelle risposte, evidenziando l’assenza di una pur minima strategia per uscire, senza traumi, dal difficile momento attuale”.(ANSA).

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TELEBORSA, giovedì 5 marzo 2015 – 17:12

Bancari, nuovo flop delle trattative fra ABI e sindacati – Immagine Bancari, nuovo flop delle trattative fra ABI e sindacati

(Teleborsa) – Ancora niente di fatto per il contratto dei bancari. L’ennesimo round di trattative fra l’ABI ed i principali sindacati del settore, fra cui la FABI, ha portato ad un buco nell’acqua. Le trattative, che sono sino iniziate la scorsa estate e coinvolgono ben 309 mila lavoratori del settore, hanno conosciuto vari momenti di tensione nei mesi scorsi e portato anche ad uno sciopero a fine gennaio. Il prossimo round sarà il 13 marzo prossimo. Intanto, il sindacato FABI ha fatto sapere che “l’incontro di oggi in ABI ha evidenziato un’ulteriore distanza rispetto alle posizioni politiche dell’associazione bancaria sugli inquadramenti”. Secondo il Presidende del sindacati Lando Maria Sileoni, si sta cercando di “arrivare ad uno scontro”. 05 Mar 2015 17:12  

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