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RISTRUTTURAZIONI BANCARIE: L'EX MINISTRO ON. GIUSEPPE FIORONI CONDIVIDE LA POSIZIONE DELLA FABI

di Redazione

Banche: Fioroni, su ristrutturazioni no solo tagli personale (da ANSA, venerdì 25 novembre 2011)

(ANSA) – ROMA, 25 NOV – L’Abi e gli istituti di credito che stanno compiendo operazioni di ristrutturazione non devono puntare solo a tagli del personale nella rete commerciale. Lo dice Beppe Fioroni, leader dell’area popolare del Pd che si dichiara d’accordo con richieste della Fabi.

“Il sistema bancario italiano – ha detto Fioroni – è investito in pieno dall’ennesima ondata di ristrutturazioni a seguito della crisi e già si annunciano esuberi ad esempio in Bnl e Unicredit. In questo quadro le posizioni della Fabi e delle altre organizzazioni sindacali del credito, che pongono all’attenzione dell’Abi e dei gruppi bancari il tema dell’equità degli interventi per evitare che si abbattano sulle reti commerciali degli istituti, è da condividere. Occorre che tutti si lavori perché gli interventi, in un’ottica di equità sociale, riguardino tutti i livelli suscettibili di risparmi gestionali”.

“La ricerca dell’equità concretamente praticata – ha concluso – non solo ridurrà il dramma delle uscite dal lavoro ma potrà consentire anche una nuova politica di buona occupazione per i giovani, tutelando così realmente il sistema bancario nazionale”. (ANSA).

 

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2 commenti

Fabio Fiacchi 26 Novembre 2011 - 13:28

Sono contento che un leader politico come Giuseppe Fioroni sia sceso in campo insieme alla ns organizzazione per tutelare i lavoratori…..e’ inammissibile che i tagli riguardino sempre e solo il personale di rete….un manager non puo’ guadagnare 70 volte un impiegato!!!!!!!!!!……..serve + responsabilita’ e equita’ sociale per il ns bene e per il bene delle generazioni future! L’abilita’ mediatica di Lando Sileoni sta portando alla Fabi ottimi risultati…..e sono certo che L’On. Fioroni portera’ a Montecitorio le problematiche della categoria. 

Fred® 26 Novembre 2011 - 15:36

Se i bancari ed i sindacati che li rappresentano non si danno una mossa, la categoria a tempo indeterminato è destinata all’estinzione. Il piano strategico di Unicredit è vergognoso (solo tagli di lavoratori, nessun accenno ai megabonus o a future assunzioni). 1 bancario su 8 sarà mandato a casa. Il sindacato sa che ormai i “volontari all’esodo” si stanno esaurendo e non credo che le banche siano disponibili a grossi incentivi per trovarne altri. Quindi anche la strada del fondo esuberi è tutta in salita. E allora? Allora si procederà con i veri e propri licenziamenti collettivi, così come previsto dalle leggi vigenti e il sindacato potrà fare poco o nulla se non, forse, stilare gli elenchi con i nomi. Altro aspetto della questione sono i grandi gruppi bancari. Per quanto ancora i banchieri resisteranno alla tentazione di seguire la strada Marchionne? Se vogliono possono uscire dall’ABI quando vogliono e fare contratti collettivi _aziendali_ senza problemi. Anzi, forse col recente accordo firmato in ABI a fine ottobre già lo possono fare, con _deroghe_ a tutto campo rispetto al ccnl. Noto molta “rassegnazione” tra i lavoratori come se tutto ciò fosse ineluttabile. Ma ancora non è così. I sindacati, ancora uniti nel settore, devono però intraprendere _subito_ iniziative concrete per invertire una rotta che dai ccnl del ’99 è stata solo una rinuncia continua, sia economica che normativa. Serve infine una strategia comunicativa che porti al più presto ad una sorta di “allenza” con la clientela che altrimenti continuerà a considerare il bancario un “nemico” aldilà dello sportello, a tutto vantaggio del “divide et impera” perseguito dai banchieri. Saluti.

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