Home Rassegna Stampa Manovra/ Fabi: Via i parlamentari che vogliono libertà licenziare – "Articolo 18 non si tocca, inaccettabili forzature nel decreto" (da TMNews, giovedì 18 agosto 2011)

Manovra/ Fabi: Via i parlamentari che vogliono libertà licenziare – "Articolo 18 non si tocca, inaccettabili forzature nel decreto" (da TMNews, giovedì 18 agosto 2011)

di Redazione

Roma, 18 ago. (TMNews) — L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non si tocca e i parlamentari che vogliono la libertà di licenziare andrebbero ‘licenziati’ alle prossime elezioni. Lo afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, secondo cui “il pretesto dell’aggravamento reale della crisi sta determinando forti anomalie sul nostro sistema di relazioni industriali. Evidente è il tentativo di inserire nel decreto in esame in Parlamento tematiche non connesse allo stato dei fatti”.”Mi riferisco – spiega in una nota il leader del sindacato dei bancari – alla palese forzatura, da noi ritenuta inaccettabile, sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori con la quale si intenderebbe dare il via libera a licenziamenti privi di giusta causa e spogliare i lavoratori di una fondamentale tutela. Auguriamo – sottolinea – a quei parlamentari che oggi considerano il fatto di poter licenziare liberamente ‘un obiettivo da raggiungere e un tabù da sfatare’, che lo stesso trattamento sia loro riservato dagli elettori alle prossime elezioni politiche”.

“Va vista con estrema cautela – evidenzia poi Sileoni – la materia dei contratti aziendali in deroga alle disposizioni del contratto collettivo di categoria. Il quadro normativo nazionale spesso contiene già disposizioni molto avanzate che purtroppo restano lettera morta per la cattiva volontà o l’inettitudine delle nostre controparti. Mi auguro – aggiunge – che ci sia un vero dibattito sui contenuti e sul merito dei provvedimenti, senza regalare le controparti a posizioni che sono costate anni di sacrifici ai lavoratori”.

“Siamo contrari – conclude il sindacalista – a liberalizzazioni selvagge sull’onda dell’emotività, che potrebbero pregiudicare la vera carica di rinnovamento di cui il paese ha bisogno”.

 

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