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L’ABI SI AFFIDA ANCORA A PATUELLI, IL COMMENTO DI SILEONI SULLA STAMPA

di Redazione
Ieri decretato il terzo mandato alla Presidenza ABI di Antonio Patuelli. Il Segretario Generale saluta positivamente la scelta: “Giusto e meritato riconoscimento alla persona e al professionista”. I più importanti quotidiani nazionali riprendono il commento di Sileoni.
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Corriere della Sera 18/01/2018

Terzo mandato Abi per Patuelli: Europa, servono regole uguali – F.Mas.

Un incarico rinnovato per la terza volta, un nuovo mandato biennale per Antonio Patuelli (foto) alla presidenza dell’Abi, l’associazione delle banche. Ieri il comitato esecutivo ha accolto «all’unanimità per acclamazione» la proposta avanzata dal ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, e dal presidente di Bnl-Bnp Paribas, Luigi Abete. Per consentire a Patuelli, 66 anni, presidente della Cr Ravenna, di andare oltre il limite del doppio mandato servirà un’assemblea Abi che modifichi lo statuto. In questo modo il banchiere politico (è stato deputato Pli) sarà al vertice dell’Abi fino a luglio 2020. A Patuelli i banchieri riconoscono di avere difeso le ragioni dell’impresa bancaria soprattutto in Europa e di essersi battuto per l’uniformità delle regole tra i Paesi: un’azione di lobbying che, a dicembre, è riuscita a frenare il cosiddetto «addendum», cioè la svalutazione automatica dei crediti deteriorati nella versione rigida proposta dalla Vigilanza Bce, anche grazie alla sponda del Parlamento di Bruxelles. Secondo Patuelli «le banche devono trovare un loro equilibrio al loro interno e in un mercato europeo ci devono essere regole identiche senza privilegi e senza discriminazioni. E questa è la stella cometa sulla quale abbiamo fatto passi in avanti, senza ricerca di regali o privilegi». «Una guida forte e trasparente, moralmente ineccepibile», l’ha lodato il presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche, Pierferdinando Casini. Positivi i sindacati, dalla Cgil alla Fabi. Di «giusto e meritato riconoscimento» parla Lando Sileoni (Fabi): «Si è battuto come un leone rispetto ad alcune ottuse posizioni della Vigilanza Bce, ha ridato ruolo politico all’Abi, si è dichiarato contro i licenziamenti».

 

Sole 24 Ore 18/01/2018

Patuelli confermato alla presidenza di Abi – L’Abi sceglie Patuelli per il terzo mandato – D.Col.

Il comitato esecutivo dell’Abi ha approvato all’unanimità la proposta di Carlo Messina e Luigi Abete di rinnovare il mandato di Antonio Patuelli come presidente per il prossimo biennio. L’obiettivo di questo terzo mandato- ha affermato al termine dell’incontro il presidente – è quello di completare le riforme «che rendono competitive le banche italiane in Europa senza privilegi nè discriminazioni». I passaggi per rendere operativo il terzo mandato prevedono che la proposta sia ora sottoposta al Consiglio dell’Abi per la nomina entro l’estate. «Per il nuovo mandato sarà necessario modificare lo statuto, e anche in questo caso – ha spiegato il vicepresidente, Camillo Venesio – la proposta è stata accolta all’unanimità». Il nuovo statuto prevederà sempre due mandati biennali con la possibilità di un terzo in casi eccezionali per il quale sarà richiesto un quorum qualificato del 75% dei voti Nel conteggio dei mandati di Patuelli non è stato considerato il primo, incompleto, per la sostituzione del suo predecessore, Giuseppe Mussari, dimessosi dopo sei mesi per le note vicende del Monte dei Paschi. Il numero uno di Palazzo Altieri ha espresso l’auspicio che quest’anno «le banche sane italiane non abbiano altri oneri straordinari e si apra una fase di maggiore serenità, costruttività e produttività per tutti». Poi un riferimento all’incontro del pomeriggio con la responsabile della vigilanza Bce, Daniele Nouy, cui Abi partecipava con il past presidente Maurizio Sella, che ha la delega sui temi europei, e il dg Giovanni Sabatini: oltre all’auspicio di un dialogo costruttivo, Patuelli ha espresso la speranza che nel confronto con la Bce si possa «ricordare quanto successo nell’ultimo decennio e costruire una più solida crescita». Non è mancato anche un riferimento ai lavori della commissione d’inchiesta sulle crisi bancarie, che a fine mese dovrebbe produrre una relazione finale: «ha fatto meno polverone di quello che si temeva» ha affermato Patuelli conversando con i giornalisti, «bisogna leggere i testi ufficializzati – ha aggiunto senza interesse politico-elettorale, così si constata una ricostruzione dei fatti senza equivoci». La conferma di Patuelli al vertice Abi è stata salutata con soddisfazione da Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi: «Con lui abbiamo rinnovato un importante Contratto nazionale e ci apprestiamo a rinnovarne un altro a partire dal i gennaio 2019. Oltre ad aver raggiunto uno storico accordo in tema di pressioni commerciali e vendita di prodotti finanziari a rischio per la clientela». Soddisfatta è pure Assopopolari: la decisione assunta «premia un impegno civile, prima ancora che quello a favore della funzione che le banche svolgono a favore dei territori di diretto insediamento» ha scritto in una nota il presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani.

 

Giorno – Carlino – Nazione 18/01/2018

Patuelli resta alla guida dell’Abi «Le crisi bancarie sono alle spalle» – De Robertis Pierfrancesco

CAPITA raramente che una nomina venga accolta con una tale messe di apprezzamenti, in particolare quando si tratta di una proroga. Per di più al termine di un arco temporale così politicamente ed economicamente travagliato, come è stato questo per le banche italiane. Eppure all’Abi è accaduto, e ieri mattina il Comitato esecutivo dell’associazione bancaria ha proposto di affidare ad Antonio Patuelli un terzo mandato, per il biennio 2018-2020, dando il via libera a una modifica dello statuto che fissava a due il massimo dei mandati. IL COMITATO esecutivo ha approvato per acclamazione la proposta di Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo e Luigi Abete, presidente di Bnl. Il gotha bancario del Paese, a dimostrazione della grande fiducia che i pesi massimi degli istituti bancari italiani hanno riposto e ripongono nella figura dell’attuale presidente del gruppo Cassa di risparmio di Ravenna. La decisione è stata immediatamente salutata positivamente dai sindacati del settore (Fabi, Fisac Cgil), da Unimpresa, da Assopopolari (particolarmente significative le parole del presidente Corrado Sforza Fogliani, secondo cui in questo modo «si è premiato un impegno civile prima ancora che delle banche»). Grande apprezzamento anche da Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sul sistema bancario. «Con Patuelli l’Associazione delle banche ha una guida forte e trasparente, moralmente ineccepibile. Il che, di questi tempi, non è poco». Antonio Patuelli, 66 anni, ravennate, imprenditore, politico di cultura liberale, giornalista, banchiere era stato eletto presidente dell’Abi nel 2013 raccogliendo il testimone da Giuseppe Mussari dimessosi dopo lo scandalo derivati Mps. Al termine del Comitato esecutivo che l’ha designato, Patuelli ha spiegato che l’impegno primario per il prossimo biennio, e in particolare per il 2018, sarà di concludere gli oneri straordinari. «Abbiamo pagato e molto, confido che nel 2018 si apra una fase di serenità, di costruttività e di produttività per tutto. Sul ruolo delle banche «sane», Patuelli ha insistito molto, sottolineando che gli istituti di credito hanno affrontato i passaggi più delicati. «La Commissione di inchiesta ha esaminato sette crisi bancarie ma le crisi sono state undici. Quattro di queste sono state risolte autonomamente dal Fondo interbancario». Un impegno che lo stesso organismo presieduto da Pierferdinando Casini ha messo in evidenza. «La Commissione di inchiesta ha fatto meno polverone di quanto si temeva», ha riconosciuto il numero uno dell’Abi. POI PATUELLI ha parlato anche dell’incontro che di lì a poco è iniziato con il capo della Vigilanza della Bce, Danièle Nouy. «Mi aspetto dialogo, costruttività, razionalità e spinta per la crescita». Cosa che in effetti è avvenuta. Al summit con la Nouy nella sede della Banca d’Italia hanno partecipato i vertici dei maggiori istituti del Paese, dell’Abi e (subito prima) di Bankitalia. Un comunicato di Via Nazionale ha spiegato che «si è parlato dell’addendum, delle strategie della vigilanza e delle banche per la gestione degli npl, dei modelli interni, Srep e stress test. Entrambe le riunioni si sono svolte in un clima molto costruttivo e utile». Proprio la «riduzione dello stock di npl» era stata una delle priorità manifestate da Carlo Messina prima dell’incontro.

 

Libero Quotidiano 18/01/2018

Patuelli resta presidente dell’Abi per aver difeso le banche dalla Ue – Iacometti Sandro

Non sarà stato tutto merito suo. Ma di certo il contributo di Antonio Patuelli nella battaglia che ha spinto la Vigilanza Bce a fare marcia indietro sul famoso addendum sugli Npl che avrebbe messo in ginocchio le banche italiane, è stato tutt’altro che irrilevante. Basti pensare al serrato lavoro diplomatico con cui il presidente dell’Abi è riuscito a portare al fianco del nostro Paese non solo la potente associazione bancaria francese, ma anche la federazione europea del credito, che in passato non si era mai mostrata troppo sensibile ai problemi degli istituti nostrani. E dovuto anche a questa vittoria internazionale, oltre che all’attenta e calibrata gestione del periodo più nero per il sistema bancario nazionale, il grande consenso che si è creato intorno alla possibilità di confermare Patuelli per la terza volta alla guida dell’associazione. Una decisione che è arrivata ieri per acclamazione nel corso del comitato esecutivo dell’Abi. Sbarcato a Palazzo Alfieri nel 2013, sostenuto dalle piccole banche, per sostituire in corsa Giuseppe Mussari, travolto dalle vicende di Mps, l’ex parlamentare del Partito liberale italiano oggi presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna adesso può contare sull’appoggio praticamente di tutti. A proporre il suo rinnovo per il biennio 2018-2020, che comporterà anche una modifica dello statuto (attualmente non si può superare il secondo mandato), sono stati due big del credito come il presidente di Intesa, Carlo Messina, e quello di Bnl, Luigi Abete. Ma la nomina è stata votata all’unanimità. «La decisione che abbiamo assunto per generale acclamazione, premia un impegno civile prima ancora che a favore della funzione che le banche svolgono a favore dei territori di insediamento», ha detto il presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani. E la conferma piace anche ai sindacati. «Con la sua presidenza», ha detto il segretario generale Fisac Cgil, Agostino Megale, «abbiamo gestito le relazioni industriali nelle fase di crisi più acuta per una parte del settore». Mentre il segretario della Fabi, Lando Sileoni, ha parlato di «un giusto e meritato riconoscimento alla persona e al professionista», ricordando che è stato il primo ad invocare «la pubblicazione delle aziende insolventi negli istituti colpiti dagli scandali bancari» e a chiedere «che i responsabili delle mala gestioni rispondessero di fronte alla legge.» Persino le imprese, quelle da anni a secco di liquidità, hanno applaudito il terzo mandato. «I suoi primi cinque anni sono stati più che apprezzabili», ha detto il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, auspicando che ora si possa costruire «un nuovo e più fruttuoso dialogo tra banche e piccole e medie imprese». Quanto a Patuelli, dopo aver sottolineato il ruolo e l’impegno delle banche sane nella gestione della crisi, il neopresidente per la terza volta ha subito ripuntato i riflettori sulla Ue, chiedendo che il nuovo governo sia più presente in Europa, dove nel 2019 si eleggerà il nuovo Parlamento Ue, la nuova commissione e, soprattutto, i nuovi vertici della Bce. Dall’attuale Vigilanza europa, ha infine precisato, «mi aspetto dialogo, costruttività e razionalità».

 

Eco di Bergamo 18/01/2018

Abi, Patuelli riconfermato alla presidenza fino al 2020

Il timoniere resta lo stesso: Antonio Patuelli è stato confermato presidente dell’Abi, l’Associazione delle banche italiane, anche per il biennio 2018/2020. Per farlo, il comitato esecutivo dell’Associazione bancaria ha dovuto modificare (all’unanimità) lo statuto, consentendo quindi altri due anni di presidenza al presidente uscente, poi rieletto per il suo terzo mandato per acclamazione. Peraltro nel conteggio dei mandati di Patuelli non è stato considerato il primo, incompleto, per la sostituzione del suo predecessore Giuseppe Mussari, dimessosi dopo sei mesi per le note vicende del Montepaschi Appena rieletto, Patuelli ha subito rilanciato gli obiettivi Abi: «Abbiamo un ambizioso obiettivo, quello di completare le riforme italiane che rendono competitive le banche italiane in Europa». E ha aggiunto: «Senza privilegi nè discriminazioni, il terreno deve essere perfettamente livellato. Abbiamo la moneta europea e l’unione bancaria, di conseguenza non ci possono essere normative diverse». Intanto, dall’esito dell’incontro in programma ieri in Bankitalia fra le grandi banche italiane e il capo della vigilanza Bce, Daniele Nouy, Patuelli si aspetta «dialogo, costruttività, razionalità e spinta per la crescita» ed ha aggiunto che «bisogna ben ricordare quanto è successo nell’ultimo decennio, ma soprattutto guardare e costruire una più solida ripresa». L’attuale presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna ha anche gettato lo sguardo alle prossime elezioni italiane del 4 marzo: «Abbiamo grande attenzione per i passaggi successivi al 4 e al 23 marzo, ossia a chi sarà scelto per gestire le istituzioni della Repubblica perchè avranno anche una co-responsabilità nelle decisioni del grande anno dei cambiamenti in Europa che è i12019 L’anno prossimo, infatti, viene eletto il nuovo Parlamento europeo, la nuova Commissione e i vertici Bce». Positivi i commenti da parte degli osservatori: per il presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani, la rielezione di Patuelli «premia un impegno civile, prima ancora che a favore della funzione che le banche svolgono a favore dei territori di diretto insediamento». E per Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, Patuelli «si è battuto come un leone rispetto ad alcune ottuse posizioni della vigilanza Bce, ha chiesto per primo la pubblicazione delle aziende insolventi in quegli istituti di credito colpiti dagli scandali bancari, ha chiesto a gran voce che i responsabili delle mala gestioni rispondessero di fronte alla legge».

 

Mf-Milano Finanza 18/01/2018

Abi, terzo mandato per Patuelli – Satta Antonio

Cambiare il pilota a metà di un gran premio non si fa, sarebbe stupido. Ed infatti l’Abi ha riconfermato per la terza volta Antonio Patuelli alla presidenza, nonostante lo statuto prevedesse un massimo di due mandati e un’alternanza tra un esponente delle banche medio piccole e uno degli istituti più grandi. Uno statuto, peraltro, scritto dallo stesso Patuelli nel 2010 (quando era vicepresidente dell’associazione) per placare i colossi come Unicredit che volevano spezzare il predominio delle piccole banche che hanno più voti in assemblea. Ebbene, questa volta sono stati proprio i gruppi maggiori a chiedere la conferma del presidente (la proposta nel comitato esecutivo l’hanno avanzata l’ad di Intesa SanPaolo, Carlo Messina e il presidente di Bnl, Luigi Abete) e la modifica dello Statuto, introducendo la possibilità di un terzo mandato se a chiederlo è il 75% dei componenti del comitato. Proposte entrambe approvate all’unanimità. Determinante nella conferma di Patuelli non è stata solo la stima per le capacità politiche e diplomatiche del presidente del groppo Cassa di Ravenna, ma anche perché il lavoro che ha portato avanti in questi anni è tutt’altro che concluso. Patuelli è entrato in carica il 28 gennaio del 2013, subentrando a Giuseppe Mussari, travolto dallo scandalo Mps, e la sua prima mission fu quella appunto di tenere fuori l’Abi dalla bufera che la vicenda senese stava scatenando. Ma in questi cinque anni il lavoro è stato ben più complesso, visto che sulle banche si è scatenato ben altro per effetto della crisi economica che ha impiombato i bilanci con una montagna di crediti deteriorati e la moltiplicazione dei vincoli e dei requisiti patrimoniali, costringendo gli istituti a capitalizzazioni sempre più onerose. In questo quadro decisamente complicato, però Patuelli è riuscito a portare a casa risultati attesi da anni, come la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia detenute dagli istituti (misura che ha permesso di mitigare gli effetti delle patrimonializzazioni imposte) o la cancellazione di una delle norma più odiate dalla categoria, ossia la spalmatura in 18 anni della deducibilità fiscale delle perdite sui crediti (imposta dall’ex ministro Giulio Tremonti). Del resto tra ministeri e aule parlamentari Patuelli si sa muovere come pochi, forte di una ventennale esperienza politica che lo ha portato da segretario dei giovani liberali alla vicesegreteria del partito e da parlamentare Pli alla carica di sottosegretario alla Difesa Finita la Prima Repubblica, la stagione politica per lui si è chiusa, ma il bagaglio di conoscenze e rapporti è rimasto intatto e in questi anni complicati, tra governi tecnici e maggioranze scomposte e ricomposte, è stato quanto mai utile per l’ associazione, non solo in Italia ma anche a Bruxelles, da dove sono arrivate insidie forse anche più pericolose per gli istituti italiani, come dimostrano i diktat che hanno contato non poco sulla crisi delle sette banche di cui si è occupata la Commissione parlamentare d’inchiesta guidata da Pierferdinando Casini. E proprio l’ex presidente della Camera è stato ieri il primo a salutare la riconferma di Patuelli («con lui l’Associazione delle banche italiane ha una guida forte e trasparente, moralmente ineccepibile»), seguito poi dai leader sindacali, come Lando Maria Sileoni della Fabi e Agostino Megale della Fisac Cgil, che con lui hanno firmato un contratto molto complicato ma che mantenuto la volontarietà per gli inevitabili esodi dei lavoratori. Non è senza significato nemmeno il fatto che la riconferma di Patuelli sia arrivata lo stesso giorno in cui Danièle Nouy, capo della vigilanza Ue è giunta in Italia per incontrare la Banca d’Italia e il mondo bancario (per l’Abi c’erano il past presidente Maurizio Sella e il dg Giovanni Sabatini, che è anche presidente della federazione banche europee). Al centro del confronto, definito poi «molto costruttivo e utile», quell’addendum decisamente peggiorativo delle regole sugli Npl che la Nouy ha cercato di imporre e che Commissione Ue e Parlamento Europeo hanno bocciato. Ora del tema se ne stanno occupando a Strasburgo e il dossier è seguito direttamente dal presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani e dal presidente della Commissione Economia, Roberto Gualtieri. Due con cui Patuelli parla spesso. (riproduzione riservata)

 

BORSAITALIANA.IT 17/01/2018

ABI: FABI, CONFERMA PATUELLI A PRESIDENZA UN GIUSTO E MERITATO RICONOSCIMENTO

“Siamo soddisfatti della conferma a Presidente dell’Abi di Antonio Patuelli per altri due anni. Con lui abbiamo rinnovato un importante Contratto nazionale e ci apprestiamo a rinnovarne un altro a partire dal 1? gennaio 2019. Oltre ad aver raggiunto uno storico accordo in tema di pressioni commerciali e vendita di prodotti finanziari a rischio per la clientela’. Cosi’ Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. ‘Patuelli si e’ battuto come un leone rispetto ad alcune ottuse posizioni della vigilanza Bce, ha chiesto per primo la pubblicazione delle aziende insolventi in quegli istituti di credito colpiti dagli scandali bancari, ha chiesto a gran voce che i responsabili delle mala gestioni rispondessero di fronte alla legge’ sottolinea Sileoni. “Non ha fatto sconti a nessuno, creando anche le condizioni affinche’ l’Abi recuperasse, sotto la sua gestione, un ruolo politico non solo italiano, ma anche europeo. Ha avuto una notevole e fondamentale sensibilita’ sociale perche’ ha sempre difeso, insieme alle organizzazioni sindacali, i prepensionamenti volontari e non quelli obbligatori che qualche banca voleva imporre, e si e’ sempre dichiarato contro ogni forma di licenziamento’ conclude la nota.

 

KAIROSPARTNERS.COM 17/01/2018

Abi: Fabi, conferma Patuelli a presidenza un giusto e meritato riconoscimento

“Siamo soddisfatti della conferma a Presidente dell’Abi di Antonio Patuelli per altri due anni. Con lui abbiamo rinnovato un importante Contratto nazionale e ci apprestiamo a rinnovarne un altro a partire dal 1? gennaio 2019. Oltre ad aver raggiunto uno storico accordo in tema di pressioni commerciali e vendita di prodotti finanziari a rischio per la clientela’. Cosi’ Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. ‘Patuelli si e’ battuto come un leone rispetto ad alcune ottuse posizioni della vigilanza Bce, ha chiesto per primo la pubblicazione delle aziende insolventi in quegli istituti di credito colpiti dagli scandali bancari, ha chiesto a gran voce che i responsabili delle mala gestioni rispondessero di fronte alla legge’ sottolinea Sileoni. “Non ha fatto sconti a nessuno, creando anche le condizioni affinche’ l’Abi recuperasse, sotto la sua gestione, un ruolo politico non solo italiano, ma anche europeo. Ha avuto una notevole e fondamentale sensibilita’ sociale perche’ ha sempre difeso, insieme alle organizzazioni sindacali, i prepensionamenti volontari e non quelli obbligatori che qualche banca voleva imporre, e si e’ sempre dichiarato contro ogni forma di licenziamento’ conclude la nota.

 

RAVENNA24ORE.IT 17/01/2018

Presidenza Abi, terzo mandato per Antonio Patuelli

Antonio Patuelli è stato indicato dal comitato esecutivo dell’Abi come presidente dell’Associazione bancaria italiana per il biennio 2018-2020. Dato che si parla del terzo mandato è necessaria una modifica dello statuto ha spiegato il vicepresidente Venesio. La proposta è stata accolta all’ unanimità. Per quanto riguarda il nuovo statuto, prevede ancora due mandati biennali, con la possibilità di un terzo, in casi eccezionali: il quorum richiesto è qualificato, del 75 per cento. Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, ha parlato di giusto riconoscimento per l’opera svolta da Patuelli.

 

RAVENNATODAY.IT 17/01/2018

Banche, Patuelli confermato presidente dell’Abi fino al 2020

Antonio Patuelli è stato confermato presidente dell’Abi per il biennio 2018-2020. Il comitato esecutivo dell’associazione bancaria ha approvato la proposta di affidare a Patuelli un terzo mandato alla guida di Palazzo Altieri, modificando lo statuto per consentire altri due anni di presidenza. Giannantonio Mingozzi, in qualità di presidente della Fondazione del Risorgimento si è complimentato con Patuelli: “È motivo di orgoglio per Ravenna e per tutte le associazioni patriottiche e risorgimentali salutare Patuelli al suo terzo mandato Abi; il suo impegno profuso anche in favore della storia patria e i suoi meriti di profondo conoscitore dell’economia e del sistema bancario costituiscono una garanzia per tutto il Paese ed un riferimento saldo ai più alti valori della Repubblica e della Cosituzione”. Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Ernesto Giuseppe Alfieri, ha espresso “il più vivo compiacimento per l’opera saggia e convincente messa in campo in questi anni dal presidente Patuelli, sempre con alto senso dell’etica, della responsabilità e dell’innovazione culturale, anche in economia, gli siamo profondamente grati anche per l’importante riflesso positivo che la sua opera ha avuto, ha e continuerà ad avere per l’economia del nostro territorio”. “Siamo soddisfatti della conferma a presidente dell`Abi di Antonio Patuelli per altri due anni. Con lui abbiamo rinnovato un importante Contratto nazionale e ci apprestiamo a rinnovarne un altro a partire dal 1 gennaio 2019. Oltre ad aver raggiunto uno storico accordo in tema di pressioni commerciali e vendita di prodotti finanziari a rischio per la clientela”, ha dichiarato Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, primo sindacato della categoria dei bancari con oltre 110mila iscritti. “Patuelli – ha aggiunto Sileoni – si è battuto come un leone rispetto ad alcune ottuse posizioni della vigilanza Bce, ha chiesto per primo la pubblicazione delle aziende insolventi in quegli istituti di credito colpiti dagli scandali bancari, ha chiesto a gran voce che i responsabili delle mala gestioni rispondessero di fronte alla legge. Non ha fatto sconti a nessuno, creando anche le condizioni affinché l`Abi recuperasse, sotto la sua gestione, un ruolo politico non solo italiano, ma anche europeo. Ha avuto una notevole e fondamentale sensibilità sociale perché ha sempre difeso, insieme alle organizzazioni sindacali, i prepensionamenti volontari e non quelli obbligatori che qualche banca voleva imporre, e si è sempre dichiarato contro ogni forma di licenziamento”.

 

 

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