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PREVIDENZA COMPLEMENTARE AL CENTRO DEL PRIMO DIBATTITO ONLINE DELLA FABI

di Redazione

“Fondi pensione: strategie di investimenti per il welfare dei giovani e il rilancio del paese”. Questo il titolo del dibattito pubblico trasmesso in diretta con cui la Fabi apre il ciclo “La primavera nelle banche: come cambia il settore in tempi di pandemia, smart working e digitale, a difesa dell’occupazione”.

«La previdenza complementare è un argomento importantissimo, anche in relazione alla ripresa economica del Paese. In Italia aderisce a un fondo pensione un lavoratore su tre, in Germania più di uno su due. E, nonostante ne abbiano più bisogno, proprio i giovani ci puntano poco. Insomma, c’è da fare molto, moltissimo, anche in settori di punta come quello bancario. Bisogna capire, oggi più che mai, che la pensione è la casa del futuro: noi, a partire da oggi, con questo evento, vogliamo dare il nostro contributo nell’interesse di tutti».

Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni ha introdotto così il dibattito moderato dal giornalista del Corriere della Sera, Federico de Rosa.
Ospiti, in collegamento, alcuni dei principali rappresentanti del mondo delle banche e dei fondi pensione italiani: Stefania Luzi (Responsabile Area economia e finanza Mefop), Simone Bini Smaghi (Vicedirettore generale Fondo Pensione ARCA Previdenza), Stefano Bottino (Responsabile Direzione Affari sindacali e del lavoro Abi), Raffaele Bruni(Presidente BM&C Società di consulenza Fondi Pensione), Vincenzo Saporito (Responsabile Dipartimento Welfare Fabi, Presidente Fondo Pensione Credit Agricole Italia, Presidente Fondo Pensione Bcc Trentino), Piergiuseppe Mazzoldi (Coordinatore Fabi gruppo Iccrea, Presidente Fondo Pensione Bcc Nazionale), Mauro Bossola (Segretario generale aggiunto Fabi, Presidente Fondo Pensione Intesa Sanpaolo), Lando Maria Sileoni (Segretario generale Fabi).

«Oltre all’eccellenza del settore del credito – ha detto Vincenzo Saporito – a livello di sistema Paese siamo indietro rispetto alla media Europea sulla previdenza complementare. Ognuno degli attori sociali deve fare la propria parte fino in fondo senza aspettare il legislatore. C’è da segnalare che spesso dove ci sono i rappresentanti dei lavoratori c’è maggior cultura di previdenza».

Ma come consentire ai fondi di investire anche nelle aziende più piccole? Esistono delle iniziative per accompagnare i fondi verso l’economia reale? Alle domande di De Rosa ha risposto Stefania Luzi: «Nel corso degli anni sono stati introdotti degli incentivi fiscali per fare in modo che i fondi andassero in quella direzione, ma le specifiche previsioni del legislatore non devono essere l’unico stimolo all’investimento in economia reale che è anche una questione di coerenza e maturità».

Anche Simone Bini Smaghi è intervenuto sull’importanza degli investimenti socialmente responsabili che «devono essere tradotti in comportamenti concreti. Noi prediligiamo la parte ambientale al 50% e abbiamo investito oltre 120 milioni in economia reale considerando il grande valore e l’eccellenza delle nostre piccole e medie imprese».

Ma perché i giovani restano lontani dai fondi pensione, ha chiesto Sileoni e quali iniziative bisogna intraprendere. «Non c’è sufficiente informativa – ha detto Bini Smaghi – e forse sarebbe necessario immaginare qualche forma di obbligatorietà per fare in modo che la previdenza entri nella cultura anche dei più giovani e rendere più accessibile e flessibile la modalità di versamento: oggi un nonno non può versare contributi nei fondi pensione dei propri nipoti ed è assurdo. Inoltre pensando all’orizzonte temporale dei fondi pensione dobbiamo puntare proprio ai giovani per fare in modo che quei soldi fruttino e si possa investire bene».

«Non dimentichiamoci però – ha detto Mauro Bossola – che l’adesione dei giovani ai fondi pensione e la loro propensione a risparmiare per il futuro è strettamente legata al reddito percepito e alla tipologia di contratti».

Ma cosa si intende esattamente per investimenti sostenibili? È un tema vero o una moda, ha chiesto De Rosa.

«È un momento in cui si affollano tante normative europee – ha risposto Raffaele Bruni – e il rischio vero è quello di indurre una corsa all’adeguamento vuoto e al livellamento. Non possiamo accontentarci di applicare delle ricette senza distinguere e scegliere. L’occasione è importante per cercare di fare una riflessione su quello che è davvero importante. E poi dobbiamo ricordarci, come diceva Bossola, che non c’è previdenza senza lavoro e anche in questo senso è fondamentale il welfare come spinta propulsiva».

«Per quanto riguarda il Fondo Nazionale Bcc – ha detto Piergiuseppe Mazzoldi – abbiamo scelto dei campi di intervento con criteri e obiettivi molto chiari tra cui assunzioni e riduzione della plastica. C’è ancora molto da esplorare, ma ci sono 36 gestori e 51 iniziative in campo e abbiamo presentato l’anno scorso un bilancio sostenibile investendo il 16% in economia reale».

«Non possiamo fare finta di non accorgerci – ha aggiunto Vincenzo Saporito – che se non facciamo nulla consegneremo un ambiente distrutto alle generazioni future. Questi temi li dobbiamo personalizzare noi. E analizzando l’età media abbiamo verificato che sono più i giovani ad occuparsi di tematiche ambientali e ad investire in modo sociale».

«Noi – ha detto Stefano Bottino – gestiamo una materia, quella bancaria, dove c’è una maggior conoscenza del mondo del risparmio e proprio per questo il welfare ricopre un ruolo fondamentale. Fondo di solidarietà, incentivi all’esodo, staffetta generazionale sono tutti temi e strumenti importantissimi del settore bancario per gestire le trasformazioni».

“Servono nuove norme che spingano gli investimenti dei fondi pensione nell’economia reale, ma con altissime garanzie per i lavoratori: perché nei fondi finiscono i contributi dei lavoratori e il loro tfr» ha aggiunto il segretario generale della Fabi. «Come sindacato – ha concluso – siamo estremamente sensibili alla sostenibilità sociale e ambientale degli investimenti: vanno premiati quei fondi che rispettano il futuro delle giovani generazioni» ha concluso Sileoni.
Quello di oggi è stato il primo di una serie di dibattiti pubblici (un evento a settimana di 90 minuti) nei quali saranno affrontati temi di grande attualità: smart working, pandemia, digitale e nuove tecnologie, le pressioni commerciali, i rapporti delle banche con imprese, famiglie e territori, il ruolo degli istituti di credito per la ripresa economica, le fusioni e le acquisizioni, il futuro del settore bancario in Italia e in Europa. Parteciperanno i segretari generali delle organizzazioni sindacali, i capi del personale e i responsabili delle relazioni sindacali dei principali gruppi bancari, i rappresentanti Fabi nei fondi pensione, i segretari nazionali e i coordinatori di gruppo Fabi, giornalisti ed editorialisti, i grandi esperti del settore bancario, i vertici delle banche.

Come questo, ogni dibattito sarà trasmesso in diretta su www.fabi.it e sul profilo Facebook della Federazione autonoma bancari italiani e andrà successivamente in onda su Class Cnbc (canale 507 di Sky).
L’incontro di oggi sui fondi pensione andrà in onda sabato 10 aprile alle ore 13.30 e domenica 11 aprile alle ore 21.00.

 

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