Home Rassegna Stampa L’ad Viola lima il piano industriale per superare lo scoglio dell’Eba (da IL GIORNALE, venerdì 22 giugno 2012)

L’ad Viola lima il piano industriale per superare lo scoglio dell’Eba (da IL GIORNALE, venerdì 22 giugno 2012)

di Redazione

Massimo Restelli

Ristrutturazione della rete così da ottenere una presenza più «leggera»sul territorio,blocco dell’integrativo, congelamento del turn over, niente premio aziendale ( Vap), azioni di «efficientamento » sui dirigenti di medio livello: il Monte Paschi punterebbe ora a ottenere 100-110 milioni di risparmi annui dalla «cura dimagrante» imposta ai dipendenti rispetto agli 80-85 milioni prima ipotizzati. Un cocktail impopolare, ma pensato per sventare misure ancora più draconiane. Si saprà tutto martedì prossimo, quando l’ad Fabrizio Viola (nella foto) presenterà a Siena il nuovo piano industriale prima alla comunitaria finanziaria, quindi alle forze sindacali nazionali e, infine, a quelle aziendali: le più forti sono la Fisac di Agostino Megale e la Fabi di Lando Maria Sileoni, già promotore di un duro scontro con Profumo ai tempi di Unicredit. Mps (+3% in Borsa, complice la prospettiva di un taglio dei tassi da parte della Bce o dell’arrivo di nuova liquidità) deve recuperare il miliardo di patrimonio mancante per soddisfare il diktat dell’Eba: dei 3,2 miliardi chiesti dall’Autority, il gruppo dovrebbe trarre 2,3 miliardi appunto dal contenimento dei costi e dalla vendita di Biverbanca a CariAsti. Quest’ultima operazione è considerata sostanzialmente fatta dal mercato, mentre non è chiaro in quale misura saranno ceduti gli sportelli di Antonveneta.

L’obiettivo resta evitare un aumento di capitale oggi insostenibile per la Fondazione Mps che, malgrado la forte diluizione subita, resta l’azionista di riferimento con il 37,5%. Viola è già riuscito nell’impresa di non mettere le mani nelle tasche dei soci quando era al comando della Popolare Emilia Romagna e, probabilmente, anche per questo è stato chiamato a Siena. La strada, però, questa volta appare molto impervia e, tra gli spessi muri di Rocca Salimbeni, qualcuno ha già notato come il presidente Alessandro Profumo stia mantenendo un ruolo defilato.

Le opzioni tecniche sul tavolo del top management spazierebbero dall’emissione dei cosidetti «co.co.bond» all’eventuale nuovo ricorso ai Tremonti- bond. La situazione dei mercati rende però poco praticabile la prima strada, così come sarebbe costoso tornare ad appoggiarsi sulle obbligazioni emesse dal Tesoro: Mps ne ha già in pancia 1,9 miliardi e Viola dovrebbe chiedere al ministero di riaprire i termini malgrado la ricapitalizzazione da oltre 2 miliardi del 2011 fosse stata spiegata anche con la volontà di gettare i presupposti per saldare i debiti con lo Stato entro il luglio del 2013.

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