di Cristina Casadei
Niente indennità di disoccupazione, a cui da sempre si è opposto con forza il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, mantenimento del principio di volontarietà, ma via libera alla solidarietà e riduzione dell’assegno per i lavoratori in carico al Fondo di solidarietà.
È stato raggiunto oggi, dopo nove mesi di trattativa, l’accordo tra l’Abi e i sindacati del credito (Fabi, Fiba- Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl credito e Sinfub) sulla riforma del Fondo di solidarietà, l’ammortizzatore sociale del settore istituito con il DM 158 del 2000. Nei prossimi mesi, con i più importanti piani industriali da negoziare (Intesa Sanpaolo, Banco popolare, Ubi), nel comparto potrebbero esserci tra le 5mila e le 7mila eccedenze da gestire attraverso il fondo.
Almeno cinque i punti qualificanti della riforma del Fondo.
Innanzitutto il ricorso alle prestazioni straordinarie del fondo deve avvenire attraverso la via degli accordi sindacali che definiscano gli incentivi all’esodo e le modalità di esodo volontario. Secondo, l’assegno straordinario netto è ridotto dell’8% per le retribuzioni lorde annue pari o inferiori a 38mila euro, dell’11% per quelle superiori a 38mila euro. Terzo, gli assegni straordinari saranno erogati dal fondo per il periodo massimo di 60 mesi antecedente la effettiva decorrenza dei trattamenti pensionistici, comprese le “finestre” createsi con l’allungamento dell’età pensionabile. Quarto, il fondo disciplinerà i contratti di solidarietà difensivi, fino al 50% dell’orario contrattuale, di durata fino a 24 mesi, con copertura sino all’80% della retribuzione. Quinto, per favorire l’occupazione stabile dei giovani le parti potranno ricorrere ai contratti di solidarietà espansivi di durata massima di 48 mesi.
Reintrodurre «la libertà di adesione del lavoratore interessato al prepensionamento o al pensionamento, come richiesto e ottenuto dalle organizzazioni sindacali, è stato un atto di giustizia sociale», dice Sileoni. Il giudizio dei segretari generali delle 7 sigle sindacali del primo tavolo è unanimemente molto positivo anche per le ripercussioni sulle trattative del contratto collettivo nazionale che inizieranno mercoledì prossimo dopo l’assemblea annuale di Abi.