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SILEONI “ALCUNI PIANI INDUSTRIALI SONO SCIACALLAGGIO OCCUPAZIONALE.

di Redazione

COMUNICATO STAMPA

SILEONI (FABI):

“ALCUNI PIANI INDUSTRIALI RAPPRESENTANO OPERAZIONI DI SCIACALLAGGIO OCCUPAZIONALE.

ARRIVATO IL MOMENTO DI UN CONTRATTO NAZIONALE CHE APRE A NUOVI MESTIERI E A NUOVE TIPOLOGIE CONTRATTUALI

SULLA VERTENZA PROMOTORI FINANZIARI BANCA INTESA, FABI DISPONIBILE A TROVARE UNA RAPIDA SOLUZIONE”

“L’intervento del Ministro Calenda a tutela dei dipendenti Alitalia è più che condivisibile e apprezzabile. Il ministro ha infatti ricordato che “per le pessime gestioni di alcune aziende non devono pagare i lavoratori”.

In questi giorni, all’interno del settore bancario, i grandi gruppi, eccetto Intesa, stanno mistificando la verità scaricando sul personale non solo il prezzo delle pessime gestioni degli istituti, sofferenze bancarie comprese, ma anche gli alti stipendi e le buonuscite milionarie dei manager passati e presenti.

Il taglio di oltre 10mila posti di lavoro da parte del Gruppo Unicredit (tre piani industriali in tre anni) rappresenta una vergogna sociale e nazionale e la stessa classe politica, come giustamente ha fatto il ministro Calenda con Alitalia, dovrebbe intervenire. La mistificazione della realtà passa attraverso una comunicazione fuorviante del gruppo, che tende a valorizzare obiettivi di dubbio raggiungimento”.

Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari.

“Nello stesso modo altri gruppi bancari si stanno invece adoperando per mantenere in piedi i posti di lavoro in quelle banche che pagano le pessime gestioni dei manager precedenti, come le quattro good bank. Al Gruppo Ubi e al Gruppo Bper questo merito va riconosciuto.

Bisogna che il sindacato unitariamente prenda atto che è arrivato il momento di rimettere in discussione il contratto nazionale di lavoro per prevedere altre forme di attività professionali e per aprire a nuovi mestieri che rilancino ricavi e occupazione. In questi giorni, all’interno del Gruppo Intesa, le organizzazioni sindacali stanno discutendo sull’opportunità di dare stabilità contrattuale e professionale a quei dipendenti assunti anche con contratto da promotori finanziari (in Intesa sono oltre 5mila, nel settore bancario italiano oltre 40mila).

Prevedere nuove flessibilità contrattuali e nuove attività professionali sarà un percorso obbligato per mantenere gli attuali livelli occupazionali del settore e il movimento sindacale, tutto, se ne deve fare una ragione perché è nell’interesse del sindacato allargare il proprio campo d’azione e tutelare al meglio più tipologie di lavoratori, ad iniziare dai giovani. Il Contratto di lavoro scade a dicembre 2018, ma le condizioni per un cambiamento radicale devono essere discusse ora perché, nei vari piani industriali, troppe aziende stanno andando in deroga al contratto collettivo nazionale di lavoro”.

 

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