Home Rassegna Stampa BANCHE: SILEONI (FABI) A MUSSARI, NON RIMETTERE IN DISCUSSIONE ACCORDO 2009 (LABITALIA ADNKRONOS, martedì 1° marzo 2011)

BANCHE: SILEONI (FABI) A MUSSARI, NON RIMETTERE IN DISCUSSIONE ACCORDO 2009 (LABITALIA ADNKRONOS, martedì 1° marzo 2011)

di Redazione

Roma, 1 mar. (Labitalia) – “Quelli di cui parla il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari non sono ‘aumenti salariali automatici’, ma solo il recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni definito da accordi tra governo e parti sociali (sindacati-Confindustria con l’esclusione della Cgil che non sottoscrisse l’accordo) nella riforma sugli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009 sponsorizzata dal governo e sottoscritta dall’Abi”. Così il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, risponde al presidente dell’Abi Giuseppe Mussari che oggi, intervenendo all’iniziativa ‘Vedrò’ ha detto: “Non c’e’ piu’ spazio per automatismi negli aumenti salariali legati all’inflazione prevista”.

“A distanza di appena due anni dall’accordo sottoscritto dall’allora presidente Abi, Corrado Faissola, ci sembra inopportuno che l’attuale presidente Mussari lo rimetta in discussione – prosegue Sileoni – soprattutto in un momento cosi’ delicato per il settore bancario e a pochi giorni dall’inizio delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro del credito che interesserà 340mila bancari”.

Sileoni ricorda anche “il non positivo andamento delle trattative in Abi sulla riforma dell’ammortizzatore sociale di settore, il Fondo esuberi, dove si insiste a proporre alle organizzazioni sindacali l”indennità’ di disoccupazione’ per ottenere poi dei ‘licenziamenti mascherati’ per i 54enni con 30 anni di contribuzione, obbligandoli al pre-pensionamento”. “Non vorremmo – dice – che con la nuova presa di posizione odierna per il presidente Mussari sia già terminato il ‘tempo dei filosofi'”.

“In questo caso saremmo costretti a indossare i guantoni da pugile” avverte Sileoni, ricordando che “il 22 novembre 2010 lo stesso presidente Mussari dichiarò: “L’Abi non ha intenzione di usare il pugno di ferro con i sindacati nella vicenda del fondo di solidarietà del settore creditizio. Noi abbiamo fatto una proposta per renderlo compatibile con i tempi, ma al momento non e’ stata accettata dai sindacati. Non e’ tempo di pugni di ferro ma di strette di mano. Questo e’ un momento di responsabilità, e in caso di filosofi, non certo di pugili”.

 

(LABITALIA ADNKRONOS, martedì 1° marzo 2011)

 

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