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Rassegna Stampa, mercoledì 4 maggio 2016

di Redazione

CORRIERE DELLA SERA mercoledì 4 maggio 2016

Veneto Banca, battaglia delle liste. La Bce: vigileremo – Bolla: lista soci esposta per 958 milioni. Ambrosini: segnale di debolezza. Domani l’assemblea

MILANO Si alzano i toni in vista dell’assemblea di Veneto Banca, che domani a Marghera (Venezia), riunirà gli 80 mila soci per rinnovare il consiglio di amministrazione che dovrà gestire l’aumento di capitale da un miliardo di euro e l’attesa quotazione in Borsa. Oltre alla lista presentata dal cda uscente, con il presidente Pierluigi Bolla e l’amministratore delegato Cristiano Carrus, ve n’è una seconda che presenta ai vertici Stefano Ambrosini, uno dei più noti avvocati d’impresa italiani — collaboratore del ministero di Giustizia nella riforma della legge fallimentare e commissario straordinario di Bertone e Alitalia — e Carlotta Ambrosini, che ha collaborato con il governo Renzi nella riforma delle popolari. Bolla ieri ha puntato il dito contro i presentatori della Lista soci — non i candidati — che sono «ancora molto vicini all’ex amministratore delegato Consoli». In una lettera inviata ai soci, Bolla evidenzia come «il dato complessivo dell’esposizione riferibile agli aderenti dell’associazione Per Veneto Banca», abbia raggiunto, li- di gruppo 958 milioni di euro, di cui 730 milioni rappresentata da crediti problematici, inclusi crediti deteriorati per 382 milioni». Accuse pesanti. «Soprattutto una modalità inconsueta, sorprendente e grave per un dossier sotto osservazione a meno di 48 ore dall’assemblea — dice Stefano Ambrosini, leader della Lista soci –. Un tentativo scomposto di accreditare la riduzione della siderale distanza che separa i componenti della lista che guido dall’ex amministratore delegato Consoli. Dalla ricostruzione sembra che centinaia di persone siano i mandanti a cui noi candidati saremo costretti a rispondere. Ma le pare? Soprattutto nel momento in cui il percorso è già tracciato e prevede, senza possibilità di variazione, aumento, quotazione e ricerca di un partner. Un percorso che, per di più, vedrà Carrus nel ruolo di direttore generale plenipotenziario, senza cioè un amministratore delegato. Francamente questa esigenza di drammatizzazione mi pare la spia di una forte debolezza». Anche la Bce ha preso carta e penna, annunciando di vigilare affinché si verifichi: «la completa assenza di legami con le passate carenze gestionali». In campo anche i sindacati: la Fabi di Lando Sileoni si schiera con la lista di Bolla. S. Rig. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL MATTINO DI PADOVA – LA TRIBUNA DI TREVISO – CORRIERE DELLE ALPI – LA NUOVA VENEZIA mercoledì 4 maggio 2016

Atlante farà pulizia Via alla cura choc ma per l’ad exit d’oro

di Eleonora Vallin

PADOVA. Banca Popolare di Vicenza è stata salvata dal bail in. Ma per capire quello che succederà adesso, ora che Atlante ne ha rilevato il 99,3 bisogna leggere le 48 pagine di presentazione del Fondo gestito dalla Sgr Quaestio presieduta da Alessandro Penati. Per il momento il gestore non si espone; ma sul modus operandi non ci sono dubbi: Atlante, si legge, «agirà da shock positivo», promuovendo «ristrutturazioni efficaci» «veloci». Il primo a saltare sarà il Cda della Banca, visto che Atlante in merito alla governance «voterà sulla nomina degli amministratori attinendosi a stringenti requisiti di indipendenza». A questo punto viene da chiedersi se i 18 uomini del board (compresi presidente, due vice e l’ad saranno confermati di numero. Perché già gira voce di un board ridotto a tre. Traballa, dunque, la sedia del presidente Stefano Dolcetta che ha ricevuto la stretta di mano di Gianni Zonin solo a novembre. Traballa la carega di Francesco Iorio. Ma qui l’uscita potrebbe essere dolorosa. Nel corposo prospetto informativo presentato per l’Ipo annullata, Iorio ha diritto a 24 mensilità in caso di uscita. Dalla sua entrata (a giugno 2015) il manager ha intascato 2,678 milioni di cui 1,8 come bonus d’ingresso Un exit potrebbe costare caro: circa 3 milioni di euro. Ma non è questo quello che preoccupa i sindacati. «Temiamo uno spezzatino» dice Giuliano Xausa, segretario Fabi. Una vendita a pezzi della Bpvi Spa non è da escludere, a partire da Banca Nuova. Atlante farà «gli interessi degli investitori» che si riuniranno in assemblea il 16 maggio. Questo significa «operazioni straordinarie», «partnership» «co- con al- investitori e istituzioni finanziarie». Ieri Ignazio Angeloni, membro del Consiglio di vigilanza Bce, ha precisato che la ristrutturazione della Popolare di Vicenza, «sarà una prova importante» che, «se condotta con successo, potrà innescare un circolo virtuoso e attrarre anche altri investitori. Sarebbe auspicabile che nuovo ulteriore capitale affluisse soprattutto dall’esterno dell’Italia Prima o poi Atlante dovrà monetizzare l’investimento Ma siamo all’inizio e ci sono anche 5,3 miliardi di crediti netti deteriorati da gestire. Tutto, comunque, avverrà sotto stretto monitoraggio della Bce. «Abbiamo chiesto un incontro con Iorio che potrebbe essere fissato prossima settimana» anticipa Xausa. «Atlante ci ha salvati ma vogliamo che la banca sia gestita nella sua integrità. Ora, fuori dalla spada di Damocle della Borsa, sarà più facile operare». Dunque si è salvata Bpvi, eppure l’obiettivo di Atlante, scrive il «Wall Street Journal», era proteggere Unicredit che aveva firmato per la garanzia. Ma partecipare all’aumento di Vicenza, significava portare i parametri Unicredit pericolosamente vicini al livello di guardia. Atlante ha in saccoccia 4,249 miliardi ora. Il limite massimo investibile in azioni bancarie è del 70%: 3 miliardi. Dopo Bpvi ne restano 1,5 e solo Veneto Banca ne abbisogna di uno. Ma qui c’è Intesa San Paolo. E forse un’ altra compagine di soci. Forse.

CORRIERE DEL VENTE (TUTTE LE EDIZIONI) – CORRIERE DI VERONA mercoledì 4 maggio 2016

Veneto Banca, siluro di Bolla ai rivali «Indebitati per centinaia di milioni» – Vigilia dell’assemblea tesa, le due liste in lotta per il cda si accusano. La Bce: vigileremo sui vincitori

MONTEBELLUNA (TREVISO) La maggioranza de «La lista dei soci», cioè quella che si oppone alla riconferma degli amministratori uscenti, «è direttamente o fa parte di gruppi economici clienti della banca e debitori, in alcuni casi, per importi significativi. In totale esposti per un importo aggregato di oltre 520 milioni di euro» . È il siluro di metà pomeriggio lanciato ieri dal presidente di Veneto Banca, Pierluigi Bolla, sintetizzando in questo modo i contenuti di un documento in questo senso puntualmente pubblicato nel sito del gruppo. Nel dettaglio, si apprende da una ricognizione eseguita in modo evidentemente capillare, che dei 520 milioni totali di esposizione 393 sono caratterizzati da «specifiche anomalie», di quesi 262 vanno schiettamente nella categoria dei crediti deteriorati. Uscendo dalla lista in senso stretto ed estendendo l’indagine al parterre degli aderenti all’associazione «Per Veneto Banca», cioè quella dei grandi azionisti da cui deriva la quasi totalità dei candidati consiglieri, il debito complessivo dei suoi appartenenti verso Montebelluna raggiunge i 958 milioni, 730 dei quali rientranti fra i problematici e 382 fra i deteriorati in senso proprio. «Questo – ha sottolineato comunque il presidente – non è per esprimere un giudizio sulla “Lista dei soci” ma per rappresentare, in linea con i doveri di correttezza, una situazione che deve essere chiara a tutti gli azionisti». Come deve essere chiaro – dice Bolla – che molti dei candidati sono legati a Consoli . Bolla ha quindi dato conto di una lettera ricevuta in giornata dalla Bce in cui la vigilanza europea fa presente la propria intenzione di valutare «con attenzione la professionalità e l’onorabilità dei futuri consiglieri di Veneto Banca. Ogni nuovo consigliere legge nel documento – sarà sottoposto a una valutazione che ne verificherà la reputazione, l’esperienza nella gestione bancaria e l’indipendenza inclusa la presenza di eventuali conflitti di interesse», tutti elementi che, in ogni caso «verranno poi tenuti sotto attenta osservazione nel continuo». Rispondendo poi ad una domanda sulle probabilità che Veneto Banca possa seguire un percorso simile a quello toccato alla Banca Popolare di Vicenza, Bolla ha replicato sostenendo la diversità delle due situazioni, escludendo perciò che per Montebelluna vi siano le condizioni per temere un simile epilogo. Anzi, ha aggiunto, «ad oggi riteniamo che l’intervento del fondo Atlante non sia necessario. Banca Imi ha garantito l’operazione da un miliardo e sotto c’è un consorzio che si è impegnato a condividere l’aumento Un consorzio di grande rilevanza internazionale – ha sottolineato Bolla – che sta lavorando per l’aumento e la quotazione in Borsa». Pur consapevoli della difficoltà di mercato, ha detto infine, «non abbiamo ancora avuto contatti con il fondo presieduto da Alessandro Penati», il pre- inizierà regolarmente fra il 12 ed il 14 maggio. Fin qui quanto è uscito ieri dai piani alti. Sul fronte opposto, cioè dai grandi soci di «Per Veneto Banca» è giunta una nuova segnalazione sulle ulteriori complicazioni che il gruppo avrebbe posto per rendere difficoltosa la partecipazione all’assemblea di domani da parte delle società. «Si apprende – spiegano – che il legale rappresentante di una società dovrà presentarsi anche con una visura camerale e nel caso di delegato, che non ha legale rappresentanza, una procura speciale notarile o una copia di un verbale del consiglio di amministrazione con indicato il nome del delegato. Formalità queste che sarebbero state da comunicare ai soci assieme all’attestato di partecipazione così come si è fornito il modulo di delega, che a questo punto appare incompleto. Queste istruzioni rese in questo momento – è la conclusione – dimostrano come si sia organizzata l’assemblea e come si intendano condizionare lavori e votazioni». Chi pare non aver comunque dubbi sulla affidabilità della governance uscente sono le organizzazioni sindacali, fresche di accordi contrattuali giudicati soddisfacenti. Fabi, First- Fisac- Uilca e Unisin hanno inviato infatti ieri una nota congiunta in cui evidenziano come «l’unico progetto sostenibile sia quello già difficoltosamente avviato dal Cda uscente. Un programma concretamente orientato a risanare il gruppo – si legge ancora – pesantemente danneggiato dalla precedente gestione che per vent’anni ha governato indisturbata con pesantissime responsabilità per le quali auspichiamo la magistratura si esprima al più presto e i veri colpevoli rispondano personalmente». Gianni Favero © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA SICILIA (TUTTE LE EDIZIONI) mercoledì 4 maggio 2016

BANCA POPOLARE DI VICENZA – Atlante avvia risanamento fra le ipotesi allo studio la cessione di Banca Nuova – Occasione per banche interessate al Sud. Scelta (Fabi): «Salvare mission e occupazione»

MICHELE GUCCIONE

L’intervento del fondo “Atlante” – che ha acquistato oltre il 99% del capitale impegnando circa 1,5 dei 4,25 miliardi in cassa – ha evitato in extremis la risoluzione della Banca popolare di Vicenza. Nonostante dalla Sicilia molti clienti retail della controllata Banca Nuova abbiano aderito con fiducia alla ricapitalizzazione della capogruppo, buona parte dei 120mila vecchi azionisti veneti sono rimasti a guardare, salvo oggi lamentarsi di avere in mano azioni del valore di pochi centesimi che non possono rivendere al libero mercato, essendo saltata la quotazione in Borsa. Per loro fortuna “Atlante” ha sottoscritto ugualmente l’aumento di capitale inoptato, evitando il fallimento. Il sistema bancario italiano, che forma in gran parte il fondo, ha voluto così evitare le conseguenze su tutte le banche di una perdita di fiducia degli italiani nel concetto di risparmio. Adesso “Atlante” dovrà fare riprendere valore al gruppo e cedere le quote a terzi con un ristoro per il proprio investimento e una prospettiva di utile per i futuri acquirenti. Obiettivo che il management intende conseguire entro 18 mesi. Anche perchè alle porte c’è il salvataggio di Veneto banca, che lancerà un aumento di capitale di 1 miliardo – anche questo potrebbe ricadere in gran parte sulle spalle di “Atlante” seguire potrebbe toccare, secondo crescenti indiscrezioni finora non confermate, Carige, mentre pressa la seconda “mission” del fondo: garantire cessioni non troppo svalutate di crediti deteriorati delle banche del sistema. Vicenza bisogna fare presto e bene. “Atlante”, in cui maggioritari sono Intesa Sanpaolo e UniCredit entro giugno vorrà sostituire la governance della banca, che in un anno ha mancato gli obiettivi del piano industriale. Il problema più urgente, per non gravare ulteriormente sulle casse del nuovo proprietario, sarebbe rappresentato da un necessario aumento di liquidità, ottenibile dal recupero di fiducia, mercato e produttività. Inoltre, gli esperti del fondo starebbero studiando varie ipotesi da realizzare nei prossimi mesi: cessione del gruppo a fondi esteri, fusione con altri gruppi, cessione di sportelli, “spezzatino” di asset. In quest’ultimo scenario ci sarebbe l’ipotesi di cedere Banca Nuova ad una banca nazionale o estera interessata al Sud. L’azienda 88 sportelli ad oggi (dopo la recente chiusura di 7) fra Sicilia, Calabria e Lazio, e 700 dipendenti, malgrado le difficoltà della capogruppo ha mantenuto quote di mercato. Ma «i motori sono al minimo», commenta Giuseppe Scelta della Fabi: «Noi – aggiunge – non siamo pregiudizialmente contrari ad una vendita, condizione del mantenimento della mission e dell’occupazione. Serve un azionista che ci fornisca organizzazione, nuovi prodotti e strategie per rilanciarci e tornare a produrre ottimi risultati come abbiamo sempre fatto».

IL GAZZETTINO (TUTTE LE EDIZIONI) mercoledì 4 maggio 2016

SINDACATI DI MONTEBELLUNA – «Quello del Cda è l’unico piano possibile»

(zan) I sindacati dei dipendenti di Veneto Banca si schierano con gli attuali vertici del gruppo montebellunese per portare a compimento il programma di ricapitalizzazione e quotazione. «Alla vigilia di un ulteriore importante appuntamento, l’assemblea del 5 maggio – conferma una nota diffusa da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin -, non possiamo che constatare che esiste un solo progetto sostenibile: quello già difficoltosamente avviato dall’attuale consiglio di amministrazione uscente». Come avevano già sottolineato prima dell’assemblea per la trasformazione in spa le organizzazioni sindacali ribadiscono che questa è l’unica strada per garantire un futuro alla banca e ai suoi lavoratori, «sulla base di un programma che ha preventivamente escluso, con chiarezza, conseguenze ben più gravi e il ricorso ad operazioni di macelleria sociale».

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GIORNALE DI BRESCIA mercoledì 4 maggio 2016

Prepensionamenti Ubi Banca: via libera per altre 14 uscite

L’ACCORDO

MILANO. Un’intesa che prevede quattordici ulteriori prepensionamenti da aggiungere alle settanta uscite autorizzate con il precedente piano. L’accordo è stato sottoscritto la settimana scorsa i sindacati di categoria e i vertici di Ubi Banca. «Queste richieste riguardano lavoratori che hanno volontariamente aderito al piano di esodo anticipato e incentivato, attivato in seguito all’intesa sottoscritta il 25 febbraio 2016, le cui domande non avevano trovato accoglimento in quanto superiori ai numeri previsti» chiariscono dal sindacato. Non solo. L’accordo – evidenziano i rappresentanti di Fabi, First Cisl, Ugl, Uilca Uil, Unisin e Sinfub una logica di turnover, favorisce l’immissione di nuova forza lavoro, in misura proporzionale rispetto alle uscite. «Inoltre, coerenza con il contratto di lavoro nazionale – puntualizzano dal sindacato – abbiamo raccomandato all’azienda di valutare anche posizioni di lavoratori collocati nella sezione “emergenziale” del Fondo di solidarietà». Il fondo emergenziale è stato costituito attraverso un accordo sindacale nel 2009 e ad oggi ha garantito un assegno di sostegno al reddito e servizi di outplacement a oltre mille lavoratori bancari di aziende in liquidazione, che non avevano i requisiti per accedere al Fondo di solidarietà.

Vvox.it 3 maggio 2016

Veneto Banca, sindacato Fabi: voteremo Bolla e Carrus

La Fabi si schiera per la lista guidata dall’attuale presidente di Veneto Banca, Pierluigi Bolla, in vista del rinnovo del board all’assemblea di giovedì. «Voteremo la lista Bolla, la numero uno, perché è necessario proseguire nell’azione di risanamento dell’istituto, voltando pagina rispetto alla pessima gestione del passato, perché crediamo che Veneto Banca possa rimanere autonoma con un’amministrazione pulita, trasparente e lungimirante come quella ad oggi in carica, perché vogliamo mantenere gli attuali livelli occupazionali della banca, perché la gestione Carrus ha ricevuto consensi e sostegno dalla Banca centrale europea e da Bankitalia, perché la stessa clientela deve poter contare su una banca sana e prudentemente gestita, come fatto fino a oggi dall’amministratore delegato, Cristiano Carrus. Indietro non si torna, se vogliamo difendere i posti di lavoro e la stessa clientela», dichiarano Lando Maria Sileoni (in foto) segretario generale della Fabi, e Giuseppe Algeri, coordinatore Fabi in Veneto Banca.

MILANOFINANZA.it 03/05/2016 12:36

Veneto Banca: Fabi, voteremo per la lista Bolla

MILANO (MF-DJ)–“Voteremo la “lista Bolla”, la numero uno, perche’ e’ necessario proseguire nell’azione di risanamento dell’istituto, voltando pagina rispetto alla pessima gestione del passato, perche’ crediamo che Veneto Banca possa rimanere autonoma con un’amministrazione pulita, trasparente e lungimirante come quella ad oggi in carica, perche’ vogliamo mantenere gli attuali livelli occupazionali della banca, perche’ la gestione Carrus ha ricevuto consensi e sostegno dalla Banca centrale europea e da Bankitalia, perche’ la stessa clientela deve poter contare su una banca sana e prudentemente gestita, come fatto fino a oggi dall’amministratore delegato, Cristiano Carrus. Indietro non si torna, se vogliamo difendere i posti di lavoro e la stessa clientela”.

Lo dichiarano Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi, e Giuseppe Algeri, Coordinatore Fabi in Veneto Banca, a pochi giorni dall’assemblea degli azionisti dell’istituto di Montebelluna, prevista il 5 maggio e chiamata a votare per il rinnovo del consiglio d’amministrazione del Gruppo. Fch (fine) MF-DJ NEWS

RADIOCOR – Finanza 03-05-16 12:40:51

Veneto Banca: Fabi, votiamo lista Bolla per banca sana che confermi occupati

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Milano, 03 mag – ‘Voteremo la ‘lista Bolla’, la numero uno, perche’ e’ necessario proseguire nell’azione di risanamento dell’istituto, voltando pagina rispetto alla pessima gestione del passato, perche’ crediamo che Veneto Banca possa rimanere autonoma con un’amministrazione pulita, trasparente e lungimirante come quella ad oggi in carica, perche’ vogliamo mantenere gli attuali livelli occupazionali della banca, perche’ la gestione Carrus ha ricevuto consensi e sostegno dalla Banca centrale europea e da Bankitalia, perche’ la stessa clientela deve poter contare su una banca sana e prudentemente gestita, come fatto fino a oggi dall’amministratore delegato, Cristiano Carrus. Indietro non si torna, se vogliamo difendere i posti di lavoro e la stessa clientela”

Lo dichiarano Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi e Giuseppe Algeri coordinatore Fabi in Veneto Banca, a pochi giorni dall’assemblea degli azionisti dell’istituto di Montebelluna, prevista il 5 maggio e chiamata a votare per il rinnovo del consiglio d’amministrazione del gruppo. Com-Tmm

FIRSTonline.info 3 maggio 2016 – 15:12

Banche: scivolo bancari si allunga a 7 anni

Oltre ai rimborsi per gli obbligazionisti delle banche fallite il decreto banche contiene anche una misura volta ad agevolare l’uscita dei bancari. Lo scivolo durante il quale i lavoratori che decidono di lasciare anticipatamente il proprio posto sale da cinque a sette anni.

Non solo rimborsi. Nel decreto banche approvato dal Consiglio dei Ministri venerdì 29 aprile sono contenute una serie di misure che mirano a porre delle basi più solide alla ristrutturazione del sistema bancario attualmente in atto, dalle misure a sostegno delle imprese all’accelerazione del recupero crediti, fino ai cambiamenti relativi alla Dta (imposte anticipate differite) e al fondo di solidarietà per la riqualificazione del personale del credito.

Tra i provvedimenti più interessanti inseriti nel testo occorre evidenziare soprattutto lo “scivolo” attraverso il quale verranno agevolate le uscite dei bancari. La finestra durante la quale i lavoratori in esubero che decidono di lasciare volontariamente il lavoro in anticipo potranno beneficiare dell’ammortizzatore sociale di settore salirà da cinque a sette anni. In altre parole, in base al decreto, i bancari potranno usufruire di quella flessibilità in uscita attualmente al centro del dibattito nazionale.

La misura contenuta nel decreto si configura all’interno del processo di ristrutturazione delle banche a causa del quale, secondo il sindacato Fabi, in meno di 20 anni scompariranno circa 70mila posti di lavoro, che si aggiungono ai 48mila esuberi verificatisi dal 2000 al 2015.

Da sottolineare che entro il 2018 sono già previsti fino a 23mila esuberi che, grazie al provvedimento approvato pochi giorni fa potranno dunque godere di una tutela più lunga di due anni.

ILSUSSIDIARIO.net martedì 3 maggio 2016, 17.37

NOTIZIE MPS/ In Borsa chiude a -7,57%. Angeloni (Bce): crediti in sofferenza penalizzano famiglie e imprese italiane

Piazza Affari termina la giornata in ribasso del 2,46% e Mps lascia sul campo il 7,57%, chiudendo sotto i 62 centesimi ad azione. Ignazio Angeloni, membro del consiglio di vigilanza della Bce, ha detto in audizione alla commissione Finanze del Senato che l’alto livello dei crediti in sofferenza delle banche italiane aumenta il costo di indebitamento di famiglie e imprese e fa diminuire l’offerta di credito. MPS NEWS (aggiornamento delle ore 12:45) Piazza Affari perde altro terreno e Mps cede il 6,6%, scendendo sotto i 63 centesimi ad azione. La Fabi fa sapere che intende votare la “lista Bolla” all’assemblea degli azionisti di Veneto Banca per il rinnovo del Cda, così da proseguire nell’opera di risanamento della banca. La Federazione autonoma bancari italiani ricorda che “indietro non si torna, se vogliamo difendere i posti di lavoro e la stessa clientela”. MPS NEWS (aggiornamento delle ore 9:10) Piazza Affari si muove in rosso e Mps cede l’1%, sotto i 67 centesimi ad azione. Dopo l’esito dell’aumento di capitale della Banca Popolare di Vicenza, gli occhi sono ora puntati su Veneto Banca, dato che giovedì è in programma il rinnovo del cda. La settimana prossima potrebbe già partire la fase di pre-marketing per una ricapitalizzazione che sembra essere meno complessa di quella dell’istituto berico. Secondo quanto riporta Il Messaggero, il Fondo Atlante potrebbe essere chiamato a sottoscrivere una quota del 10-15%.

REUTERS martedì 3 maggio 2016 14:44

Veneto Banca, sindacato Fabi voterà ‘lista Bolla’ per rinnovo Cda

MILANO, 3 maggio (Reuters) – All’assemblea del 5 maggio per il rinnovo del Cda di Veneto Banca la Fabi voterà la lista presentata dal consiglio uscente.

Lo dichiarano in una nota Lando Maria Sileoni, segretario generale del sindacato bancario, e Giuseppe Algeri, coordinatore in Veneto Banca.

“Voteremo la ‘lista Bolla’, la numero uno, perché è necessario proseguire nell’azione di risanamento dell’istituto, voltando pagina rispetto alla pessima gestione del passato” e “perché vogliamo mantenere gli attuali livelli occupazionali della banca”, sostengono i due esponenti sindacali aggiungendo che “la gestione Carrus ha ricevuto consensi e sostegno dalla Banca centrale europea e da Bankitalia”

Oltre alla lista del Cda uscente, che vede la riconferma del presidente Pierluigi Bolla e dell’AD Cristiano Carrus, in assemblea si presenterà una seconda lista da alcuni soci sotto il coordinamento dell’Associazione Azionisti Veneto Banca e Per Veneto Banca.

Il primo importante compito del nuovo Cda sarà quello di realizzare gli altri due pilastri portanti del piano industriale, ovvero l’aumento di capitale da 1 miliardo e la contestuale quotazione in borsa, prevista per metà giugno.

© Thomson Reuters 2016 Tutti i diritti assegna a Reuters.

ADNKRONOS 03/05/2016 16:47

Veneto Banca: sindacati, unico progetto sostenibile il risanamento

Treviso, 3 mag. (AdnKronos) – “Alla vigilia di un ulteriore importante appuntamento, l’assemblea del 5 maggio, non possiamo che constatare che esiste un unico progetto sostenibile: quello già difficoltosamente avviato dall’attuale Consiglio di Amministrazione uscente. Un programma concretamente orientato a risanare il Gruppo Veneto Banca, pesantemente danneggiato dalla precedente gestione, che per vent’anni ha governato indisturbata con pesantissime responsabilità, per le quali auspichiamo la magistratura si esprima al più presto e i veri colpevoli rispondano personalmente”. Lo sottolineano, in una nota i sindacati Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, e Unisin. “Le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo Veneto Banca, tra cui molti anche soci, stanno vivendo, ormai da troppo tempo, difficoltà e preoccupazioni, tensioni e speranze, pagando di tasca propria e pesantemente il costo degli errori altrui- stigmatizzato i sindacati – Si tratta di sacrifici che tutti i dipendenti, di ogni ordine e grado, hanno accettato di sostenere, loro malgrado ma con grande senso di responsabilità, sulla base di un programma che ha preventivamente escluso, con chiarezza, conseguenze ben più gravi e il ricorso a operazioni di “macelleria sociale””. “Un piano trasparente che ha ottenuto anche il vaglio da parte della Bce. Ci auguriamo che dopo il 5 maggio prosegua questo difficile percorso necessario a garantire un futuro a questo banca e a tutti i suoi dipendenti”, concludono.

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