di Luca Gualtieri
La matassa è quasi sciolta e i bancari italiani avranno presto il nuovo contratto nazionale di lavoro. Nella tarda serata di ieri, quando questo giornale è stato chiuso in redazione, Abi e sindacati erano ancora al lavoro per giungere alla firma definitiva. Salvo sorprese, quest’ultima arriverà nella notte o nella mattinata di oggi, anche se sarebbe già stata raggiunta un’intesa sostanziale. Per prudenza, o forse per scaramanzia, Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, ha cercato di frenare le fughe incontrollate di notizie: «Finché non viene condiviso fra Abi e sindacati il testo del nuovo contratto, non esiste alcun accordo. Non abbiamo ancora sottoscritto nulla; altre versioni sono figlie della fantasia di qualche buontempone», ha concluso Sileoni. Insomma, non ci sono ancora i crismi dell’ufficialità, ma la meta è davvero molto vicina. Il contratto è una conquista molto importante per la categoria dei bancari, che conta 340 mila addetti in Italia. Secondo le prime indiscrezioni, l’accordo (che sarà valido per il triennio 2012-2014) dovrebbe garantire un recupero economico di oltre il 6% sugli stipendi, pari a 170 euro mensili in media a regime.
Un punto su cui i sindacati hanno insistito molto è la nuova occupazione, soprattutto giovanile. Questa sarà garantita con la costituzione di un fondo per l’assunzione di circa 15 mila lavoratori con salario d’ingresso temporaneamente ridotto. Capitolo produttività. Sempre secondo indiscrezioni, per consentire un effettivo rilancio, che si ripercuoterà sul Vap e sulla contrattazione integrativa, gli sportelli potranno essere aperti dalle 8 alle 20 con possibile estensione fino alle 22, previo accordo sindacale. Questa misura consentirà di offrire un servizio piùefficiente alla clientela, soprattutto in zone particolari, anche in conseguenza della liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali. Per i quadri direttivi il criterio di fungibilità dovrebbe essere esteso nell’ambito della stessa area, per adeguarlo così all’organizzazione interna di ciascun istituto e dotando questa categoria di una particolare copertura assicurativa per i rischi professionali. È inoltre previsto il temporaneo blocco degli scatti di anzianità e una maggiore attenzione alle politiche creditizie e occupazionali nel Mezzogiorno, in modo da favorire concretamente la crescita sociale in questa area storicamente svantaggiata del Paese. Sindacati e Abi, inoltre, dovrebbero istituire commissioni paritetiche per le pari opportunità, per la formazione e gli assetti contrattuali.
La trattativa sul nuovo contratto è andata avanti per molti mesi e le posizioni delle due parti sembravano inizialmente molto distanti. La crisi finanziaria ha infatti imposto alle banche una linea molto prudente e i dipendenti hanno rischiato di pagarne le conseguenze. In particolare, i nodi erano rappresentati dagli stipendi dei neoassunti, dall’orario di apertura degli sportelli e dalle compensazioni. Questi ostacoli però sarebbero stati superati negli ultimi giorni e adesso il testo dell’accordo sarebbe già pronto per la firma.
Un ruolo decisivo è stato giocato dai tre segretari che in questi mesi hanno esercitato un pressing costante sull’Abi. Sileoni, che guida il principale sindacato del settore, ha lavorato assieme a Agostino Megale della Fisac-Cgil, a Massimo Masi della Uilca e a Giuseppe Gallo della Fiba Cisl.