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PIANO UNICREDIT, LA FABI SULLA STAMPA

di Redazione

La denuncia del leader della FABI Sileoni: “Quello sugli esuberi film già visto. Notizie pilotate ad arte per nascondere problemi di governance. In Italia non andremo oltre i prepensionamenti volontari”. Leggi la dichiarazione su Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, La Stampa, il Fatto, il Giornale e su tutti i quotidiani locali

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IL SOLE 24 ORE sabato 31 ottobre 2015

Rumors di 12mila esuberi ma la banca non commenta

Unicredit potrebbe presentare 12 mila esuberi in occasione del prossimo aggiornamento del suo piano industriale. Lo scrive l’agenzia Bloomberg che lo scorso 3 settembre aveva già ipotizzato la cifra di 10 mila dipendenti in esubero. Le indiscrezioni dell’agenzia stampa, che cita fonti vicine al dossier, non vengono commentate da Unicredit. Secondo Bloomberg la nuova cifra aggiornata degli esuberi equivale al 9,4% della forza lavoro e comprende fino a 3 mila posti di lavoro in Germania. L’istituto così punterebbe, secondo le stesse indiscrezioni a un coefficiente di patrimonializzazione Tier 1 di oltre l’11% rispetto al precedente obiettivo del 10%. I dati sugli esuberi non includerebbero i circa 6 mila posti di lavoro che sono associati con la prevista cessione delle attivita’ della Banca in Ucraina e lo spin-off di Pioneer Global Asset Management. Attualmente Unicredit, una delle piu’ grandi banche d’Europa, impiega 127.500 dipendenti in tutto il mondo.Critiche dai sindacati. «Non andremo mai – dice Lando Sileoni, Fabi – oltre l’attuazione dei prepensionamenti volontari nella gestione degli esuberi del perimetro italiano del gruppo».

 

IL GIORNALE (NAZIONALE) sabato 31 ottobre 2015

Gli esuberi Unicredit possono salire a 12mila – Spuntano voci di 2 tagli in più. Il gruppo: «No comment» Gli analisti prevedono 458 milioni di utile nel terzo trimestre

Camilla Conti

Non in più gli esuberi previsti dal piano industriale 1 novembre. Finora si tratta solo di esuberi presunti, perché la banca non ha mai commentato le indiscrezioni. Che peraltro sono fin qui arrivate dalla stessa fonte, ovvero l’agenzia Bloomberg. Il 3 settembre il taglio avrebbe riguardato al Ieri, vicine al dossier che sostengono come il conto revisione strategica prevista dal corso di valutazione, potrebbe comunque in Germania e un altro alleggerimento deriverebbe dalla cessione della controllata Bank Austria a Bawa Ps Bank, istituto viennese che fa capo al colosso del private equity Usa Cerberus. Nei tagli sono incluse anche seimila posizioni che in Ucraina e dal deconsolidamento di Pioneer. Fonti sindacali interpellate dal Giornale non confermano le voci dei duemila esuberi in più rilanciate da Bloomberg. ha addirittura il dito sulla volontà di «spostare l’attenzione mediatica sul nuovo piano industriale e distoglierla dai problemi legati alla governance del gruppo», dopo le vicende giudiziarie che hanno visto coinvolto il vicepresidente della banca, Fabrizio Palenzona. Sileoni ribadisce comunque che il sindacato non andrà «mai attuazione dei gestione degli riflettori dipendenti spalmati fra Austria e Germania. Quanto all’Italia 2.700 – fra pensionamenti volontari e prepensionamenti entro il stati già concordati con i sindacati l’anno in cantiere, questi potrebbero aggiungersene altri, inizialmente la stima dei sindacati era 450, magari allungando il periodo di uscita al 2019. Sempre di «consensus») sui conti che saranno approvati insieme al nuovo piano l’ novembre. Unicredit dovrebbe aver archiviato il terzo trimestre con un utile netto pari a 458 milioni di euro (722 milioni nello stesso periodo del 2014) su ricavi pari a 5,41 miliardi (5,6 miliardi un anno prima). Per l’intero 2015 le attese medie sono di un utile netto per 2,03 miliardi su ricavi pari a 22,74 miliardi e per il oltre 23,41 miliardi. Infine, Fortress ha completato l’acquisizione di Unicredit Credit Management Bank (Ucc da Unicredit. L’accordo prevede anche il passaggio di mano di un portafoglio di crediti Dopo l’opa Pirelli, l’addio a Piazza Affari scatterà dal 6 di novembre RISTRUTTURAZIONE In Germania sarebbero in gioco 3 posti di lavoro. Chiusa la vendita di Ucc a Fortress INTESA SANPAOLO Messina sicuro: target del piano saranno superati» 2,03 Nei Piaggio ha registrato ricavi in a fronte di utile netto di 18,3 milioni (dai 21,9 milioni di un anno prima) e di un mol di 135,7 milioni. L’indebitamento è migliorato a 495,8 milioni (5 milioni a fine giugno). Bene investimenti (+ 19,6 % a 68,2 milioni). Le vendite mondiali sono scen a 39 veicoli (da 417.200 ma con una maggiore incidenza di moto di grossa cilindrata e Vespa. Piaggio la leadership nel settore delle due ruote a motore in Europa (15,1 % la quota di mercato) in Italia, Germania e Benelux, mentre la Francia soffre. Ora intende rafforzarsi in Asia, consolidando l’attività commerciale diretta in Cina, spingendo le vendite in India e consolidando il posizionamento nei è sceso dello 0,3 % a circa 2,26 dove Piaggio opera, grazie anche al positivo effetto sul versante cambi, con un aumento del 6,4 % a 6 milioni nelle aree Emea e Americhe, del % in a 26 e del 9,7 % nell’Asia Pacific a 131,7 poi due nuovi modelli di scooter e tre nuove moto e la bicicletta fase di il nuovo stabilimento di verniciatura a Pontedera. FINE SETTEMBRE Piaggio spinge i ricavi (+ 7,7 %) e punta sull’Asia BANCHE Verso il piano dell’ novembre Gli esuberi Unicredit possono salire a 12 Spuntano voci di 2 tagli in più. Il gruppo: «No comment» Gli analisti prevedono 458 milioni di utile nel terzo trimestre RILANCIO Federico Ghizzoni, capo azienda di Unicredit, sta ultimando il nuovo piano industriale Pirelli lascerà Piazza Affari il 6 novembre. Borsa Italiana disporrà che le azioni ordinarie Pirelli & C dopo la conclusione della riapertura dell’offerta obbligatoria lanciata da Marco Polo indirettamente Chem sospese dalla e novembre partire dalla del 6 risultati definitivi della raccolta delle adesioni, la società rende noto che durante la riapertura dei termini dell’offerta obbligatoria sono pari all’ % del capitale sociale ordinario dell’emittente all’ % dell’intero capitale sociale dell’emittente e all’ % delle azioni ordinarie oggetto dell’offerta Il controvalore dei termini portate in durante lo stesso periodo, è pari a 64 euro. Intesa gli obiettivi del piano d’impresa 2017 e magari pagare ai soci A lanciare questa sfida è stato l’ad Carlo Messina, che ha parlato dall’Expo dove il gruppo ha presenziato il semestre con il proprio padiglione, The del piano, Messina ha risposto: «Li supereremo. Perchè mettere dei paletti ? Abbiamo fatto un piano e su questo sono entrati Tema cedole: «In questo momento non posso che confermare il piano di impresa, cioè il pagamento dei 2 miliardi. È chiaro che la disponibilità di utile potrà essere superiore, però vedremo a fine anno». Sul risiko dell’idea di sempre: Intesa Sanpaolo resterà da sola. Anche perché, fondendoci, «ri la forza». Intanto, da indiscrezioni di stampa, è emerso che la banca sarebbe al rush finale per la cessione delle attività di credito al consumo che fanno capo alla controllata Accedo. Il testa Usa, Lone Star e Blackstone.

 

LIBERTA’ sabato 31 ottobre 2015

Unicredit, piano da 12mila esuberi

MILANO – Nell’aggiornamento del piano industriale al 2018 Unicredit potrebbe presentare 12mila esuberi con ricadute in particolare per Austria e Germania. Ad una decina di giorni dalla diffusione della trimestrale (con il consensus che fissa l’utile a 458 milioni) e, soprattutto, delle linee strategiche, arrivano voci di un incremento dei tagli dopo le ipotesi di 10mila uscite emerse non meno di due mesi fa. Numeri che sono ancora sotto revisione e che il gruppo di piazza Gae Aulenti non commenta. Lo fanno però i sindacati che incontreranno l’azienda il 10 novembre, alla vigilia della presentazione del piano. «In questo momento si vuole spostare l’attenzione mediatica sul nuovo piano industriale e distoglierla dai problemi legati alla governance del gruppo», denuncia il segretario della Fabi, Lando Sileoni. Nel piano, che non prevede un aumento di capitale, sarebbe indicata la chiusura di filiali e il miglioramento dell’efficienza dei centri corporate. Mentre la riduzione di personale includerebbe fino a tremila posizioni in Germania e un altro alleggerimento, non quantificato, deriverebbe dalla cessione del retail in Austria. Voci diffuse la scorsa settimana hanno infatti indicato una vendita delle attività retail della controllata, Bank Austria, Bawag Psk Bank, istituto viennese che fa capo al colosso del private equity Usa Cerberus. Unicredit potrebbe ricavarne 800 milioni di euro. Una mossa che gli analisti promuovono perché migliorerebbe i capital ratios e, allo stesso tempo, consentirebbe di recuperare redditività. L’Italia dove sarebbe allo studio la vendita della divisione leasing, dovrebbe essere coinvolta con 2700 uscite già previste dal precedente piano e con prepensionamenti volontari, anche se non sono da escludere ritocchi. Nei tagli sono incluse anche seimila posizioni che derivano dalla cessione di Ukrosotsbank, controllata in Ucraina, e dal deconsolidamento di Pioneer. Per quest’ultima entro il 2015 dovrebbe essere portato a termine un altro step per l’asset management con Santander. Intanto è stata perfezionata la cessione di UniCredit Management Bank (Uccmb) alla cordata Fortress- Fabio Perego

 

LA STAMPA (SU 16 EDIZIONI) sabato 31 ottobre 2015

Unocredit rivede il piano – Verso quota 12mila esuberi

LUCA FORNOVO

TORINO. Unicredit pensa di rivedere il piano industriale al 2018 e potrebbe presentare 12mila esuberi che potrebbero colpire soprattutto Austria e Germania. una decina di giorni dalla diffusione della trimestrale (con il consensus che fissa l’utile a 458 milioni) e, soprattutto, delle linee strategiche, arrivano da Bloomberg i rumor di un incremento dei tagli dopo le ipotesi di 10 mila uscite emerse circa due mesi fa. Numeri ancora sotto revisione e che il gruppo di Piazza Gae Aulenti non commenta. Lo fanno però i sindacati che incontreranno l’azienda il 10 novembre, alla vigilia della presentazione del piano. «In questo momento si vuole spostare l’attenzione mediatica sul nuovo piano industriale e distoglierla dai problemi legati alla governance del gruppo», denuncia il segretario della Fabi, Lando Sileoni che allude alla vicenda giudiziaria che coinvolge il vice presidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona. gravi colpe della governance, del management e le scelte sbagliate della loro politica industriale, non possono ricadere sulle lavoratrici e sui lavoratori», aggiunge il segretario della Uilca, Massimo Masi. Di recente Unicredit ha dovuto gestire i contraccolpi d’immagine per l’inchiesta della Procura di Firenze sugli affidamenti al gruppo Bulgarella. vicenda vede coinvolti, come indagati oltre a Palenzona, il suo braccio destro Roberto Mercuri e i manager Massimiliano Fossati (nominato da poco responsabile dei rischi al posto di Alessandro Decio) Alessandro Cataldo (a capo del corporate Italia). L’ad Federico Ghizzoni sta gestendo con i comitati interni la situazione. Nel comitato Governance del 5 novembre arriverà la stretta con la valutazione sui manager coinvolti nella vicenda. Tornando agli esuberi nel piano, secondo indiscrezioni, sarebbe indicata la chiusura di filiali e il miglioramento dell’efficienza dei centri corporate.La riduzione di personale includerebbe fino a 3000 posti in Germania e un altro alleggerimento, non quantificato, deriverebbe dalla cessione del retail in Austria. Secondo rumors ci sarebbe anche una vendita delle attività retail della controllata, Bank Austria, Bawag Psk Bank, istituto viennese che fa capo al colosso del private equity Usa Cerberus. Unicredit potrebbe ricavarne 800 milioni. Una mossa che gli analisti promuovono perché consentirebbe di recuperare redditività. L’Italia dove sarebbe allo studio la vendita della divisione leasing, dovrebbe essere coinvolta con 2700 uscite già previste. Nei tagli sono incluse anche seimila posizioni che derivano dalla cessione di Ukrosotsbank, controllata in Ucraina, e dal deconsolidamento di Pioneer.

 

IL RESTO DEL CARLINO (TUTTE LE 14 EDIZIONI) – LA NAZIONE (TUTTE LE 14 EDIZIONI) – IL GIORNO (TUTTE LE 10 EDIZIONI) – LA CITTA’ Teramo

sabato 31 ottobre 2015

Voci di maxi esuberi Potrebbero uscire 12mila dipendenti

Nell’aggiornamento del piano industriale al 2018 Unicredit potrebbe presentare 12mila esuberi, secondo ‘Bloomberg’. Numeri ancora sotto revisione e che il gruppo di Piazza Gae Aulenti non commenta. Lo fanno però i sindacati che incontreranno l’azienda il 10 novembre: «Si vuole distogliere l’attenzione mediatica dai problemi legati alla governance», denuncia Lando Sileoni (Fabi)

 

CORRIERE DELLA SERA – sabato 31 ottobre 2015

Oltre 12 mila esuberi allo studio di Unicredit In Italia sono 4 mila

MILANO Potrebbero superare quota 12 mila — su poco più di 127 mila dipendenti totali — gli esuberi che Unicredit si prepara ad annunciare l’ novembre in occasione della revisione del piano strategico. Il gruppo guidato da Federico Ghizzoni non ha commentato l’indiscrezione di Bloomberg, che aveva precedentemente parlato di 10 mila esuberi. Il mercato si attende comunque un intervento molto deciso sui costi che consenta alla banca di piazza Aulenti di recuperare redditività e rinforzare il patrimonio in maniera organica senza ricorrere ad aumenti di capitale. Tanto è vero che — a quanto sembra — la cifra finale potrebbe essere anche più alta, se si considerano anche le dismissioni della controllata in Ucraina e del deconsolidamento di Pioneer. In Borsa Unicredit ha chiuso in lieve calo a 5,87 euro, -0,34 Gli interventi più incisivi saranno concentrati nelle tre aree maggiori, ovvero Italia, Germania e Austria. Per quanto riguarda Vienna, si parla della vendita delle attività retail di Bank Austria a Bawag, istituto controllato dal private equity Usa Cerberus per circa 800 milioni. In Germania il taglio dei costi dovrebbe passare dalla ristrutturazione della rete delle agenzie. In totale tra Germania (circa 2.500 e Austria (circa 3.800 l’intervento sul personale dovrebbe riguardare oltre 6 mila persone. Intanto ieri la banca ha comunicato il closing della cessione di Uccmb, la bad bank del gruppo, a Fortress e Prelios. Con la cessione dell’istituto passeranno circa 2,4 miliardi di euro di crediti in sofferenza. Unicredit potrebbe anche fissare come target un common equity tier 1 superiore all’ rispetto al precedente obiettivo del 10% e avrebbe allo studio anche la vendita della divisione leasing in Italia, dove gli esuberi sono stimati in circa 4 mila dipendenti. Tuttavia 2.700 di questi fanno già parte dell’attuale piano 2014- La cifra sale a 4 mila circa con il blocco del turnover per 700 dipendenti e l’estensione del fondo esuberi da 30 a 36 mesi che potrà così coprire altre 500 persone. «Indiscrezioni pilotate ad arte per nascondere problemi di governance», è il commento di Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. «Siamo solidali con i lavoratori austriaci e tedeschi, per i quali Unicredit probabilmente userà la mano pesante. Il movimento sindacale in Italia sa farsi rispettare e non andremo mai oltre i prepensionamenti volontari nella gestione degli esuberi». Agostino Megale, leader di Fisac Cgil, chiede di intervenire solo «tramite esodi volontari e senza rinunciare alle assunzioni di giovani, e di non scaricare sui lavoratori le difficoltà dei vertici del gruppo». Sarà importante il dato del terzo trimestre che Unicredit comunicherà con il nuovo piano. Il consensus degli analisti prevede un utile di 458 milioni, con margine di intermediazione a 5,4 miliardi e un risultato netto di gestione di 1,01 miliardi. Per il 2015 l’utile stimato è di 2,03 miliardi. Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE

 

IL MATTINO (SU TUTTE LE 8 EDIZIONI) sabato 31 ottobre 2015

Svolta Unicredit 12 esuberi: in Italia voci di 3500 uscite

Nell’aggiornamento al 2018 Unicredit potrebbe presentare 12 mila esuberi con ricadute e Germania. Ad una decina di giorni dalla diffusione della trimestrale (il consensus degli analisti fissa l’utile a 458 milioni) e delle linee strategiche, arrivano i rumor di un incremento dei tagli dopo le ipotesi di 1 mila uscite. Numeri che il gruppo di Piazza Gae Aulenti non commenta. Lo fanno però i sindacati che incontreranno l’azienda il 10 novembre, alla vigilia della presentazione del piano. «In questo momento si vuole spostare l’attenzione mediatica sul nuovo piano industriale e distoglierla del gruppo», denuncia il segretario della Fabi, Lando Sileoni. Indiscrezioni parlano di chiusura di filiali e di miglioramento dell’efficienza dei centri corporate. In Italia dovrebbero esserci 270 uscite già previste dal precedente piano prepensionamenti volontari (3.500 in totale circa le uscite), anche se non sono da escludere ritocchi.

 

LA SICILIA, sabato 31 ottobre 2015

Il vertice con Fabi in prefettura, l’Uilca ignorati

«Inaccettabile avere escluso i rappresentanti della Uilca e le altre sigle fra cui First Cisl, Fisac Cgil e Ugl». A sostenerlo è il segretario provinciale Calogero La Rosa della Uilca, che rappresenta i dipendenti del settore creditizio ed assicurativo della Uil, dopo la mancata convocazione in prefettura dei sindacati ad eccezione della Fabi, la Federazione autonoma dei bancari per la sigla del protocollo sulla sicurezza. disconosce il protocollo d’intesa – ha detto La Rosa – siglato da un sindacato minoritario che non può vantare l’apporto tecnico e specialistico di sigle sindacali che rappresentano il tessuto sociale e locale come è la Uilca». (*VICOR).

 

GAZZETTA DEL SUD (TUTTE LE EDIZIONI) – GAZZETTA DI PARMA – IL PICCOLO, sabato 31 ottobre 2015

Nel piano Unicredit 12mila esuberi? – Previste ricadute in particolare per Austria e Germania

Fabio Perego

MILANO. Nell’aggiornamento del piano industriale al 2018 Unicredit potrebbe presentare 12 mila esuberi con ricadute in particolare per Austria e Germania. Ad una decina di giorni dalla diffusione della trimestrale (con il consensus che fissa l’utile a 458 milioni) e, soprattutto, delle linee strategiche, arrivano da Bloomberg i rumor di un incremento dei tagli dopo le ipotesi di 10 mila uscite emerse non meno di due mesi fa. Numeri che sono ancora sotto revisione e che il gruppo di Piazza Gae Aulenti non commenta. Lo fanno però i sindacati che incontreranno l’azienda il 10 novembre, alla vigilia della presentazione del piano. «In questo momento si vuole spostare l’attenzione mediatica sul nuovo piano industriale e distoglierla dai problemi legati alla governance del gruppo», denuncia il segretario della Fabi, Lando Sileoni. gravi colpe della governance, del management e le scelte sbagliate della loro politica industriale, non possono ricadere sulle lavoratrici e sui lavoratori», aggiunge il segretario della Uilca, Massimo Masi. Nelle ultime settimane Unicredit ha dovuto gestire i contraccolpi d’immagine per l’inchiesta della Dda di Firenze sugli affidamenti al gruppo Bulgarella. vicenda vede coinvolti, come indagati (con l’aggravante del favoreggiamento alla mafia), il vice presidente Fabrizio Palenzona, il suo braccio destro Roberto Mercuri e i manager Massimiliano Fossati (nominato da poco chief risk officer in sostituzione Alessandro Decio) Alessandro Cataldo (a capo del corporate Italia). L’ad Federico Ghizzoni sta gestendo con i comitati interni la situazione. Nel comitato Governance del 5 novembre arriverà la stretta con la valutazione sui manager coinvolti nella vicenda, anche alle luce di ulteriori audit che sono state effettuati in queste settimane. Tornando alle indiscrezioni sulle strategie, nel piano che non prevede un aumento di capitale, sarebbe indicata la chiusura di filiali e il miglioramento dell’efficienza dei centri corporate. Mentre la riduzione di personale includerebbe fino a tremila posizioni in Germania e un altro alleggerimento, non quantificato, deriverebbe dalla cessione del retail in Austria. Voci diffuse la scorsa settimana hanno infatti indicato una vendita delle attività retail della controllata, Bank Austria, Bawag Psk Bank, istituto viennese che fa capo al colosso del private equity Usa Cerberus. Unicredit potrebbe ricavarne 800 milioni di euro. Una mossa che gli analisti promuovono perché migliorerebbe i capital ratios e, allo stesso tempo, consentirebbe di recuperare redditività.

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO sabato 31 ottobre 2015

CIRCA 3 MILA IN ITALIA – Unicredit aggiorna il piano industriale: 12mila esuberi al 2018

UNICREDIT, finita sotto i riflettori per l’inchiesta sul vicepresidente Palenzona e i “crediti facili” all’imprenditore trapanese Andrea Bulgarella, aggiorna il piano industriale al 2018: secondo Bloomberg, a una decina di giorni dalla trimestrale (utili a 458 milioni, dicono le indiscrezioni), l’istituto sta valutando di alzare il livello degli esuberi oltre le 12mila unità. La riduzione di personale includerebbe fino a tremila posizioni in Germania e un numero imprecisato grazie alla cessione del retail della controllata Bank Austria. Nei tagli sono poi inclusi anche i 6mila dipendenti che usciranno dal gruppo grazie alla cessione di Ukrosotsbank, controllata in Ucraina, e della società di investimento Pioneer. Per l’Italia insomma, la perdita di posti di lavoro dovrebbe aggirarsi attorno alle 3 mila unità (erano già 2.700 nel precedente piano). “In questo momento si vuole spostare l’attenzione mediatica sul nuovo piano industriale e distoglierla dai problemi legati alla governance del gruppo”, denuncia il sindacato Fabi: “Le gravi colpe della governance, del management e le scelte sbagliate della loro politica industriale, non possono ricadere sulle lavoratrici e sui lavoratori”.

 

L’ARENA – IL GIORNALE DI VICENZA – BRESCIA OGGI

sabato 31 ottobre 2015

Più tagli in Unicredit Da 10 a 12mila esuberi – Sindacati in allerta per le voci che circolano sull’aggiornamento del piano industriale: prevista un’ulteriore riduzione di personale

MILANO. Nell’aggiornamento del piano industriale al 2018 Unicredit potrebbe presentare 12mila esuberi con ricadute in particolare per Austria e Germania. Ad una decina di giorni dalla diffusione della trimestrale (con il consensus che fissa l’utile a 458 milioni) e, soprattutto, delle linee strategiche, arrivano da Bloomberg i rumors di un incremento dei tagli dopo le ipotesi di 10mila uscite emerse non meno di due mesi fa. Numeri che sono ancora sotto revisione e che il gruppo di Piazza Gae Aulenti non commenta. Lo fanno però i sindacati che incontreranno l’azienda il 10 novembre, alla vigilia della presentazione del piano. «In questo momento si vuole spostare l’attenzione mediatica sul nuovo piano industriale e distoglierla dai problemi legati alla governance del gruppo», denuncia il segretario della Fabi Lando Sileoni, gravi colpe della governance, del management e le scelte sbagliate della loro politica industriale, non possono ricadere sui lavoratori», aggiunge il segretario della Uilca Massimo Masi. Nelle ultime settimane Unicredit ha dovuto gestire i contraccolpi d’immagine per l’inchiesta della Dda di Firenze sugli affidamenti al gruppo Bulgarella. vicenda vede coinvolti, come indagati (con l’aggravante del favoreggiamento alla mafia) il vice presidente Fabrizio Palenzona, il suo braccio destro Roberto Mercuri e i manager Massimiliano Fossati e Alessandro Cataldo. L’ad Federico Ghizzoni sta gestendo con i comitati interni la situazione. Nel comitato Governance del 5 novembre arriverà la stretta con la valutazione sui manager coinvolti nella vicenda. Tornando alle indiscrezioni sulle strategie, nel piano che non prevede un aumento di capitale, sarebbe indicata la chiusura di filiali e il miglioramento dell’efficienza dei centri corporate. Mentre la riduzione di personale includerebbe fino a 3mila posizioni in Germania e un altro alleggerimento, non quantificato, deriverebbe dalla cessione del retail in Austria. Voci diffuse la scorsa settimana hanno infatti indicato una vendita delle attività retail della controllata, Bank Austria, Bawag Psk Bank. Unicredit potrebbe ricavarne 800 milioni di euro.

 

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