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CASSE DI RIMINI, CESENA E SAN MINIATO, LA FABI IN DIFESA DEI LAVORATORI

di Redazione

Dopo le voce di un interessamento alle tre banche di alcuni fondi di private equity, il leader della FABI Sileoni interviene contro la speculazione. “Meglio un ingresso di Cariparma, da sempre attenta a territorio e occupazione”

“Per le tre banche Cassa Risparmio Rimini, Cassa di Cesena e Cassa di San Miniato non vogliamo salti nel buio né avventure di nessun genere e affermiamo senza ipocrisie e con la massima chiarezza che preferiamo nettamente la soluzione Cariparma Credit Agricole a qualsiasi eventuale tentativo di speculazione finanziaria”.
 
Così è intervenuto Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI, il sindacato principale di maggioranza, dopo che in questi giorni si è parlato di un interessamento di alcuni fondi di private equity in lizza, insieme a Cariparma, per rilevare i tre istituti una volta conclusa la loro ricapitalizzazione, che dovrebbe essere a carico del Fondo interbancario.
 
“Anche in un recente passato il Gruppo Cariparma Credit Agricole ha dato ampie garanzie di stabilità sociale e di salvaguardia dell’occupazione, oltre che di assistenza e consulenza economica al servizio dei territori e delle economie locali.
 
Per questi motivi l’istituto guidato da Giampiero Maioli rappresenta l’unica soluzione possibile per il salvataggio di Cassa di Risparmio di Rimini, per Cassa di Cesena e Cassa di San Miniato, in un momento così difficile per il settore bancario.
 
Siamo certi che Banca d’Italia e le istituzioni europee sapranno guidare l’operazione di acquisizione partendo dal presupposto che quelle date da Cariparma Credit Agricole sono garanzie di stabilità, di salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e di mantenimento sul territorio degli storici marchi delle banche, pur in un’ottica di efficientamento organizzativo e strutturale.
 
Confidiamo, pertanto, che entro pochi giorni ci si avvii anche a risolvere questa delicata fase di acquisizione, eliminando per il settore un problema che si trascina ormai da troppo tempo”.
 
Nel frattempo in Cassa di Risparmio di Rimini è stata congelata la trattativa sugli esuberi.
 
La procedura, aperta a fine dicembre, prevedeva 75 uscite ma la banca, che impiega 655 dipendenti, ha recentemente comunicato uno stop delle trattative in attesa che si chiariscano i nuovi assetti societari.
 
Uno scenario che preoccupa molto i sindacati, visto che cassa di risparmio di Rimini ha da poco ricevuto un’offerta non vincolante da parte di Jc flowers, fondo di private equity che con Cariparma si contende l’acquisizione dell’istituto.
 
A preoccupare i sindacati è l’eventualità che l’arrivo dei fondi possa compromettere ulteriormente i livelli occupazionali.
 
Oltre che per i lavoratori di Cassa di Risparmio di Rimini, si teme anche per il futuro degli oltre 900 addetti di CariCesena e dei 670 della Cassa di San Miniato.
 
Sebbene in queste banche non siano ancora state aperte procedure, entrambe subiranno e hanno subito tagli occupazionali in conseguenza della chiusura in perdita dei rispettivi bilanci.
 
In particolare Cassa di Cesena ha firmato lo scorso novembre un accordo con i sindacati per 174 prepensionamenti volontari e incentivati, mentre in cassa di san Miniato l’ultimo piano industriale parla di 106 esuberi, numero che potrebbe essere ritoccato in eccesso.

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