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Rassegna Stampa, venerdì 6 maggio 2016

di Redazione

MF-MILANO FINANZA venerdì 06 maggio 2016

Bancari, il contratto punto per punto

di Mauro Romano

Due giornate di sciopero, un anno e mezzo di trattative e poi un altro anno per la scrittura definitiva del testo, approvato da tutte le parti sociali il 14 aprile scorso. Il nuovo contratto dei lavoratori bancari non ha avuto una gestazione semplice ma ora è finalmente pronto e da domani e per circa un mese chiunque sia interessato a conoscere l’articolato può acquistarlo in abbinamento facoltativo insieme a MF-Milano Finanza e a ItaliaOggi (al costo aggiuntivo di sei euro). Un contratto la cui firma non era affatto scontata e che è stata raggiunta veramente in zona Cesarini, praticamente all’alba del giorno (1 aprile 2015) in cui, in assenza di un’intesa sull’ipotesi in bozza, l’Abi avrebbe fatto scattare la disapplicazione del vecchio contratto. Forse non si tratta del documento di svolta che si erano augurati (con obiettivi diversi) sia i sindacati sia l’Associazione bancaria italiana, ma è comunque un sistema di pesi e contrappesi, non solo economici, che dovrebbe permettere al mondo bancario di passare le colonne d’Ercole della grande ristrutturazione in atto senza un eccessivo costo sociale. La scadenza, allungata di un anno, arriverà al 31 dicembre 2018, quindi l’orizzonte di durata dovrebbe superare il grande risiko già avviato con più di qualche difficoltà. Fino a quella data, dunque, c’è la garanzia che esuberi e ricollocamenti verranno gestiti in accordo tra sindacati e aziende grazie a un pacchetto di strumenti di tutela, come il fondo per la nuova occupazione, prorogato per tutta la durata del contratto e implementato anche in sinergia col Fondo di Solidarietà. L’obiettivo dichiarato, infatti, è quello di avere in caso di ristrutturazioni, fusioni o crisi aziendali, un sistema articolato di ammortizzatori per tutti gli interventi necessari, siano essi di solidarietà espansiva, di riconversione o riqualificazione professionale del personale in esubero. Ma quella che forse, in ottica sindacale, può considerarsi la conquista principale è il mantenimento dell’area contrattuale. Le sigle che hanno sottoscritto l’intesa con l’Abi (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl Credito, Uilca, Unisin) hanno ottenuto infatti che le regole sottoscritte valgano per tutti i 300 mila addetti del settore, siano essi quadri direttivi o personale delle aree professionali impiegato nelle imprese creditizie, finanziarie e strumentali. E varranno anche se il ramo d’azienda di cui sono dipendenti venga ceduto a terzi, e pure se operanti al di fuori del sistema bancario e creditizio. Non solo, per tutti coloro che sono stati assunti prima del 7 maggio 2015, data d’introduzione del Jobs act, varranno le vecchie regole, articolo 18 compreso. Quelle nuove saranno in vigore solo per i neoassunti. I quali, a loro volta hanno ottenuto una riduzione del differenziale tra il salario d’ingresso e i minimi contrattuali. Lo scalino era del 18%, è sceso al 10%, per un salario che in media si aggira ora sui 1.900 euro mensili. Contenuto, ma c’è anche un aumento della retribuzione generale, e non era per niente scontato, visto che le banche si erano sedute al tavolo dicendo di non poter accettare alcun aumento del costo del lavoro, i sindacati erano invece partiti da una richiesta di incremento del salario base di 170 euro lordi a regime. Alla fine si è chiuso con un aumento di 85 euro, ripartito in tre tranche, precisamente: 25 euro in più dal 1° ottobre 2016, altri 30 euro dal 1° ottobre 2017 e infine gli ultimi 30 euro dal 1° ottobre 2018. L’Abi, che voleva anche una profonda revisione degli inquadramenti (l’obiettivo era arrivare a sei), ha dovuto accettare una struttura a 13 livelli, ma ha ottenuto una revisione della fungibilità, termine utilizzato per sancire che i quadri direttivi sono fra loro intercambiabili a prescindere dal proprio livello d’inquadramento (in questa fascia sono 4 sui 13 complessivi). In altre parole, nessuno dei quadri direttivi può opporsi se viene utilizzato per un incarico solitamente affidato a un collega di livello più basso del suo. Ogni altro dettaglio, comunque, da domani è consultabile sulla guida abbinata a MF-Milano Finanza e ItaliaOggi. (riproduzione riservata)

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