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Regole comuni, in Abi c'è l'accordo

di Redazione
È stato raggiungo questa notte in Abi l’accordo quadro tra banche e organizzazioni sindacali del credito sulle regole condivise per gestire il rinnovo del contratto.
Supremazia della contrattazione nazionale su quella di secondo livello, nessuna deroga al contratto nazionale stabilita per legge, definizione dell’indice inflattivo sulla base del quale calcolare gli aumenti contrattuali e, infine, un comune impegno a potenziare il welfare aziendale.
Questi, in estrema sintesi, i punti principali dell’accordo. “Siamo soddisfatti dell’intesa siglata perché riteniamo che portare Abi a una condivisione di un modello di regole da cui scaturisce il rinnovo contrattuale dia più forza al sindacato, visto che finora operare in assenza di regole condivise ha generato sempre rinnovi contrattuali estremamente difficili”, ha commentato a caldo Lando Sileoni, Segretario generale della FABI.
“Entriamo ora nella fase politica del rinnovo contrattuale con l’obiettivo di garantire a tutti i lavoratori bancari un contratto equo e dignitoso, che tenga conto sia del recupero inflattivo sia di un modello di banca più attento alle economie locali e alle esigenze del territorio”, ha aggiunto Sileoni.
Nessuna deroga al contratto nazionale. Nell’accordo si ribadisce l’esistenza di due livelli di contrattazione , nazionale e aziendale, e si afferma che a stabilire quali siano le materie da disciplinare attraverso i contratti aziendali può essere solo ed esclusivamente il contratto nazionale di categoria.
Un principio che sbarra definitivamente il passo alle deroghe sulla contrattazione nazionale previste per legge. Come quelle contemplate dalla manovra di ferragosto, che avevano anche scardinato le tutele dell’articolo 18.
Il contratto nazionale continua quindi a rappresentare un punto di riferimento negli assetti contrattuali del settore.
Ok all’indice inflattivo. L’indice inflattivo dei prezzi al consumo sulla base del quale calcolare gli aumenti contrattuali sarà lo stesso utilizzato dalla maggioranza dei settori che hanno rinnovato i propri contratti di categoria negli ultimi tre anni.
Contrattazione di secondo livello. Alla contrattazione di secondo livello, oltre alla regolamentazione delle specifiche materie demandate dal contratto nazionale, spetta anche stabilire gli importi dei premi che devono misurare l’efficienza e la produttività aziendale.
Nell’accordo si chiede al governo un più incisivo intervento per detassare questi riconoscimenti economici e si assume un impegno comune a garantire, attraverso il contratto nazionale, un premio minimo anche a quelle piccole aziende nelle quali non si pratica la contrattazione di secondo livello.
Sì alla bilateralità. Nell’accordo le parti stabiliscono un comune impegno a sviluppare forme di bilateralità, ossia strumenti che possano implementare il welfare aziendale migliorando la qualità della vita dei lavoratori del credito.
La parola d’ordine è potenziare la cassa mutua nazionale e la previdenza complementare.

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