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Pensioni e riflessioni: dinamiche sociali ed economiche

di Redazione

Sulla riforma del sistema previdenziale stanno circolando, in questi giorni, le ipotesi più disparate: il disorientamento dei lavoratori e della pubblica opinione è alle stelle.

Sta di fatto che nuovi consistenti interventi sembrano essere imminenti, per iniziativa del nuovo governo, presieduto dal professore Mario Monti.

Questo semplice post non intende, chiaramente, anticipare norme o linee di riforma, bensì formulare alcune riflessioni sull’evoluzione del contesto sociale e sui conseguenti riflessi sul sistema previdenziale.

In primo luogo, i redditi: la gran parte dei pensionati italiani (il 32% circa) percepisce un reddito da pensione tra 500,00 e 999,00 euro al mese; il 23% percepisce una pensione tra  1.000,00 e 1.499,00 euro; il 15,6% dei pensionati percepisce un reddito con assegno mensile superiore ai 2000,00 euro.

Il totale dei pensionati, rilevato nel 2009, è di 16.733.000.

Altra riflessione riguarda la sostenibilità nel tempo delle prestazioni previdenziali, ragione che richiede, probabilmente, il maggiore impegno in termini di equità; è infatti accertato che la fine dei privilegi, di qualsiasi fonte e natura, diviene elemento primario di ogni scelta politica in materia.

Vitalizi, pensioni non correlate a versamenti, tempo ed anni effettivi di lavoro, rendite riconosciute senza la corretta correlazione con l’età, prebende attribuite per aver ricoperto incarichi pubblici anche per breve tempo, hanno un impatto sui conti dello Stato che rischia di riversarsi  (proprio come un’alluvione) soltanto sulle generazioni future, quelle stesse che, oggi, non riescono neppure ad entrare, stabilmente, nel mondo del lavoro e a pensare ad un progetto di vita privata o familiare.

Il pilastro statale delle pensioni incide per circa il 16% sul PIL; quello privato, integrativo, sconta oggi il rischio della tenuta del patrimonio rispetto ad investimenti dei capitali poco remunerativi  o instabili.

Non vi sono garanzie certe, vi sono aree e ragioni crescenti di incertezza.

Il cambio delle regole in corso avrà effetti rilevanti sulla tenuta del tenore di vita dei singoli lavoratori e delle famiglie, perché – e su questo non ci sono, purtroppo, dubbi – si imboccherà una strada di ribassi senza ritorno.

Dobbiamo essere consapevoli che occorrerà intensificare le nostre battaglie per un’equa distribuzione di sforzi e sacrifici in nome della difesa dei più deboli.

La debolezza sociale di coloro che sono esclusi dalla realtà lavorativa o non trovano opportunità di impiego deve trovare una voce, una tribuna.

Noi vogliamo essere quella voce e quella tribuna.

Problemi di inclusione, del tutto peculiari, riguardano, poi,  la fascia degli immigrati.

Tra i fenomeni che incidono o incideranno sul sistema pensionistico vi è, infatti, quello dell’immigrazione; fenomeno, questo, tutt’altro che marginale.

Secondo l’Istat, ad inizio 2010 gli stranieri residenti in Italia  erano 4.200.000,  mentre quelli “soggiornanti” circa 5.000.000: gli anni tra il 2002 e il 2009 hanno infatti visto una crescita dell’immigrazione in Italia che ha superato il 18% medio annuo.

I flussi migratori impattano sulle dinamiche demografiche italiane poiché il nostro Paese registra un costante invecchiamento della popolazione.

Oggi, i cittadini provenienti da altri Paesi e stabilitisi in Italia sono oltre il 7% della popolazione residente; al Nord ed al Centro questa percentuale di stranieri residenti supera il 9% e nel Nord est si raggiunge il 10% della popolazione.

Contestualmente, si registra un peso crescente dei minori e delle seconde generazioni sulla popolazione totale.

In particolare, se consideriamo gli stranieri iscritti nelle scuole, (basandoci sui dati del 2009) vediamo che sono 527.000 i minori stranieri nati nel nostro Paese, a fronte di 933.000 minori stranieri che vivono in Italia; gli iscritti stranieri alla scuola dell’obbligo superano l’8%, con punte superiori al 19% (es. Mantova).

Va da se che, anche ai fini dell’equilibrio strutturale del sistema previdenziale, la popolazione immigrata residente in Italia è destinata a dare un contributo decisivo, così come a rappresentare un’opportunità per le differenti attività economiche (lavoro dipendente, autonomo o imprenditoriale).

La realtà va, dunque, compresa e non elusa o detestata.

Una piena coscienza e consapevolezza sociale risulta indispensabile per capire il difficile presente, superare le difficoltà e costruire un futuro stabile ed equo.

 

 

 

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2 commenti

Fabio Fiacchi 3 Dicembre 2011 - 21:50

Il tuo LANDO non e’ un semplice post bensi’ un’analisi profonda, dati alla mano, proiettata su un probabile scenario futuro che ad oggi pero’ sembra rispecchiare la vera realta’. Parola d’ordine : ” Serve piu’ equita’ sociale ed equa distribuzione degli sforzi e sacrifici ”  . Sull’inserto Plus 24 di oggi nel’artivolo di Nicola Borzi leggo con piacere che nell’incontro con ABI la delegazione sindacale con la Fabi in prima linea ha proposto la creazione di un fondo per la nuova occupazione e in attesa delle linee guida del Ministro Fornero forme di previdenza complementare per i giovani colleghi. Speriamo bene! 

Finn Stefano Masciovecchio (SAB di Treviso) 4 Dicembre 2011 - 18:52

Come sindacalista Fabi di Veneto Banca ho seguito molti colleghi che nel corso del 2010 e 2011 sono andati a carico del “fondo” e, adesso, mi telefonano preoccupati per sapere che riflessi avrà la manovra Monti sul loro stato. In particolare, è ormai quasi certo un sensibile spostamento in avanti dell’età di pensionamento e questi colleghi temono di restare scoperti in un prossimo futuro. Il dubbio nasce anche dal timore che il decreto firmato da Elsa Fornero possa interessare solo i famosi “oltre 10.000”.
Dalla news presente sul sito non si capisce bene. Tuttavia, essendoci ben due banchieri “di peso” nel governo, penso (e spero) che si tenga conto adeguatamente delle molte migliaia di lavoratori che attualmente sono a carico del fondo. In ogni caso, sono certo che il problema sia ben presente in Fabi e che gli sviluppi in tema previdenziale originati dall’imminente intervento governativo saranno monitorati con la massima attenzione dalla nostra Organizzazione.
Un abbraccio.

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