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«SERVE LO SCUDO PENALE PER I DIRETTORI DI AGENZIE E I DIRIGENTI CON LIMITATA AUTONOMIA DI FIDO»

di Redazione

Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commenta l’intervento del premier, Giuseppe Conte, alla Camera: «Il governo vigili sulle erogazioni nei territori, le disparità di trattamento di taluni capi azienda danneggiano alcune aree del Paese»

FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI

COMUNICATO STAMPA

Banche: Sileoni, serve scudo penale per direttori di agenzie e dirigenti con limitata autonomia di fido

Il segretario generale della Fabi: «Governo vigili su erogazioni nei territori, disparità di trattamento di taluni capi azienda danneggiano alcune aree del Paese»

Roma, 21 maggio 2020. «Il premier Giuseppe Conte ha ragione: i vertici delle banche possono e devono fare di più sul fronte dei prestiti alle imprese garantiti dallo Stato. Intanto, però, il governo dovrebbe rendere pubblici i nomi delle banche che stanno rallentando le procedure. Ed è opportuno che il governo vigili su quali territori sono concessi i prestiti del decreto liquidità perché taluni capi azienda privilegiano, per particolari convenienze, alcuni territori a danno di altri. Questa disparità di trattamento danneggia alcune aree del Paese, spingendo le aziende in mano alla criminalità organizzata e all’usura». Lo dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando l’intervento del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, alla Camera dei deputati. Secondo Sileoni «per velocizzare le procedure è necessario introdurre correttivi al decreto, in particolare il cosiddetto scudo penale, a tutela dei direttori delle agenzie bancarie e di quei dirigenti che hanno limitata autonomia sulle delibere dei prestiti, con l’obiettivo di metterli al riparo da reati, soprattutto dal concorso in bancarotta».

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