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L’ALLARME FABI SU AGENZIE DI STAMPA E SITI WEB: 123 MILIARDI DI NPL SUL MERCATO, RISCHIO USURA 

di Redazione

Lo studio della Federazione e le dichiarazioni del segretario generale Lando Maria Sileoni sulla massiccia svendita di sofferenze e crediti deteriorati da parte delle banche tra il 2015 e il 2018:  pericoli per le imprese e le famiglie. Di seguito  Ansa, AdnKronos, Agi, LaPresse, Italpress e Dagospia.

Npl: Sileoni (Fabi), subito legge ad hoc a tutela imprese (vedi Banche: Fabi, 123 miliardi npl sul mercato..,.delle 10.10) (ANSA) – ROMA, 22 GIU – “I tempi di recupero crediti delle societa’ specializzate sono troppo veloci, da qui i pericoli per i titolari delle sofferenze di venire strozzati, con il serio rischio di finire, per disperazione, nelle mani degli usurai e della criminalita’ organizzata”. E’ quanto afferma il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni che chiede un intervento urgente del governo con una norma ad hoc che tuteli piccole imprese e famiglie. “Il paradosso sara’ rappresentato dal fatto che sullo stesso territorio opereranno sia le banche che vorranno comportarsi bene, ma che hanno svenduto i loro crediti a degli avvoltoi, sia le stesse societa’ specializzate nel recupero crediti che agiranno in fretta e con pochissimi scrupoli. E’ una bomba che sta per esplodere e il governo deve intervenire a stretto giro”. “Senza dimenticare – prosegue-che le ripetute cessioni di sofferenze da parte delle banche hanno un impatto negativo sul settore, sia per quanto riguarda l’occupazione sia perche’ le stesse banche rinunciano ad attivita’ che potrebbero essere ben gestite al proprio interno”.(ANSA). PAT 22-GIU-19 10:22 NNNN

 

Banche: Fabi, 123 miliardi npl sul mercato, rischio usura Immessi tra il 2015 e il 2018 (ANSA) – ROMA, 22 GIU – Con la massiccia svendita degli Npl (sofferenze e crediti deteriorati) da parte delle banche tra il 2015 e il 2018 cresce il rischio di usura per le imprese e le famiglie. La denuncia arriva dal segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni sottolineando tra il 2015 e il 2018 sono finiti sul mercato del recupero crediti circa 123 miliardi. Il fenomeno complessivo riguardava nel 2015 360 miliardi di crediti deteriorati per 1,2 milioni di soggetti (famiglie e imprese) coinvolti. Tra il 2015 e il 2018 gli Npl delle banche sono scesi, anche grazie alle pressioni delle autorita’ europee sulla pulizia dei bilanci, di circa 170 miliardi con 123 miliardi di questi finita nel mercato del recupero crediti. “Si tratta – ha spiegato Sileoni – di clienti bancari “ceduti”, con le loro rate scadute, dagli istituti bancari a societa’ specializzate nel recupero crediti che operano frequentemente con modalita’ spregiudicate: la maggior parte dei soggetti coinvolti (61%) e’ esposta per cifre che vanno da 250 euro a 30.000 euro. Sul piano territoriale, e’ il Nord Ovest l’area geografica piu’ toccata dal problema col 33% degli Npl. (ANSA). TL 22-GIU-19 10:10 NNNN

 

Fabi, 123 miliardi di npl sul mercato, rischio usura Immessi in 2015-2018. Sileoni, urge norma per imprese e famiglie (ANSA) – ROMA, 22 GIU – Con la massiccia svendita degli Npl (sofferenze e crediti deteriorati) da parte delle banche tra il 2015 e il 2018 cresce il rischio di usura per le imprese e le famiglie. A lanciare l’allarme la Fabi, il sindacato dei bancari che sottolinea come tra il 2015 e il 2018 siano finiti sul mercato del recupero crediti circa 123 miliardi. Secondo i dati del sindacato il fenomeno complessivo riguardava nel 2015 360 miliardi di crediti deteriorati per 1,2 milioni di soggetti (famiglie e imprese) coinvolti. Tra il 2015 e il 2018 gli Npl delle banche sono scesi, di circa 170 miliardi con 123 miliardi di questi finita nel mercato del recupero crediti. Si tratta si spiega di clienti bancari “ceduti”, con le loro rate scadute, dagli istituti bancari a societa’ specializzate nel recupero crediti che operano frequentemente con modalita’ spregiudicate: la maggior parte dei soggetti coinvolti (61%) e’ esposta per cifre che vanno da 250 euro a 30.000 euro. Sul piano territoriale, e’ il Nord Ovest l’area geografica piu’ toccata dal problema col 33% degli Npl. “I tempi di recupero crediti delle societa’ specializzate sono troppo veloci, da qui i pericoli per i titolari delle sofferenze di venire strozzati, con il serio rischio di finire, per disperazione, nelle mani degli usurai e della criminalita’ organizzata”, dice il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni che chiede un intervento urgente del governo: “serve norma ad hoc che tuteli piccole imprese e famiglie”. Secondo l’ultima comunicazione Ue sui crediti deteriorati, nel terzo trimestre del 2018 questi erano scesi al 9,5%, dal 12,1% dello stesso trimestre dell’anno precedente. Il dato italiano sugli npl e’ il piu’ alto dopo Grecia (43,5%), Cipro (21,8%) e Portogallo (11,3%). La media Ue e’ 3,3%. (ANSA). TL-PAT 22-GIU-19 18:35 NNNN

 

BANCHE: ALLARME FABI, RISCHIO USURA DA MASSICCIA CESSIONE NPL = Sileoni, ‘tempi di recupero troppo veloci, titolari sofferenze possono finire in mano a criminali’ Roma, 22 giu. (AdnKronos) – C’è un “rischio usura, per imprese e famiglie, legato alla massiccia vendita di sofferenze e di crediti deteriorati da parte delle banche italiane”. A lanciare l’allarme è la FABI, che in un’analisi ha fotografato l’impatto sui territori e i rischi sociali derivanti dalla cospicua cessione di pacchetti di non perforing loan delle banche. Come spiega infatti il segretario generale del sindacato, Lando Maria Sileoni, in Italia “i tempi di recupero crediti delle società specializzate sono troppo veloci, da qui i pericoli per i titolari delle sofferenze di venire strozzati, con il serio rischio di finire, per disperazione, nelle mani degli usurai e della criminalità organizzata”. Quello della cessione, ricorda il sindacato bancario, è “un fenomeno sensibilmente cresciuto negli ultimi anni, che riguarda prestiti non rimborsati per oltre 360 miliardi di euro e che interessa, guardando alle sole sofferenze, oltre 1,2 milioni di soggetti. Si tratta di clienti bancari ‘ceduti’, con le loro rate scadute, dagli istituti bancari a società specializzate nel recupero crediti che operano frequentemente con modalità spregiudicate: la maggior parte dei soggetti coinvolti (61%) è esposta per cifre che vanno da 250 euro a 30.000 euro”. Nell’analisi, evidenzia la FABI, emerge che sul piano territoriale è il Nord Ovest l’area geografica più toccata dal problema col 33% degli npl totali, con la Lombardia (24,9%) in testa alla classifica, seguita dal Lazio con il 13,3% dei crediti deteriorati. (segue) (Mat/AdnKronos) ISSN 2465 – 1222 22-GIU-19 08:52 NNNN

 

BANCHE: ALLARME FABI, RISCHIO USURA DA MASSICCIA CESSIONE NPL (2) = (AdnKronos) – Come ricorda ancora il sindacato, dal 2015 al 2018, anche per effetto delle forti pressioni esercitate dalle autorità di vigilanza europee, sono stati immessi sul mercato npl per oltre 170 miliardi. “Operazioni che, se da una parte hanno consentito alle banche di migliorare i risultati raggiungendo in tempi brevi gli obiettivi dei requisiti patrimoniali imposti dalle stesse autorità europee, dall’altro stanno mettendo in pericolo i clienti bancari”. Il fenomeno dei crediti deteriorati in banca raggiunge il picco nel 2015 con 360,4 miliardi tra sofferenze (201,1 miliardi) inadempienze probabili (136,3 miliardi) ed esposizione scadute (13,8 miliardi). “Da quel momento è scattata una vasta pulizia di bilancio, che ha rappresentato la via d’uscita preferita dalle banche italiane, ricercata da management al solo scopo di fare cassa, riequilibrare il bilancio e accontentare la vigilanza bancaria europea”, continua la FABI. Nell’arco del triennio 2015-2018, continua l’analisi, il totale dei crediti deteriorati ancora iscritti nei bilanci bancari è stato portato 189,5 miliardi: 101,5 miliardi di sofferenze, 82,9 miliardi di inadempienze probabili e 4,9 miliardi di esposizioni scadute. La riduzione è assai significativa. Sul discusso e pericoloso mercato del recupero crediti è finita, dunque, con ogni probabilità, una parte consistente dei 170,8 miliardi ”spazzati via” dai bilanci delle banche. Le operazioni di vendita sono cresciute costantemente. Nel corso del 2018, i crediti deteriorati netti sono calati a 90 miliardi, con una riduzione di 40 miliardi rispetto al 2017: una discesa legata a rilevanti operazioni di cessione di non performing loan (55 miliardi nel 2018, 42 miliardi nel 2017, 26 miliardi nel 2016). Rispetto allo stock di finanziamenti, gli npl valgono il 4,3%, nel 2015 erano al 9,8%. Se si guarda alle sole sofferenze, analizzando i dati della Banca d’Italia, si scopre che i soggetti coinvolti sono oltre 1,2 milioni. Si tratta di imprese e famiglie alle prese con le difficoltà nell’onorare le scadenze dei finanziamenti: il 61,4% del totale dei clienti in ritardo coi rimborsi è esposto per finanziamenti da 250 euro a 30.000 euro; un altro 12,9% per prestiti da 30.000 euro a 75.000 euro; il 7,4% per crediti da 75.000 euro a 125.000 euro. Nella fascia più alta, invece, sono pochi, in proporzione, quelli in crisi: 19.609 clienti (1,6%) con prestiti da 1 a 2,5 milioni; 7.520 soggetti (0,6%) con finanziamenti da 2,5 milioni a 5 milioni; 5.425 (0,4%) per crediti da 5 milioni a 25 milioni, mentre oltre questa soglia ci sono appena 584 ”nomi” (0,04% del totale). (segue) (Mat/AdnKronos) ISSN 2465 – 1222 22-GIU-19 08:52 NNNN

 

BANCHE: ALLARME FABI, RISCHIO USURA DA MASSICCIA CESSIONE NPL (3) = (AdnKronos) – Da un punto di vista geografico, il fenomeno delle sofferenze, e quindi di clienti bancari a rischio usura, si innesta per oltre il 50% nelle regioni settentrionali: il 33% degli npl è del Nord Ovest (Piemonte e Valle d’Aosta 5,4%, Lombardia 24,9%, Liguria 2,7%); il 25,2% è del Nord Est (Trentino Alto Adige 2,0%, Veneto 8,6%, Friuli Venezia Giulia 1,4%, Emilia Romagna 10,0%); nelle regioni del Centro si registrano, poi, sofferenze pari al 27,9% del totale (Toscana 8,3%, Umbria 1,9%, Marche 3,1%, Lazio 13,3%); il 6,4% degli npl è al Sud (Abruzzo e Molise 2,4%, Campania 6,7%, Puglia e Basilicata 4,5%, Calabria 1,5%), mentre il restante 3,4% è delle isole (Sicilia 5,4%, Sardegna 2,0%). Guardando più in generale all’Europa, negli ultimi cinque anni lo stock di crediti deteriorati si è quasi dimezzato, ‘liberando’ risorse per ben 517 miliardi e il 65% di questo risultato è stato ottenuto da paesi come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Solo in Italia, precisa il sindacato, l’ammontare complessivo di npl è diminuito del 52% dal 2014 al 2018, percentuale più alta d’Europa dopo il 78% registrato in Irlanda. “Peccato che il primato tricolore delle operazioni di cessione cartolarizzazione – scrive la FABI nell’analisi – sia stato raggiunto nel nostro Paese con la vendita diretta di pacchetti di crediti a terze controparti che ormai hanno fatto degli npl un business o attraverso la garanzia pubblica dello Stato (Gacs). Entrambe le soluzioni sono state utilizzate e perpetrate a danno delle categorie sociali più importanti per lo sviluppo e la crescita del nostro Paese: i lavoratori, le imprese e famiglie. Chi ha tratto profitto dalle svendite folli di crediti marci – sostiene il sindacato – sono solo le banche e gli operatori di mercato, avvoltoi in cerca di affari a buoni prezzi e ignari del danno sociale prodotto”. (segue) (Mat/AdnKronos) ISSN 2465 – 1222 22-GIU-19 08:53 NNNN

 

BANCHE: ALLARME FABI, RISCHIO USURA DA MASSICCIA CESSIONE NPL (4) = (AdnKronos) – “Non bisogna limitarsi a far quadrare i bilanci delle banche, ma anche tutti gli altri aspetti, soprattutto quelli sociali, derivanti da operazioni squisitamente finanziarie volute dalla Banca centrale europea e dietro le quali si arricchiscono i soliti personaggi”, commenta il segretario Sileoni. “I tempi di recupero crediti delle società specializzate – spiega ancora – sono troppo veloci, da qui i pericoli per i titolari delle sofferenze di venire strozzati, con il serio rischio di finire, per disperazione, nelle mani degli usurai e della criminalità organizzata. Il paradosso sarà rappresentato dal fatto che sullo stesso territorio opereranno sia le banche che vorranno comportarsi bene, ma che hanno svenduto i loro crediti a degli avvoltoi, sia le stesse società specializzate nel recupero crediti che agiranno in fretta e con pochissimi scrupoli. E’ una bomba che sta per esplodere – avverte Sileoni – e il governo deve intervenire a stretto giro, con una legge ad hoc, salvaguardando piccole, medie imprese in crisi oltre che famiglie disperate. Senza dimenticare che le ripetute cessioni di sofferenze da parte delle banche hanno un impatto negativo sul settore, sia per quanto riguarda l’occupazione sia perché le stesse banche rinunciano ad attività che potrebbero essere ben gestite al proprio interno: le professionalità esistono e vanno invece valorizzate”, conclude Sileoni. (Mat/AdnKronos) ISSN 2465 – 1222 22-GIU-19 08:53 NNNN

 

Credito: Fabi, rischio usura imprese e famiglie con svendita Npl = (AGI) – Roma, 22 giu. – C’e’ un rischio usura, per imprese e famiglie, legato alla massiccia vendita di sofferenze e di crediti deteriorati da parte delle banche italiane. E’ l’allarme lanciato dalla Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), che in una nota parla di un fenomeno sensibilmente cresciuto negli ultimi anni, che riguarda prestiti non rimborsati per oltre 360 miliardi di euro e che interessa, guardando alle sole sofferenze, oltre 1,2 milioni di soggetti. Si tratta di clienti bancari “ceduti”, con le loro rate scadute, dagli istituti bancari a societa’ specializzate nel recupero crediti che operano frequentemente con modalita’ spregiudicate: la maggior parte dei soggetti coinvolti (61%) e’ esposta per cifre che vanno da 250 euro a 30.000 euro. La Fabi lancia dunque l’allarme usura, fotografando con un’analisi dettagliata l’impatto sui territori e i rischi sociali derivanti dalla cospicua cessione di pacchetti di non perforing loan delle banche. Sul piano teritoriale, e’ il Nord Ovest l’area geografica piu’ toccata dal problema col 33% degli npl totali, con la Lombardia (24,9%) in testa alla “classifica” seguita dal Lazio con il 13,3% dei crediti deteriorati. (AGI) Red (Segue) 221001 GIU 19 NNNN

 

Credito: Fabi, rischio usura imprese e famiglie con svendita Npl (2)= (AGI) – Roma, 22 giu. –“Non bisogna limitarsi a far quadrare i bilanci delle banche – osserva il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – ma anche tutti gli altri aspetti, soprattutto quelli sociali, derivanti da operazioni squisitamente finanziarie volute dalla Banca centrale europea e dietro le quali si arricchiscono i soliti personaggi. I tempi di recupero crediti delle societa’ specializzate sono troppo veloci, da qui i pericoli per i titolari delle sofferenze di venire strozzati, con il serio rischio di finire, per disperazione, nelle mani degli usurai e della criminalita’ organizzata”. Per Sileoni, “il paradosso sara’ rappresentato dal fatto che sullo stesso territorio opereranno sia le banche che vorranno comportarsi bene, ma che hanno svenduto i loro crediti a degli avvoltoi, sia le stesse societa’ specializzate nel recupero crediti che agiranno in fretta e con pochissimi scrupoli. E’ una bomba che sta per esplodere e il governo deve intervenire a stretto giro, con una legge ad hoc, salvaguardando piccole, medie imprese in crisi oltre che famiglie disperate”. Senza dimenticare, prosegue nel ragionamento, “che le ripetute cessioni di sofferenze da parte delle banche hanno un impatto negativo sul settore, sia per quanto riguarda l’occupazione sia perche’ le stesse banche rinunciano ad attivita’ che potrebbero essere ben gestite al proprio interno: le professionalita’ esistono e vanno invece valorizzate. Il governo rifletta e agisca perche’ la bomba sta per esplodere”. Ecco nel dettaglio l’analisi della Fabi: – IL GIRO D’AFFARI DEL RECUPERO CREDITI Dal 2015 al 2018, anche per effetto delle forti pressioni esercitate dalle autorita’ di vigilanza europee, sono stati immessi sul mercato npl per oltre 170 miliardi. Operazioni che, se da una parte hanno consentito alle banche di migliorare i risultati raggiungendo in tempi brevi gli obiettivi dei requisiti patrimoniali imposti dalle stesse autorita’ europee, dall’altro stanno mettendo in pericolo i clienti bancari. Il fenomeno dei crediti deteriorati in banca raggiunge il picco nel 2015 con 360,4 miliardi tra sofferenze (201,1 miliardi) inadempienze probabili (136,3 miliardi) ed esposizione scadute (13,8 miliardi). Da quel momento e’ scattata una vasta pulizia di bilancio, che ha rappresentato la via d’uscita preferita dalle banche italiane, ricercata da management al solo scopo di fare cassa, riequilibrare il bilancio e accontentare la vigilanza bancaria europea. Nell’arco del triennio 2015-2018 il totale dei crediti deteriorati ancora iscritti nei bilanci bancari e’ stato portato 189,5 miliardi: 101,5 miliardi di sofferenze, 82,9 miliardi di inadempienze probabili e 4,9 miliardi di esposizioni scadute. (AGI) Red/Gav (Segue)

 

Credito: Fabi, rischio usura imprese e famiglie con svendita Npl (3) = (AGI) – Roma, 22 giu. –La riduzione è assai significativa. Sul discusso e pericoloso mercato del recupero crediti e’ finita, dunque, con ogni probabilita’, una parte consistente dei 170,8 miliardi “spazzati via” dai bilanci delle banche. Le operazioni di vendita sono cresciute costantemente. Nel corso del 2018, i crediti deteriorati netti sono calati a 90 miliardi, con una riduzione di 40 miliardi rispetto al 2017: una discesa legata a rilevanti operazioni di cessione di non performing loan (55 miliardi nel 2018, 42 miliardi nel 2017, 26 miliardi nel 2016). Rispetto allo stock di finanziamenti, gli npl valgono il 4,3%, nel 2015 erano al 9,8%. – LA DIMENSIONE DEL FENOMENO Se si guarda alle sole sofferenze, analizzando i dati della Banca d’Italia, si scopre che i soggetti coinvolti sono oltre 1,2 milioni. Si tratta di imprese e famiglie alle prese con le difficolta’ nell’onorare le scadenze dei finanziamenti: il 61,4% del totale dei clienti in ritardo coi rimborsi e’ esposto per finanziamenti da 250 euro a 30.000 euro; un altro 12,9% per prestiti da 30.000 euro a 75.000 euro; il 7,4% per crediti da 75.000 euro a 125.000 euro. Nella fascia piu’ alta, invece, sono pochi, in proporzione, quelli in crisi: 19.609 clienti (1,6%) con prestiti da 1 a 2,5 milioni; 7.520 soggetti (0,6%) con finanziamenti da 2,5 milioni a 5 milioni; 5.425 (0,4%) per crediti da 5 milioni a 25 milioni, mentre oltre questa soglia ci sono appena 584 “nomi” (0,04% del totale). – LA RIPARTIZIONE TERRITORIALE Da un punto di vista geografico, il fenomeno delle sofferenze – e quindi di clienti bancari a rischio usura – si innesta per oltre il 50% nelle regioni settentrionali: il 33% degli npl e’ del Nord Ovest (Piemonte e Valle d’Aosta 5,4%, Lombardia 24,9%, Liguria 2,7%); il 25,2% e’ del Nord Est (Trentino Alto Adige 2,0%, Veneto 8,6%, Friuli Venezia Giulia 1,4%, Emilia Romagna 10,0%); nelle regioni del Centro si registrano, poi, sofferenze pari al 27,9% del totale (Toscana 8,3%, Umbria 1,9%, Marche 3,1%, Lazio 13,3%); il 6,4% degli npl e’ al Sud (Abruzzo e Molise 2,4%, Campania 6,7%, Puglia e Basilicata 4,5%, Calabria 1,5%), mentre il restante 3,4% e’ delle isole (Sicilia 5,4%, Sardegna 2,0%). (AGI) Red (Segue) 221001 GIU 19 NNNN

 

Credito: Fabi, rischio usura imprese e famiglie con svendita Npl (4)= (AGI) – Roma, 22 giu. – IL “PRIMATO” EUROPEO Negli ultimi cinque anni, in tutta Europa lo stock di crediti deteriorati si e’ quasi dimezzato, “liberando” risorse per ben 517 miliardi e il 65% di questo risultato e’ stato ottenuto da paesi come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Solo in Italia, l’ammontare complessivo di npl e’ diminuito del 52% dal 2014 al 2018, percentuale piu’ alta d’Europa dopo il 78% registrato in Irlanda. Peccato che il primato tricolore delle operazioni di cessione cartolarizzazione sia stato raggiunto nel nostro Paese con la vendita diretta di pacchetti di crediti a terze controparti che ormai hanno fatto degli npl un business o attraverso la garanzia pubblica dello Stato (Gacs ovvero Garanzia cartolarizzazione sofferenze). Entrambe le soluzioni sono state utilizzate e perpetrate a danno delle categorie sociali piu’ importanti per lo sviluppo e la crescita del nostro Paese: i lavoratori, le imprese e famiglie. Chi ha tratto profitto dalle svendite folli di crediti marci sono solo le banche e gli operatori di mercato, avvoltoi in cerca di affari a buoni prezzi e ignari del danno sociale prodotto. (AGI) Red/Gav 221001 GIU 19 NNNN

 

Banche, Fabi: Rischio usura per imprese e famiglie con svendita Npl Milano, 22 giu. (LaPresse) – “C’è un rischio usura, per imprese e famiglie, legato alla massiccia vendita di sofferenze e di crediti deteriorati da parte delle banche italiane. Un fenomeno sensibilmente cresciuto negli ultimi anni, che riguarda prestiti non rimborsati per oltre 360 miliardi di euro e che interessa, guardando alle sole sofferenze, oltre 1,2 milioni di soggetti. Si tratta di clienti bancari “ceduti”, con le loro rate scadute, dagli istituti bancari a società specializzate nel recupero crediti che operano frequentemente con modalità spregiudicate: la maggior parte dei soggetti coinvolti (61%) è esposta per cifre che vanno da 250 euro a 30.000 euro”. La Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) lancia l’allarme usura, fotografando, con un’analisi dettagliata, l’impatto sui territori e i rischi sociali derivanti dalla cospicua cessione di pacchetti di non perforing loan delle banche. Sul piano teritoriale, è il Nord Ovest l’area geografica più toccata dal problema col 33% degli npl totali, con la Lombardia (24,9%) in testa alla “classifica” seguita dal Lazio con il 13,3% dei crediti deteriorati.”Non bisogna limitarsi a far quadrare i bilanci delle banche, ma anche tutti gli altri aspetti, soprattutto quelli sociali, derivanti da operazioni squisitamente finanziarie volute dalla Banca centrale europea e dietro le quali si arricchiscono i soliti personaggi. I tempi di recupero crediti delle società specializzate sono troppo veloci, da qui i pericoli per i titolari delle sofferenze di venire strozzati, con il serio rischio di finire, per disperazione, nelle mani degli usurai e della criminalità organizzata. Il paradosso sarà rappresentato dal fatto che sullo stesso territorio opereranno sia le banche che vorranno comportarsi bene, ma che hanno svenduto i loro crediti a degli avvoltoi, sia le stesse società specializzate nel recupero crediti che agiranno in fretta e con pochissimi scrupoli. È una bomba che sta per esplodere e il governo deve intervenire a stretto giro, con una legge ad hoc, salvaguardando piccole, medie imprese in crisi oltre che famiglie disperate. Senza dimenticare che le ripetute cessioni di sofferenze da parte delle banche hanno un impatto negativo sul settore, sia per quanto riguarda l’occupazione sia perché le stesse banche rinunciano ad attività che potrebbero essere ben gestite al proprio interno: le professionalità esistono e vanno invece valorizzate. Il governo rifletta e agisca perché la bomba sta per esplodere”, commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.(Segue) ECO NG01 lcr 221339 GIU 19

 

Banche, Fabi: Rischio usura per imprese e famiglie con svendita Npl-2- Milano, 22 giu. (LaPresse) – “Il giro d’affari del recupero crediti. Dal 2015 al 2018, anche per effetto delle forti pressioni esercitate dalle autorità di vigilanza europee, sono stati immessi sul mercato npl per oltre 170 miliardi. Operazioni che, se da una parte hanno consentito alle banche di migliorare i risultati raggiungendo in tempi brevi gli obiettivi dei requisiuti patrimoniali imposti dalle stesse autorità europee, dall’altro stanno mettendo in pericolo i clienti bancari. Il fenomeno dei crediti deteriorati in banca raggiunge il picco nel 2015 con 360,4 miliardi tra sofferenze (201,1 miliardi) inadempienze probabili (136,3 miliardi) ed esposizione scadute (13,8 miliardi). Da quel momento è scattata una vasta pulizia di bilancio, che ha rappresentato la via d’uscita preferita dalle banche italiane, ricercata da management al solo scopo di fare cassa, riequilibrare il bilancio e accontentare la vigilanza bancaria europea. Nell’arco del triennio 2015-2018 il totale dei crediti deteriorati ancora iscritti nei bilanci bancari è stato portato 189,5 miliardi: 101,5 miliardi di sofferenze, 82,9 miliardi di inadempienze probabili e 4,9 miliardi di esposizioni scadute. La riduzione è assai significativa. Sul discusso e pericoloso mercato del recupero crediti è finita, dunque, con ogni probabilità, una parte consistente dei 170,8 miliardi “spazzati via” dai bilanci delle banche. Le operazioni di vendita sono cresciute costantemente. Nel corso del 2018, i crediti deteriorati netti sono calati a 90 miliardi, con una riduzione di 40 miliardi rispetto al 2017: una discesa legata a rilevanti operazioni di cessione di non performing loan (55 miliardi nel 2018, 42 miliardi nel 2017, 26 miliardi nel 2016). Rispetto allo stock di finanziamenti, gli npl valgono il 4,3%, nel 2015 erano al 9,8%”, sottolinea la Fabi.(Segue) ECO NG01 lcr 221339 GIU 19

 

Banche, Fabi: Rischio usura per imprese e famiglie con svendita Npl-3- Milano, 22 giu. (LaPresse) – Se si guarda alle sole sofferenze, analizzando i dati della Banca d’Italia, si scopre che i soggetti coinvolti sono oltre 1,2 milioni. Si tratta di imprese e famiglie alle prese con le difficoltà nell’onorare le scadenze dei finanziamenti: il 61,4% del totale dei clienti in ritardo coi rimborsi è esposto per finanziamenti da 250 euro a 30.000 euro; un altro 12,9% per prestiti da 30.000 euro a 75.000 euro; il 7,4% per crediti da 75.000 euro a 125.000 euro. Nella fascia più alta, invece, sono pochi, in proporzione, quelli in crisi: 19.609 clienti (1,6%) con prestiti da 1 a 2,5 milioni; 7.520 soggetti (0,6%) con finanziamenti da 2,5 milioni a 5 milioni. 5425 (0,4%) per crediti da 5 milioni a 25 milioni, mentre oltre questa soglia ci sono appena 584 “nomi” (0,04% del totale).(Segue) ECO NG01 lcr 221339 GIU 19

 

Banche, Fabi: Rischio usura per imprese e famiglie con svendita Npl-4- Milano, 22 giu. (LaPresse) – “Da un punto di vista geografico, il fenomeno delle sofferenze – e quindi di clienti bancari a rischio usura – si innesta per oltre il 50% nelle regioni settentrionali: il 33% degli npl è del Nord Ovest (Piemonte e Valle d’Aosta 5,4%, Lombardia 24,9%, Liguria 2,7%); il 25,2% è del Nord Est (Trentino Alto Adige 2,0%, Veneto 8,6%, Friuli Venezia Giulia 1,4%, Emilia Romagna 10,0%); nelle regioni del Centro si registrano, poi, sofferenze pari al 27,9% del totale (Toscana 8,3%, Umbria 1,9%, Marche 3,1%, Lazio 13,3%); il 6,4% degli npl è al Sud (Abruzzo e Molise 2,4%, Campania 6,7%, Puglia e Basilicata 4,5%, Calabria 1,5%), mentre il restante 3,4% è delle isole (Sicilia 5,4%, Sardegna 2,0%).Il “primato” europeo. Negli ultimi cinque anni, in tutta Europa lo stock di crediti deteriorati si è quasi dimezzato, “liberando” risorse per ben 517 miliardi e il 65% di questo risultato è stato ottenuto da paesi come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Solo in Italia, l’ammontare complessivo di npl è diminuito del 52% dal 2014 al 2018, percentuale più alta d’Europa dopo il 78% registrato in Irlanda. Peccato che il primato tricolore delle operazioni di cessione cartolarizzazione sia stato raggiunto nel nostro Paese con la vendita diretta di pacchetti di crediti a terze controparti che ormai hanno fatto degli npl un business o attraverso la garanzia pubblica dello Stato (Gacs ovvero Garanzia cartolarizzazione sofferenze). Entrambe le soluzioni sono state utilizzate e perpetrate a danno delle categorie sociali più importanti per lo sviluppo e la crescita del nostro Paese: i lavoratori, le imprese e famiglie. Chi ha tratto profitto dalle svendite folli di crediti marci sono solo le banche e gli operatori di mercato, avvoltoi in cerca di affari a buoni prezzi e ignari del danno sociale prodotto”, conclude la Fabi. ECO NG01 lcr 221339 GIU 19

 

CREDITO: FABI “RISCHIO USURA PER IMPRESE E FAMIGLIE CON SVENDITA NPL” ROMA (ITALPRESS) – C’e’ un rischio usura, per imprese e famiglie, legato alla massiccia vendita di sofferenze e di crediti deteriorati da parte delle banche italiane. Un fenomeno sensibilmente cresciuto negli ultimi anni, che riguarda prestiti non rimborsati per oltre 360 miliardi di euro e che interessa, guardando alle sole sofferenze, oltre 1,2 milioni di soggetti. Si tratta di clienti bancari “ceduti”, con le loro rate scadute, dagli istituti bancari a societa’ specializzate nel recupero crediti che operano frequentemente con modalita’ spregiudicate: la maggior parte dei soggetti coinvolti (61%) e’ esposta per cifre che vanno da 250 euro a 30.000 euro. La FABI (Federazione autonoma bancari italiani) lancia l’allarme usura, fotografando, con un’analisi dettagliata, l’impatto sui territori e i rischi sociali derivanti dalla cospicua cessione di pacchetti di non perforing loan delle banche. Sul piano teritoriale, e’ il Nord Ovest l’area geografica piu’ toccata dal problema col 33% degli npl totali, con la Lombardia (24,9%) in testa alla “classifica” seguita dal Lazio con il 13,3% dei crediti deteriorati. (ITALPRESS) – (SEGUE). vbo/com 22-Giu-19 09:05 NNNN

 

CREDITO: FABI “RISCHIO USURA PER IMPRESE E FAMIGLIE CON SVENDITA NPL”-2- “Non bisogna limitarsi a far quadrare i bilanci delle banche, ma anche tutti gli altri aspetti, soprattutto quelli sociali, derivanti da operazioni squisitamente finanziarie volute dalla Banca centrale europea e dietro le quali si arricchiscono i soliti personaggi – commenta il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni -. I tempi di recupero crediti delle societa’ specializzate sono troppo veloci, da qui i pericoli per i titolari delle sofferenze di venire strozzati, con il serio rischio di finire, per disperazione, nelle mani degli usurai e della criminalita’ organizzata. Il paradosso sara’ rappresentato dal fatto che sullo stesso territorio opereranno sia le banche che vorranno comportarsi bene, ma che hanno svenduto i loro crediti a degli avvoltoi, sia le stesse societa’ specializzate nel recupero crediti che agiranno in fretta e con pochissimi scrupoli. E’ una bomba che sta per esplodere e il governo deve intervenire a stretto giro, con una legge ad hoc, salvaguardando piccole, medie imprese in crisi oltre che famiglie disperate. Senza dimenticare che le ripetute cessioni di sofferenze da parte delle banche hanno un impatto negativo sul settore, sia per quanto riguarda l’occupazione sia perche’ le stesse banche rinunciano ad attivita’ che potrebbero essere ben gestite al proprio interno: le professionalita’ esistono e vanno invece valorizzate. Il governo rifletta e agisca perche’ la bomba sta per esplodere”. (ITALPRESS) – (SEGUE). vbo/com 22-Giu-19 09:05 NNNN

 

CREDITO: FABI “RISCHIO USURA PER IMPRESE E FAMIGLIE CON SVENDITA NPL”-3- Il giro d’affari del recupero crediti. Dal 2015 al 2018, anche per effetto delle forti pressioni esercitate dalle autorita’ di vigilanza europee, sono stati immessi sul mercato npl per oltre 170 miliardi, si legge in una nota della FABI. Operazioni che, se da una parte hanno consentito alle banche di migliorare i risultati raggiungendo in tempi brevi gli obiettivi dei requisiuti patrimoniali imposti dalle stesse autorita’ europee, dall’altro stanno mettendo in pericolo i clienti bancari. Il fenomeno dei crediti deteriorati in banca raggiunge il picco nel 2015 con 360,4 miliardi tra sofferenze (201,1 miliardi) inadempienze probabili (136,3 miliardi) ed esposizione scadute (13,8 miliardi). Da quel momento e’ scattata una vasta pulizia di bilancio, che ha rappresentato la via d’uscita preferita dalle banche italiane, ricercata da management al solo scopo di fare cassa, riequilibrare il bilancio e accontentare la vigilanza bancaria europea. Nell’arco del triennio 2015-2018 il totale dei crediti deteriorati ancora iscritti nei bilanci bancari e’ stato portato 189,5 miliardi: 101,5 miliardi di sofferenze, 82,9 miliardi di inadempienze probabili e 4,9 miliardi di esposizioni scadute. La riduzione e’ assai significativa. Sul discusso e pericoloso mercato del recupero crediti e’ finita, dunque, con ogni probabilita’, una parte consistente dei 170,8 miliardi “spazzati via” dai bilanci delle banche. (ITALPRESS) – (SEGUE). vbo/com 22-Giu-19 09:05 NNNN

 

CREDITO: FABI “RISCHIO USURA PER IMPRESE E FAMIGLIE CON SVENDITA NPL”-4- Le operazioni di vendita sono cresciute costantemente. Nel corso del 2018, secondo la nota della FABI, i crediti deteriorati netti sono calati a 90 miliardi, con una riduzione di 40 miliardi rispetto al 2017: una discesa legata a rilevanti operazioni di cessione di non performing loan (55 miliardi nel 2018, 42 miliardi nel 2017, 26 miliardi nel 2016). Rispetto allo stock di finanziamenti, gli npl valgono il 4,3%, nel 2015 erano al 9,8%. La dimensione del fenomeno. Se si guarda alle sole sofferenze, analizzando i dati della Banca d’Italia, si scopre che i soggetti coinvolti sono oltre 1,2 milioni. Si tratta di imprese e famiglie alle prese con le difficolta’ nell’onorare le scadenze dei finanziamenti: il 61,4% del totale dei clienti in ritardo coi rimborsi e’ esposto per finanziamenti da 250 euro a 30.000 euro; un altro 12,9% per prestiti da 30.000 euro a 75.000 euro; il 7,4% per crediti da 75.000 euro a 125.000 euro. Nella fascia piu’ alta, invece, sono pochi, in proporzione, quelli in crisi: 19.609 clienti (1,6%) con prestiti da 1 a 2,5 milioni; 7.520 soggetti (0,6%) con finanziamenti da 2,5 milioni a 5 milioni; 5.425 (0,4%) per crediti da 5 milioni a 25 milioni, ​mentre oltre questa soglia ci sono appena 584 “nomi” (0,04% del totale). (ITALPRESS) – (SEGUE). vbo/com 22-Giu-19 09:05 NNNN

 

CREDITO: FABI “RISCHIO USURA PER IMPRESE E FAMIGLIE CON SVENDITA NPL”-5- La ripartizione territoriale. Da un punto di vista geografico, secondo la nota della FABI, il fenomeno delle sofferenze – e quindi di clienti bancari a rischio usura – si innesta per oltre il 50% nelle regioni settentrionali: il 33% degli npl e’ del Nord Ovest (Piemonte e Valle d’Aosta 5,4%, Lombardia 24,9%, Liguria 2,7%); il 25,2% e’ del Nord Est (Trentino Alto Adige 2,0%, Veneto 8,6%, Friuli Venezia Giulia 1,4%, Emilia Romagna 10,0%); nelle regioni del Centro si registrano, poi, sofferenze pari al 27,9% del totale (Toscana 8,3%, Umbria 1,9%, Marche 3,1%, Lazio 13,3%); il 6,4% degli npl e’ al Sud (Abruzzo e Molise 2,4%, Campania 6,7%, Puglia e Basilicata 4,5%, Calabria 1,5%), mentre il restante 3,4% e’ delle isole (Sicilia 5,4%, Sardegna 2,0%). Il “primato” europeo. Negli ultimi cinque anni, in tutta Europa lo stock di crediti deteriorati si e’ quasi dimezzato, “liberando” risorse per ben 517 miliardi e il 65% di questo risultato e’ stato ottenuto da paesi come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Solo in Italia, l’ammontare complessivo di npl e’ diminuito del 52% dal 2014 al 2018, percentuale piu’ alta d’Europa dopo il 78% registrato in Irlanda. Peccato che il primato tricolore delle operazioni di cessione cartolarizzazione sia stato raggiunto nel nostro Paese con la vendita diretta di pacchetti di crediti a terze controparti che ormai hanno fatto degli npl un business o attraverso la garanzia pubblica dello Stato (Gacs ovvero Garanzia cartolarizzazione sofferenze). (ITALPRESS) – (SEGUE). vbo/com 22-Giu-19 09:05 NNNN

 

CREDITO: FABI “RISCHIO USURA PER IMPRESE E FAMIGLIE CON SVENDITA NPL”-6- Entrambe le soluzioni sono state utilizzate e perpetrate a danno delle categorie sociali piu’ importanti per lo sviluppo e la crescita del nostro Paese: i lavoratori, le imprese e famiglie. Chi ha tratto profitto dalle svendite folli di crediti marci sono solo le banche e gli operatori di mercato, avvoltoi in cerca di affari a buoni prezzi e ignari del danno sociale prodotto, conclude la nota FABI. (ITALPRESS). vbo/com 22-Giu-19 09:05 NNNN

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