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Rassegna Stampa, mercoledì 6 aprile 2016

di Redazione

IL SOLE 24 ORE mercoledì 6 aprile 2016

Mediolanum, a marzo raccolta a oltre 500 milioni

«Il 2016 è partito benissimo» per Banca Mediolanum. Lo ha detto l’a.d. Massimo Doris, durante l’assemblea degli azionisti del gruppo. A marzo, ha indicato l’a.d, la raccolta netta «supera il mezzo miliardo» di euro e i clienti sono aumentati del 20%, dopo l’incremento del 52% avvenuto a febbraio e del 24% di gennaio. Nei primi due mesi la raccolta è stata di 1,15 miliardi di euro.

I dati di raccolta di marzo saranno resi noti venerdì prossimo. «Dopo il salvataggio delle 4 banche in difficoltà a novembre, i risparmiatori si sono trovati di fronte al fatto che mettere i soldi in una banca piuttosto che in un’altra non è la stessa cosa e c’è stata una corsa verso la qualità», ha spiegato Doris, ricordando che con un Cet1 al 19,66% Banca Mediolanum è una delle banche più solide e quindi sta beneficiando di maggiori flussi di clientela e masse.

Vitaliano D’Angerio pagina 33

Si è tenuta ieri a Basiglio l’assemblea degli azionisti di Banca Mediolanum ed è stato un meeting dai toni molto positivi. L’amministratore delegato, Massimo Doris, ha sottolineato la buona partenza del 2016, anticipando anche i dati di raccolta relativi al mese di marzo, in crescita per mezzo miliardo. A gennaio la raccolta totale è stata pari a mezzo miliardo mentre quella di febbraio si è attestata a 648 milioni di euro.

I dividendi

Da segnalare poi un incremento della nuova clientela, pari al 20 per cento, dopo la crescita del 52% relativa a febbraio e del 24% di gennaio: «Dopo il salvataggio delle quattro banche in difficoltà a novembre – ha precisato l’amministratore delegato –, i risparmiatori si sono trovati di fronte al fatto che mettere i soldi in una banca piuttosto che in un’altra non è più la stessa cosa e c’è stata una corsa verso la qualità. Dallo scorso gennaio accorrono in massa alla ricerca di una banca solida come la nostra con un Core Tier 1 al 19,66 per cento». L’obiettivo per il 2016 è comunque quello di portare il Ct1 oltre il 20 per cento. «Vogliamo superare il 20% di Cet 1, per una questione psicologica – ha dichiarato il presidente Ennio Doris –, si sottolinea la solidità della banca. Speriamo quest’anno, pur pagando un dividendo, di superare il 20%», ha detto Doris.E ha aggiunto: «Vogliamo creare una storia di dividendi in crescita. Se abbiamo dato 30 centesimi nel 2015, vogliamo dare 30 pure nel 2016 anche nel caso l’utile fosse inferiore».

Il contenzioso fiscale

Il presidente si è poi soffermato sul tema relativo al contenzioso fiscale che Banca Mediolanum aveva in corso con l’Agenzia delle Entrate e che è stato chiuso: «Siamo un’azienda che guadagna, il Fisco italiano ha bisogno di soldi, anche se paghiamo un po’ di più va bene lo stesso». Ennio Doris ha aggiunto che il contenzioso con il Fisco è stato chiuso lo scorso 31 dicembre con «una plusvalenza positiva di 10 milioni rispetto a quanto abbiamo accantonato». Una transazione che prevede un rimborso di 41 milioni dal Fisco irlandese, con cui «abbiamo deciso di correre il rischio di discutere», ha affermato il presidente di Banca Mediolanum.

Mediobanca e Bolloré

A margine dell’assemblea si è discusso anche di Piazzetta Cuccia. «I risultati di Mediobanca sono buoni, stanno crescendo. Siamo contenti della quota», ha rilevato il presidente di Mediolanum che è azionista di Piazzetta Cuccia con il 3,43 per cento. La quota, come è emerso dal bilancio 2015 della società, è stata rivalutata per 19,2 milioni di euro.

Ennio Doris si è poi espresso in modo positivo nei confronti di Vincent Bolloré, il finanziere bretone secondo socio di Mediobanca con l’8% e presidente di Vivendi, il gruppo francese dei media che è primo azionista di Telecom e, stando alle indiscrezioni, in procinto di siglare un accordo con Mediaset: « Ho grande stima e rispetto per Vincent Bolloré, lo ritengo un grande imprenditore. Mi fa piacere che investa in Italia». © RIPRODUZIONE RISERVATA V.D’A.

IL SOLE 24 ORE mercoledì 6 aprile 2016

Hypo avvia la procedura per 157 tagli

Hypo AlpeAdria Bank ieri ha consegnato ai sindacati la lettera di avvio procedura per tagliare 157 posti di lavoro. Il governatore del FriuliVenezia Giulia, Deborah Serra assicura che la regione non lascerà soli i lavoratori, ma «finora il Governo austriaco è stato completamente sordo». Guido Fasano, coordinatore Fabi della banca, parla di «operazione di macelleria sociale».

IL RESTO DEL CARLINO – LA NAZIONE – IL GIORNO – LA CITTA’ (TUTTE LE EDIZIONI)

Mercoledì 6 aprile 2016

UN FUTURO DOPO I CRAC – Il polo senza più buchi – Quattro buone banche che fanno gola ai fondi

Claudia Cervini

MILANO. NON È UN MISTERO che alcune popolari italiane e numerosi fondi esteri siano in manovra sulle quattro good bank (Nuova Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Nuova Banca delle Marche, Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara e Nuova Cassa di Risparmio di Chieti) messe in sicurezza col decreto salvabanche. Lo scorso febbraio 18 potenziali acquirenti hanno mostrato interesse fiutando un ipotetico affare. Una decisa manifestazione è arrivata dal fondo Usa Apollo: la proposta, secondo indiscrezioni, pare già strutturata in quanto il gruppo ambisce ad acquisire le quattro banche in blocco per costituire un nuovo polo bancario radicato nel centro Italia ma a trazione genovese. Il perno di questo progetto sarebbe infatti Banca Carige. Al vaglio del cda presieduto da Giuseppe Tesauro c’è già la proposta di acquisizione di un pacchetto di crediti deteriorati dell’istituto ligure e un aumento di capitale riservato da 500 milioni. Difficile in questo caso pensare che si tratti di una manovra dal sapore puramente speculativo visto che i quattro istituti da un lato sono stati ripuliti dalla mole delle sofferenze che gravavano sui bilanci – preda prediletta dei fondi che comprano i crediti difficili a un prezzo stracciato per poi rivenderli e fare utili – e dall’altro il Governo ha eretto una specie di scudo protettivo facendo pressing per una vendita in blocco delle quattro realtà (entro settembre) ai fini del rilancio e della creazione di un polo bancario unico. CHE COSA ha spinto 18 player, alcuni dei quali oggi in fila per ricevere l’information memorandum sulle quattro banche, manifestare interesse? Innanzitutto lo schema impiegato dal Governo per preservare la parte sana delle banche ripulendola dalle sofferenze e mettendo a disposizione oltre 3 miliardi e mezzo di capitale. «Gli elementi attraenti delle good bank sono sostanzialmente due: il fatto che abbiano un buon commun equity (al 9%) perché ricapitalizzate a dovere e che siano state completamente ripulite dalle sofferenze», spiega un analista di piazza milanese contattato da Qn. Per fare un esempio uno dei maggiori tra questi istituti, Nuova Banca delle Marche (una rete di 300 filiali e 2.700 dipendenti), dispone di un capitale fresco di poco più di 1 miliardo di euro. I numeri però non sono l’unica ragione dell’affare Le popolari, infatti, spinte dal Governo che ha recentemente approvato la riforma in spa puntano al consolidamento e le good bank possono essere utili allo scopo poiché radicate in quell’area dell’Italia centrale, caratterizzata ormai dalla desertificazione bancaria, dove c’è poca concorrenza. Oltre a questi pregi gli istituti presentano anche diversi limiti. Come recitava Equita Sim lo scorso febbraio, le quattro good bank potrebbero essere insieme troppo care per essere rilevate da una singola banca. Secondo un altro analista bancario le principali carenze sono due: il fatto che gli istituti utilizzino sistemi informatici differenti tra loro e quindi difficili da integrare e che abbiano un rapporto cost/ troppo elevato; banche parzialmente inefficienti con un’importante schiera di dipendenti al seguito. NON LA PENSA così Lando Sileoni, segretario generale della Fabi principale sindacato dei bancari secondo il quale le quattro banche sono per costo secco del personale agli ultimi posti rispetto alla media italiana (considerando banche delle stesse dimensioni). Sileoni auspica quindi l’acquisto in blocco dei quattro istituti da parte di una grande banca popolare italiana (non ancora trasformata in spa) per preservare i livelli occupazionali.

IL RESTO DEL CARLINO – LA NAZIONE – IL GIORNO – LA CITTA’ (TUTTE LE EDIZIONI)

Mercoledì 6 aprile 2016

Prima il disco verde sui bilanci, poi il prezzo per comprarle

MILANO. IL PREZZO delle quattro good bank presiedute da Roberto Nicastro non è ancora stato definito. questi giorni gli addetti ai lavori stanno chiudendo i bilanci delle quattro banche: un’operazione complicata visto che i bilanci sono tre per ciascuno istituto (al 21 novembre, quello della nuova entità sorta nel passaggio dalla vecchia alla nuova banca, cui si aggiunge quello successivo allo scorporo). Il passaggio successivo sarà l’apertura dell’information memorandum atto a selezionare un numero ristretto di interessati per poter partire con l’effettiva negoziazione. Detto questo, i ragionamenti sono aperti. Le banche hanno complessivamente oltre 3 miliardi e mezzo di capitale e un commun equity al 9%. Secondo le stime di Icpbi di fine gennaio le quattro banche hanno circa 20 miliardi di asset ponderati per il rischio che – per dare un’idea – rappresentano circa il 50% del perimetro di attività della Banca Popolare dell’Emilia Romagna. I dipendenti a dicembre 2015 erano complessivamente 6.200 (dati Fabi), ma dal commissariamento ad oggi sono stati concordati esuberi per un migliaio di dipendenti (alcuni già effettuati, altri da portare a termine entro il 2020). Con una rete di sportelli concentrata nelle regioni dell’Italia centrale, il progetto di un nuovo polo in un’area che ha visto troppi crac e tante banche in difficoltà, potrebbe avere tanti margini di successo. Tra Toscana, EmiliaRomagna e Marche il credito cooperativo ha conquistato tante fette del mercato del risparmio. Potrebbe esserci spazio per una holding di banche.

MESSAGGERO VENETO (TUTTE LE EDIZIONI) mercoledì 6 aprile 2016

Credito in crisi» la vertenza – Hypo Bank licenzia 157 dipendenti: a casa 54 friulani – Il governo di Vienna accelera la dismissione della banca Chiuse tutte le filiali in regione. Sindacati sul piede di guerra

di Maurizio Cescon

UDINE. momento. Così i rappresentanti sindacali di impiegati e quadri di Hypo Bank, hanno appreso, dall’emissario della proprietà, il commercialista di Merano Haymo Unterhauser, presente il Dg Maurizio Valfrè, la notizia dell’avvio della liquidazione della banca. Una brusca accelerazione da parte austriaca (Hypo è controllata da Hbi- Ag, partecipata detenuta dal Ministero delle Finanze) del processo di chiusura. Non c’era così tanta fretta, visto che le scadenze dettate dalla Commissione europea fissano la dead line al 2018. E oggi assume contorni ancora più beffardi la lettera che il presidente di Hbi Florian Schumi aveva inviato al personale solo un mese fa, parlando dei «prossimi progetti e delle sfide che dovranno essere gestite con attenzione, nel miglior modo possibile», in occasione del cambio del direttore generale (Valfrè era stato nominato dopo le dimissioni di Gariglio). Altrochè nuove sfide. Ora i sindacati Fabi, Cisl, Cgil e Uil devono fare i conti con 157 licenziamenti (poco meno della metà dell’organico 54 dei quali in Friuli Venezia Giulia, altri 100 tra Veneto e Lombardia e 3 pure a Modena, in Emilia Romagna e la chiusura di tutti le filiali del Fvg, quattro sportelli in provincia di Udine, uno a Pordenone e un altro a Trieste. Un quadro che ha fatto sbottare la presidente della Regione Debora Serracchiani, che ha parlato di «pessimo blitz dell’Austria. Proprio Serracchiani, nel recente passato, si era spesa per trovare soluzioni meno invasive alla crisi di Hypo. Invece l’Austria ha fatto muro, come confermano i sindacati. Adesso cosa succederà a centinaia di famiglie che rischiano di trovarsi in gravi difficoltà economiche in tempi brevi? Il contratto dei bancari prevede due passaggi in vicende di crisi aziendali come questa: un tavolo di trattativa interno all’istituto dalla durata di 50 giorni, per cercare soluzioni condivise, ma pare che questa ipotesi sia stata già accantonata dalla proprietà. Quindi si apre un tavolo ministeriale, Roma, che avrà una scadenza di tre mesi. Alla fine di questo periodo dovranno essere date risposte certe agli impiegati sulla via del licenziamento. «Vogliamo evitare la macelleria sociale del governo austriaco – tuona Guido Fasano della Fabi -. Abbiamo già chiesto alla controparte la possibilità di usufruire di due anni di sostegno al reddito, con il 70% dell’ultima retribuzione, come previsto dal nostro contratto. Ma serve un accordo sindacale e l’azienda parte sua, deve metterci del denaro». Al momento la Fabi non vede all’orizzonte uno sciopero. «Lo faremo se ci sarà un’azione mirata – conclude Fasano -, teniamo i nervi saldi». Deluso e rammaricato anche Roberto De Marchi della Cisl. sintomi del malessere da parte della proprietà austriaca erano evidenti – commenta tal punto che hanno sempre rifiutato di incontrarci, di avere un confronto diretto. Ma il loro mal di pancia mette sulla strada 300 famiglie che stanno perdendo il posto e le certezze economiche. Non ci meritiamo questo trattamento: anche oggi (ieri per chi legge, ndr) i colleghi erano qui, al lavoro, seduti alla loro scrivania. Il personale è incredulo, è come se a 157 persone fosse caduta una tegola in testa, si fa fatica a riprendersi». La prossima settimana è in agenda un’assemblea generale dei lavoratori a Tavagnacco. Poi tutte le opzioni sono aperte. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

IL GAZZETTINO (ED. UDINE – PORDENONE) mercoledì 6 aprile 2016

Hypo Bank, l’allarme dei sindacati: «Partono i licenziamenti per 157» – La denuncia: «Nuova procedura in Italia, un comportamento inaccettabile» L’ira della Regione, rappresentanti dei lavoratori hanno incontrato i vertici

TAVAGNACCO – Avviata una nuova procedura di licenziamento alla Hypo Alpe- renderlo noto ieri le Rsa dell’istituto di credito con quartier generale italiano a Tavagnacco, dopo aver incontrato informalmente assieme a Fabi, First- e Fisac- i vertici della società, nelle persone di Haymo Unterhauser e Maurizio Valfré, rispettivamente consigliere di amministrazione e Ceo del Comitato direttivo. «Si tratta di un chiaro segnale che lo Stato austriaco nonostante le promesse istituzionali e governative sta attuando il piano di chiusura della banca in Italia» hanno spiegato i sindacalisti. Oggi, riferiscono i sindacati, parla di «una nuova procedura di licenziamento collettivo per 157 dipendenti, cui 122 nelle filiali e 35 nella sede centrale di Tavagnacco», una procedura che fa seguito al licenziamento di quasi cento lavoratori avvenuto nel 2013. I sindacalisti giudicano «inaccettabile» comportamento della banca: «Se è vero che la proprietà austriaca ha deciso di chiudere la realtà in Italia non può che presentare il piano di liquidazione totale», facendo riferimento a una «risoluzione europea che parla di chiusura del business entro il 2018». I sindacati convocheranno un primo incontro entro 10 giorni nel tentativo di avviare una trattativa per cercare di capire il piano strategico e di negoziare gli ammortizzatori previsti dal settore credito, autofinanziati, che per contratto vanno attivati. Si è fatta sentire anche la Governatrice Serracchiani: «L’Austria ha fatto un pessimo blitz contro i lavoratori e il tessuto economico del Friuli Venezia Giulia, e degli altri territori coinvolti. Dobbiamo prendere atto che finora il Governo austriaco è stato completamente sordo a ogni sollecitazione, rifiutando di fatto qualsiasi opzione alla strada della chiusura. È un fatto grave. Da parte nostra ribadiamo la disponibilità a non lasciare soli i lavoratori, da valutare la richiesta dell’apertura di un tavolo a Roma». David Zanirato

IL PICCOLO (ED. TRIESTE)) mercoledì 6 aprile 2016

Hypo Bank Italia, partono i licenziamenti – Via 157 dei 311 dipendenti, stop totale nel 2018. Sindacati: macelleria sociale. Serracchiani: grave il blitz dell’Austria

di Marco Di Blas

UDINE. Per Hypo Bank Italia l’inizio della fine questa volta è cominciato davvero. Ieri mattina è stata annunciata da Vienna una prima ondata di licenziamenti, che colpirà circa la metà degli attuali dipendenti. Altre ondate seguiranno, finché nel 2018 ci sarà calma piatta e il monumento di vetro e cemento creato a Tavagnacco dall’architetto Thom Mayne diventerà un’inutile scatola vuota. Il “de profundis” è stato comunicato ai sindacalisti dai rappresentanti dell’azionista unico di Hypo Italia (dall’autunno 2014 il gruppo Hypo Alpe Adria non esiste più e l’istituto operante nel nostro Paese dipende direttamente da una holding austriaca che fa capo al Ministero delle Finanze), presente il direttore generale Maurizio Valfrè. Dei 311 dipendenti, 157 riceveranno a breve la lettera di licenziamento: 35 lavorano nella direzione centrale di Tavagnacco, gli altri 122 nelle 26 filiali presenti nella nostra regione, nel Veneto e in Lombardia. Gran parte delle filiali saranno chiuse e i rapporti con la clientela che fanno capo a esse saranno trasferiti alla “casa madre” di Tavagnacco. Per cinque filiali la chiusura potrebbe non essere immediata. Incaricati dell’azionista austriaco tasteranno il terreno per verificare se vi siano altre banche o altri investitori interessati all’acquisto non di Hypo Italia in blocco, ma di singole sedi, insieme con la clientela del luogo e i rapporti di credito in essere (tra cui contratti di leasing per circa 600 milioni di euro). La scorsa estate, come si ricorderà, Hypo Italia si era trovata in un’emergenza per l’affiorare di nuove sofferenze, che avrebbero potuto indurre la Banca d’Italia a disporne la liquidazione. In quell’occasione era intervenuta Heta Asset Resolution (la bad bank creata per gestire i “non performing loans” del disciolto Hypo Group Alpe Adria), che si era fatta carico di quelle sofferenze, ipotecando in cambio gli eventuali utili futuri dell’istituto italiano. Proprio per consentire questa “pulizia” nei conti di Hypo Italia, il bilancio 2014 era stato approvato con grande ritardo a fine estate 2015. Le direttive di Vienna, ora, prevedono un graduale dimagrimento di Hypo Italia, fino alla completa estinzione entro il 2018. Questo processo comporterà un “asset- maniera da recuperare al massimo le risorse e con esse soddisfare in parte i debiti nei confronti di Heta, che attualmente è il maggior creditore di Hypo Italia. Il bilancio 2015 non è ancora pronto, ma dovrebbe ammontare a 2 miliardi, con un saldo positivo. La reazione dei sindacati (Fabi, First- Fisac- è stata di estrema durezza. «Si sta facendo macelleria sociale – ha dichiarato Guido Fasano – per l’ottusità sciagurata del governo austriaco. L’Austria avrebbe dovuto cogliere gli inviti del governo italiano e del ministro Padoan e andare alla Commissione europea per verificare ipotesi diverse da quelle fino ad ora dichiarate (la liquidazione completa della banca, ndr)». Un tale confronto avrebbe consentito alle parti di discutere le ipotesi di vendita di Hypo Italia. «C’era un investitore interessato all’acquisto – sostiene Fasano – e il suo nome è noto sia alla presidente della Regione Debora Serracchiani che all’ex direttore generale Marco Gariglio, ma il governo austriaco ha perpetuato la sua volontà di liquidare tutto». Parole dure anche da Serracchiani: «L’Austria ha fatto un pessimo blitz contro i lavoratori e il tessuto economico del Fvg, e degli altri territori coinvolti. Dobbiamo prendere atto che finora il governo austriaco è stato completamente sordo a ogni sollecitazione, rifiutando di fatto qualsiasi opzione alla strada della chiusura. È un fatto grave». La governatrice ha ribadito la disponibilità «a non lasciare soli i lavoratori» e a «valutare la richiesta dell’apertura di un tavolo a Roma». ©RIPRODUZIONERISERVATA

CORRIERE ADRIATICO (ED. ASCOLI) mercoledì 6 aprile 2016

I sindacati: “La fusione comporterà alcune sinergie legate alla razionalizzazione degli uffici di direzione” – Banca dell’Adriatico garantiti i livelli occupazionali

ASCOLI. All’indomani del via libera alla fusione di Banca dell’Adriatico in Intesa San Paolo, tutti i direttori delle filiali del Piceno sono stati convocati a Villa Picena. nei saloni dell’hotel di Colli del Tronto che i responsabili delle filiali di Banca dell’Adriatico si sono ritrovati per conoscere le modalità operative che dovranno essere seguite sin dal prossimo 16 maggio quando l’istituto di credito nato dall’acquisizione da parte della Cassa di Risparmio di Ascoli di Banca dell’Adriatico perderà la propria personalità giuridica anche il consiglio di amministrazione decadrà. Bocche cucite dai sindacati, che preferiscono non commentare quanto accaduto dopo che lo scorso 17 marzo hanno siglato un accordo con i vertici di Intesa San Paolo con il quale agli oltre 1800 dipendenti dislocati sulle 205 filiali di Marche, Abruzzo e Molise si garantisce la prosecuzione dei rapporti di lavoro senza soluzione di continuità con Intesa San Paolo e con esse il mantenimento delle tutele pregresse. Nel documento firmato dalle organizzazioni sindacali di categoria – Fabi, First- Fisac- Ugl, Uilca e Unisin – viene ribadito che la fusione comporterà alcune sinergie, legate alla razionalizzazione degli uffici direzionali, ma non avrà alcuna ricaduta occupazionale. Valutando positivamente la tutela dei livelli occupazionali, sindacati hanno richiesto che non venga disperso il patrimonio professionale dei dipendenti. Inoltre, l’accordo prevede il mantenimento di tutti i trattamenti normativi ed economici vigenti. A seguito di un processo di razionalizzazione imposto da Intesa San Paolo, che ha dato seguito a delle direttive europee, Ascoli ed il Piceno perde definitivamente la direzionalità dell’istituto di credito. Istituto di credito nato dalle radici della Cassa di Risparmio di Ascoli che ha rappresentato, fino al 2012, il fulcro dello sviluppo economico del territorio. lu.mi © RIPRODUZIONE RISERVATA

RILEVAZIONI AUDIOVISIVE Data Pubblicazione: 05-APR-2016

DALLE RILEVAZIONI APPRESSO RIPORTATE, E’ STATO NOMINATO IL SINDACATO FABI

05/04/2016 LA7

L’ARIA CHE TIRA – 11.00 – Durata: 00.13.14

Conduttore: PANCANI ANDREA –

Sistema bancario. Si allarga l’inchiesta sulle truffe di Banca Etruria. L’Odissea dei risparmiatori in

attesa di rimborsi.

Ospiti: Mario Sechi (giornalista); Fabrizio Rondolino (giornalista “L’Unità”); Mauro Morelli (FABI).

In collegamento Claudio Borghi (Lega Nord); Ferruccio Sansa (giornalista “Il Fatto Quotidiano”).

Int. Maria Grazia Pozzolini (Ass. Vittime del Salva-Banche); avv. Maurilio D’Angelo (difensore

alcuni indagati Banca Etruria).

05/04/2016 RAI 1

A CONTI FATTI – 11.10 – Durata: 00.25.02

Conduttore: ISOARDI ELISA – Servizio di: TOSI MASSIMO

Rubrica “L’abc dell’economia”: la previdenza complementare.

-pensioni: mostrato grafico dei dati delle pensioni erogate dall’Inps.

-italiani e previdenza: quanto pensiamo al futuro?

-il livello di risparmio degli italiani negli anni di crisi;

-il rapporto degli italiani con le assicurazioni;

-le polizze assicurative;

-i mutui bancari;

-le pensioni private;

Ospiti: Beppe Ghisolfi (Vicepres. Abi); Marco Lo Conte (Il Sole 24 Ore); Gianluca Timpone

(tributarista)

Test. dirette

05/04/2016 CLASS CNBC

LINEA MERCATI MATTINA – 12.05 – Durata: 00.02.07

Conduttore: DI VITTORIO GIUSEPPE – Servizio di: …

Intesa Sanpaolo. Dopo un incontro con i vertici della banca Equita ha verificato gli obiettivi per il

  1. Cosa prevede la guidance 2016.

Ospiti: Francesca Gerosa, MF Milano Finanza.

05/04/2016 CANALE 5

TG5 – 13.00 – Durata: 00.00.30

Conduttore: RIVETTA PAOLA –

Giustizia. Riesumazione della salma dell’ex capo comunicazioni di MPS David Rossi. Il Gip

archiviò la sua morte come suicidio ma l’inchiesta è stata riaperta.

05/04/2016 CANALE 5

TG5 – 13.00 – Durata: 00.01.28

Conduttore: RIVETTA PAOLA – Servizio di: TROMBIN PAOLO

Borsa. Indici. Titoli. Stamane riunione a Palazzo Chigi tra Banca d’Italia, Cassa Depositi e Prestiti

e il ministro Economia Pier Carlo Padoan per discutere della situazione delle banche popolari per

le aggregazioni e il caso Monte Paschi. Presenti alla riunione anche gli amministratori di Intesa e

Unicredit.

05/04/2016 RAI NEWS 24

L’ECONOMIA – 17.00 – Durata: 00.00.32

Conduttore: ANGELI FABRIZIO –

Palazzo Chigi. Incontro sui dossier bancari. Presenti vertici CDP, Intesa Sanpaolo e Unicredit

05/04/2016 RADIO 24

FOCUS ECONOMIA – 17.05 – Durata: 00.08.47

Conduttore: BARISONI SEBASTIANO –

Economia. Prospettive sui mercati finanziari dal punto di vista delle obbligazioni e delle valute.

– Oggi incontro importante tra Governo e le principali banche in cui si è parlato di un ruolo di

garante di Cassa Depositi e Prestiti.

In collegamento telefonico: Gian Paolo Bazzani (amm. del. Saxo Bank).

05/04/2016 RAI 2

TG PARLAMENTO – 17.45 – Durata: 00.02.02

Conduttore: PARISI LUISA – Servizio di: D’EMMANUELE RENATO

Politica. Al Senato iniziata la discussione sulla riforma delle banche di Credito Cooperativo. Per

Forza Italia si distrugge la natura di banche rappresentative del tessuto territoriale del paese.

Int. Andrea Mandelli (Forza Italia); Mauro Maria Marino (PD)

05/04/2016 CLASS CNBC

REPORT – 18.00 – Durata: 00.06.22

Conduttore: CERUTTI CARLO –

Banche. Vertice a Palazzo Chigi con min. Economia Padoan vertici CDP, Unicredit e Intesa

Sanpaolo

Ospiti: Carlo Benetti (Gam Italia sgr); Andrea Ferrante (Swisscanto – AM International)

05/04/2016 RADIO TRE

GR 3 – 18.45 – Durata: 00.01.22

Conduttore: AMENTA ILARIA – Servizio di: MANCINI AMERICO

Settore bancario. Luna riunione a Palazzo Chigi tra governo e i numeri uno dei maggiori istituti di

credito. Presente anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Sul tavolo i temi delle

sofferenze bancarie e dei rimborsi ai risparmiatori.

05/04/2016 RADIO UNO

GR 1 – 19.00 – Durata: 00.01.26

Conduttore: OPICE LORENZO – Servizio di: MANCINI AMERICO

Economia. Lunga riunione stamattina tra governo e principali istituti di credito: in agenda lo studio

di modalità per alleggerire i crediti deteriorati e di misure per rimborsare le vittime del salva

Banche.

05/04/2016 CANALE 5

TG5 – 20.00 – Durata: 00.00.38

Conduttore: BUONAMICI CESARA –

Economia. Borse europee tutte in flessione trascinate dal calo del petrolio. Oggi incontro a

palazzo Chigi tra governo, governatore banca d’Italia Ignazio Visco, i vertici della Cassa Depositi e

Prestiti, gli amministratori di Unicredit e Intesa Sanpaolo, e il presidente dell’associazione delle

Casse di Risparmio.

05/04/2016 RAI 1

TG1 – 20.00 – Durata: 00.01.45

Conduttore: MATANO ALBERTO – Servizio di: SCARPATI GIANPIERO

Economia. Oggi incontro a Palazzo Chigi tra il Premier Matteo Renzi, il Min Economia Pier Carlo

Padoan, il Governatore Banca Italia Ignazio Visco e i vertici di Cassa Depositi e Prestiti e alcune

banche come Intesa Sanpaolo per discutere della crisi del settore bancario. Giornata negativa per

la Borsa di Milano: negativi BPM e Banco Popolare in vista della fusione

Inquadrato il CEO Intesa Sanpaolo Carlo Messina

05/04/2016 LA7

TG LA7 – 20.00 – Durata: 00.02.51

Conduttore: MENTANA ENRICO – Servizio di: FRATINI MARCO

Finanza. Questa mattina incontro tra le superpotenze nazionali del credito e il Governo. Presenti i

banchieri della Cassa Depositi e Prestiti Claudio Costamagna e Fabio Gallia, poi i leader di

Unicredit e Intesa Sanpaolo, Federico Ghizzoni e Carlo Messina.

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