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SILEONI CONTRO GLI ALTI STIPENDI DEI BANCHIERI

di Redazione

La denuncia del leader della FABI: “Con i compensi dei 24 maggiori banchieri si sarebbero potuti assumere 2.292 giovani. Abi, Banca d’Italia e gruppi bancari creino gli anticorpi per evitare retribuzioni che sono uno schiaffo ai lavoratori”

“Con i bonus e i compensi guadagnati nell’ultimo anno da 24 grandi banchieri italiani, per un totale di 59.245.195 euro- e tra questi ci sono anche i responsabili di alcuni dei maggiori dissesti finanziari del nostro Paese- si sarebbero potuti assumere in banca 2.292 giovani. Vale la pena ricordare che un neoassunto percepisce 1900 euro lordi per 13 mensilità”.

È la denuncia di Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari.

“É necessario che il sistema bancario italiano sviluppi al proprio interno gli anticorpi per impedire che i manager del settore ricevano stipendi milionari al di fuori di ogni logica di mercato e criterio di merito”, sottolinea Sileoni, alla luce dei dati diffusi.

“Insistere con una legge che fissi un tetto è politicamente fuorviante, in quanto le banche sono imprese private e un provvedimento legislativo in tal senso sarebbe passibile di incostituzionalità. Piuttosto servirebbe un’iniziativa di responsabilità intrapresa da singoli gruppi bancari, in un’ottica di equità e buonsenso.

Abi e Banca d’Italia devono comunque insistere sulla necessità di un ridimensionamento dei milionari stipendi e bonus dei vertici.

Discorso diverso vale per le banche nazionalizzate, dove azionista di maggioranza è lo Stato. In questo caso un limite agli stipendi dei manager, in linea con quello già previsto per i dirigenti pubblici, è sacrosanto e auspicabile.

Sia chiaro: riteniamo giusto remunerare adeguatamente i manager che hanno prodotto risultati, ma consideriamo vergognoso e uno schiaffo ai lavoratori dichiarati in esubero premiare con emolumenti milionari quegli alti dirigenti che hanno portato alcune aziende bancarie del nostro Paese sull’orlo del lastrico”, conclude il leader della FABI.

Roma 10/2/17

 

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