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POPOLARE DI VICENZA, SILEONI AL COORDINAMENTO: “GRINTA E CONSAPEVOLEZZA”

di Redazione

Il Segretario Generale FABI interviene a Vicenza: “Prima di ragionare sulle strade da percorrere bisogna avere sotto mano il piano industriale e sapere come e se interverrà il Governo”. E rivolto ai suoi: “Conoscenza, determinazione e concretezza faranno la differenza”

Il Coordinamento FABI della Popolare di Vicenza a confronto con il Segretario Generale Lando Maria Sileoni per fare il punto della situazione e capire che linea seguire in questo momento di standby della banca che da un paio d’anni non naviga in buone acque. In attesa da tempo del nuovo piano industriale e di indicazioni precise da parte dell’azienda, i lavoratori ora esprimono tutta la loro preoccupazione. Dubbi sul futuro che il sindacato raccoglie, cercando di fare pressioni sul management perché dia un forte segno di discontinuità con la gestione passata nell’ottica del risanamento e della tutela di tutti i dipendenti coinvolti. Tutela che, per il sindacato, deve essere necessariamente anche quella delle famiglie e del territorio Veneto, fortemente colpito dalle vicende della Popolare di Vicenza.

“Dobbiamo inquadrare la situazione e individuare con chiarezza i passi da compiere senza perdere di vista il quadro complessivo del settore del credito in questo momento storico” ha detto Sileoni. “Stare fermi ora è una mossa da perdenti. Non bisogna aver paura di ripercussioni personali. Servono carattere e personalità per non subire gli eventi”. Un discorso, quello di Sileoni, che punta dritto al cuore dei problemi. Tra gli applausi, il leader FABI, ha spiegato che bisogna essere coraggiosi e, con consapevolezza, affrontare quello che verrà senza alzare barricate ideologiche inutili, ma tirando fuori unghie e denti sugli argomenti. Pochi discorsi e molti fatti, quindi.

“La Popolare di Vicenza ha un destino incerto”. Parole forti per preparare i suoi al destino di un istituto ormai fortemente in crisi. La FABI si è espressa in maniera contraria alla fusione con Veneto Banca per le ripercussioni sui dipendenti, ma non si può escludere, in questo momento, che un’operazione del genere possa essere un’opzione. Altri destini sarebbero ugualmente pesanti da gestire e sopportare per i lavoratori. “Tutto dipenderà da noi e dalle decisioni che prenderemo – ha detto il Segretario Generale. “Dobbiamo difenderci da soli insistendo anche con il Governo perché intervenga a sostegno dei lavoratori in questa delicatissima fase di passaggio. Con la fusione ci sarebbero 1500 esuberi – ha detto Sileoni – e per questo prima di dire sì o no a questa operazione, dobbiamo capire come e se il Governo interverrà per finanziare il prepensionamento volontario”. Dopo le battaglie epiche della FABI sulla salvaguardia dei prepensionamenti volontari e incentivati, anche questa volta, secondo il leader FABI, non si lasceranno soli i lavoratori.

“A breve saremo convocati dall’azienda – ha detto Sileoni rivolto al suo Coordinamento – e non dovremo cadere nel tranello della banca che vorrà derogare al contratto prendendo accordi a parole, senza dare garanzie precise. Serve un piano industriale vero e proprio di rilancio, non chiacchiere”. Come richiamato più volte dalla FABI stessa, infatti, prima di parlare di esuberi e taglio dei costi del personale, le aziende devono dimostrare di saper mettere in piedi piani di rilancio e attuare un nuovo modello di banca a garanzia di territori, famiglie e imprese.

Accorate le domande e le osservazioni a margine dell’intervento del Segretario Generale tra cui anche quelle della coordinatrice FABI del Gruppo Elga Boscato, del coordinatore Popolare di Vicenza Mauro Turatello, del Segretario Nazionale Giuliano Xausa e di Delfo Azzolin, membro del Comitato Direttivo Centrale. Tante le preoccupazioni, i dubbi e le contraddizioni da affrontare, ma alta l’attenzione in sala e molte le parole di apprezzamento per il discorso coraggioso e realista di Sileoni che ha stimolato i sindacalisti presenti e trasmesso, come sempre, la forza necessaria per affrontare il futuro e convincere i lavoratori ad avere la stessa grinta e la stessa consapevolezza.

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