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SILEONI: “NONOSTANTE CRISI, SOSTENUTA L’OCCUPAZIONE GIOVANILE”

di Redazione

Il leader della FABI rivela che, nonostante la crisi, dal 2008 al 2014 sono entrati in banca a tempo indeterminato oltre 40mila giovani, grazie soprattutto agli accordi raggiunti dai sindacati. Determinante anche il Fondo per la Nuova Occupazione

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“Dal 2008 al 2014 i giovani sono entrati in banca prevalentemente con contratto a tempo indeterminato, come dimostrano i nostri dati riguardanti gli istituti associati all’Abi, banche di credito cooperativo escluse”.

È quanto ha rivelato oggi Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI.

“In questi anni si è registrato un parziale calo delle assunzioni, dovuto principalmente a due fattori: la crisi che ha colpito il settore e i continui aggiornamenti dei piani industriali, rivisitati in media ogni due anni, che hanno ridimensionato i numeri degli ingressi.

Mediamente, a livello di sistema, i piani industriali triennali vengono aggiornati alla fine del secondo anno e, quindi, nell’arco di quattro anni praticamente vengono discussi nelle aziende e nei gruppi due piani industriali.

Tuttavia, nonostante la congiuntura sfavorevole, dal 2008 al 2014 sono stati assunti a tempo indeterminato nelle banche 40.106 giovani, grazie soprattutto ad accordi raggiunti dalle organizzazioni sindacali di categoria con le aziende di credito e i gruppi bancari.

A questi bisogna sommare i giovani assunti con contratto di apprendistato professionalizzante: 10.130 in sei anni, di cui il 90% stabilizzato alla scadenza naturale del proprio contratto.

Inoltre, ai 40.106 giovani assunti a tempo indeterminato vanno aggiunti in parte i 12.240 entrati in banca a partire dal 2012 fino a oggi, attraverso il Fondo per l’occupazione giovanile, ottenuto dai sindacati nel rinnovo contrattuale del 2012.

Costituito con il contributo dei top manager e dei lavoratori bancari, il Fondo prevede agevolazioni economiche per quelle banche che assumono giovani disoccupati di età non superiore ai 32 anni, donne nelle aree geografiche svantaggiate, disoccupati di lungo periodo di qualsiasi età, disabili, precari già in organico, lavoratori delle Regioni del Mezzogiorno dove più alto è il tasso di disoccupazione.

Dai dati (vedi tabella sotto) si evince che il saldo negativo tra uscite ed entrate, nei sei anni in esame, è stato pari a 44.659 unità e che per ogni due lavoratori pensionati o prepensionati volontariamente è stato assunto un giovane.

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In totale dal 2008 al 2014 gli organici delle banche sono, dunque, diminuiti dell’8,8%, passando da 343.400 a 313.200 unità.

Dal 2015 al 2020, infine, sono previste nelle principali banche italiane 18.500 uscite volontarie a fronte di circa 3900 assunzioni, così come stabilito dagli accordi sottoscritti da organizzazioni sindacali e gruppi bancari. Va in controtendenza il gruppo Intesa che nell’ultimo piano industriale non ha dichiarato esuberi, ma 4500 riconversioni professionali”.

Roma 23/4/16

 

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