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CONTRATTO NAZIONALE BANCARI, RAGGIUNTO L'ACCORDO – TUTTA LA STAMPA

di Redazione

IL SOLE 24 ORE giovedì 2 aprile 2015

«Trovate le risposte politiche per il settore»

«Con l’accordo di rinnovo del contratto nazionale siamo riusciti a dare delle risposte politiche ai problemi del settore, creando strumenti e condizioni per difendere l’occupazione, per agire a tutela dei lavoratori in caso di banche profondamente in crisi, istituendo anche una piattaforma informatica ma bilaterale per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nell’ambito del settore bancario».

Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni che, per buona parte della no stop finale per il rinnovo del contratto dei bancari, è apparso insolitamente quieto e insolitamente ha mandato avanti altri, alla fine è stata la figura che è riuscita a ricompattare una situazione che rischiava di sfuggire di mano.

Molto amato dai suoi iscritti – e non solo -, amico fraterno di figure di spicco di altre sigle – una in particolare -, mal sopportato da altri che volentieri ne conterrebbero l’esuberanza e ne prenderebbero il posto, alla fine ha avuto un ruolo fondamentale nel riportare ordine nello scompiglio che si era generato, non senza preoccupazione tra le aziende. Il compito ormai gli riesce bene, senza più quegli eccessi che tutti ricordano bene nel precedente contratto. Nel cuore della notte, quando la sintesi sembrava sempre meno scontata, Sileoni ha cercato di fare capire che se non si fosse fatto il contratto ci sarebbe stata la disapplicazione: un problema per i lavoratori, lasciati allo sbando senza un contratto di riferimento. Sui singoli temi un po’ tutto il fronte ha dovuto ingoiare qualche amaro boccone: per esempio quasi a nessuno andava bene l’articolazione sugli inquadramenti e i demandi aziendali che sono stati faticosamente riscritti. È sfumata l’ipotesi dell’aumento sotto forma di Edr ma i sindacati hanno ceduto sui 6 mesi di Tfr pieno e così si sono pagati il mantenimento dell’area contrattuale, l’arricchimento del Fondo emergenziale, il Foc e la piattaforma. Tutte insieme al tavolo le 8 otto sigle hanno cercato di far tornare le compensazioni. Gli 85 euro stridono per un rinnovo del contratto dei bancari ma siamo in una fase di deflazione e quegli 85 euro corrispondono al 2,95% a cui va aggiunto l’1,70% degli scatti che non sono stati eliminati. Alla fine «non sono passate riforme strutturali», spiega Sileoni che sottolinea l’unità del sindacato e ringrazia «il governo che è sempre stato super partes».

È «un contratto non privo di sacrifici – riconosce il segretario generale della Fiba, Giulio Romani – purtroppo inevitabili in questa congiuntura economica, ma è anche un contratto che protegge la retribuzione dei lavoratori e lascia inalterate tutte le tutele del precedente contratto». Il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, sottolinea «la riconquista di un contratto di lavoro che è all’insegna della difesa, netta e chiara, dell’area contrattuale e degli inquadramenti professionali, condizione per difendere l’occupazione e rilanciare la contrattazione». Per il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, è un risultato «complessivamente sostenibile» che «ha sconfitto il disegno di Abi di destrutturare il contratto nazionale». © RIPRODUZIONE RISERVATA C.Cas.

 

IL SOLE 24 ORE giovedì 2 aprile 2015

Banche, c’è il contratto – Sarà sottoposto al giudizio dei lavoratori

Abi e sindacati hanno raggiunto, la notte scorsa, l’intesa per il rinnovo del contratto nazionale. Ora essa dovrà essere approvata dai lavoratori. L’intesa prevede, fra l’altro, un aumento medio a regime di 85 euro: 25 euro il 1° ottobre 2016; 30 euro il 1° ottobre 2017; 25 euro il 1° ottobre 2018.

L’ipotesi di accordo prevede, quanto agli aspetti sociali, di «ridurre la penalizzazione del salario di ingresso per i neo assunti dal 18 al 10%, con riconoscimento anche per il personale già in servizio alla data di sottoscrizione dell’accordo attraverso il Fondo per l’occupazione; confermare il Fondo per l’occupazione fino al 31 dicembre 2018 e le modalità per alimentarlo, con specifico riferimento alla contribuzione del 4% delle retribuzioni del top management; ampliare le possibilità di utilizzo delle risorse del Fondo per la rioccupazione dei lavoratori destinatari della sezione emergenziale e di quelli licenziati per motivi economici; per la solidarietà espansiva; per la riconversione e riqualificazione professionale per fare fronte a possibile eccedenze di personale; per favorire l’ingresso di giovani nel mondo del lavoro». Sarà anche attivato un gruppo paritetico per definire le modalità operative del Foc.

«Dopo un anno e mezzo di durissime trattative, i bancari hanno un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori», ha commentato Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi.

«Il metodo della ragione che avevo invocato più volte ha dato frutti», ha detto il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. «Abbiamo ottenuto il massimo dei risultati possibili; il nuovo contratto è di equilibrio innovativo».

A sua volta, Alessandro Profumo, presidente di Banca Mps e del Comitato affari sindacali e lavoro (Casl), che ha condotto le trattative, ha parlato di un «buon punto di equilibrio, anche se non facile».

Secondo Profumo, l’intesa è molto importante «perché, fino alla fine del 2018, dà un quadro chiaro sotto il profilo del costo del lavoro nell’ambito del quale noi lavoreremo».

La componente economica «è stata una delle più rilevanti», ha spiegato Profumo, aggiungendo che «si tratta di un aumento di poco al di sotto del 3% e crediamo sia un elemento importante, in quanto è comunque un numero positivo, a fronte di una situazione del settore bancario obiettivamente oggi molto complessa. © Riproduzione riservata

 

MF-MILANO FINANZA giovedì 2 aprile 2015

Sileoni: le tutele sono salve e ci sono nuovi meccanismi di difesa

di Mauro Romano  

Lando Maria Sileoni, segretario della Fabi, guida il sindacato maggiormente rappresentativo dei lavoratori bancari. E il suo giudizio sull’intesa raggiunta parte dalla stessa valutazione di fondo fatta da Alessandro Profumo.

Domanda. Per voi bancari qual è il risultato principale che portate a casa?

Risposta.

Avere un contratto. Ora che si è chiusa la trattativa lo posso dire: abbiamo rischiato sul serio di arrivare alla disapplicazione del contratto. Le banche erano determinate e di certo per loro non sarebbe stato facile gestire la situazione che si sarebbe creata, ma per i lavoratori sarebbe stato peggio. Affrontare il cambiamento che ci aspetta senza regole certe e tutele consolidate sarebbe stato non solo complicato, ma pericolosissimo.

D. Le due piattaforme, per quanto diversissime, puntavano a una svolta di sistema che non c’è stata, né in un verso né nell’altro. Chi ha ceduto di più?

R. Con un po’ di presunzione direi che siamo riusciti a respingere un attacco serio delle banche all’attuale sistema di tutele dei lavoratori. Volevano la riforma degli inquadramenti e non l’hanno avuta, volevano eliminare l’area contrattuale ed è restata, volevano abbattere il costo del lavoro, interrompendo la dinamica dello stesso, e hanno avuto solo delle compensazioni e il congelamento del Tfr. In cambio noi abbiamo portato a casa un contratto che ha dentro un’anima sociale. Si tratta di un nuovo modo per difendere l’occupazione e gestire con strumenti contrattuali importanti i difficili e decisivi mesi che ci attendono, a partire dal processo di fusione delle banche popolari.

D. Vi aspettate un alto numero di esuberi?

R. No, ho letto cifre irrealistiche, addirittura 20 mila esuberi. Ma sono numeri che l’associazione delle popolari ha fatto circolare per spaventare il governo. Il quale peraltro non ha dimostrato di avere tanta paura. Questo non significa che non ci saranno riduzioni di personale. Se due banche si fondono, un riassetto è fisiologico, ma ora abbiamo gli strumenti per affrontare la situazione, a cominciare dalla piattaforma bilaterale, dal fondo emergenziale che è stato arricchito e dall’area contrattuale che non è stata cancellata. In questo modo riusciremo a gestire le fusioni senza forzature utilizzando le soluzioni che il contratto (capito quanto è importante averlo) ci concede, ossia con gli esodi incentivati e i pensionamenti volontari.

D. La nuova piattaforma nelle vostre intenzioni è un po’ la cabina di regia delle crisi. Come funzionerà?

R. È una macchina ancora da costruire ma funzionerà mettendo insieme tutte le risorse disponibili del fondo esuberi, di quello emergenziale e dell’altro per l’occupazione giovanile, in modo da affrontare ogni eventuale crisi con tutti gli strumenti possibili, coinvolgendo anche banche più solide che potranno assorbire una parte del personale eventualmente in esubero.

D. Il contratto tutelerà i dipendenti che verranno esternalizzati, ma non i nuovi assunti dei rami d’impresa usciti dal sistema bancario. Il futuro dell’area contrattuale è comunque a rischio.

R. Intanto l’abbiamo difeso. E non è stato facile. Non nego che il problema tra qualche anno si possa ripresentare. Ma oggi la tutela c’è.

D. Quello di 85 euro in quattro anni è un buon aumento?

R. È la difesa del potere d’acquisto dall’inflazione. Ma il valore economico del contratto va oltre, l’Abi voleva cancellare in modo permanente scatti e rivalutazione del Tfr, che invece sono rimasti. Inoltre abbiamo migliorato il salario d’ingresso dei giovani. Nella valutazione bisogna comprendere tutto.

D. Alla fine l’intervento del governo non c’è stato.

R. Non abbiamo aperto un tavolo al ministero del Lavoro, ma le posso garantire che il ministro Giuliano Poletti c’è stato vicino, molto vicino, come del resto il sottosegretario Luca Lotti e l’onorevole Lorenzo Guerini, e ci tengo a ringraziarli. (riproduzione riservata)

 

MF-MILANO FINANZA giovedì 2 aprile 2015

Profumo: abbiamo gli strumenti per gestire il cambiamento epocale

di Mauro Romano  

Alessandro Profumo nella lunga trattativa per il rinnovo del contratto dei bancari è stato il capo delegazione dell’Abi. Questa è la sua interpretazione dell’intesa raggiunta.

Domanda. Dottor Profumo, qual è l’aspetto positivo per le banche di questo accordo?

Risposta. Intanto è positivo che ci sia stato un accordo, e non era scontato.

Abbiamo avuto momenti di contrapposizione dura e trovare una sintesi non è stato semplice. Come tutti gli accordi, poi, sconta una certa ritualità e il gioco del dare e dell’avere. Si sono dovuti fare dei compromessi, da una parte e dall’altra, ma il risultato alla fine è soddisfacente

D. Sì, ma le banche che cosa portano a casa?

R. Un punto di riferimento chiaro sul costo del lavoro fino al 31 dicembre 2018, che ci consente inoltre di avere una dinamica dei costi unitari del lavoro sufficientemente contenuta. Certamente avremmo preferito che lo fosse ancora di più, ma, avendo dovuto cercare degli equilibri, va bene così. Però l’aspetto più importante è che questo accordo ci permetterà di affrontare un momento di grande cambiamento del settore, n termini sia di assetti societari che di modelli di relazione con la clientela, avendo in piedi un sistema di relazioni sindacali chiaro e stabile.

D. Non si tratta però di un contratto di svolta, come quello che avevate auspicato con la vostra piattaforma.

R. La nostra non era l’unica. C’era anche una piattaforma dei lavoratori ed è stato trovato un equilibrio.

D. Resta il fatto che metà degli addetti al settore ha più di 50 anni ed è inquadrato ai livelli più alti e che c’è bisogno di una trasformazione radicale delle professionalità, che erano le premesse della vostra piattaforma. Basterà questo contratto per affrontare la sfida?

R. Nell’intesa c’è una parte importante che riguarda la piena fungibilità nell’area dei quadri, che ci permetterà una maggiore flessibilità organizzativa. Ma, come si può leggere nel documento conclusivo, sul tema degli inquadramenti e della gestione delle professionalità è stato individuato un gruppo di lavoro per studiare le soluzioni di sistema da discutere nel prossimo contratto, ma già ora i vari gruppi bancari, secondo le loro specifiche esigenze, affronteranno con i sindacati interni nuove soluzioni organizzative. Non c’è un unico modello di banca, ogni azienda si confronta con le altre sul mercato, seguendo una propria specificità ed è giusto che l’architettura organizzativa nasca nel confronto con i propri dipendenti.

D. Sugli inquadramenti ci sono queste novità, ma sull’area contrattuale avete fatto marcia indietro. Giusto?

R. Abbiamo ritirato la nostra proposta, ma bisogna ricordare che non è passata nemmeno la linea dei sindacati, che richiedevano un significativo rafforzamento dell’area contrattuale stessa. Sulla questione è finita 0 a 0.

D. C’è molta enfasi sul valore sociale di questo accordo. Mi pare che la novità principale sia questa piattaforma per il ricollocamento dei dipendenti. Basterà per gestire le migliaia di esuberi che arriveranno con il consolidamento delle popolari?

R. Non so se ci saranno esuberi e se saranno tanti o pochi. So che ci saranno riassetti societari e organizzativi e proprio in relazione ai modelli che saranno scelti per servire i clienti, avere relazioni sindacali non sfilacciate, come inevitabilmente sarebbe invece successo senza un contratto, è senza dubbio un fatto positivo. Gestiremo il cambiamento con interlocutori pienamente legittimati. Il metodo con cui abbiamo lavorato nel rinnovo contrattuale è stato di grande chiarezza, trasparenza e anche di asperità della discussione (più volte abbiamo sfiorato la rottura), ma abbiamo raggiunto il risultato. Lo stesso metodo applicheremo ora nei confronti successivi. Ma mi lasci fare ancora una riflessione.

D. Prego.

R. Credo vada riconosciuto ai leader sindacali il fatto che hanno capito la portata del cambiamento che stiamo affrontando.

D. A questo proposito sembra importante la premessa dell’accordo; due pagine sulle otto complessive per enumerare punto per punto gli scogli che il mondo bancario deve attraversare.

R. Proprio così. E le svelo un retroscena: Noi avevamo scritto una bozza di premessa ma nel confronto è stata ampiamente rimaneggiata per inserire i contributi dei sindacati e alla fine quello che è uscito è veramente un testo condiviso, che non nasconde nessuna delle difficoltà e affronta tutti i mutamenti epocali che il settore sta vivendo, cambiamenti di regole, supervisione, contesto macroeconomico, comportamento dei clienti, tecnologie. Cambia tutto

D. In nottata sembrava che sul calcolo del Tfr potesse saltare tutto; soddisfatto della soluzione finale?

R. La base di calcolo rimane quella stabilita nell’accordo precedente, e quindi più ristretta di quella contrattuale, questo ci consente di avere un andamento dei costi sostenibile. Di contro i sindacati hanno ottenuto un’ispirazione sociale del contratto che li ha soddisfatti.

D. Contento anche dell’entità dell’aumento concesso?

R. Sono 85 euro in quattro anni, che sulla nostra base tabellare rappresentano quasi un 3% di aumento. Avremmo voluto chiudere con zero aumento dei costi, ma come le dicevo all’inizio un contratto è sempre un compromesso. Va visto nel suo insieme, che è equilibrato. Sì, sono soddisfatto. (riproduzione riservata)

 

MF-MILANO FINANZA giovedì 2 aprile 2015

Bancari, un contratto per il risiko – L’accordo raggiunto alla vigilia di una nuova stagione di aggregazioni, a cominciare dalle popolari Aumenti a regime di 85 euro e durata quadriennale, ma previsti anche stipendi d’ingresso più pesanti

di Mauro Romano  

La firma è arrivata alle cinque di mattina, mentre fuori da palazzo Altieri, sede dell’Abi, albeggiava. Solo a quel punto Alessandro Profumo, presidente del Casl (Comitato per gli affari sindacali e del lavoro) dell’associazione bancaria e i segretari dei sindacati presenti al tavolo (Fabi, Fiba, Fisac, Uilca, Unisin, Dircredito, Sinfub e Ugl credito), hanno potuto tirare un sospiro di sollievo e mettere le loro firme in calce alle otto pagine che compongono l’ipotesi d’accordo di rinnovo contrattuale, che diventerà contratto nazionale dei bancari dopo le ratifiche del comitato esecutivo dell’Abi e soprattutto della base sindacale.

Un sospiro di sollievo dovuto non solo alla scongiurata disapplicazione del vecchio contratto, che sarebbe dovuta scattare alla mezzanotte del 31 marzo (la dead line è stata superata di appena cinque ore), ma soprattutto alla consapevolezza di entrambe le parti che il nuovo accordo serve in particolar modo a far navigare il sistema bancario nelle turbolenze che il risiko delle banche popolari inevitabilmente innescherà. Già perché la parte più importante del nuovo pacchetto non è tanto quella economica, con l’aumento di 85 euro per la retribuzione base, che sarà completato a regime, ossia a fine 2018 (con lo slittamento di un anno dei termini, visto che la durata sarà quadriennale).

L’essenza principale di questo contratto è in quella che i sindacati hanno chiamato «anima sociale», ossia il pacchetto di strumenti a tutela dell’occupazione, come il fondo per la nuova occupazione, prorogato per tutta la durata del contratto e implementato anche in sinergia col Fondo di Solidarietà, per avere più massa critica a difesa di chi perderà il posto per ristrutturazioni, fusioni o crisi aziendali, cosi per disporre, a seconda dei casi, interventi di solidarietà espansiva, di riconversione o riqualificazione professionale del personale in esubero. È quella che i sindacati definiscono cabina di regia delle crisi e che dovrebbe avere nella nuova piattaforma bilaterale per il ricollocamento del personale, il suo braccio operativo, un hub telematico per mettere in connessione domanda e offerta di lavoro.

Ovviamente nell’intesa c’è molto altro, come riporta l’infografica qui a fianco, a partire dall’incremento dell8% della retribuzione per i neoassunti (che vale a regime circa 180 euro). Non c’è la riduzione da 13 a 6 dei livelli d’inquadramento, richiesta con forza dall’Abi, ma è stata garantita alle aziende la piena fungibilità dei primi quattro livelli, quelli dei quadri direttivi, mentre su base aziendale imprese e sindacati potranno definire nuove organizzazioni interne, mentre è rimasta intatta l’area contrattuale, e quindi il contratto bancario continuerà a valere anche per i lavoratori dei rami d’azienda esternalizzati. In ultima analisi, però, l’importanza dell’intesa, come assicura Profumo nell’intervista pubblicata nella pagina a fianco, è che un contratto nazionale continuerà ad esserci. E con i tempi che si avvicinano è già molto.

Soddisfatto, ovviamente, il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, convinto che sia stato raggiunto «il massimo dei risultati possibili. E il nuovo contratto è di equilibrio innovativo», in grado di «favorire l’efficienza sempre crescente delle imprese bancarie italiane», ma anche di valorizzare «le sensibilità sociali». Obiettivi condivisi anche dai sindacati, che pure rivendicano di aver ridimensionato i disegni dell’Abi, come fa Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, contento di aver scongiurato «l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele». Il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, esulta perché è stato «sconfitto il disegno di Abi di destrutturare il contratto nazionale e si conferma il valore centrale e imprescindibile dello stesso come strumento di riferimento per la categoria dei bancari, di cui viene riconosciuta l’autonomia e l’importanza professionale». La Fiba Cisl, a sua volta, definisce l’intesa non prima di sacrifici, ma sottolinea come sia allo stesso tempo, «un intervento minimale che ridimensiona le attese dell’Abi e consente alla categoria di mantenere intatto il contratto di lavoro». Con l’ipotesi d’intesa abbiamo sconfitto la linea di chi in Abi aveva puntato alla disdetta e alla disapplicazione del contratto, aggiunge ancora il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, ricordando che «pur in un contesto di difesa dell’impianto contrattuale», l’intesa «introduce elementi di innovazione che guardano in modo particolare ai giovani e all’occupazione». (riproduzione riservata)

 

MF-MILANO FINANZA giovedì 2 aprile 2015

Un buon lavoro che può essere d’esempio per altre categorie

di Angelo De Mattia  

Come previsto, è stata raggiunta, alla fine, l’intesa tra l’Abi e i sindacati per il rinnovo del contratto di lavoro dei 309 mila bancari. L’accordo è equilibrato, affronta i problemi dell’occupazione, con particolare riferimento a quella giovanile, e dell’occupabilità, introduce elementi di carattere sociale, preserva i confini dell’area contrattuale, prevede una valenza contrattuale di quattro anni e assegna aumenti economici di 85 euro. In una situazione difficile per entrambe le parti contraenti, il risultato è apprezzabile: adesso si dovrà tradurre nella concreta stesura del contratto dopo la valutazione da parte delle assemblee dei lavoratori. I bancari, dopo 18 mesi di incontri e trattative, ora hanno un contratto, il che non era affatto scontato, essendo giunti a ridosso del termine a decorrere dal quale avrebbe potuto essere attuata la disapplicazione del contratto vigente, come magari avrebbe voluto la parte, assai minoritaria, di banchieri non disposta a «ragionare, ragionare e ragionare», come Antonio Patuelli aveva più volte richiesto, con l’inizio di un periodo di conflittualità che non sarebbe stata nell’interesse vero di nessuna delle due parti. Vi saranno poi confronti successivi , a seguito di periodici monitoraggi, tra banche e sindacati sulle nuove professionalità, sull’evoluzione dei compiti dei dipendenti ai diversi livelli, sul modello di istituto di credito che si afferma nella trasformazione. In sostanza, l’intesa guarda dentro e fuori la categoria; ha presente gli interessi del sistema, ma valorizza pure, nei termini in cui oggi è possibile, il ruolo e le aspettative di chi opera nelle banche e, prevedendo il monitoraggio dell’evoluzione di queste ultime, in definitiva afferma una piena partecipazione dei lavoratori ai processi di innovazione. Non è poco, nelle condizioni date. Il capitale umano, la risorsa fondamentale del sistema bancario e finanziario, non viene sottovalutato. Ora, però, tutto ciò, essendo un mezzo (in senso nobile) per raggiungere con maggiore efficacia gli scopi istituzionali, dovrà consentire un apporto ancora più avanzato perché le banche possano svolgere meglio la loro funzione di sostegno alle famiglie e alle imprese e di tutela e valorizzazione del risparmio. E ciò in un periodo di crisi non del tutto superata e di innovazioni normative non sempre le migliori per far fronte a problemi reali, ma spesso affrontati con modalità sbagliate nel metodo e nella sostanza. Ovviamente, il migliore sostegno anzidetto comporta azioni nelle strategie, nella governance, nell’organizzazione e nei costi degli istituti: ma gli interventi ben potranno essere coerenti con i risultati dell’intesa in questione. Alessandro Profumo, il capo dei negoziatori dell’Abi, e gli esponenti di vertice delle diverse sigle sindacali possono, insomma, affermare di avere fatto un buon lavoro. Per taluni versi, l’accordo potrà essere un precedente da considerare anche per le negoziazioni di altre categorie. È fondamentale, insomma, che l’intesa venga vissuta come una piattaforma di rilancio, che sia di particolare impulso ad accentuare progettualità e dedizione, spirito critico e capacità di innovazione, merito ed esperienza: requisiti cruciali per un sistema che affronta le sfide del nuovo e della concorrenza. (riproduzione riservata)

 

CORRIERE DELLA SERA giovedì 2 aprile 2015

Contratto bancari, 85 euro al mese Niente Jobs act nelle ristrutturazioni. Patuelli: spazio ai giovani. Sileoni: tutele al lavoro

I bancari hanno un nuovo contratto di categoria. Evitata in extremis la disapplicazione che sarebbe scattata dal primo di aprile. Non era scontato. Anzi: la settimana scorsa il sindacato aveva abbandonato il tavolo sbattendo la porta. Una rottura recuperata in extremis con due giorni di confronto a oltranza. La chiusura dell’intesa è arrivata nella notte tra martedì e mercoledì. Sul riconoscimento economico le parti si sono trovate a metà strada. 123 euro lordi chiedevano le sigle della categoria, 53 ne proponeva l’Abi Alla fine si è chiuso a 85 lordi, pari a una cinquantina netti in tre anni, divisi in tre tranche. Il sindacato è riuscito a mantenere l’area contrattuale, in altre parole il perimetro di applicazione del contratto. In compenso si è adattato al prolungamento di un anno del periodo di applicazione del nuovo accordo (che scadrà così il 31 di- 2018). L’Abi ha rinunciato alla cancellazione degli otto scatti di anzianità della categoria. Ma ha ottenuto che, per la durata in vigore del contratto, il tfr (la liquidazione) sia calcolato solo su stipendio base e scatti di anzianità, escludendo indennità e ad personam. L’associazione delle banche insisteva anche per una rimodulazione degli inquadramenti. Nulla di fatto in questa accordo ma si pongono le basi per il futuro con l’istituzione di un tavolo ad hoc. Un punto qualificante dell’intesa riguarda la deroga all’applicazione del Jobs Act per tutte le «cessioni individuali e collettive di rapporti di lavoro». Tradotto dal sindacalese: una banca cede un ramo d’azienda a un altro istituto, ai dipendenti che cambiano datore di lavoro non si applicherà il Jobs act. Per loro in caso di licenziamento illegittimo resterà aperta la strada della reintegrazione nel posto di lavoro. «Il metodo della ragione che avevo invocato più volte ha dato frutti. Abbiamo raggiunto il massimo dei risultati possibili», ha commentato ieri il presidente dell’Abi Antonio Patuelli. Sottolineando lo sforzo a favore dei giovani della categoria (i neoassunti con il vecchio contratto intascavano uno stipendio di 1.790 euro lordi, il 18% in meno dei minimi contrattuali, mentre con il nuovo contratto saliranno a 1.970 Dal canto suo Alessandro Profumo che ha guidato la delegazione Abi nella trattativa ha sottolineato come l’intesa sia importante «perché fino al 2018 dà un quadro chiaro del costo del lavoro». Dopo lo scampato pericolo i sindacati della categoria cantano vittoria. «La fortissima risposta dei lavoratori manifestata attraverso gli scioperi (due, ndr;) e le manifestazioni di piazza ci ha garantito forza politica e contrattuale, facendo recedere l’Abi dall’intento di smantellare il contratto nazionale, sostituendolo con i contratti di gruppo», è la lettura di Lando Maria Sileoni, a capo della Fabi. Con l’inflazione negativa per il sindacato la negoziazione dei contratti è diventata un’impresa in salita. Di qui gli occhi puntati sulla trattativa dei bancari. «Sia banche che commercio hanno accordato cifre superiori al bonus fiscale del governo», ha fatto notare in polemica con palazzo Chigi il segretario della Cgil, Susanna Camusso. In ogni caso, prima di entrare in vigore il primo luglio prossimo, l’intesa dovrà essere sottoposta ai lavoratori. Rita Querzé

IL GIORNALE giovedì 2 aprile 2015

Per i bancari un contratto solo a metà Firmata l’intesa economica, ma Abi e sindacati rimandano la definizione dei ruoli da svolgere allo sportello

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MASSIMO RESTELLI

La banca del futuro deve attendere almeno un altro anno. All’alba di ieri Abi e sindacati hanno il nuovo contratto che disciplina stipendio (85 euro dei 309 addetti del settore, ma hanno demandato a aspetto più dei compiti in un’industria del sia per la «magrezza» degli utili nel dell’internet banking presso la clientela. In sostanza un accordo a metà. Resta da decidere come potrà il personale e chi dovrà svolgere i «nuovi mestieri» che nasceranno dentro e fuori filiali sempre più paperless al dilemma, molto sentito dai due big Intesa Sanpaolo e Unicredit, le parti si sono date altri 12 mesi per ragionare. Confermata «piena fungibilità» dei «quadri direttivi» dal livello Qd al Qd semplificando, il direttore di una grande filiale dirigente (Qd potranno essere o diverso inquadramento vale dei servizi (Qd Non si tocca per il base; quindi niente conversione forzata per giungere a filiali supermarket che smercino prodotti come biglietti aerei, teatrali, sim telefoniche o servizi fiscali. Il contratto sarà in vigore fino a un in del il «materasso» chiamato ad attutire la caduta degli esuberi provocati del settore. Nasce infatti un’apposita piattaforma informatica «per favorire l’incontro tra In breve una sorta di ” agenzia di ricollocamento “, di cui rappresenterà lo stress test il riassetto dalla trasformazione forzata in spa voluta dal governo Renzi. Nelle otto pagine dell’accordo c’è una di «chiarimento tra le parti», cui si che cessione rami di azienda o newco, deve essere garantita la continuità del rapporto di lavoro agli addetti. L’Abi – condotta nelle trattative da Alessandro Profumo – e le otto (Fabi, Fisac- Uilca, Dircredito, Sinfub, Ugl e Un hanno poi trovato l’accordo sugli stipendi inflazione: a regime il bancario guadagnerà in più ogni mese mensilità), 100 dalle forze sociali, con aumenti in tre tranche: ottobre 2016 (25 euro), ottobre 2017 (30 euro), ottobre 2018 (3 euro). aggravio del 2,95 % del costo del lavoro. Dopo un anno e mezzo di battibecchi e due giornate di sciopero, sindacati salvano la centralità del contratto nazionale di anzianità, pesano per strappa invece un calcolo light del Tfr (fino al 2018 si terrà conto solo di voci tabellari e scatti) e il cantiere ridisegnare il settore. Rafforzano l’« sociale» dell’intesa minor taglio sugli stipendi dei nuovi assunti (da – 18 – 10 %), l’implementazione del Fondo per l’occupazione (Foc), dalla «parte emergenziale» del Fondo esuberi e una garanzia estesa a 36 mesi per i malati oncologici. «Siamo riusciti a dare delle risposte politiche ai problemi del settore, creando strumenti e condizioni per difendere l’occupazione e per agire a tutela dei lavoratori in in crisi», ha detto Lando Maria Sileoni, leader della Fabi, la prima sigla del settore. Ora in Abi possono partire i giochi per trovare il nuovo capo del Casl al posto di Profumo, che ha già fatto sapere che lascerà presidenza di Mps e uscirà dal settore per diventare imprenditore.

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IL COMPROMESSO – I punti salienti del contratto

DURATA quattro anni, fino al 31/ STIPENDI Incremento medio di 85 euro, per 13 mensilità, suddivisi in tre tranche ESUBERI Nasce una piattaforma web per incrociare domanda e offerta di lavoro FUTURO Abi e sindacati aprono un cantiere per decidere i nuovi compiti dei 309 addetti del settore

 

IL MESSAGGERO giovedì 2 aprile 2015

Contratto bancari, aumento di 85 euro – Pace con i sindacati Incrementi fino al 2018 Nuova moratoria Abi

Per i 309 mila dipendenti di banca aumento medio di 85 euro lordi sino a fine 2018. Inoltre, sarà introdotta una specie di Agenzia di ricollocamento per gestire gli esuberi di banche in crisi mentre è stata confermata l’area contrattuale, cioè il meccanismo che ha permesso fino ad oggi di gestire le eccedenze di personale, senza licenziamenti, ma con pensionamenti. questa l’architettura politica dell’accordo fra la commissione Abi guidata da Alessandro Profumo e sindacati di categoria per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro siglato alle 5 di ieri mattina. L’intesa dovrà ora essere approvata dalle assemblee dei dipendenti entro il 15 giugno. «Con l’accordo di rinnovo del contratto – ha detto Lando Sileoni, leader della Fabi, la sigla di maggioranza – siamo riusciti a dare delle risposte politiche ai problemi del settore, creando strumenti e condizioni per difendere l’occupazione per tutelare i lavoratori in caso di banche profondamente in crisi». L’OCCUPABILITÀ Tra le novità, viene istituita per la prima volta una piattaforma per l’«dei dipendenti che hanno perso il posto, con l’obiettivo di far incontrare domanda e offerta di lavoro nelle imprese. In caso di nuove assunzioni, le banche valuteranno prioritariamente le posizioni dei dipendenti confluiti nel Fondo emergenziale. Nello stesso tempo il Fondo per la nuova occupazione sarà prorogato fino al 31 dicembre 2018, con le attuali modalità di finanziamento, che coinvolgono anche i top manager, chiamati a contribuire con una quota del proprio stipendio. Le parti si sono impegnate a redigere, entro 90 giorni, il testo coordinato del contratto collettivo nazionale. Nel testo si confermeranno le vecchie previsioni di legge in materia di licenziamenti per tutti i lavoratori assunti prima dell’entrata in vigore del decreto attuativo del Jobs act, il 7 marzo scorso. Il nuovo accordo prevede continuità contrattuale per i lavoratori oggetto di ristrutturazione aziendale. C’è inoltre, il mantenimento delle condizioni contrattuali attuali per i lavoratori che confluiscono in nuove società. «Il metodo della ragione che avevo invocato più volte ha dato frutti», ha commentato il presidente dell’Abi Antonio Patuelli. Gli aumenti economici avranno tre scadenze partendo dall’ ottobre 2016, ottobre 2017 e ottobre 2018. Per il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, è stato «sconfitto il disegno di Abi di destrutturare il contratto nazionale». «Dopo un anno e mezzo di confronti», dice il segretario generale della Fiba Cisl, Giulio Romani, «siamo arrivati alla chiusura del contratto nazionale non senza sacrifici». Intanto Abi e alcune associazioni dei consumatori (Adiconsum, Adoc, Confconsumatori, Lega Consumatori) hanno raggiunto un accordo di moratoria relativo alla sospensione della quota capitale per i finanziamenti alle famiglie, anche tenendo conto di quanto espressamente previsto dalla legge di Stabilità. E. Rec.

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PREVISTA UN’AGENZIA DI RICOLLOCAMENTO DELLE ECCEDENZE SILEONI (FABI): ABBIAMO CREATO STRUMENTI PER L’OCCUPAZIONE

 

LA STAMPA giovedì 2 aprile 2015

Bancari, c’è il contratto In busta 85 euro in 4 anni Sileoni (Fabi): lavoratori tutelati. Patuelli (Abi): ottimo risultato

FRANCESCO SPINI

MILANO – Due scioperi dopo, al termine di 18 mesi di trattative serrate sempre sull’orlo della rottura (l’ultima è stata sfiorata pochi minuti prima della mezzanotte di martedì), arriva l’intesa tra banchieri e bancari. Alle 5 e 30 di ieri mattina è stato raggiunto l’accordo di massima sul contratto dei 309 mila lavoratori italiani del credito che sigle e assemblee dovranno ratificare entro metà giugno. La firma toglie anzitutto dalla scena lo spauracchio della disapplicazione del contratto nazionale, che, dice Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, «si sarebbe risolta in un massacro, lasciando i lavoratori senza tutele: abbiamo scongiurato la deriva della categoria». In Abi (per cui, a trattare, è stato Alessandro Profumo), parimenti, c’è soddisfazione: «Abbiamo ottenuto il massimo dei risultati possibili – è il commento del presidente Antonio Patuelli – Il nuovo contratto è di equilibrio innovativo. Insieme per favorire l’efficienza sempre crescente delle imprese bancarie italiane e per le sensibilità sociali che sono valorizzate ulteriormente». Dal punto di vista economico ai bancari andranno 85 euro (contro una richiesta di 120 euro) per 13 mensilità in tre tranche: 25 euro dal primo ottobre 2016, 30 euro dal primo ottobre del 2017 e 30 euro dal primo ottobre 2018. In un clima di sostanziale deflazione, il recupero è del 3%, a cui va aggiunta la tenuta degli scatti di anzianità, istituto che l’Abi era determinata a scardinare. C’è poi una parte «sociale», in parte finanziata con una modifica della base di calcolo del Tfr. La penalizzazione del salario di ingresso per i neo assunti (i primi 4 anni) scende di 8 punti, dal 18% al 10%: per i giovani significano circa 175 euro in più in busta paga che si sommano agli 85 euro. Viene confermato il Fondo per la nuova occupazione finalizzato ad assumere giovani ma anche – in sinergia con il Fondo di Solidarietà – al sostegno di chi viene licenziato per motivi economici, alla riconversione professionale, alla solidarietà espansiva. per favorire chi perde il posto le parti hanno deciso di istituire una piattaforma informatica, una sorta di ufficio di ricollocamento in cui fare incrociare domanda e offerta. Nulla viene toccato sul fronte dell’area contrattuale e degli inquadramenti (l’Abi Abi li voleva portare da 13 a 6), che potranno essere modificati in azienda ma solo con un’intesa sindacale. Infine c’è l’assicurazione che i lavoratori oggetto di cessioni individuali o collettive (in caso di fusioni o acquisizioni) manterranno il rapporto di lavoro, evitando così le tutele crescenti, conservando l’articolo 18. E il governo? «Il timore era che parteggiasse per le banche, invece – racconta Sileoni – devo riconoscere che è stato davvero neutrale, già un buon risultato per noi». Soddisfatti anche i commenti di Agostino Megale, numero uno della Fisac Cgil («sconfitta la linea di chi in Abi aveva puntato alla disdetta e alla disapplicazione») Paolo Romani, capo della Fiba- il contratto «conferma di fatto tutte le tutele preesistenti» pur chiedendo «sacrifici inevitabili». Se- Massimo Masi, segretario generale della Uilca, l’accordo «prepara la categoria al futuro, per guardare con occhi più tranquilli quanto avverrà nei prossimi anni nel sistema bancario italiano».

 

IL TEMPO (Ed Nazionale) giovedì 2 aprile 2015

Siglato il contratto dei bancari Aumento di 85 euro in busta Sileoni (Fabi): «Scongiurata la disdetta degli accordi nazionali

Filippo Caleri

 I bancari italiani, dopo un anno e mezzo di trattative con l’Abi (Associazione bancaria italiana) hanno raggiunto l’intesa per il rinnovo del contratto nazionale. 309 mila lavoratori bancari avranno diritto a un aumento retributivo di 85 euro da riparametrare e saranno erogati a tranche con scadenza al primo ottobre 2016, ottobre 2017 e 1° ottobre 2018. Ma i soldi sono solo una parte del contratto che ha messo a dura prova le parti, nella sua riformulazione, visto che in alcuni momenti delle discussioni era stata ventilata la sua disdetta. «È stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele» ha sottolineato in una nota Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, dopo la firma dell’ipotesi d’accordo Che ha mantenuto e difeso l’area contrattuale, ha valorizzato gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi. Non solo. Il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione è stato aumentato dell’ e, dal punto di vista sociale, è stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. «Sono state date risposte concrete ai problemi occupazionali e sotto l’aspetto economico si è recuperata l’inflazione tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico -ha aggiunto Sileoni-. La categoria ha quindi un proprio contratto che scadrà il 31 dicembre del 2018 e potrà così gestire con più garanzie e meno disagi una difficile fase di riorganizzazione del settore, che partirà a breve con una nuova ondata di fusioni, a causa anche della riforma delle banche popolari recentemente diventata legge». L’accordo sarà sottoposto alle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno». Della conclusione delle trattative si è detto soddisfatto anche Antonio Patuelli presidente dell’Abi «Il metodo della ragione che avevo invocato più volte ha dato frutti. Il nuovo contratto è di equilibrio innovativo. sostanza insieme per favorire l’efficienza sempre crescente delle imprese bancarie italiane e per le sensibilità sociali che sono valorizzate ulteriormente in questo nuovo contratto».

 

LA REPUBBLICA giovedì 2 aprile 2015

Aumento di 85 euro in tre tranche sul contratto bancari c’è l’accordo

Ci sono voluti quasi due anni di trattative, due scioperi, minacce di rottura e una no- durata tutta la notte (l’accordo è stato raggiunto alle sei di mattina) alla fine il contratto dei 309 mila bancari è stato scritto. In realtà, l’ipotesi di contratto, perché la firma dei sindacati verrà messa solo dopo l’ok delle assemblee dei lavoratori. L’accordo – che varrà quattro anni, fino al 2018 – prevede aumenti economici per 85 euro (in tre tranche) il mantenimento dell’area contrattuale, degli scatti e degli inquadramenti mentre l’Abi porta a casa un calcolo del Tfr meno oneroso e la fungibilità all’interno delle aree professionali e dei quadri direttivi (quindi la possibilità di attribuire mansioni di inquadramenti diversi).« Di sicuro l’aver riconquistato il contatto nazionale mette la categoria in condizioni di gestire i prossimi anni con solide tutele e diritti» commenta Agostino Megale, segretario generale Fisac. Tra le novità del contratto, il salario d’ingresso per i giovani, che cresce dell’ (riducendo la penalizzazione dal 18 al 10%) mentre il Fondo per la nuova occupazione, che si affianca al Fondo di solidarietà, potrà essere utilizzato anche per incentivare il reimpiego dei bancari che hanno perso il posto anche per ragioni economiche (in caso di nuove assunzioni, le banche valuteranno prioritariamente le posizioni dei dipendenti confluiti nel Fondo emergenziale). Infine, bancari che saranno coinvolti da ristrutturazioni aziendali (basti pensare alle banche popolari) e da cessioni individuali o collettive dei contratti di lavoro manterranno anche nel posto di approdo le vecchie tutele; insomma, loro non si applicherà il Jobs act. «Abbiamo evitato le pericolose derive che avrebbe creato la disapplicazione del contratto da parte dell’Abi così rimane intatta l’architettura politica che l’Abi voleva distruggere», commenta Lando Sileoni, segretario generale della Fabi. L’Abi che ieri ha raggiunto anche un nuovo accordo con le associazioni dei consumatori per una moratoria sui prestiti e sui mutui garantiti da ipoteca, ritiene dal canto suo che il contatto rappresenti «un risultato importante e una risposta adeguata a conciliare gli interessi di carattere professionale ed occupazionale dei lavoratori con le esigenze di stabilità ed equilibrio delle banche italiane». (vi.p.)

 

INDUSTRIA E FINANZA.com giovedì 2 aprile 2015

OK ALL’ACCORDO SUL RINNOVO –

I lavoratori del credito hanno un nuovo contratto nazionale. stato stabilito che i bancari avranno un aumento di 85 euro

sileoni-industriaefinanza

Dopo un anno e mezzo e ben due scioperi nazionali, il rinnovo del contratto di lavoro dei bancari è finalmente andato in porto. E’ stata infatti raggiunta l’intesa per il rinnovo del contratto nazionale del credito, con la sottoscrizione di un’ipotesi di accordo tra organizzazioni sindacali e Abi, che prima di essere efficace dovrà essere approvata dalle lavoratrici e dai lavoratori. L’intesa prevede un aumento medio a regime di 85 euro che seguirà questi step: 25 euro il 1° ottobre 2016; 30 euro il 1° ottobre 2017; 25 euro il 1° ottobre 2018. “I bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele. Con l’ipotesi d’accordo siglata, è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”, è stato il commento di Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, il primo sindacato fra gli oltre 309mila lavoratori del credito. “Il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione – ha aggiunto Sileoni – è stato aumentato dell’8% e, dal punto di vista sociale, è stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali”. G.F

 

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AVVENIRE giovedì 2 aprile 2015

Bancari, 85 euro in 3 anni e misure per i più giovani Firmato l’accordo per il rinnovo del contratto

MASSIMO IONDINI

MILANO – Il contratto dei bancari ha visto una nuova alba. Erano infatti le cinque di mattina quando è stata messa la parola fine alla lunga e sofferta trattativa (visti anche i due clamorosi scioperi di ottobre e gennaio scorsi) tra l’Abi e le otto sigle sindacali del credito. L’ipotesi di accordo siglato ieri mattina sarà valido fino al 31 dicembre 2018 e verrà ora sottoposto all’approvazione delle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno. Abi e sindacati si sono infatti impegnati a redigere, entro 90 giorni, il testo coordinato del nuovo contratto collettivo nazionale. Ma quali sono i suoi punti salienti? Viste le distanze da cui le parti erano partite, è anzitutto da sottolineare il previsto aumento medio di 85 euro a regime nel triennio. Quindi è stata confermata la centralità del Fondo per la nuova occupazione, istituito nella precedente tornata contrattuale. Lo strumento sarà prorogato fino al 31 dicembre 2018, con le attuali modalità di finanziamento, che coinvolgono anche i top manager, chiamati a contribuire versando una quota del proprio stipendio. Il Fondo (entro tre mesi bancari e lavoratori dovranno costituire un gruppo paritetico per la sua gestione) servirà a finanziare nuove assunzioni stabili di giovani ed entrerà in sinergia con il Fondo di Solidarietà. Tra gli obiettivi prefissati, aiuti ai lavoratori che hanno perso il posto di lavoro (confluiti sul fondo emergenziale o licenziati per motivi economici), la riqualificazione professionale di personale in esubero o coinvolto in riorganizzazioni e particolari iniziative per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Nel nuovo contratto saranno inoltre mantenute le condizioni contrattuali attuali per i lavoratori che confluiscono in nuove società per processi di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale, oppure in casi di cessioni individuali e collettive dei contratti di lavoro, senza che venga, quindi, applicato loro il nuovo contratto a tutele crescenti. Nell’ambito invece di Enbicredito (l’Ente bilaterale nazionale per il settore del credito costituito nel 1998 dall’Abi e dai sindacati) viene istituita per la prima volta una piattaforma per l’occupabilità dei lavoratori bancari che hanno perso il posto, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nelle imprese di settore. in caso di nuove assunzioni, le banche valuteranno prioritariamente le posizioni dei dipendenti confluiti nel Fondo emergenziale. Soddisfazione da parte dell’Abi (che parla di «risultato importante») tra i sindacati, con la Fabi che sottolinea «il salario d’ingresso per i giovani assunti aumentato dell’ e la Fiba Cisl che rimarca la «conferma di fatto di tutte le tutele preesistenti dei 300mila lavoratori bancari e la volontà delle parti di salvaguardare l’occupazione e il salario dei lavoratori».

 

IL MATTINO giovedì 2 aprile 2015

Abi c’è l’accordo stipendi, 85 euro in più

ROMA. Per i 309 dipendenti di banca aumento medio di 85 euro lordi sino a fine 2018. E inoltre sarà introdotta una di Agenzia di ricollocamento gestire gli esuberi di banche in crisi mentre è stata confermata l’area contrattuale, cioè il meccanismo che ha permesso fino ad oggi di gestire le eccedenze di personale, senza licenziamenti, ma con pensionamenti. È l’architettura politica dell’accordo fra la Commissione Abi guidata da Alessandro Profumo e i sindacati di categoria per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro siglato alle 5 di ieri mattina. L’intesa dovrà approvata assemblee dei dipendenti entro giugno. rinnovo del contratto – dice Lando Sileoni, leader della Fabi – sigla di maggioranza – siamo riusciti a dare delle risposte politiche ai problemi del settore, creando strumenti e per difendere l’occupazione per tutelare i lavoratori di banche in crisi». Tra le novità, viene istituita per la prima volta una piattaforma per l’« dei dipendenti che hanno perso il posto, con l’obiettivo di far incontrare domanda e offerta di lavoro nelle imprese. In caso di nuove assunzioni, le banche valuteranno prioritariamente le posizioni dei dipendenti nel Fondo Nello stesso tempo il Fondo la occupazione sarà prorogato fino al 31 dicembre con le modalità di finanziamento, che coinvolgono i manager, chiamati a contribuire, versando una quota del proprio stipendio.

 

CORRIERE DI VITERBO – SIENA – MAREMMA – UMBRIA giovedì 2 aprile 2015

Riguarda 309mila persone. Cresce il salario dei giovani in ingresso, meno oneroso per gli istituti. La soddisfazione di Sileoni, segretario generale Fabi Firmato il nuovo contratto dei bancari: 85 euro in più in quattro anni

MILANO Dopo serrate trattative e due scioperi nazionali, è stata siglata nelle primissime ore di ieri mattina dall’Abi e dalle 8 sigle sindacali del credito l’ipotesi d’accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale dei lavoratori bancari, che sarà valido fino al 31 dicembre 2018 e che verrà sottoposto all’approvazione delle assemblee dei lavoratori. L’accordo ribadisce la centralità della contrattazione nazionale, difende le normative sull’area contrattuale, non interviene sugli scatti d’anzianità e attribuisce al nuovo Contratto una forte valenza sociale, arricchendolo di strumentazioni utili a sostenere la nuova occupazione e la ricollocazione dei lavoratori in esubero e a gestire le prossime riorganizzazioni di settore in una prospettiva di solidarietà intergenerazionale. L’ipotesi d’accordo nel dettaglio, riguarda 309mila lavoratori bancari italiani. L’intesa prevede l’allungamento a quattro anni, fino al 2018, del periodo di valenza contrattuale e aumenti economici per 85 euro (per altro gli stessi spuntati dai commercianti). Nel dettaglio, si tratta di una media a regime che prevede tre tranche: 1 ottobre 2016 (25 euro), 1 ottobre 2017 (30 euro), 1 ottobre 2018 (30 euro). Il salario d’ingresso per i giovani bancari cresce dell’ riducendo la penalizzazione dal 18 al 10 per cento. Si conferma la contribuzione aziendale sulla previdenza integrativa al 4%. “Con l’ipotesi d’accordo alle cinque, è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi” ha detto Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi.

 

L’ECO DI BERGAMO giovedì 2 aprile 2015

Contratto bancari, c’è l’accordo Sindacati:« le tutele» Aumento di 85 euro lordi nel triennio e meno penalità per il salario d’ingresso Garanzie in caso di fusioni. L’intesa riguarda 7.500 lavoratori in provincia

EDMONDO VARANI

Accordo fatto tra Abi e sindacati per il rinnovo del contratto nazionale dei bancari (309 mila in Italia, di cui 7.500 in Bergamasca). L’intesa raggiunta nella notte di martedì ha concluso un confronto spesso molto duro, durato un anno e mezzo e contrassegnato anche da due giornate di sciopero generale dei lavoratori del settore. Tutte le sigle sindacali (otto) hanno espresso soddisfazione per l’intesa raggiunta, che scadrà a fine 2018, così come sono stati positivi i primi commenti raccolti ieri pomeriggio tra gli operatori di alcune filiali cittadine. Dopo la grande paura di vedersi disapplicare unilateralmente dall’Abi dal 1° aprile il contratto con le relative tutele, per i bancari giusto ieri è arrivato un pesce d’aprile al contrario. «Siamo molto soddisfatti – sottolinea Fabio Scola, segretario coordinatore Fabi Bergamo -, perché con questo accordo abbiamo mantenuto in toto le normative sull’area contrattuale, rispetto alla destrutturazione e alla disapplicazione del contratto cercati sino alla fine dall’Abi Un rinnovo che guarda anche al futuro, perché oltre a tutelare i lavoratori attuali, abbiamo voluto pensare anche alla nuova generazione di bancari». Tra gli aspetti più attesi c’erano sicuramente anche quelli riguardanti i trattamenti economici e di fine rapporto, ma, come riportato nell’accordo le parti hanno inteso infatti definire un contratto connotato anche da una forte valenza sociale. Vediamo in sintesi alcuni dei temi principali trattati nelle otto pagine del documento, partendo dalle disposizioni appunto di carattere sociale e a tutela dell’occupazione «Riducendo la penalizzazione del salario d’ingresso (dal 18% del contratto appena scaduto al 10% dell’attuale accordo) – spiegano Scola e Francesco Galizzi, neo segretario generale Fiba- Bergamo – i giovani assunti (a tempo indeterminato a tutele crescenti come stabilisce il Jobs Act) si vedranno in sostanza riconoscere un aumento dell’ del salario d’ingresso (1.969.54 euro lordi al mese). Inoltre è stata confermata per i neo assunti la contribuzione aziendale (il 4% della retribuzione) per la previdenza integrativa. Chi è stato assunto precedentemente (penalizzazione del 18%) si vedrà adeguare il salario». «Le risorse necessarie a tali incrementi – proseguono Scola e Galizzi – saranno recuperate dal fondo per l’occupazione (Foc), che viene potenziato e prorogato sino al termine del 2018. Il Foc servirà tra l’altro a sostenere: la rioccupazione dei lavoratori della sezione emergenziale e di quelli licenziati per motivi economici; la solidarietà espansiva; la riconversione e riqualificazione professionale finalizzata a fronteggiare possibili eccedenze di personale dovute a mutamenti nell’organizzazione del lavoro». «Inoltre è stata istituita una piattaforma gestita a livello bilaterale per favorire la ricollocazione nel settore dei lavoratori licenziati a causa di crisi delLa protesta dei bancari durante la manifestazione sindacale tenutasi a Milano il 30 gennaio scorso Contratto bancari, c’è l’accordo Sindacati:« le tutele» Aumento di 85 euro lordi nel triennio e meno penalità per il salario d’ingresso Garanzie in caso di fusioni. L’intesa riguarda 7.500 lavoratori in provincia Anche una piattaforma per ricollocare il personale licenziato I consigli dell’Ocse e la partita camerale P are che le indicazioni del Rapporto Ocse stiano trovando terreno fertile. Per non essere ascoltate. Gli esperti che hanno studiato il nostro sistema economico per conto della Camera di commercio ci dicono infatti che uno dei nostri problemi fondamentali, oggi come nel 2001, è che non riusciamo a lavorare insieme su un progetto comune e a portare a casa il risultato. Andando oltre bandiere e steccati. proprio adesso che ci ribadiscono a chiare lettere come sarebbe importante invece avere bene in mente e praticare questo metodo di lavoro, ecco che giusto sulla Camera di commercio le tensioni riprendono vigore anziché sopirsi. Ma a chi potrebbe giovare uno scontro frontale tra Imprese & Territorio e Confindustria Bergamo? Non certo alla nostra economia. Il percorso di avvicinamento al rinnovo camerale è stato accompagnato più da sciabolate che da colpi di fioretto. Da entrambe le parti, senza esclusione di colpi, sotterranei o a scena aperta. Un’attenta mediazione ha ricucito i lembi di una tela strappata. Ora le parole di Matteo Zanetti sul peso e la rappresentanza dell’industria dette a commento della presentazione del Rapporto Ocse, rischiano di irrigidire di nuovo gli schieramenti, con qualche bruciore di stomaco dentro a Imprese & Territorio. vestire in una provincia bella e dove si vive bene è meglio e più allettante. Allo stesso modo non c’è dubbio che determinate regole (e scelte) sulla composizione del consiglio camerale hanno portato allo scenario attuale, con l’industria in netta minoranza: questo è. Ora, è possibile andare oltre un’opinione risultata a qualcuno più o meno indigesta? Come possiamo pensare di costruire un progetto per il futuro della nostra economia, che non potrà vivere altri quindici anni di rendita, se ogni occasione è buona per far ripartire stoccate e sciabolate? Il presidente Paolo Malvestiti ha ribadito l’altra sera in tv a «Bergamo in diretta» che la Camera di commercio rappresenta tutti, Confindustria compresa. Non c’è motivo di dubitare delle sue buone intenzioni. della buona volontà che starà mettendo in queste ore per risolvere al meglio il tema vice presidenza. La questione non sarà ascoltare i mal di pancia di Imprese & Territorio o dare il premio di consolazione a Confindustria. La questione sarà gettare le basi per mettersi a lavorare subito e insieme. C’è da sperarlo. Perché la stretta di mano che Malvestiti e il presidente degli industriali Ercole Galizzi si sono dati alla fine di «Bergamo in diretta» sia davvero il punto di partenza per un nuovo inizio. Silvana Galizzi IL COMMENTO Gli aumenti salariali divisi in tre tranche a partire dal 2016 Salvaguardato il sistema degli inquadramenti che restano 13 l’azienda – osserva Mina Nava, segretario generale Fisac- Bergamo -. Di grande importanza anche la dichiarazione delle parti che garantisce agli attuali occupati il mantenimento delle vecchie tutele, sia in caso di cessioni individuali del rapporto di lavoro che di cessioni collettive, vedi newco, fusioni o cessioni di ramo d’impresa Con l’accordo non sono stati toccati inoltre gli scatti di anzianità, ed è stato salvaguardato tutto il sistema degli inquadramenti, che restano così 13 rispetto ai 6 chiesti da Abi. Il rinnovo contrattuale, evidenzia Uilca, riguarda anche l’impegno delle banche a consentire ai propri dipendenti la fruizione di permessi per l’assistenza ai figli affetti da patologie legate all’apprendimento mesi di comporto (periodo di conservazione del posto di lavoro e l’intero trattamento economico) in caso di malattie oncologiche. Per quanto concerne il trattamento economico, lo stipendio aumenta mediamente di 85 euro lordi al mese (per 13 mensilità). L’aumento sarà corrisposto in tre tranches, sempre dal 1° ottobre. Primo aumento nel 2016 (25 euro lordi), a cui si sommeranno 30 euro nel 2017 e altri 30 euro nel 2018. Nello specifico, gli 85 euro riguardano i lavoratori inquadrati al quarto livello retributivo della terza area professionale, saranno parametrati anche per i destinatari del livello retributivo d’inserimento professionale.

 

L’ARENA – IL GIORNALE DI VICENZA giovedì 2 aprile 2015

Nuovo contratto firmato per300milabancari – Si è arrivati a un aumento di 85 euro lordi e a qualche garanzia in caso di fusioni. Salario d’ingresso per i giovani aumentato dell’8%

ROMA – Un anno e mezzo di trattative, scioperi e negoziati ma alla fine banche e sindacati firmano in extremis l’accordo sul rinnovo del contratto dei 309mila bancari con scadenza 2018 evitando la sua disapplicazione, ribadendo l’importanza della contrattazione nazionale e strappando anche qualche garanzia in caso di fusioni. La firma è arrivata alle cinque del mattino al termine di quasi quindici ore di trattative segnate da pause, interruzioni e confronti anche aspri e dovrà passare il vaglio dell’esecutivo Abi e delle assemblee sindacali. Una «pax» necessaria in un momento in cui il settore sta cominciando a rivedere la luce dopo anni durissimi e di redditività a zero, ma resta ancora zavorrato da 185 miliardi di sofferenze e si appresta a varare una nuova ondata di fusioni non limitata alle popolari. Operazioni, queste, che porteranno quasi sicuramente ad una serie di esuberi da gestire e che si aggiungono ad altre due cause esterne al sistema e al paese: l’innovazione tecnologica inarrestabile verso l’online che fa ridurre il tradizionale sportello e la vigilanza unica Bce. Certo le parti si sono avvicinate molto nelle rispettive posizioni sacrificando ciascuna qualcosa. Il presidente del Casl (Comitato per gli affari sindacali e il lavoro) Alessandro Profumo ha sottolineato le molte concessioni fatte ai sindacati nel corso della trattativa. Un’intesa quindi non perfetta ma importante e utile. «Non ci sono falchi», ha sempre detto e ripetuto Profumo e l’esecutivo gli è andato dietro rinnovandogli ogni volta la fiducia nelle fasi più critiche. La mano tesa è stata data sul fronte “sociale”: l’accordo prevede un salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione aumentato dell’ e la creazione di una piattaforma bilaterale informatica per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Il compromesso si è visto anche sulla parte economica. Dall’iniziale richiesta di «costo zero» da parte delle banche e di 175 euro per i sindacati, è arrivati ad 85 euro lordi a regime suddivisi nei tre anni. Ma le organizzazioni sindacali cantano vittoria soprattutto perchè, come dice il segretario Fabi Lando Sileoni, «è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi» nell’ambito di «una vertenza tutta indirizzata a smantellare il contratto nazionale, sostituendolo con i contratti aziendali o di gruppo». Uilca sottolinea infatti come la vertenza possa essere «l’avvio di un processo virtuoso di sottoscrizioni dei Contratti collettivi nazionali, e la Fisac Megale rileva poi come, benchè non vada interpretata come una deroga al Jobs Act sia «la dichiarazione che garantisce agli attuali occupati il mantenimento delle vecchie tutele, sia in caso di cessioni individuali del rapporto di lavoro che di cessioni collettive, vedi NewCo fusioni o cessioni di ramo d’impresa Alla fine, commenta il presidente Abi Patuelli, «ha dato frutti il metodo della ragione».

 

LA PROVINCIA (ed Cremona) giovedì 2 aprile 2015

Bancari, contratto Raggiunta l’intesa Dipendenti. 85 euro in più in tre anni

ROMA — Un anno e mezzo di trattative, scioperi e negoziati ma alla fine banche e sindacati firmano in extremis l’accordo accordo sul rinnovo del contratto dei 309mila bancari con scadenza 2018 evitando la sua disapplicazione, ribadendo l’imp ort an za della contrattazione nazionale e strappando anche qualche garanzia in caso di fusioni. La firma è arrivata al termine di quasi quindici ore d i t r a t t a t i v e s egnate da pause, interruzioni e confronti anche aspri e dovrà passare il vaglio dell’esecutivo Abi e delle assemblee sindacali. Una ‘pax’ necessaria in un momento in cui il settore sta cominciando a rivedere la luce dopo anni durissimi e di redditività a zero, ma resta ancora zavorrato da 185 miliardi di sofferenze e si appresta a varare una nuova ondata di fusioni non limitata alle popolari. Certo le parti si sono avvicinate molto nelle rispettive posizioni sacrificando ciascuna qualcosa e il compromesso si è visto anche sulla parte economica. Dall’iniziale richiesta di ‘ costo zero ‘ da parte delle banche e di 175 euro per i sindacati, è arrivati ad 85 euro lordi a regime suddivisi nei tre anni. Ma le organizzazioni sindacali cantano vittor i a s o p r a t t u t t o perché, come dice il segretario Fabi Lando Sileoni «è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi» nell’ambito di «una vertenza tutta indirizzata a smantellare il contratto nazionale, sostituendolo con i contratti aziendali o di gruppo».

 

IL PICCOLO (ed Gorizia) giovedì 2 aprile 2015

Contratto bancari, c’è l’accordo – Garanzie in caso di fusioni Compromesso anche sulla parte economica, 85 euro in tre anni. Previste misure per i giovani Sindacati: valorizzati gli inquadramenti. Patuelli (Abi): il metodo della ragione ha dato frutti

ROMA. Un anno e mezzo di trattative, scioperi e negoziati ma infine banche e sindacati firmano in extremis l’accordo sul rinnovo del contratto dei 309mila bancari con scadenza 2018 evitando la sua disapplicazione, ribadendo l’importanza della contrattazione nazionale e strappando qualche garanzia in caso di fusioni. La firma alle 5 del mattino, al termine di quasi 15 ore di trattative, pause, interruzioni e confronti anche aspri e dovrà passare il vaglio dell’esecutivo Abi e delle assemblee sindacali. Una pax necessaria mentre il settore sta cominciando a rivedere la luce dopo anni durissimi e di redditività a zero, ma resta ancora zavorrato da 185 miliardi di sofferenze e si appresta a varare una nuova ondata di fusioni non limitata alle popolari. Operazioni che porteranno quasi di certo a una serie di esuberi da gestire e che si aggiungono ad altre due cause esterne al sistema e al paese: l’innovazione tecnologica inarrestabile verso l’online che fa ridurre il tradizionale sportello; la vigilanza unica Bce. Certo le parti si sono avvicinate molto nelle rispettive posizioni sacrificando ciascuna qualcosa. Il presidente del Casl (comitato per gli affari sindacali e lavoro) Alessandro Profumo ha sottolineato le molte concessioni fatte ai sindacati durante la trattativa, eliminando pregiudiziali o richieste che alcuni settori dell’ Abi volevano introdurre. Un’intesa quindi non perfetta ma importante e utile. «Non ci sono falchi», ha sempre detto Profumo; e l’esecutivo gli è andato dietro rinnovandogli ogni volta la fiducia nelle fasi critiche. Mano tesa data sul fronte “sociale”: l’accordo prevede un salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione aumentato dell’ e la creazione di una piattaforma bilaterale informatica per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Compromesso anche sulla parte economica. Dall’iniziale richiesta di “costo zero” da parte delle banche e di 175 euro per i sindacati, è arrivati a 85 euro lordi a regime suddivisi nei tre anni. Ma i sindacati cantano vittoria soprattutto perché, dice il segretario Fabi Lando Sileoni, «è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi» in «una vertenza tutta indirizzata a smantellare il contratto nazionale, sostituendolo con i contratti aziendali o di gruppo». Uilca annota come la vertenza possa essere «l’avvio di un processo virtuoso di sottoscrizioni dei Contratti collettivi nazionali», e la Fisac Megale rileva poi come, benché non vada interpretata come una deroga al Jobs Act sia «la dichiarazione che garantisce agli attuali occupati il mantenimento delle vecchie tutele, sia in caso di cessioni individuali del rapporto di lavoro che di cessioni collettive, vedi NewCo fusioni o cessioni di ramo d’impresa Alla fine, dice il presidente Abi Patuelli, «ha dato frutti il metodo della ragione».

 

BRESCIA OGGI giovedì 2 aprile 2015

Nuovo contratto firmato per 300mila bancari – Si è arrivati a un aumento di 85 euro lordi e a qualche garanzia in caso di fusioni. Salario d’ingresso per i giovani aumentato dell’8%

ROMA. Un anno e mezzo di trattative, scioperi e negoziati ma alla fine banche e sindacati firmano in extremis l’accordo sul rinnovo del contratto dei 309mila bancari con scadenza 2018 evitando la sua disapplicazione, ribadendo l’importanza della contrattazione nazionale e strappando anche qualche garanzia in caso di fusioni. La firma è arrivata alle cinque del mattino al termine di quasi quindici ore di trattative segnate da pause, interruzioni e confronti anche aspri e dovrà passare il vaglio dell’esecutivo Abi e delle assemblee sindacali. Una «pax» necessaria in un momento in cui il settore sta cominciando a rivedere la luce dopo anni durissimi e di redditività a zero, ma resta ancora zavorrato da 185 miliardi di sofferenze e si appresta a varare una nuova ondata di fusioni non limitata alle popolari. Operazioni, queste, che porteranno quasi sicuramente ad una serie di esuberi da gestire e che si aggiungono ad altre due cause esterne al sistema e al paese: l’innovazione tecnologica inarrestabile verso l’online che fa ridurre il tradizionale sportello e la vigilanza unica Bce. Certo le parti si sono avvicinate molto nelle rispettive posizioni sacrificando ciascuna qualcosa. Il presidente del Casl (Comitato per gli affari sindacali e il lavoro) Alessandro Profumo ha sottolineato le molte concessioni fatte ai sindacati nel corso della trattativa. Un’intesa quindi non perfetta ma importante e utile. «Non ci sono falchi», ha sempre detto e ripetuto Profumo e l’esecutivo gli è andato dietro rinnovandogli ogni volta la fiducia nelle fasi più critiche. La mano tesa è stata data sul fronte “sociale”: l’accordo prevede un salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione aumentato dell’ e la creazione di una piattaforma bilaterale informatica per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Il compromesso si è visto anche sulla parte economica. Dall’iniziale richiesta di «costo zero» da parte delle banche e di 175 euro per i sindacati, è arrivati ad 85 euro lordi a regime suddivisi nei tre anni. Ma le organizzazioni sindacali cantano vittoria soprattutto perchè, come dice il segretario Fabi Lando Sileoni, «è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi» nell’ambito di «una vertenza tutta indirizzata a smantellare il contratto nazionale, sostituendolo con i contratti aziendali o di gruppo». Uilca sottolinea infatti come la vertenza possa essere «l’avvio di un processo virtuoso di sottoscrizioni dei Contratti collettivi nazionali, e la Fisac Megale rileva poi come, benchè non vada interpretata come una deroga al Jobs Act sia «la dichiarazione che garantisce agli attuali occupati il mantenimento delle vecchie tutele, sia in caso di cessioni individuali del rapporto di lavoro che di cessioni collettive, vedi NewCo fusioni o cessioni di ramo d’impresa Alla fine, commenta il presidente Abi Patuelli, «ha dato frutti il metodo della ragione».

 

IL CITTADINO giovedì 2 aprile 2015

LE VOCI LODIGIANE – Rinnovato il contratto dei bancari

Arrivano anche dal Lodigiano commenti favorevoli all’accordo sul contratto dei lavoratori bancari, raggiunto nella notte fra martedì e ieri. Abi e sindacati hanno dunque spianato la strada al rinnovo contrattuale, atteso da tempo e che aveva portato i lavoratori allo sciopero. Dopo l’intesa definita a livello nazionale, ora i rappresentanti sindacali incontreranno i “colletti bianchi” nelle assemblee che verranno organizzate su base provinciale. Enrico Vercellino, segretario provinciale Dircredito, parla di «un successo, perché sono state mantenute invariate le tutele in caso di crisi e gli inquadramenti attuali, oltre alla previsione di nuove assunzioni di giovani». Ettore Necchi, segretario provinciale della Fabi, definisce le trattative per il rinnovo «una battaglia durissima, forse la più dura degli ultimi venticinque anni». «La vertenza ha assunto rilevanza mediatica – aggiunge – anche perché da questo rinnovo contrattuale possono scaturire nuovi rinnovi, a partire da quello del credito cooperativo. Abbiamo registrato un certo malumore in taluni banchieri e questo è senza dubbio positivo, perché significa che si è badato agli interessi dei lavoratori. È importante sottolineare che siamo riusciti a ottenere condizioni migliorative per i neoassunti. Ora la partita passa alle assemblee dei lavoratori». L.R.

 

GIORNALE DI BRESCIA giovedì 2 aprile 2015

Bancari, ecco il nuovo contratto I sindacati: «Fallito l’attacco al Ccnl» Dopo serrate trattative e due giorni di sciopero, raggiunta l’intesa Aumento medio di 85 euro. Mantenuti i principali istituti normativi

BRESCIA Sono serviti due giorni di sciopero, ore di trattative serrate, prima sospese e poi riannodate, lo spettro della «disapplicazione» la minaccia di altre proteste per arrivare all’intesa sul nuovo contratto nazionale di lavoro dei bancari. L’ipotesi di accordo è stata siglata dall’Abi e dalle otto sigle sindacali del settore alle cinque di ieri mattina, dopo l’ultimo confronto fiume. Il contratto nazionale, che deve essere ora ratificato dalle assemblee dei lavoratori (si svolgeranno entro il 15 giugno), sarà valido fino al 31 dicembre 2018. Da un punto di vista economico, è previsto un aumento medio di 85 euro a regime nel triennio, erogati in tre tranche con scadenza 1 ° ottobre 2016, ° ottobre 2017 e 1 ° ottobre 2018. Il salario d’ingresso per i giovani crescerà dell’ %, riducendo l’attuale penalizzazione dal 18 al 10 per cento. Sul fronte normativo, invece, sono stati mantenuti i principali istituti contrattuali. In particolare, è stata confermata la validità del Fondo per la nuova occupazione, per finanziare nuove assunzioni stabili di giovani ma anche, in sinergia con il Fondo di solidarietà, per interventi di riconversione o riqualificazione professionale di personale in esubero. Nell’ambito dell’ente bilaterale Enbicredito, viene istituita per la prima volta una piattaforma per l’occupabilità dei lavoratori bancari che hanno perso il posto. I sindacati hanno in definitiva ottenuto il mantenimento dell’area contrattuale, degli scatti e degli inquadramenti; le banche, invece, possono contare su un ricalcolo del Tfr meno oneroso. Commenti positivi da parte di entrambe le delegazioni. Secondo l’Abi il nuovo contratto «è una risposta adeguata a conciliare gli interessi di carattere occupazionale dei lavoratori, con le esigenze di stabilità ed equilibrio delle banche italiane: l’intesa apre la strada ad una serie di soluzioni utili a continuare ad affrontare i cambiamenti in atto nel settore bancario, relativi alla razionalizzazione dei processi produttivi». E se questo è certamente vero e preoccupa i lavoratori, dall’altra è altrettanto vero, come sottolinea il mondo sindacale, che «con questo accordo è fallito l’attacco alla contrattazione nazionale». Secondo Pierluigi Mazzoldi, segretario provinciale della Fabi, grandi gruppi, come Intesa e Unicredit, puntavano alla soppressione del Ccnl, in favore di contratti aziendali: aver mantenuto un contesto normativo ed economico nazionale è quindi la più grande conquista». Mauro Pedroni, segretario bresciano della Fisac Cgil, sottolinea come «senza contratto sarebbe stato difficilissimo gestire il nuovo periodo di ristrutturazioni e fusioni che interesserà il mondo delle banche. Inoltre – continua – ci sono novità interessanti per i giovani». Resta il rammarico soprattutto sul fronte economico, «perché la prima tranche di aumento – afferma ancora Pedroni – arriverà solo tra più di un anno». «Si tratta di un contratto non privo di sacrifici – dice invece Giulio Romani, segretario nazionale della Fiba Cisl -, purtroppo inevitabili in questa fase, ma vengono lasciate inalterate tutte le tutele garantite dal precedente Ccnl». Dopo i dipendenti del settore del commercio, in ogni caso, ora anche gli 8.000 bancari bresciani possono contare su un rinnovato strumento di tutela. Guido Lombardi

 

GAZZETTA DEL SUD giovedì 2 aprile 2015

Accordo sul contratto dei bancari Aumento di 85 euro

Andrea D’Ortenzio

ROMA – Un anno e mezzo di trattative, scioperi e negoziati ma alla fine banche e sindacati firmano in extremis l’accordo sul rinnovo del contratto dei 309mila bancari con scadenza 2018 evitando la sua disapplicazione, ribadendo l’importanza della contrattazione nazionale e strappando anche qualche garanzia in caso di fusioni. La firma è arrivata alle cinque del mattino di ieri al termine di quasi quindici ore di trattative segnate da pause, interruzioni e confronti anche aspri e dovrà passare il vaglio dell’esecutivo Abi e delle assemblee sindacali. Una “pax” necessaria in un momento in cui il settore sta cominciando a rivedere la luce dopo anni durissimi e di redditività a zero, ma resta ancora zavorrato da 185 miliardi di sofferenze e si appresta a varare una nuova ondata di fusioni non limitata alle popolari. Operazioni che porteranno quasi sicuramente ad una serie di esuberi da gestire e che si aggiungono ad altre due cause esterne al sistema e al paese: l’innovazione tecnologica inarrestabile verso l’online che fa ridurre il tradizionale sportello e la vigilanza unica Bce. Certo le parti si sono avvicinate molto nelle rispettive posizioni sacrificando ciascuna qualcosa. Il presidente del Casl Alessandro Profumo ha sottolineato le molte concessioni fatte ai sindacati nel corso della trattativa, eliminando pregiudiziali o richieste che alcuni settori dell’Abi volevano introdurre. Un’intesa quindi non perfetta ma importante e utile. «Non ci sono falchi», ha sempre detto e ripetuto Profumo e l’esecutivo gli è andato dietro rinnovandogli ogni volta la fiducia nelle fasi più critiche. Dall’iniziale richiesta di “costo zero” da parte delle banche e di 175 euro per i sindacati, è arrivati ad 85 euro lordi a regime suddivisi nei tre anni. Ma le organizzazioni sindacali cantano vittoria soprattutto perché, come dice il segretario Fabi Lando Sileoni «è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale».

 

IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA giovedì 2 aprile 2015

Contratto firmato in extremis aumento di 85 euro in tre anni

di ANDREA D’ORTENZIO

ROMA – Un anno e mezzo di trattative, scioperi e negoziati ma alla fine banche e sindacati firmano in extremis l’accordo sul rinnovo del contratto dei 309mila bancari con scadenza 2018 evitando la sua disapplicazione, ribadendo l’importanza della contrattazione nazionale e strappando anche qualche garanzia in caso di fusioni. La firma è arrivata alle cinque del mattino di ieri al termine di quasi quindici ore di trattative segnate da pause, interruzioni e confronti anche aspri e dovrà passare il vaglio dell’esecutivo Abi e delle assemblee sindacali. Una “pax” necessaria in un momento in cui il settore sta cominciando a rivedere la luce dopo anni durissimi e di redditività a zero, ma resta ancora zavorrato da 185 miliardi di sofferenze e si appresta a varare una nuova ondata di fusioni non limitata alle popolari. Operazioni che porteranno quasi sicuramente ad una serie di esuberi da gestire e che si aggiungono ad altre due cause esterne al sistema e al paese: l’innovazione tecnologica inarrestabile verso l’online che fa ridurre il tradizionale sportello e la vigilanza unica Bce. Certo le parti si sono avvicinate molto nelle rispettive posizioni sacrificando ciascuna qualcosa. Il presidente del Casl Alessandro Profumo ha sottolineato le molte concessioni fatte ai sindacati nel corso della trattativa, eliminando pregiudiziali o richieste che alcuni settori dell’Abi volevano introdurre. Un’intesa quindi non perfetta ma importante e utile. «Non ci sono falchi», ha sempre detto e ripetuto Profumo e l’esecutivo gli è andato dietro rinnovandogli ogni volta la fiducia nelle fasi più critiche. La mano tesa è stata data sul fronte “sociale”: l’accordo prevede un salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione aumentato dell’ e la creazione di una piattaforma bilaterale informatica per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Il compromesso si è visto anche sulla parte economica. Dall’iniziale richiesta di “costo zero” da parte delle banche e di 175 euro per i sindacati, è arrivati ad 85 euro lordi a regime suddivisi nei tre anni. Ma le organizzazioni sindacali cantano vittoria soprattutto perché, come dice il segretario Fabi Lando Sileoni «è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi».

 

GIORNALE DI SICILIA giovedì 2 aprile 2015

Bancari, accordo raggiunto per il contratto – Aumento di 85 euro in tre anni, salario d’ingresso maggiorato dell’85% – Sindacati soddisfatti: la contrattazione funziona

Riccardo Vescovo

…Un aumento di 85 euro in tre anni che interessa 300 mila bancari in Italia, di cui 11 mila in Sicilia. E poi misure per favorire i giovani e l’occupazione e la garanzia di mantenere le stesse condizioni contrattuali per i dipendenti che confluiranno in nuove società. Sono i principali punti dell’ ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto di lavoro dei bancari firmata ieri dall’Abi l’associazione delle banche italiane, sindacati. L’accordo sarà in vigore fino al 31 dicembre 2018 ma prima dovrà essere approvato dalle assemblee dei lavoratori che saranno indette in tutta Italia. Trattamento economico. L’intesa riconosce un incremento medio a regime di 85 euro suddivisi in tre scaglioni, con decorrenza 1 ottobre 2016, 2017, 2018, dell’importo rispettivamente di 25, 30, e 30 euro. Misure per i giovani. Aumenta dell’ per cento il salario di ingresso del settore. Lo stipendio attribuito ammonterà a 1.969,54 euro mensili. Sarà istituita una piattaforma informatica per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nell’ambito bancario. Occupazione. Sarà implementato il fondo per l’occupazione e per la realizzazione di misure a sostegno di licenziamento per motivi economici, riconversione e riqualificazione professionale e iniziative per agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Inquadramento. Rinviata la rivisitazione dei profili. È stato istituito un cantiere di lavoro per la definizione entro il 2016 di un nuovo schema di classificazione del personale. banche hanno ottenuto anche la possibilità di attribuire mansioni di altri inquadramenti ad alcune categorie di dipendenti. Tfr. Dal primo gennaio 2015 fino alla fine del 2018 il Tfr sarà calcolato esclusivamente sulle voci tabellari stipendio, scatti di anzianità ed importo ex ristrutturazione tabellare. È uno dei punti rivendicati dalle banche per le quali il calcolo del Tfr sarà così meno oneroso. Conciliazione vita- I 5 giorni di permesso per l’assistenza ai figli affetti da patologie legate all’apprendimento sono usufruibili ad ore. Il periodo di comporto per malattie oncologiche è raddoppiato fino a 36 mesi. Le reazioni. Per Abi, nelle trattative guidata da Alessandro Profumo, «si tratta di un risultato importante e di una risposta adeguata a conciliare gli interessi di carattere professionale ed occupazionale dei lavoratori con le esigenze di stabilità ed equilibrio delle banche italiane, di fronte ad un contesto macroeconomico che sta pesando e peserà nel lungo periodo sui livelli di redditività, sulla qualità degli attivi e sui margini di ricavo». Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sindacato autonomo di categoria, sostiene che «con l’accordo di rinnovo del contratto nazionale siamo riusciti a dare delle risposte politiche ai problemi del settore creando strumenti e condizioni per difendere l’occupazione per agire a tutela dei lavoratori in caso di banche profondamente in crisi, istituendo anche una piattaforma informatica ma bilaterale per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nell’ambito del settore bancario». Il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, aggiunge: «Il sindacato, insieme alle controparti, è riuscito con grande senso di responsabilità a rinnovare i contratti ed a svolgere il proprio ruolo in difesa dei posti di lavoro». Secondo Susanna Camusso, leader della Cgil, rinnovo dei contratti è una risposta al Jobs act che introduce una riduzione dei salari, dei diritti e della contrattazione». Per Carmelo Barbagallo, leader della Uil, 2015 sarà «l’anno dei contratti». Barbagallo sottolinea anche come il sindacato abbia chiesto «piattaforme alle categorie» per arrivare a rinnovare altri contratti, fra cui quello della Pubblica amministrazione». Gabriele Urzì, della segreteria di Gruppo Fiba Cisl Unicredit, ritiene si tratti di «un risultato importante aver mantenuto l’impianto contrattuale» (*RIVE*)

 

LA PROVINCIA DI VARESE giovedì 2 aprile 2015

Bancari, intesa sul contratto aumento di 85 euro in 3 anni

ROMA – Raggiunta la scorsa notte un’ipotesi di accordo tra Abi e sindacati sul rinnovo del contratto nazionale degli oltre 309 lavoratori bancari. L’accordo sarà sottoposto alle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno. «È stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi», afferma la Fabi. l’intesa prevede aumenti in busta paga di 85 euro da riparametrare con scadenza al primo ottobre 2016, ottobre 2017 e 1 ottobre 2018». Inoltre, «sono state date risposte concrete ai problemi occupazionali e sotto l’aspetto economico si è recuperata l’inflazione Un «risultato importante» «una risposta adeguata a conciliare gli interessi di carattere professionale ed occupazionale dei lavoratori con le esigenze di stabilità ed equilibrio delle banche italiane», commenta l’Abi.

 

IL GIORNO giovedì 2 aprile 2015

BANCARI C’È L’INTESA – È STATA DURA

di ETTORE NECCHI*

ALLE 5.30 di ieri è stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale dei bancari dopo un anno e mezzo di trattative. Questi i punti salienti: evitata la disapplicazione degli accordi a vantaggio dei lavoratori raggiunti negli anni precedenti, mantenuta e difesa l’area contrattuale; difesi gli inquadramenti; aumentato il salario dell’ per i giovani assunti tramite il FOC Fondo per l’occupazione creazione di una piattaforma bilaterale per ricollocare il personale licenziato in caso di crisi aziendale; aumenti a regime di 85 euro immediatamente tabellizzati con decorrenza 1 ottobre di ogni anno. Sono quindi molto soddisfatto perché è stato un rinnovo difficile per la resistenza dell’Abi Associazione bancari italiani e invece l’abbiamo spuntata sui punti significativi. Una boccata di ossigeno dopo mesi di tensione che speriamo faccia bene a tutti i colleghi del settore. Segno che la battaglia sindacale ha dato buoni frutti.

*dirigente nazionale Fabi Federazione autonoma bancari italiani di Lodi

 

CORRIERE DEL VENETO (Tutte le edizioni) giovedì 2 aprile 2015

Veneto Banca, nel Piano torna l’utile ma con 450 esuberi e 70 filiali in meno Favotto e Consoli vedono i sindacati. Rilancio tra taglio costi, digitale e private banking

TREVISO Veneto Banca, nel nuovo piano industriale 450 esuberi e 70 filiali da chiudere in tre anni. Prendono forma i numeri del Piano 2015-‘ della popolare di Montebelluna, approvato nel cda del 24 marzo. È successo ieri, nel vertice tra i sindacati Fiba, Dircredito, Cgil, Cisl e Uil e il presidente e il direttore generale, Francesco Favotto e Vincenzo Consoli, in cui si è entrati nel dettaglio del piano elaborato, che traccia la linea dei prossimi anni per la popolare di Montebelluna, nell’ipotesi di mantenere l’autonomia Ipotesi tutta da verificare, stante l’atteso risiko delle fusioni di cui si attende l’apertura all’indomani della trasformazione delle popolari in spa, con l’approvazione della relativa legge. Su questo fronte, dopo il mandato affidato all’advisor Rotschild, Favotto e Consoli hanno confermato ai sindacati l’intenzione di una trasformazione in spa nei tempi più rapidi possibili. Per entrare, evidentemente, nel campo delle aggregazioni quando il ventaglio delle opzioni è massimo. Anche se al momento, ha fatto capire Favotto ai sindacati, campo su questo fronte non c’è nulla. Sul fronte del Piano industriale, Favotto conferma il ritorno all’utile per Veneto Banca già nel 2015, mentre Consoli parla di «Piano concreto e pienamente realizzabile nei tempi e negli obiettivi previsti», con un investimenti tecnologici per 20 milioni di euro. Il dato di maggior impatto è quello sui tagli di personale e filiali. Settanta le agenzie che verranno chiuse in tre anni, rispetto alle 586 attuali, con 450 esuberi nel personale in Italia, un taglio del 10% che dovrebbe portare al 2017 a 4.328 dipendenti equivalenti a tempo pieno. La trattativa sindacale dovrebbe aprirsi a questo punto probabilmente a fine maggio. Su questo i sindacati sono ovv i a m e n te c r i t i c i : « Manca un’anima sociale al piano. Pagano solo i lavoratori, che hanno già dato – sostiene Massimiliano Paglini della Cisl -. Quando apriremo la procedura metteremo sul tavolo tutti i costi impropri che possono essere tagliati senza colpire i dipendenti. anche la missione Stand Alone ci è sembrata di facciata. Abbiamo in più chiesto un’apertura della governance, ad esempio con il modello duale, in una spa che vogliamo comunque legata al territorio». «Sono numeri da verificare attentamente – aggiunge Giuseppe Algeri della Fabi -. Nelle precedenti riorganizzazioni i numeri prospettati sono sempre stati rivisti al ribasso». Il taglio dei costi è uno dei punti d’attenzione di un piano che pare tener conto della trasformazione in spa. Il rapporto cost- è salito, secondo il bilancio 2014, dal 63,4 del 2013 al 70,9 dello scorso anno (ma la nota emessa ieri sera fissa il livello al 75,2 al 2017 l’indice dovrà scendere al 52,1 mentre i costi operativi dovranno passare da 621 milioni nel 2014 a 525 nel 2017. L’altro punto è il ritorno a livelli di utile elevati, dopo un 2014 incolore; l’utile netto è fissato al 2017 a 170 milioni di euro. Il piano delinea un margine di intermediazione che dovrebbe passare dagli 825 milioni del 2014 ai 1.007 di fine 2017 (+7%) e commissioni nette in aumento da 298 a 357 milioni. In parallelo, rettifiche sui crediti sono viste in calo dai 702 milioni di fine 2014 ai 222 del 2017, con un costo del credito che dovrebbe scendere da 283 a 81 punti- Il tutto puntando anche sulla vendita della quota nell’Istituto centrale delle banche popolari e migliorando il costo del credito, «anche tramite il conferimento – dice la nota di Veneto Banca – di parte di queste a società specializzate». Sul fronte dell’attività operativa, l’accento va sullo sviluppo dei ricavi sui canali digitali, ma anche come aggiunge Consoli « nel private banking e nella bancassicurazione e nello small business». Federico Nicoletti

 

IL SOLE 24 ORE.com 01/04/2015

Nuovo contratto per 300mila bancari: 85 euro di aumento e scadenza nel 2018

di Cristina Casadei

01 aprile 2015

I bancari hanno un nuovo contratto. Prevede un aumento di 85 euro che garantisce il recupero dell’inflazione e scadrà il 31 dicembre del 2018. La sigla, arrivata questa mattina presto dopo un serrato confronto, scongiura l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe lasciato gli oltre 300mila lavoratori senza tutele.

Adesso il testo siglato da Abi e dalle 8 sigle presenti al tavolo (Fabi, Fiba, Fisac, Uilca, Unisin, Dircredito, Sinfub e Ugl credito) verrà sottoposto sia all’attenzione del Comitato esecutivo di Abi, sia alle assemblee dei lavoratori che i sindacati convocheranno nei prossimi giorni e che dovrebbero concludersi a metà aprile.

Oltre all’aumento di 85 euro (esattamente lo stesso del contratto del commercio siglato ieri) l’intesa si caratterizza per le soluzioni che le parti hanno individuato per l’occupazione e l’occupabilità: quelle che fanno parlare di contratto dall’anima sociale.

Nel dettaglio è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione è stato aumentato dell’8% e, dal punto di vista sociale, è stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. In tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico.

 

REPUBBLICA.it mercoledì 1 aprile 2015 11.07.31

Bancari, accordo sul contratto: 85 euro in più in 4 anni

MILANO – Dopo gli scioperi, gli abbandoni e i ritorni al tavolo, le minacce di rotture definitive, arriva l’accordo nelle banche italiane. Intesa raggiunta all’alba tra l’Abi, l’Associazione delle banche italiane, e i sindacati sul rinnovo del contratto dei 309 mila bancari. L’intesa prevede l’allungamento a quattro anni, fino al 2018, del periodo di valenza contrattuale e aumenti economici per 85 euro (per altro gli stessi spuntati dai commercianti). Nel dettaglio, si tratta di una media a regime che prevede tre tranche: 1 ottobre 2016 (25 euro), 1 ottobre 2017 (30 euro), 1 ottobre 2018 (30 euro).

 I sindacati ottengono il mantenimento dell’area contrattuale, degli scatti e degli inquadramenti; le banche un ricalcolo del Tfr meno oneroso e la fungibilità all’interno delle aree professionali e all’interno dei quadri direttivi (cioè la possibilità di attribuire mansioni di inquadramenti diversi). Il salario d’ingresso per i giovani bancari cresce dell’8% riducendo la penalizzazione dal 18 al 10 per cento. Si conferma la contribuzione aziendale sulla previdenza integrativa al 4%. Il fondo per l’occupazione interverrà anche per sostenere la rioccupazione dei lavoratori che fino ad oggi potevano contare solo sul fondo emergenziale.

Essendo il settore bancario al centro di pesanti ristrutturazioni, in corso o in arrivo (basti pensare alle possibili aggregazioni dopo la riforma delle Popolari), nel nuovo accordo si prevede il mantenimento delle condizioni contrattuali attuali per i lavoratori che confluiranno in nuove società a seguito di processi di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale, oppure in casi di cessioni individuali e collettive dei contratti di lavoro, senza che venga, quindi, applicato loro il nuovo contratto a tutele crescenti. Viene poi istituita una piattaforma per l’occupabilità dei lavoratori bancari che hanno perso il posto; in caso di nuove assunzioni poi, le banche valuteranno prioritariamente le posizioni dei dipendenti confluiti nel Fondo emergenziale.

Improntati alla soddisfazione i commenti delle parti sociali. La Uilca “ritiene il risultato conseguito complessivamente sostenibile per quanto concerne le misure definite, che garantiscono il mantenimento dei capisaldi fondamentali rappresentati”. La Fisac non manca di sottilineare che “in più momenti si è davvero rischiato di rompere il negoziato per le intemperanze e le chiusure di Abi che ha reiterato più volte la possibilità di procedere con la disapplicazione del contratto nazionale”; il sindacato della Cgil ricorda che siamo solo a una fase iniziale e bisognerà “rispettare i dovuti passaggi negli organismi dirigenti e soprattutto nelle assemblee dei lavoratori”. L’accordo passerà infatti al vaglio dell’esecutivo dell’Abi da un lato e delle assemblee dei lavoratori dall’altro, per arrivare all’ok entro il 15 giugno.

 “Dopo un anno e mezzo di durissime trattative, i bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele. Con l’ipotesi d’accordo siglata, è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”, ha spiegato Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi. Un “risultato importante” e “una risposta adeguata a conciliare gli interessi di carattere professionale ed occupazionale dei lavoratori con le esigenze di stabilità ed equilibrio delle banche italiane di fronte ad un contesto macroeconomico che sta pesando e peserà nel lungo periodo sui livelli di redditività, sulla qualità degli attivi e sui margini di ricavo”, ha infine commentato l’Abi.

 

REPUBBLICA.it mercoledì 1 aprile 2015 | 07:45

Bancari, accordo sul contratto: 85 euro in più in 4 anni – Riguarda 309mila persone. Gli istituti ottengono un ricalcolo del Tfr meno oneroso, cresce il salario dei giovani in ingresso. Per i dipendenti di banche che entreranno nei prossimi processi di aggregazione si applicheranno le vecchie norme, e non le nuove tutele crescenti

MILANO – Dopo gli scioperi, gli abbandoni e i ritorni al tavolo, le minacce di rotture definitive, arriva l’accordo nelle banche italiane. Intesa raggiunta all’alba tra l’Abi, l’Associazione delle banche italiane, e i sindacati sul rinnovo del contratto dei 309 mila bancari. L’intesa prevede l’allungamento a quattro anni, fino al 2018, del periodo di valenza contrattuale e aumenti economici per 85 euro (per altro gli stessi spuntati dai commercianti). Nel dettaglio, si tratta di una media a regime che prevede tre tranche: 1 ottobre 2016 (25 euro), 1 ottobre 2017 (30 euro), 1 ottobre 2018 (30 euro).

 I sindacati ottengono il mantenimento dell’area contrattuale, degli scatti e degli inquadramenti; le banche un ricalcolo del Tfr meno oneroso e la fungibilità all’interno delle aree professionali e all’interno dei quadri direttivi (cioè la possibilità di attribuire mansioni di inquadramenti diversi). Il salario d’ingresso per i giovani bancari cresce dell’8% riducendo la penalizzazione dal 18 al 10 per cento. Si conferma la contribuzione aziendale sulla previdenza integrativa al 4%. Il fondo per l’occupazione interverrà anche per sostenere la rioccupazione dei lavoratori che fino ad oggi potevano contare solo sul fondo emergenziale.

 Essendo il settore bancario al centro di pesanti ristrutturazioni, in corso o in arrivo (basti pensare alle possibili aggregazioni dopo la riforma delle Popolari), nel nuovo accordo si prevede il mantenimento delle condizioni contrattuali attuali per i lavoratori che confluiranno in nuove società a seguito di processi di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale, oppure in casi di cessioni individuali e collettive dei contratti di lavoro, senza che venga, quindi, applicato loro il nuovo contratto a tutele crescenti. Viene poi istituita una piattaforma per l’occupabilità dei lavoratori bancari che hanno perso il posto; in caso di nuove assunzioni poi, le banche valuteranno prioritariamente le posizioni dei dipendenti confluiti nel Fondo emergenziale.

 Improntati alla soddisfazione i commenti delle parti sociali. La Uilca “ritiene il risultato conseguito complessivamente sostenibile per quanto concerne le misure definite, che garantiscono il mantenimento dei capisaldi fondamentali rappresentati”. La Fisac non manca di sottilineare che “in più momenti si è davvero rischiato di rompere il negoziato per le intemperanze e le chiusure di Abi che ha reiterato più volte la possibilità di procedere con la disapplicazione del contratto nazionale”; il sindacato della Cgil ricorda che siamo solo a una fase iniziale e bisognerà “rispettare i dovuti passaggi negli organismi dirigenti e soprattutto nelle assemblee dei lavoratori”. L’accordo passerà infatti al vaglio dell’esecutivo dell’Abi da un lato e delle assemblee dei lavoratori dall’altro, per arrivare all’ok entro il 15 giugno.

 “Dopo un anno e mezzo di durissime trattative, i bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele. Con l’ipotesi d’accordo siglata, è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”, ha spiegato Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi. Un “risultato importante” e “una risposta adeguata a conciliare gli interessi di carattere professionale ed occupazionale dei lavoratori con le esigenze di stabilità ed equilibrio delle banche italiane di fronte ad un contesto macroeconomico che sta pesando e peserà nel lungo periodo sui livelli di redditività, sulla qualità degli attivi e sui margini di ricavo”, ha infine commentato l’Abi.

 

ADNKRONOS mercoledì 01 aprile 2015 15:45

BANCHE: SILEONI (FABI), CATEGORIA SALVA DA PERICOLOSE DERIVE =

Roma, 1 apr. (AdnKronos) – ”Con l’accordo di rinnovo del contratto nazionale siamo riusciti a dare delle risposte politiche ai problemi del settore, creando strumenti e condizioni per difendere l’occupazione, per agire a tutela dei lavoratori in caso di banche profondamente in crisi, istituendo anche una piattaforma informatica ma bilaterale per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nell’ambito del settore bancario”. Così Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi, commenta l’ipotesi d’accordo sul rinnovo del contratto nazionale dei bancari firmata oggi.

   “Un’iniziativa innovativa che non ha riscontro in altre categorie. La fortissima risposta dei lavoratori manifestata sia in sia attraverso lo sciopero sia attraverso le manifestazioni di piazza della categoria ci ha garantito forza politica e contrattuale, facendo recedere l’Abi da un’impostazione della vertenza tutta indirizzata a smantellare il contratto nazionale, sostituendolo con i contratti aziendali o di gruppo”, prosegue.

   ”Non sono passate riforme strutturali e le compensazioni che sono state concordate per la durata del contratto sono servite per difendere l’area contrattuale e tutti quegli strumenti che ci consentiranno di salvaguardare i posti di lavoro -continua Sileoni-.

L’Abi ha provato a forzare la mano utilizzando ogni mezzo, ma unitariamente il movimento sindacale ha saputo tenere botta e vincere una battaglia che sarà ricordata nella storia delle relazioni industriali di settore. La categoria è finalmente salva e al riparo anche da pericolose derive che si sarebbero create nelle prossime fusioni, in assenza di un contratto nazionale a tutela dei lavoratori. Voglio, infine, ringraziare il governo che è sempre stato super partes evitando così pesanti penalizzazioni per tutti i lavoratori bancari”.    (Rem/AdnKronos)

 

CORRIERE DELLA SERA.it mercoledì 1 aprile 2015 | 07:45

Banche, accordo sul contratto dei bancari: in busta paga 85 euro in quattro anni – Rinnovo del contratto nazionale, sono oltre 300 mila i bancari interessati – I sindacati: « Intesa raggiunta con il sacrificio dei lavoratori»

di Redazione Economia

Un aumento medio di 85 euro lordi in quattro anni. È questo il piatto forte dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro di 309 mila bancari siglato all’alba di mercoledì primo aprile da otto sigle sindacali e dall’Abi, l’associazione imprenditoriale che ha affidato le trattative al presidente di Mps, Alessandro Profumo. Con il contratto appena scaduto i bancari avevano ottenuto 175 euro lordi l’anno. Il nuovo contratto sarà valido fino a fine 2018 . L’intesa dovrà ora essere sottoposta alle assemblee dei dipendenti.

Occupabilità

Tra le novità, viene istituita per la prima volta una piattaforma per l’«occupabilità» dei lavoratori bancari che hanno perso il posto, con l’obiettivo di far incontrare domanda e offerta di lavoro nelle imprese di settore. In caso di nuove assunzioni, le banche valuteranno prioritariamente le posizioni dei dipendenti confluiti nel Fondo emergenziale.

Nello stesso tempo il Fondo per la nuova occupazione, già istituito nella precedente tornata contrattuale (Foc), sarà prorogato fino al 31 dicembre 2018, con le attuali modalità di finanziamento, che coinvolgono anche i top manager, chiamati a contribuire versando una quota del proprio stipendio. Le parti si sono impegnate a redigere, entro 90 giorni il testo coordinato del contratto collettivo nazionale. Nel testo si confermeranno le vecchie previsioni di legge in materia di licenziamenti per tutti i lavoratori assunti prima dell’entrata in vigore del primo decreto attuativo del Jobs act, il 7 marzo scorso.

Abi

L’Abi giudica l’ipotesi di rinnovo del contratto dei bancari «un risultato importante». Oltre che «una risposta adeguata a conciliare gli interessi di carattere professionale e occupazionale dei lavoratori con le esigenze di stabilità ed equilibrio delle banche italiane di fronte ad un contesto macroeconomico che sta pesando e peserà nel lungo periodo sui livelli di redditività, sulla qualità degli attivi e sui margini di ricavo». «L’intesa – fa notare ancora l’Abi – apre la strada a una serie di soluzioni utili a continuare ad affrontare i cambiamenti in atto nel settore bancario relativi alla razionalizzazione dei processi produttivi, organizzativi e delle strutture distributive, all’evoluzione dei comportamenti della clientela, delle innovazioni tecnologiche e ai profondi cambiamenti normativi e di supervisione».

Fabi e Fisac

«L’accordo», informa una nota della Fabi, il primo sindacato della categoria, «ribadisce la centralità della contrattazione nazionale, difende le normative sull’area contrattuale, non interviene sugli scatti d’anzianità e attribuisce al nuovo contratto una forte valenza sociale». «Dopo un anno e mezzo di durissime trattative», sottolinea il segretario generale, Lando Maria Sileoni, «i bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele». «Il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione è stato aumentato dell’8% e, dal punto di vista sociale, è stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali – continua Sileoni –. Gli aumenti economici sono pari a 85 euro da riparametrare e avranno una scadenza al primo ottobre 2016, 1 ottobre 2017 e 1 ottobre 2018. Sono state date risposte concrete ai problemi occupazionali e sotto l’aspetto economico si è recuperata l’inflazione. In tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico». L’accordo sarà sottoposto alle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno». Secondo la Fisac Cgil guidata da Agostino Megale «l’impianto dell’accordo può essere definito in linea con il mandato sulla difesa del contratto nazionale, dell’area contrattuale e degli indirizzi decisi in tema di inquadramenti, di recupero salariale, di tutela dell’occupazione e di misure di solidarietà intergenerazionale ed a favore dei giovani».

Fiba e Uilca

Per il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, è stato «sconfitto il disegno di Abi di destrutturare il contratto nazionale e si conferma il valore centrale e imprescindibile dello stesso come strumento di riferimento per la categoria dei bancari, di cui viene riconosciuta l’autonomia e l’importanza professionale». Tutto ciò per la Uilca «costituisce anche la conferma della indispensabile validità della contrattazione collettiva nazionale in un contesto socio politico che da tempo ne pone in discussione il rilievo e la validità, anche in riferimento al tentativo di indebolire il ruolo di rappresentanza dei corpi intermedi della società».

«Dopo un anno e mezzo di confronti estenuanti», commenta il segretario generale della Fiba Cisl Giulio Romani, «siamo finalmente riusciti ad arrivare alla chiusura di un contratto nazionale che conferma di fatto tutte le tutele preesistenti dei 300mila lavoratori bancari e la volontà delle parti di salvaguardare l’occupazione e il salario dei lavoratori». «Si tratta di un contratto non privo di sacrifici», aggiunge il segretario della Fiba, «purtroppo inevitabili in questa congiuntura economica, ma è anche un contratto che protegge la retribuzione dei lavoratori e lascia inalterate tutte le tutele garantite dal precedente contratto, relative ad area contrattuale, profili professionali e scatti di anzianità». © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

AFFARI ITALIANI mercoledì 1 aprile 2015 | 07:45

Bancari/ Accordo Abi-sindacati sul rinnovo: aumenti di 85 euro – I lavoratori del credito hanno un nuovo contratto nazionale. Nella notte è stata trovata l’intesa fra Abi e sindacati: a regime i bancari avranno un aumento di 85 euro

Mercoledì, 1 aprile 2015 – 08:57:00

di Andrea Deugeni twitter11@andreadeugeni

Ci sono voluti un anno e mezzo e ben due scioperi nazionali, con la minaccia di un terzo, per arrivare finalmente al rinnovo del contratto di lavoro dei bancari. Nella notte, infatti, dopo una lunga trattativa è stata infatti raggiunta l’intesa per il rinnovo del contratto nazionale del credito, con la sottoscrizione di un’ipotesi di accordo tra organizzazioni sindacali e Abi, che prima di essere efficace dovrà essere approvata dalle lavoratrici e dai lavoratori. L’intesa prevede un aumento medio a regime di 85 euro che seguirà questi step: 25 euro il 1° ottobre 2016; 30 euro il 1° ottobre 2017; 25 euro il 1° ottobre 2018.

“I bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele. Con l’ipotesi d’accordo siglata, è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”, è stato il commento di Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, il primo sindacato fra gli oltre 309mila lavoratori del credito.

“Il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione – ha aggiunto Sileoni – è stato aumentato dell’8% e, dal punto di vista sociale, è stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Gli aumenti economici sono pari a 85 euro da riparametrare e avranno una scadenza al primo ottobre 2016, 1 ottobre 2017 e 1 ottobre 2018. Sono state date risposte concrete ai problemi occupazionali e sotto l’aspetto economico si è recuperata l’inflazione. In tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico. La categoria ha quindi un proprio contratto che scadrà il 31 dicembre del 2018 e potrà così gestire con più garanzie e meno disagi una difficile fase di riorganizzazione del settore, che partirà a breve con una nuova ondata di fusioni, a causa anche della riforma delle banche popolari recentemente diventata legge. Si chiude, così, una fase conflittuale e di grande disagio che è stato possibile superare soltanto con la determinazione dell’intero movimento sindacale, sostenuto dal consenso e dai sacrifici dei lavoratori bancari. L’accordo sarà sottoposto alle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno”.

 

PANORAMA.it mercoledì 1 aprile 2015

Contratto dei bancari: le 4 novità principali – Aumenti di stipendio per 85 euro al mese distribuiti in 3 anni. Ecco cosa prevede l’accordo tra banche e sindacati del credito

Dopo mesi di trattative e uno sciopero generale, finalmente i lavoratori bancari sono riusciti ad avere un nuovo contratto. I maggiori sindacati di categoria (Fabi, Fiba, Fisac, Uilca, Unisin, Dircredito, Sinfub e Ugl credito) hanno infatti raggiunto un’intesa con l’Abi (associazione bancaria italiana) per rinnovare l’ accordo collettivo di lavoro nazionale. I contenuti del nuovo contratto sono riassunti un documento di 8 pagine, che le parti sociali hanno divulgato stamattina al termine dei negoziati. Ecco, di seguito, una panoramica su cosa cambia.

Aumenti di stipendio

Sulle buste paga, compresa la tredicesima, ci saranno 85 euro mensili lordi in più che consentiranno di recuperare gli effetti dell’inflazione. Gli aumenti saranno però scaglionati in quattro anni: 25 euro dal 1° ottobre 2016, altri 30 euro dal 1° ottobre 2017 e un’ultima tranche di 30 euro al mese dal 1° ottobre 2018.

Leggi anche: Lo sciopero dei bancari

Stipendi d’inserimento

Ai giovani con contratto di ingresso, viene riconosciuta una retribuzione mensile lorda di 1.969,5 euro per i prossimi quattro anni, con una crescita dell’8% rispetto a prima e con una minore penalizzazione in rapporto ai livelli salariali ordinari.

Leggi anche: La riforma delle Popolari

Previdenza integrativa

Viene confermato il contributo integrativo aziendale del 4% per chi aderisce alla previdenza integrativa. Per il Tfr, cioè le quote di stipendio accantonate per la liquidazione, viene invece stabilità una modalità di calcolo meno costosa per le banche.

Leggi anche: Le banche italiane e gli stress test

Ricollocamento

Viene creata una piattaforma informatica per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro nel settore creditizio in modo da dare la precedenza, in caso di nuove assunzioni da parte di una banca, ai lavoratori in esubero che sono a carico del Fondo di Solidarietà. Nel caso in cui vi sia l’esternalizzazione di alcuni servizi e la creazione di nuove società che ereditano dei rami di azienda di una banca, i lavoratori trasferiti conserveranno i vecchi diritti contrattuali e non potranno invece essere assunti con i nuovi contratti a tutele crescenti nati con il Jobs Act (che rendono più facili i licenziamenti). © Riproduzione Riservata

 

DAGOSPIA mercoledì 1 aprile 2015 15:25

BARAONDA BANCARIA – FIRMATO IL CONTRATTO DI LAVORO DEI BANCARI: I SINDACATI PIEGANO L’ABI CHE DEVE RINUNCIARE A TUTTI I SUOI OBIETTIVI PER PAURA DEGLI SCIOPERI

Per i 320mila addetti degli istituti in arrivo un aumento in busta paga di 85 euro – scontro al fulmicotone tra Arrogance Profumo e Megale della Cgil (che si porta a casa le scuse di profumo) – “Decisivo” l’intervento di Arena (dircredito): “Ao’ quanno se magna”…

È fatta. Dopo una lunghissima trattativa durata quasi due anni i bancari hanno il loro contratto di lavoro, ma hanno rischiato grosso. Stavolta le banche facevano sul serio e se fosse fallita anche l’ultima mediazione la categoria die bancari sarebbe rimasta senza un contratto, con buona pace di chi ha in questi giorni parlato di solita manfrina e di solito teatrino.

Una vertenza durissima, giocata sia in campo politico sia mediatico, che assumeva contorni ancora più rilevanti, se si pensa che questo rinnovo contrattuale apre la stagione dei rinnovi di altre categorie di lavoratori. La lente d’ingrandimento era puntata sulla volontà delle banche di sostituire il contratto nazionale con i contratti aziendali di gruppo e i sindacati temevano anche che un eventuale intervento del governo sarebbe stato a favore dei banchieri.

La sconfitta politica delle banche è stata evidente: hanno lasciato sul campo tutte quelle energiche rivendicazioni che avevano l’ unico obiettivo di smantellare il contratto di lavoro e di avere poi conseguentemente la possibilità di riformare gli inquadramenti, l’orario di lavoro, il salario, cercando di interrompere la dinamica di crescita del costo del lavoro.

Gli 85 euro di aumento distribuiti nel triennio che vanno nella direzione del recupero dell’inflazione, visti i tempi di vacche magre, rappresentano certamente un risultato positivo, ma la bandiera dei sindacati sventola alta per avere mantenuto e salvaguardato tutti quelli che sono i temi legati all’occupazione, all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e soprattutto alla creazione di una piattaforma bilaterale al fine di ricollocare personale in esubero in eventuali stati di crisi aziendali.

La partita è stata dura e aspra con colpi anche bassi: il Segretario generale della Cgil bancari Megale ha più volte “imbruttito” a Mr Arrogance, Alessandro Profumo, e non sono mancate scintille dei banchieri presenti con Giulio Romani della Cisl e Massimo Masi della Uilca. Un durissimo scontro tra Megale e Profumo consumato nelle prime ore del mattino del primo aprile ha portato quasi alla rottura definitiva.

Sono poi prevalse le ragioni del buonsenso e della responsabilità individuale, al punto che lo stesso Alessandro Profumo ha chiesto apertamente scusa al Segretario della Cgil bancari. La sconfitta politica delle banche e dei banchieri rispetto a come avevano impostato inizialmente la vertenza è stata eclatante.

Della guerra santa scatenata all’inizio hanno praticamente raccolto le briciole: volevano la riforma degli inquadramenti e non l’hanno ottenuta, volevano il blocco permanente degli scatti d’anzianità e del Tfr e non l’hanno avuto, volevano eliminare “l’area contrattuale” per avere gioco facile sui licenziamenti e non l’hanno ottenuto. Hanno però portato a casa un rinnovo del contratto che servirà anche a loro per governare il settore in un clima di reciproco rispetto tra gli stessi istituti di credito italiano e di reciproca concorrenza leale.

A detta di molti sindacalisti presenti, banchieri compresi, il vero leader della vertenza è stato il Segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, che, aldilà della simpatia o antipatia che suscita, da abilissimo e sindacalista e politico, è riuscito nella difficile impresa di valorizzare il ruolo della Cgil bancari nell’ottica poi della tenuta e della gestione delle assemblee dei lavoratori che dovranno poi ratificare l’’accordo.

Ha alzato la voce quando serviva, ha picchiato duro quando era indispensabile, ma il colpo di genio l’ha realizzato nella non stop degli ultimi due giorni di trattative quando in un primo momento ha lasciato visibilità e campo alle altre organizzazioni, intervenendo però al momento opportuno, da abile regista, quando la posta in palio era alta e definitiva. Insomma, li ha lasciati sfogare per poi colpire al momento opportuno quando il disordine era ormai evidente.

Oggetto misterioso l’ormai ex segretario della Dircredito (la sigla dei dirigenti e dei quadri direttivi svenduta alla Cisl): Maurizio Arena in due anni di trattative non ha mai preso parola nei confronti e scontri coi banchieri. Per la verità agli atti risulta un intervento decisivo: preso dalla fame, Arena ha chiesto apertamente, ieri a palazzo Altieri, “ma quando se magna?”.

Profumo dovrebbe lasciare la carica di Presidente del Comitato sindacale di Abi, solo nel caso in cui si dimettesse da Presidente del Gruppo Mps. Sono in molti quelli che credono che non si ritirerà a vita privata e l’aver chiuso il rinnovo del contratto nazionale dei 320mila bancari fa presagire una sua conferma all’interno dell’industria bancaria italiana.

 

BUSINESSONLINE.it mercoledì 1 aprile 2015

Contratto bancari e commercio 2015-2018 rinnovo ufficiale: aumento stipendio, orari, regole. Novità e misure, cosa cambia – Raggiunta l’intesa sul nuovo contratto dei bancari. A regime sono previsti un aumento di 85 euro e soluzioni per il rilancio dell’occupazione.

Manca solo il via libera definitiva delle parti, ma ci sono le firme sulla bozza di accordo fra Abi e sindacati sul rinnovo del contratto degli oltre 300.000 bancari con scadenza al 31 dicembre 2018. Al termine di un anno e mezzo di confronto, sono state raggiunte intese sull’aumento medio a regime di 85 euro in 3 anni e sull’introduzione di soluzioni mirate per il rilancio dell’occupazione. In particolare sono previsti un salario d’ingresso per i giovani assunti grazie al fondo per l’occupazione aumentato dell’8%, la valorizzazione degli inquadramenti e l’implementazione di una piattaforma bilaterale per la ricollocazione dei dipendenti licenziato in caso di crisi aziendali, i cui requisiti professionali coincidano con quelli ricercati dalle aziende.

Gli aumenti economici avranno una scadenza al primo ottobre 2016, al primo ottobre 2017 e al primo ottobre 2018. Il ritocco di 85 euro, come abbiamo visto in questo articolo, è lo stesso che caratterizza il nuovo contratto nazionale del terziario, della distribuzione e dei servizi. Al tavolo delle trattative, oltre all’Associazione bancaria italiana, si sono seduti i rappresentanti di 8 sigle sindacali (Fabi, Fiba, Fisac, Uilca, Unisin, Dircredito, Sinfub e Ugl credito).

Secondo Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), con l’ipotesi d’accordo” è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”. E ancora: “La categoria ha quindi un proprio contratto che scadrà il 31 dicembre del 2018 e potrà così gestire con più garanzie e meno disagi una difficile fase di riorganizzazione del settore, che partirà a breve con una nuova ondata di fusioni, a causa anche della riforma delle banche popolari recentemente diventata legge”.

 

da RADIOCOR via BORSA ITALIANA  mercoledì 1 aprile 2015 | 15:56:01

Banche: Sileoni (Fabi), contratto garantisce risposte politiche al settore -2-

Bancari salvi da pericolose derive create da nuove fusioni (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 01 apr – “Non sono passate riforme strutturali – sottolinea Sileoni – e le compensazioni che sono state concordate per la durata del contratto sono servite per difendere l’area contrattuale e tutti quegli strumenti che ci consentiranno di salvaguardare i posti di lavoro. L’Abi ha provato a forzare la mano utilizzando ogni mezzo, ma unitariamente il movimento sindacale ha saputo tenere botta e vincere una battaglia che sarà ricordata nella storia delle relazioni industriali di settore. La categoria – aggiunge il leader della Fabi – e’ finalmente salva e al riparo anche da pericolose derive che si sarebbero create nelle prossime fusioni, in assenza di un contratto nazionale a tutela dei lavoratori. Voglio, infine, ringraziare il Governo – conclude – che e’ sempre stato super partes evitando cosi’ pesanti penalizzazioni per tutti i lavoratori bancari”. com-red (RADIOCOR) 01-04-15 15:56:01 (0411) 5 NNNN

 

da RADIOCOR via BORSA ITALIANA mercoledì 1 aprile 2015 | 15:52:14

Banche: Sileoni (Fabi), contratto garantisce risposte politiche al settore

 (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 01 apr – “Con l’accordo di rinnovo del contratto nazionale siamo riusciti a dare delle risposte politiche ai problemi del settore, creando strumenti e condizioni per difendere l’occupazione, per agire a tutela dei lavoratori in caso di banche profondamente in crisi, istituendo anche una piattaforma informatica ma bilaterale per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nell’ambito del settore bancario. Un’iniziativa innovativa che non ha riscontro in altre categorie”. Cosi’ Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sull’ipotesi d’accordo firmata oggi. “La fortissima risposta dei lavoratori manifestata sia attraverso lo sciopero sia attraverso le manifestazioni di piazza della categoria – aggiunge – ci ha garantito forza politica e contrattuale, facendo recedere l’Abi da un’impostazione della vertenza tutta indirizzata a smantellare il contratto nazionale, sostituendolo con i contratti aziendali o di gruppo”. com-red (RADIOCOR) 01-04-15 15:52:14 (0408) 5 NNNN

 

LA PRESSE.it mercoledì 1 aprile 2015 | 15:52:14

Banche, accordo tra Abi e sindacati: aumento di 85 euro in 3 anni

Milano, 1 apr. (LaPresse) – Dopo serrate trattative e due scioperi nazionali, è stata siglata alle cinque di questa mattina dall’Abi e dalle 8 sigle sindacali del credito l’ipotesi d’accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale dei lavoratori bancari, che sarà valido fino al 31 dicembre 2018 e che verrà sottoposto all’approvazione delle assemblee dei lavoratori. L’accordo ribadisce la centralità della contrattazione nazionale, difende le normative sull’area contrattuale, non interviene sugli scatti d’anzianità e attribuisce al nuovo Contratto una forte valenza sociale, arricchendolo di strumentazioni utili a sostenere la nuova occupazione e la ricollocazione dei lavoratori in esubero e a gestire le prossime riorganizzazioni di settore in una prospettiva di solidarietà intergenerazionale, tutelando, inoltre, il potere d’acquisto delle retribuzioni, con un aumento medio di 85 euro a regime nel triennio.

L’ipotesi d’accordo riguarda 309mila lavoratori bancari italiani. Tra i punti centrali c’è l’incremento del salario d’inserimento per i neo-assunti dell’8% e la conferma della contribuzione aziendale sulla previdenza integrativa al 4%. Confermata la validità del Fondo per la nuova occupazione, già istituito nella precedente tornata contrattuale che finanzia nuove assunzioni stabili di giovani. Ma essendo il settore bancario al centro di pesanti ristrutturazioni, in corso o in arrivo, basti pensare alle popolari, nel nuovo accordo si prevede il mantenimento delle condizioni contrattuali attuali per i lavoratori che confluiscono in nuove società a seguito di processi di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale, oppure in casi di cessioni individuali e collettive dei contratti di lavoro, senza che venga, quindi, applicato loro il nuovo contratto a tutele crescenti. Viene poi istituita una piattaforma per l’occupabilità dei lavoratori bancari che hanno perso il posto, in caso di nuove assunzioni poi, le banche valuteranno prioritariamente le posizioni dei dipendenti confluiti nel Fondo emergenziale. © Copyright LaPresse – Riproduzione riservata

 

da LA PRESSE.it via TISCALI Economia mercoledì 1 aprile 2015 | 15:52:14

Banche, accordo tra Abi e sindacati: aumento di 85 euro in 3 anni

Milano, 1 apr. (LaPresse) – Dopo serrate trattative e due scioperi nazionali, è stata siglata alle cinque di questa mattina dall’Abi e dalle 8 sigle sindacali del credito l’ipotesi d’accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale dei lavoratori bancari, che sarà valido fino al 31 dicembre 2018 e che verrà sottoposto all’approvazione delle assemblee dei lavoratori. L’accordo ribadisce la centralità della contrattazione nazionale, difende le normative sull’area contrattuale, non interviene sugli scatti d’anzianità e attribuisce al nuovo Contratto una forte valenza sociale, arricchendolo di strumentazioni utili a sostenere la nuova occupazione e la ricollocazione dei lavoratori in esubero e a gestire le prossime riorganizzazioni di settore in una prospettiva di solidarietà intergenerazionale, tutelando, inoltre, il potere d’acquisto delle retribuzioni, con un aumento medio di 85 euro a regime nel triennio. L’ipotesi d’accordo riguarda 309mila lavoratori bancari italiani. Tra i punti centrali c’è l’incremento del salario d’inserimento per i neo-assunti dell’8% e la conferma della contribuzione aziendale sulla previdenza integrativa al 4%. Confermata la validità del Fondo per la nuova occupazione, già istituito nella precedente tornata contrattuale che finanzia nuove assunzioni stabili di giovani. Ma essendo il settore bancario al centro di pesanti ristrutturazioni, in corso o in arrivo, basti pensare alle popolari, nel nuovo accordo si prevede il mantenimento delle condizioni contrattuali attuali per i lavoratori che confluiscono in nuove società a seguito di processi di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale, oppure in casi di cessioni individuali e collettive dei contratti di lavoro, senza che venga, quindi, applicato loro il nuovo contratto a tutele crescenti. Viene poi istituita una piattaforma per l’occupabilità dei lavoratori bancari che hanno perso il posto, in caso di nuove assunzioni poi, le banche valuteranno prioritariamente le posizioni dei dipendenti confluiti nel Fondo emergenziale.PATUELLI: RAGIONE HA DATO FRUTTI. “Il metodo della ragione che avevo invocato più volte ha dato frutti”, ha dichiarato Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, ha così commentato l’ipotesi di accordo con i sindacati raggiunto questa notte., ai microfoni del Gr Rai. “Abbiamo ottenuto il massimo dei risultati possibili – ha aggiunto Patuelli – e il nuovo contratto è di equilibrio innovativo”.FABI: GRAZIE A LAVORATORI. “Dopo un anno e mezzo di durissime trattative, i bancari hanno finalmente un loro Contratto Nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del Contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele. Con l’ipotesi d’accordo siglata questa mattina alle cinque, è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”. Questo il commento di Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi.

 

TRADERLINK.it mercoledì 1 aprile 2015 | 14:30

Le banche rinnovano i contratti e preparano l’immobiliare in agenzia – Varrà per un platea di 309mila bancari assunti, che riceveranno in busta paga 85 euro in più ogni mese.

Questo è solo uno dei punti chiave dell’ipotesi di contratto di categoria firmato questa mattina – dopo una lunga e travagliata trattativa – dall’Abi (Associazione bancaria italiana) e dalle 8 sigle sindacali sedute al tavolo (Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Uilca, Unisin, Ugl credito, Sinfub).

L’accordo – che varrà quattro anni, fino al 31 dicembre 2018 (scarica documento completo in allegato) – passerà ora al vaglio dell’esecutivo dell’Abi da un lato e delle assemblee dei lavoratori dall’altro, per arrivare all’ok entro il 15 giugno.

La nuova intesa prevede almeno un altro paio di novità di rilievo: il mantenimento delle condizioni contrattuali attuali per i lavoratori che confluiranno in eventuali nuove società a seguito di processi di riorganizzazione o ristrutturazione dei gruppi bancari; il fondo per l’occupazione sosterrà la rioccupazione dei lavoratori che fino ad oggi potevano contare solo sul fondo emergenziale; previsto anche un aumento dell’8% del salario d’ingresso; confermata la contribuzione aziendale sulla previdenza integrativa al 4%.

Le banche hanno dunque messo un altro tassello nel processo di ristrutturazione che le ha viste in prima linea negli ultimi anni di crisi pesantissima.

Nulla, o ben poco, sarà come prima del 2008 (data di inizio di una crisi epocale, che orami fa da spartiacque tra due mondi) e le ricadute si vedranno anche sulla filiera immobiliare, dove gli istituti – forti da oggi anche di nuove regole del gioco per i dipendenti che varranno per i prossimi 4 anni – affilano le armi fondamentalmente su due fronti.

Da una parte c’è la partita mutui per l’acquisto della casa, dove sembra finalmente avviata la ripresa dell’erogato (anche al netto delle surroghe e sostituzioni).

L’altro tavolo invece è quella che vede le banche protagoniste di un settore non loro – quello dell’intermediazione degli immobili, vere e proprie agenzie immobiliare in filiale – su cui invece grossi gruppi come UniCredit e Intesa SanPaolo stanno scommettendo parecchio, con nuove divisioni immobiliari create ad hoc dove fare confluire anche il personale in esubero in alteri settori.

L’invasione di campo non sta piacendo per niente agli agenti immobiliari: e anche se questi ultimi hanno incassato una prima sconfitta, la battaglia sul mercato è ancora apertissima.

 

TRADERLINK.it mercoledì 1 aprile 2015 | 14:12

Banche, intesa sul rinnovo del contratto

È stata raggiunta nella notte, dopo un serrato confronto, un’ipotesi di accordo sul rinnovo del contratto dei bancari la cui scadenza è stata fissata al 31 dicembre 2018. L’accordo riguarda circa 309 mila lavoratori bancari italiani.

Il testo, non modificabile, verrà sottoposto all’attenzione del Comitato Esecutivo dell’ABI e delle Assemblee che i sindacati convocheranno nelle prossime settimane.

In particolare l’ipotesi di accordo, nelle sue principali articolazioni, prevede.

*Anima sociale e Occupazione *

Individuate soluzioni di forte valenza sociale con l’obiettivo di tutelare l’occupazione e favorire l’occupabilità, in particolare dei giovani. Pertanto, è stato definito un significativo incremento del livello retributivo di inserimento professionale; confermate le attuali modalità e misure di finanziamento del Fondo per l’occupazione (Foc) con operatività prorogata a fine 2018; si costituirà, infine, un’apposita “piattaforma” informatica per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nell’ambito del settore con specifica attenzione alla ricollocazione del personale.

*Inquadramento del personale *

Relativamente alla necessità di semplificazione delle norme sul sistema degli inquadramenti viene istituito, tra le Parti, un Cantiere di lavoro per la definizione entro il 2016 di un nuovo schema di classificazione del personale che tenga conto dei mutati assetti tecnici, organizzativi e produttivi delle banche.

Le Parti hanno convenuto che lo stesso tema possa riguardare eventuali intese a livello aziendale.

*Trattamento economico *

Confermando la volontà di tutelare il potere d’acquisto delle retribuzioni, l’intesa riconosce un incremento medio a regime di 85 euro suddivisi in tre tranches con decorrenza rispettivamente l’1 ottobre 2016, 2017, 2018.

 Per ABI si tratta di un risultato importante e di una risposta adeguata a conciliare gli interessi di carattere professionale ed occupazionale dei lavoratori con le esigenze di stabilità ed equilibrio delle banche italiane di fronte ad un contesto macroeconomico che sta pesando e peserà nel lungo periodo sui livelli di redditività, sulla qualità degli attivi e sui margini di ricavo.

L’intesa apre la strada ad una serie di soluzioni utili a continuare ad affrontare i cambiamenti in atto nel settore bancario relativi alla razionalizzazione dei processi produttivi, organizzativi e delle strutture distributive, all’evoluzione dei comportamenti della clientela, delle innovazioni tecnologiche e ai profondi cambiamenti normativi e di supervisione.

“Dopo un anno e mezzo di durissime trattative, i bancari hanno finalmente un loro Contratto Nazionale.

In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del Contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele. Con l’ipotesi d’accordo siglata questa mattina alle cinque, è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”.

Questo il commento a caldo di Lando Maria Sileoni, Segretario Generale del sindacato FABI.

“Il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione – ha aggiunto Sileoni -è stato aumentato dell’8% e, dal punto di vista sociale, è stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali.

Gli aumenti economici sono pari a 85 euro da riparametrare e avranno una scadenza al primo ottobre 2016, 1 ottobre 2017 e 1 ottobre 2018.

Sono state date risposte concrete ai problemi occupazionali e sotto l’aspetto economico si è recuperata l’inflazione. In tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico.

La categoria ha quindi un proprio Contratto che scadrà il 31 dicembre del 2018 e potrà così gestire con più garanzie e meno disagi una difficile fase di riorganizzazione del settore, che partirà a breve con una nuova ondata di fusioni, a causa anche della riforma delle banche popolari recentemente diventata legge.

Si chiude, così, una fase conflittuale e di grande disagio che è stato possibile superare soltanto con la determinazione dell’intero movimento sindacale, sostenuto dal consenso e dai sacrifici dei lavoratori bancari. L’accordo sarà sottoposto alle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno”. (GD) Autore: Financial Trend Analysis Fonte: News Trend Online

 

RADIOCOR mercoledì 1 aprile 2015 | 15:52:14

Banche: Sileoni (Fabi), contratto garantisce risposte politiche al settore

 (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 01 apr – “Con l’accordo di rinnovo del contratto nazionale siamo riusciti a dare delle risposte politiche ai problemi del settore, creando strumenti e condizioni per difendere l’occupazione, per agire a tutela dei lavoratori in caso di banche profondamente in crisi, istituendo anche una piattaforma informatica ma bilaterale per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nell’ambito del settore bancario. Un’iniziativa innovativa che non ha riscontro in altre categorie”. Cosi’ Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sull’ipotesi d’accordo firmata oggi. “La fortissima risposta dei lavoratori manifestata sia attraverso lo sciopero sia attraverso le manifestazioni di piazza della categoria – aggiunge – ci ha garantito forza politica e contrattuale, facendo recedere l’Abi da un’impostazione della vertenza tutta indirizzata a smantellare il contratto nazionale, sostituendolo con i contratti aziendali o di gruppo”. com-red (RADIOCOR) 01-04-15 15:52:14 (0408) 5 NNNN

 

RADIOCOR mercoledì 1 aprile 2015 | 15:56:01

Banche: Sileoni (Fabi), contratto garantisce risposte politiche al settore -2-

Bancari salvi da pericolose derive create da nuove fusioni (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 01 apr – “Non sono passate riforme strutturali – sottolinea Sileoni – e le compensazioni che sono state concordate per la durata del contratto sono servite per difendere l’area contrattuale e tutti quegli strumenti che ci consentiranno di salvaguardare i posti di lavoro. L’Abi ha provato a forzare la mano utilizzando ogni mezzo, ma unitariamente il movimento sindacale ha saputo tenere botta e vincere una battaglia che sarà ricordata nella storia delle relazioni industriali di settore. La categoria – aggiunge il leader della Fabi – e’ finalmente salva e al riparo anche da pericolose derive che si sarebbero create nelle prossime fusioni, in assenza di un contratto nazionale a tutela dei lavoratori. Voglio, infine, ringraziare il Governo – conclude – che e’ sempre stato super partes evitando cosi’ pesanti penalizzazioni per tutti i lavoratori bancari”. com-red (RADIOCOR) 01-04-15 15:56:01 (0411) 5 NNNN

 

TUSCIAWEB.eu mercoledì 1 aprile 2015

Economia – Raggiunto l’accordo sul rinnovo – Lando Maria Sileoni (Fabi) “Valorizzati gli inquadramenti” – 85 euro d’aumento economico – “I bancari hanno un loro contratto nazionale”

di Silvio Cappelli

Viterbo – “Dopo un anno e mezzo di durissime trattative, i bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele.

Con l’ipotesi d’accordo siglata questa mattina alle cinque, è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”.

 Questo il commento a caldo di Lando Maria Sileoni, Segretario generale FABI, a pochi minuti dalla firma dell’ipotesi d’accordo sul rinnovo del contratto nazionale degli oltre 309mila lavoratori bancari, raggiunto tra Abi e sindacati alle 5 di questa mattina.

“Il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione è stato aumentato dell’8% e, dal punto di vista sociale, è stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Gli aumenti economici sono pari a 85 euro da riparametrare e avranno una scadenza al primo ottobre 2016, 1 ottobre 2017 e 1 ottobre 2018.

Sono state date risposte concrete ai problemi occupazionali e sotto l’aspetto economico si è recuperata l’inflazione. In tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico.

 La categoria ha quindi un proprio contratto che scadrà il 31 dicembre del 2018 e potrà così gestire con più garanzie e meno disagi una difficile fase di riorganizzazione del settore, che partirà a breve con una nuova ondata di fusioni, a causa anche della riforma delle banche popolari recentemente diventata legge.

Si chiude, così, una fase conflittuale e di grande disagio che è stato possibile superare soltanto con la determinazione dell’intero movimento sindacale, sostenuto dal consenso e dai sacrifici dei lavoratori bancari.

L’accordo sarà sottoposto alle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno”. Silvio Cappelli

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 L’IPOTESI DI ACCORDO SUL RINNOVO DEL CONTRATTO BANCARI

 Dopo serrate trattative e due scioperi nazionali, è stata siglata alle cinque di questa mattina da ABI e le 8 sigle sindacali del credito l’ipotesi d’accordo per il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori bancari, che sarà valido fino al 31 dicembre 2018 e che verrà sottoposto all’approvazione delle assemblee dei lavoratori.

L’accordo ribadisce la centralità della contrattazione nazionale, difende le normative sull’area contrattuale, non interviene sugli scatti d’anzianità e attribuisce al nuovo contratto una forte valenza sociale, arricchendolo di strumentazioni utili a sostenere la nuova occupazione e la ricollocazione dei lavoratori in esubero e a gestire le prossime riorganizzazioni di settore in una prospettiva di solidarietà intergenerazionale, tutelando, inoltre, il potere d’acquisto delle retribuzioni, con un aumento medio di 85 euro a regime nel triennio.

 ANIMA SOCIALE DEL CONTRATTO E INCREMENTO DELL’OCCUPAZIONE GIOVANILE

 Incremento del salario d’inserimento per i neo-assunti. L’ipotesi d’accordo prevede per i neo-assunti un incremento dell’8% del salario d’inserimento e la conferma della contribuzione aziendale sulla previdenza integrativa al 4%. Diminuisce, così, il differenziale tra salario d’ingresso e tabelle retributive nazionali.

Fondo per la nuova occupazione. Viene confermata la validità del Fondo per la nuova occupazione, già istituito nella precedente tornata contrattuale, e la sua validità sarà prorogata fino al 31 dicembre 2018, con le attuali modalità di finanziamento, che coinvolgono anche i top manager, chiamati a contribuire versando una quota del proprio stipendio. Il Fondo servirà a finanziarie nuove assunzioni stabili di giovani. Entro tre mesi le Parti costituiranno un gruppo paritetico per la gestione del Fondo stesso.

Il Fondo, oltre a finanziare la nuova e stabile occupazione giovanile, potrà essere implementato anche in sinergia col Fondo di Solidarietà, prevedendo: prestazioni a favore dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, che sono confluiti sul fondo emergenziale o che sono stati licenziati per motivi economici; interventi di solidarietà espansiva, di riconversione e riqualificazione professionale di personale in esubero o coinvolto in riorganizzazioni; iniziative mirate ad agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Continuità contrattuale per i lavoratori oggetto di ristrutturazione aziendale. Si prevede, inoltre, il mantenimento delle condizioni contrattuali attuali per i lavoratori che confluiscono in nuove società a seguito di processi di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale, oppure in casi di cessioni individuali e collettive dei contratti di lavoro, senza che venga, quindi, applicato loro il nuovo contratto a tutele crescenti.

Piattaforma pe aumentare l’occupabilità nel settore. Nell’ambito dell’ente bilaterale Enbicredito, viene istituita per la prima volta una piattaforma per l’occupabilità dei lavoratori bancari che hanno perso il posto, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nelle imprese di settore. Inoltre, in caso di nuove assunzioni, le banche valuteranno prioritariamente le posizioni dei dipendenti confluiti nel Fondo emergenziale.

AUMENTI ECONOMICI

 Previsto un aumento economico medio di 85 euro a regime (terza area terzo livello) nel triennio di vigenza del contratto. Gli aumenti sono suddivisi in 3 tranche: 1 ottobre 2016 (25 euro), 1 ottobre 2017 (30 euro), 1 ottobre 2018 (30 euro).

 INQUADRAMENTO DEL PERSONALE

 Fungibilità nell’utilizzo del personale. stata confermata la fungibilità all’interno dell’area dei quadri direttivi.

Previsto un cantiere di lavoro sugli inquadramenti. Per quanto riguarda gli inquadramenti, si è deciso di istituire un cantiere di lavoro (durata 12 mesi) per la definizione di un sistema di classificazione del personale, al fine di rendere più flessibile la disciplina, adeguandola ai mutati assetti tecnici, organizzativi e produttivi delle imprese del settore.

Intese aziendali o di gruppi. Le Parti hanno concordato che, su iniziativa delle aziende, possano essere definite intese aziendali in materia di inquadramenti.

ATTIVITÀ COMMERCIALI

 Le Parti, in uno scenario economico caratterizzato da un notevole sviluppo dei mercati finanziari e dall’evoluzione della normativa di Vigilanza confermano l’attualità e la rilevanza dei principi definiti con il Protocollo sullo sviluppo sostenibile e compatibile del sistema bancario sulla attività vendita di prodotti e servizi condividendo la necessità che i lavoratori operino con dignità, responsabilità, integrità la trasparenza.

Proprio a tal fine, si prevede un rafforzamento delle attività di informazione, formazione e sensibilizzazione a favore del personale.

 CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO

 Le Parti hanno di incontrarsi entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto delegato in materia, per valutarne i criteri applicativi presso le aziende, e favorire l’equilibrio di genere e all’attuazione della normativa sui congedi parentali ad ore. È previsto, inoltre, per i lavoratori in caso di malattia oncologica, la conservazione del posto di lavoro e del mantenimento del trattamento retributivo per 36 mesi

 IMPEGNO DELLE PARTI

Le Parti si impegnano a redigere, entro 90 giorni da oggi, il testo coordinato del contratto collettivo nazionale. Nel testo si confermeranno le vecchie previsioni di legge in materia di licenziamenti per tutti i lavoratori assunti prima dell’entrata in vigore della riforma del lavoro (7 marzo 2015).

Si prevede infine di includere i temi dei nuovi modelli di banca e dei nuovi mestieri e le connesse professionalità, tra le materie oggetto di studio dell’Osservatorio nazionale.

 

FIRSTONLINE.info mercoledì 1 aprile 2015

CONTRATTO BANCARI: disapplicazione scongiurata, sindacati e Abi soddisfatti – Sia Abi che sindacati manifestano la loro soddisfazione per aver raggiunto in extremis l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto dei bancari – Il testo, non modificabile, verrà sottoposto all’attenzione del comitato esecutivo dell’ABI e delle assemblee dei lavoratori

Hanno fatto le cinque di notte ma non si sono affatto divertiti visto che in ballo c’era il futuro contrattuale di 309mila bancari. Con la tagliola della disapplicazione del contratto pronta a liquidare mesi di lotte sindacali ecco che prima dell’alba arriva l’ipotesi di accordo sul rinnovo del contratto dei bancari. Ora il testo su cui è stata raggiunta l’intesa verrà sottoposto all’attenzione del comitato esecutivo dell’ABI e delle assemblee che i sindacati convocheranno nelle prossime settimane. Ci sono 90 giorni di tempo per mettere tutto nero su bianco ma il più è stato fatto.

Per ABI lo sforzo è stato notevole ma nella nota diffusa da Palazzo Altieri si sottolinea come l’ipotesi di accordo ottenuta nella notte sia di grande rilevanza per gli equilibri del sistema bancario: “Per ABI si tratta di un risultato importante e di una risposta adeguata a conciliare gli interessi di carattere professionale ed occupazionale dei lavoratori con le esigenze di stabilità ed equilibrio delle banche italiane di fronte ad un contesto macroeconomico che sta pesando e peserà nel lungo periodo sui livelli di redditività, sulla qualità degli attivi e sui margini di ricavo. L’intesa apre la strada ad una serie di soluzioni utili a continuare ad affrontare i cambiamenti in atto nel settore bancario relativi alla razionalizzazione dei processi produttivi, organizzativi e delle strutture distributive, all’evoluzione dei comportamenti della clientela, delle innovazioni tecnologiche e ai profondi cambiamenti normativi e di supervisione”.

Non nasconde la propria soddisfazione Lando Maria Sileoni, Segretario generale Fabi, che, dopo un anno e mezzo di trattative può annunciare che “i bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale”. Il segretario Fabi sottolinea l’importanza del raggiungimento al fotofinish dell’ipotesi di accordo perché “in questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele. Con l’ipotesi d’accordo siglata questa mattina alle cinque, è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”.

Per Giulio Romani, segretario della Fiba Cisl “si tratta di un contratto non privo di sacrifici purtroppo inevitabili in questa congiuntura economica, ma è anche un contratto che protegge la retribuzione dei lavoratori e lascia inalterate tutte le tutele garantite dal precedente contratto, relative ad area contrattuale, profili professionali e scatti di anzianità”.

 

IRPINIAOGGI.it mercoledì 01 Aprile 2015 12:35

Contratto nazionale lavoratori bancari, raggiunta l’intesa .

“Dopo serrate trattative e due giornate di scioperi nazionali, e’ stata siglata alle 5 di stamattina da ABI e dalle 8 sigle sindacali del credito l’ipotesi d’accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale dei lavoratori bancari, che sarà valida fino al 31 dicembre 2018 e che verrà sottoposta alle assemblee dei lavoratori che si terranno entro il mese di giugno 2015”. E’ quanto fa sapere Franco Di Dio, dirigente nazionale della FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani) e segretario generale della Fabi di Avellino e provincia. “I bancari – prosegue Di Dio – hanno finalmente un nuovo contratto Nazionale, non dobbiamo dimenticare che una eventuale disapplicazione del contratto avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lascandoli senza alcuna tutela. E’ stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti ed e’ stata evitata la riforma del sistema inquadramentale chiesta da Abi che avrebbe creato ulteriori disagi e problemi per la categoria. In dettaglio l’ipotesi di accordo dei 309.000 bancari Italiani prevede:

-il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione e’ stato aumentato dell’8%,e’ stata creata una piattaforma bilateraleper la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali;

 -gli aumenti economici sono pari a 85 euro da riparametrare ed avranno una scadenza al primo ottobre 2016,1 ottobre 2017 e 1 ottobre 2018;

-sotto l’aspetto economico viene recuperata l’inflazione;

-in tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico;

-viene confermata la validità del fondo per la nuova occupazione ,prorogata la validità fino al 31 dicembre 2018, entro 3 mesi le parti costituiranno un gruppo paritetico per la gestione del fondo stesso;

-previsto un cantiere di lavoro sugli inquadramenti, ed e’ stato previsto che potranno essere definite intese aziendali in materia di inquadramenti;

-le parti si sono impegnate a redigere entro 90 giorni il testo coordinato del CCNL; nel testo si confermeranno le vecchie previsioni di legge in materia di licenziamenti per tutti i lavoratori assunti prima dell’entrata in vigore della riforma del lavoro (7 marzo 2015).

 La categoria ha quindi un proprio contratto e si chiude una fase conflittuale di grande disagio che e’ stato possibile superare solo con la determinazione dell’intero movimento sindacale, sostenuto dal forte consenso e dai sacrifici dei lavoratori bancari”, conclude Di Dio.

 

ADNKRONOS mercoledì 1 aprile 2015

Bancari, accordo tra Abi e sindacati per rinnovo contratto, 85 euro in più al mese

Raggiunta stamane l’intesa per il rinnovo del contratto dei bancari. Lo annuncia la Fabi. “Dopo un anno e mezzo di durissime trattative, i bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele”, sottolinea in una nota Lando Maria Sileoni, Segretario generale Fabi, dopo la firma dell’ipotesi d’accordo sul rinnovo del contratto nazionale degli oltre 309mila lavoratori bancari, raggiunto tra Abi e sindacati alle 5 di questa mattina.

”Con l’ipotesi d’accordo è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi -spiega Sileoni-. Il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione è stato aumentato dell’8% e, dal punto di vista sociale, è stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Gli aumenti economici sono pari a 85 euro da riparametrare e avranno una scadenza al primo ottobre 2016, 1 ottobre 2017 e 1 ottobre 2018”.

”Sono state date risposte concrete ai problemi occupazionali e sotto l’aspetto economico si è recuperata l’inflazione. In tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico -aggiunge Sileoni-. La categoria ha quindi un proprio contratto che scadrà il 31 dicembre del 2018 e potrà così gestire con più garanzie e meno disagi una difficile fase di riorganizzazione del settore, che partirà a breve con una nuova ondata di fusioni, a causa anche della riforma delle banche popolari recentemente diventata legge”.

”Si chiude, così, una fase conflittuale e di grande disagio che è stato possibile superare soltanto con la determinazione dell’intero movimento sindacale, sostenuto dal consenso e dai sacrifici dei lavoratori bancari -conclude Sileoni-. L’accordo sarà sottoposto alle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno”.

 

TELEBORSA.it mercoledì 01 aprile 2015 – 10.16

I bancari spuntano il rinnovo. Aumento di 85 euro a regime

I bancari spuntano il rinnovo. Aumento di 85 euro a regime (Teleborsa) – Dopo un lungo stop & go delle trattative, i bancari riescono a spuntare il nuovo contratto collettivo, che prevede a regime un aumento di stipendio di 85 euro.

Raggiunto questa mattina presto l’accordo fra i sindacati dei dipendenti bancari e l’ABI, che rappresenta le maggiori banche italiane. Otto le sigle presenti al tavolo (Fabi, Fiba, Fisac, Uilca, Unisin, Dircredito, Sinfub e Ugl credito).

Il nuovo contratto nazionale si applicherà a oltre 300 mila dipendenti e sarà valido sino al 2018. L’accordo dovrà essere ora approvato dal Comitato esecutivo dell’ABI e daalle assemblee dei lavoratori, che i sindacati convocheranno nei prossimi giorni e dovranno esprimersi entro il 15 giugno.

“Dopo un anno e mezzo di durissime trattative, i bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale”, ha commentato il sindacato FABI, aggiungendo che con l’intesa “sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”.

Quali misure? Il salario d’ingresso per i neoassunti è stato aumentato dell’8% e sono stati creati meccanismi per la ricollocazione dei licenziati. L’aumento dello stipendio sarà di 85 euro, da riparametrare a scadenze precise – il 1° ottobre 2016, 2017 e 2018 – anche per il recupero dell’inflazione.

 

SI24.it mercoledì 1 aprile 2015

Bancari, ok all’ipotesi di rinnovo contrattuale – L’accordo ora all’esame dei lavoratori

di Redazione. Categoria-: Economia

ABI.2015     

Alle 5 della mattina del primo aprile si è concluso il confronto tenutosi nei giorni del 30 e 31 marzo con la definizione di una ipotesi di rinnovo del contratto nazionale dei bancari, ipotesi che sarà portata alla approvazione dei lavoratori nelle assemblee che si terranno capillarmente su tutto il territorio nazionale, entro il 15 giugno.

Il nuovo contratto scadrà il 31 dicembre 2018 e riguarda 310.000 lavoratori del settore. ”L’intesa, nelle sue principali articolazioni, prevede soluzioni per l’occupazione e l’occupabilità relative all’anima sociale del contratto e un aumento medio a regime di 85 euro suddivisi nel triennio 2016-2018?, spiega l’Abi.

 Entro il 2018, lo stipendio sarà aumentato di euro 85 mensili in tre tranches: 25 euro dal 1 ottobre 2016; 30 euro dal 1 ottobre 2017 e altri 30 euro dal 1 ottobre 2018. Il livello retributivo di inserimento professionale passa da euro 1.794,47 a euro 1.969,54. L’operatività del Fondo per l’occupazione è prorogata fino al 31 dicembre 2018

“Di particolare rilievo per la tenuta complessiva della proposta economica – sostiene la Fisac Cgil – è stato aver indotto l’Abi a recedere dalla volontà di sospendere/bloccare gli scatti di anzianità, che continuano dunque a maturare come previsto”.

Per Lando Maria Sileoni, segretario Generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, “sul piano normativo, l’aspetto più importante è rappresentato dalla creazione piattaforma bilateralecreata da aziende e sindacati per ricollocare personale licenziato per crisi aziendale”.

“Si tratta di un contratto non privo di sacrifici, – aggiunge il segretario generale della Fiba, Giulio Romani – purtroppo inevitabili in questa congiuntura economica, ma è anche un contratto che protegge la retribuzione dei lavoratori e lascia inalterate tutte le tutele garantite dal precedente contratto, relative ad area contrattuale, profili professionali e scatti di anzianità.”

È stato un confronto duro, più volte giunto sull’orlo della rottura, come lo scorso 23 marzo, quando le trattative furono interrotte e i sindacati proclamarono due giorni di sciopero contro le ‘chiusure’ dell’Abi.

 

AGI mercoledì 1 aprile 2015 10:15 01

Banche: rinnovato il contratto, aumento medio di 85 euro

(AGI) – Roma, 1 apr. – Dopo serrate trattative e due scioperi nazionali, e’ stata siglata alle cinque di questa mattina da Abi e le 8 sigle sindacali del credito l’ipotesi d’accordo per il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori bancari, che sarà valido fino al 31 dicembre 2018 e che verrà sottoposto all’approvazione delle assemblee dei lavoratori. E’ previsto un aumento medio di 85 euro a regime nel triennio. Tra le altre misure, e’ stata confermata la validità del Fondo per la nuova occupazione, già istituito nella precedente tornata contrattuale. Lo strumento sarà prorogato fino al 31 dicembre 2018, con le attuali modalità di finanziamento, che coinvolgono anche i top manager, chiamati a contribuire versando una quota del proprio stipendio. Il Fondo servirà a finanziarie nuove assunzioni stabili di giovani. Entro tre mesi le Parti costituiranno un gruppo paritetico per la gestione del Fondo stesso. Il Fondo, oltre a finanziare la nuova e stabile occupazione giovanile, potrà essere implementato anche in sinergia col Fondo di Solidarietà, prevedendo: prestazioni a favore dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, che sono confluiti sul fondo emergenziale o che sono stati licenziati per motivi economici; interventi di solidarietà espansiva, di riconversione e riqualificazione professionale di personale in esubero o coinvolto in riorganizzazioni; iniziative mirate ad agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. E’ previsto inoltre il mantenimento delle condizioni contrattuali attuali per i lavoratori che confluiscono in nuove società a seguito di processi di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale, oppure in casi di cessioni individuali e collettive dei contratti di lavoro, senza che venga, quindi, applicato loro il nuovo contratto a tutele crescenti. Nell’ambito dell’ente bilaterale Enbicredito, viene istituita per la prima volta una piattaforma per l’occupabilità dei lavoratori bancari che hanno perso il posto, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nelle imprese di settore. Inoltre, in caso di nuove assunzioni, le banche valuteranno prioritariamente le posizioni dei dipendenti confluiti nel Fondo emergenziale. Abi e sindacati si sono infine impegnati a redigere, entro 90 giorni da oggi, il testo coordinato del contratto collettivo nazionale. Nel testo si confermeranno le vecchie previsioni di legge in materia di licenziamenti per tutti i lavoratori assunti prima dell’entrata in vigore della riforma del lavoro il 7 marzo scorso. “L’accordo”, informa una nota della Fabi, “ribadisce la centralità della contrattazione nazionale, difende le normative sull’area contrattuale, non interviene sugli scatti d’anzianità e attribuisce al nuovo contratto una forte valenza sociale”. “Dopo un anno e mezzo di durissime trattative”, sottolinea il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, “i bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo e’ stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele. Il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione e’ stato aumentato dell’8% e, dal punto di vista sociale, e’ stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Gli aumenti economici sono pari a 85 euro da riparametrare e avranno una scadenza al primo ottobre 2016, 1 ottobre 2017 e 1 ottobre 2018. Sono state date risposte concrete ai problemi occupazionali e sotto l’aspetto economico si e’ recuperata l’inflazione. In tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico”.

L’accordo sarà sottoposto alle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno”.

Per il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, e’ stato “sconfitto il disegno di Abi di destrutturare il contratto nazionale e si conferma il valore centrale e imprescindibile dello stesso come strumento di riferimento per la categoria dei bancari, di cui viene riconosciuta l’autonomia e l’importanza professionale”.

Tutto cio’ per la Uilca “costituisce anche la conferma della indispensabile validità della contrattazione collettiva nazionale in un contesto socio politico che da tempo ne pone in discussione il rilievo e la validità, anche in riferimento al tentativo di indebolire il ruolo di rappresentanza dei corpi intermedi della società”. “Dopo un anno e mezzo di confronti estenuanti”, commenta il segretario generale della Fiba Cisl Giulio Romani, “siamo finalmente riusciti ad arrivare alla chiusura di un contratto nazionale che conferma di fatto tutte le tutele preesistenti dei 300mila lavoratori bancari e la volontà delle parti di salvaguardare l’occupazione e il salario dei lavoratori”. “Si tratta di un contratto non privo di sacrifici”, aggiunge il segretario della Fiba, “purtroppo inevitabili in questa congiuntura economica, ma e’ anche un contratto che protegge la retribuzione dei lavoratori e lascia inalterate tutte le tutele garantite dal precedente contratto, relative ad area contrattuale, profili professionali e scatti di anzianità”.  (AGI) .

 

IL VELINO.it mercoledì 1 aprile 2015 09:35

Banche, firmato nuovo contratto, +85 euro in busta in tre anni – Giovani, cresce salario ingresso. Per dipendenti coinvolti in fusioni no “tutele crescenti”

di red/ban – 01 aprile 2015 fonte il Velino/AGV NEWSRoma

È arrivata questa mattina alle 5 la firma sul rinnovo del contratto nazionale per 309mila lavoratori bancari. “In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele” così Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi (Federazione autonoma dei bancari italiani) commenta il risultato che giunge dopo un anno e mezzo di trattative. Il sindacato – uno degli otto al tavolo con l’Abi – informa che “il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione è stato aumentato dell’8% ed è stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Gli aumenti economici sono pari a 85 euro da riparametrare e avranno una scadenza al primo ottobre 2016 (25 euro), primo ottobre 2017 (30 euro) e primo ottobre 2018 (30 euro)”. Il nuovo contratto scadrà il 31 dicembre 2018. L’accordo sarà sottoposto alle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno. Plauso da Fiba Cisl: per il segretario generale Giulio Romani “è un contratto che protegge la retribuzione dei lavoratori e lascia inalterate tutte le tutele garantite dal precedente contratto, relative ad area contrattuale, profili professionali e scatti di anzianità”.

L’accordo – si legge nella nota di Fabi – “ribadisce la centralità della contrattazione nazionale, difende le normative sull’area contrattuale, non interviene sugli scatti d’anzianità e attribuisce al nuovo contratto una forte valenza sociale, arricchendolo di strumentazioni utili a sostenere la nuova occupazione e la ricollocazione dei lavoratori in esubero e a gestire le prossime riorganizzazioni di settore in una prospettiva di solidarietà intergenerazionale, tutelando, inoltre, il potere d’acquisto delle retribuzioni”. Tra le altre cose, viene prorogato il “Fondo per la nuova occupazione”, con le attuali modalità di finanziamento, che coinvolgono anche i top manager, chiamati a contribuire versando una quota del proprio stipendio. Il Fondo serve a finanziarie nuove assunzioni stabili di giovani, ma potrà essere implementato anche in sinergia col Fondo di solidarietà, prevedendo prestazioni a favore dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, che sono confluiti sul fondo emergenziale o che sono stati licenziati per motivi economici; interventi di solidarietà espansiva, di riconversione e riqualificazione professionale di personale in esubero o coinvolto in riorganizzazioni.

Per quanto riguarda gli inquadramenti, si è deciso di istituire un cantiere di lavoro (durata 12 mesi) per la definizione di un sistema di classificazione del personale, al fine di rendere più flessibile la disciplina, adeguandola ai mutati assetti tecnici, organizzativi e produttivi delle imprese del settore. Le Parti hanno concordato che, su iniziativa delle aziende, possano essere definite intese aziendali in materia di inquadramenti. Le Parti si impegnano a redigere, entro 90 giorni da oggi, il testo coordinato del contratto collettivo nazionale. Nel testo si confermeranno le vecchie previsioni di legge in materia di licenziamenti per tutti i lavoratori assunti prima dell’entrata in vigore della riforma del lavoro (7 marzo 2015). Si prevede infine di includere i temi dei nuovi modelli di banca e dei nuovi mestieri e le connesse professionalità, tra le materie oggetto di studio dell’Osservatorio nazionale.

 

ASCANEWS.it mercoledì 1 aprile 2015 08:26

Raggiunto l’accordo sul rinnovo del contratto dei bancari – Aumento medio a regime di 85 euro

Roma, 1 apr. (askanews) – Raggiunto nella notte l’ipotesi di accordo tra Abi e sindacati sul rinnovo del contratto nazionale degli oltre 309mila lavoratori bancari. L’accordo sarà sottoposto alle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno. “Dopo un anno e mezzo di durissime trattative, i bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele”, ha commentato la Fabi, aggiungendo che “con l’ipotesi d’accordo siglata questa mattina alle cinque, è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”. “Il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione – prosegue la Fabi – è stato aumentato dell’8% e, dal punto di vista sociale, è stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Gli aumenti economici sono pari a 85 euro da riparametrare e avranno una scadenza al primo ottobre 2016, 1 ottobre 2017 e 1 ottobre 2018”. Inoltre, “sono state date risposte concrete ai problemi occupazionali e sotto l’aspetto economico si è recuperata l’inflazione. In tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico”. La categoria, sottolinea il sindacato, “ha quindi un proprio contratto che scadrà il 31 dicembre del 2018 e potrà così gestire con più garanzie e meno disagi una difficile fase di riorganizzazione del settore, che partirà a breve con una nuova ondata di fusioni, a causa anche della riforma delle banche popolari recentemente diventata legge”. “Si chiude, così, una fase conflittuale e di grande disagio che – dice la Fabi – è stato possibile superare soltanto con la determinazione dell’intero movimento sindacale, sostenuto dal consenso e dai sacrifici dei lavoratori bancari”. Gab MAZ

 

TELEVIDEO.RAI.it mercoledì 01/04/2015 16:18

BANCHE,IPOTESI ACCORDO ABI-SINDACATI

 Ipotesi di accordo fra Abi e sindacati sul rinnovo del contratto con scadenza al 31 dicembre 2018. Il testo dovrà passare al vaglio dell’esecutivo Abi e delle assemblee sindacali. L’intesa prevede fra l’altro un aumento medio a regime di 85 euro in 3 anni e soluzioni per l’occupazione. All’intesa si è giunti dopo un tour de force iniziato ieri pomeriggio e al culmine di una trattativa durata un anno e mezzo. “I bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso”, ha detto Sileoni,segretario generale della Federazione autonoma bancari italiani(Fabi)

 

PRIMAPRESS.it mercoledì 01/04/2015 16:18

Banche: siglata ipotesi di accordo tra Abi e sindacati

•Scritto da RED-COM

 (PRIMAPRESS) ROMA – Siglata nella notte l’ipotesi di accordo fra Abi e sindacati sul rinnovo del contratto con scadenza al 31 dicembre 2018. Il testo dovrà passare al vaglio dell’esecutivo Abi e delle assemblee sindacali. L’intesa prevede fra l’altro un aumento medio a regime di 85euro in 3 anni e soluzioni per l’occupazione. “I bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso”, ha detto Sileoni, segretario generale della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi). (PRIMAPRESS)

 

RAINEWS.it mercoledì 01 aprile 2015 16:18

Banche, ipotesi accordo Abi-sindacati

Siglata nella notte l’ipotesi di accordo fra Abi e sindacati sul rinnovo del contratto con scadenza al 31 dicembre 2018. Il testo dovrà passare al vaglio dell’esecutivo Abi e delle assemblee sindacali. L’intesa prevede fra l’altro un aumento medio a regime di 85euro in 3 anni e soluzioni per l’occupazione. “I bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso”, ha detto Sileoni, segretario generale della Federazione autonoma bancari italiani(Fabi).

 

RAINEWS.it mercoledì 01 aprile 2015

Trovato l’accordo tra Abi e sindacati per il nuovo contratto dei bancari Il testo dovrà passare al vaglio di esecutivo Abi e assemblee sindacali. Coinvolti 309mila lavoratori. A regime 85 euro e soluzioni occupazione

È stata firmata nella notte, dopo un confronto iniziato ieri pomeriggio, l’ipotesi di accordo fra Abi e sindacati sul rinnovo del contratto nazionale degli oltre 309mila lavoratori bancari, con scadenza al 31 dicembre 2018. Il testo dovrà passare al vaglio di esecutivo Abi e assemblee sindacali. L’intesa prevede fra l’altro un aumento medio a regime di 85euro in 3 anni e soluzioni per l’occupazione. Un anno e mezzo di trattative L’accordo è arrivato dopo un tour de force iniziato nel primo pomeriggio di ieri, culmine di una trattativa durata da un anno e mezzo e caratterizzata da confronti anche duri fra le parti e scioperi. Il Casl dell’Abi guidato dal presidente di Mps Alessandro Profumo aveva fissato, con il supporto dell’esecutivo, l’ultima scadenza del 31 marzo per trovare un accordo “ma non a non ogni costo”, pena la disapplicazione del contratto. Lo stallo Fra accelerazioni e stop dei negoziati, tutto sembrava vicino a una nuova rottura (con minaccia di nuovi scioperi e agitazioni) la scorsa settimana quando i sindacati avevano interrotto le trattative sul tema della salvaguardia dell’occupazione. Una richiesta definita irricevibile da Profumo in un momento di profonde trasformazioni del settore ancora colpito peraltro dalla crisi. L’ipotesi di accordo L’impasse è stata superata con l’inserimento di soluzioni per l’occupazione e che tenessero conto anche dell’anima sociale, specie verso i giovani. Quindi un salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione aumentato dell’8% e la creazione di una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Ora al vaglio di esecutivo Abi e assemblee sindacali Al tavolo ieri quindi si è arrivati con un altro clima per discutere il tema finale dell’aumento economico ma ciononostante non sono mancati momenti di confronto nella notte con alcune posizioni fra i sindacati non allineate. Alla fine però è arrivata al firma che, sebbene abbia la sospensiva del via libera dell’esecutivo e delle assemblee dei rispettivi sindacati, segna un punto finale al negoziato. Può partire la fase di ristrutturazione Ora le banche e le organizzazioni potranno gestire meglio e senza conflitti una fase di ristrutturazione del settore che coinvolgerà, a detta di molti, non solo le popolari per effetto del decreto del governo ma anche molti altri istituti di credito. Il sindacato festeggia “Dopo un anno e mezzo di durissime trattative, i bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele” commenta a caldo di Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi. “Valorizzati gli inquadramenti” “Con l’ipotesi d’accordo è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”, ha aggiunto Sileoni. “Aumentato il salario di ingresso per i nuovi assunti” “Il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione è stato aumentato dell’8% e, dal punto di vista sociale, è stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Gli aumenti economici sono pari a 85 euro da riparametrare e avranno una scadenza al primo ottobre 2016, 1 ottobre 2017 e 1 ottobre 2018. “Risposte concrete ai problemi occupazionali” “Sono state date risposte concrete ai problemi occupazionali e sotto l’aspetto economico si è recuperata l’inflazione. In tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico”. Contratto scade nel 2018 “La categoria ha quindi un proprio contratto che scadrà il 31 dicembre del 2018 e potrà così gestire con più garanzie e meno disagi una difficile fase di riorganizzazione del settore, che partirà a breve con una nuova ondata di fusioni, a causa anche della riforma delle banche popolari recentemente diventata legge”, continua il segretario Fabi. Accordo sottoposto alle assemblee dei lavoratori “Si chiude, così, una fase conflittuale e di grande disagio che è stato possibile superare soltanto con la determinazione dell’intero movimento sindacale, sostenuto dal consenso e dai sacrifici dei lavoratori bancari. L’accordo sarà sottoposto alle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno”. 

 

ILCIRIACO.it mercoledì 01 aprile 2015 12:51

Contratto Abi, Di Dio (FABI): “Raggiunta intesa su ipotesi d’accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale”

di Redazione

Di seguito l’intervento di Franco Di Dio, dirigente nazionale della FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani) e segretario generale della Fabi di Avellino e provincia.

Dopo serrate trattative e due giornate di scioperi nazionali, è stata siglata alle 5 di stamattina da ABI e dalle 8 sigle sindacali del credito l’ipotesi d’accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale dei lavoratori bancari, che sarà valida fino al 31 dicembre 2018 e che verrà sottoposta alle assemblee dei lavoratori che si terranno entro il mese di giugno 2015. I bancari hanno finalmente un nuovo contratto Nazionale, non dobbiamo dimenticare che una eventuale disapplicazione del contratto avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza alcuna tutela.

E’ stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti ed è stata evitata la riforma del sistema inquadramentale chiesta da Abi che avrebbe creato ulteriori disagi e problemi per la categoria. In dettaglio l’ipotesi di accordo dei 309.000 bancari Italiani prevede:

– il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione è stato aumentato dell’8%, è stata creata una piattaforma bilateraleper la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali;

– gli aumenti economici sono pari a 85 euro da riparametrare ed avranno una scadenza al primo ottobre 2016, 1 ottobre 2017 e 1 ottobre 2018;

– sotto l’aspetto economico viene recuperata l’inflazione;

– in tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico;

– viene confermata la validità del fondo per la nuova occupazione, prorogata la validità fino al 31 dicembre 2018; entro 3 mesi le parti costituiranno un gruppo paritetico per la gestione del fondo stesso;

– previsto un cantiere di lavoro sugli inquadramenti, ed è stato previsto che potranno essere definite intese aziendali in materia di inquadramenti;

– le parti si sono impegnate a redigere entro 90 giorni il testo coordinato del CCNL; nel testo si confermeranno le vecchie previsioni di legge in materia di licenziamenti per tutti i lavoratori assunti prima dell’entrata in vigore della riforma del lavoro (7 marzo 2015). La categoria ha quindi un proprio contratto e si chiude una fase conflittuale di grande disagio che e’ stato possibile superare solo con la determinazione dell’intero movimento sindacale, sostenuto dal forte consenso e dai sacrifici dei lavoratori bancari.

 

NEWMEDIAMAGAZINE.it 01/04/2015 09:13

Banche: Fabi; difesa area contrattuale, aumento da 85 euro

ROMA (MF-DJ)–“Dopo un anno e mezzo di durissime trattative, i bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo e’ stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele”. Cosi’ Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, ha commentato l’accordo sul rinnovo del contratto nazionale degli oltre 309milalavoratori bancari, raggiunto tra Abi e sindacati alle 5h00 di questa mattina. “Con l’intesa siglata questa mattina -ha proseguito- e’ stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”. “Il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione e’ stato aumentato dell’8% e, dal punto di vista sociale, e’ stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Gli aumenti economici sono pari a 85 euro da riparametrare e avranno una scadenza al primo ottobre 2016, 1 ottobre 2017 e 1 ottobre 2018”.”Sono state date risposte concrete ai problemi occupazionali e sotto l’aspetto economico si e’ recuperata l’inflazione.

 In tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico. La categoria -ha aggiunto Sileoni- ha quindi un proprio contratto che scadrà il 31 dicembre del 2018 e potrà cosi’ gestire con piu’ garanzie e meno disagi una difficile fase di riorganizzazione del settore, che partirà abreve con una nuova ondata di fusioni, a causa anche della riforma delle banche popolari recentemente diventata legge”.Con l’accordo, ha concluso Sileoni, “si chiude una fase conflittuale edi grande disagio che e’ stato possibile superare soltanto con la determinazione dell’intero movimento sindacale, sostenuto dal consenso edai sacrifici dei lavoratori bancari. L’accordo sarà sottoposto alle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno”.

 

CORRIERE ADRIATICO.it mercoledì 01 aprile 2015 10:34

I bancari spuntano il rinnovo – Aumento di 85 euro a regime

ROMA (Teleborsa) – Dopo un lungo stop & go delle trattative, i bancari riescono a spuntare il nuovo contratto collettivo, che prevede a regime un aumento di stipendio di 85 euro. Raggiunto questa mattina presto l’accordo fra i sindacati dei dipendenti bancari e l’Abi, che rappresenta le maggiori banche italiane. Otto le sigle presenti al tavolo (Fabi, Fiba, Fisac, Uilca, Unisin, Dircredito, Sinfub e Ugl credito). Il nuovo contratto nazionale si applicherà a oltre 300 mila dipendenti e sarà valido sino al 2018. L’accordo dovrà essere ora approvato dal Comitato esecutivo dell’ABI e dalle assemblee dei lavoratori, che i sindacati convocheranno nei prossimi giorni e dovranno esprimersi entro il 15 giugno. ”Dopo un anno e mezzo di durissime trattative, i bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale”, ha commentato il sindacato Fabi, aggiungendo che con l’intesa ”sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi”. Quali misure? Il salario d’ingresso per i neoassunti è stato aumentato dell’8% e sono stati creati meccanismi per la ricollocazione dei licenziati. L’aumento dello stipendio sarà di 85 euro, da riparametrare a scadenze precise – il 1° ottobre 2016, 2017 e 2018 – anche per il recupero dell’inflazione.

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