(ASCA) – Roma, 27 giu – ”È un piano carente nella documentazione, imperniato sull’assunzione di debiti ad alto interesse nei confronti dello Stato, debiti che bisognerà saldare e non si capisce come, un piano basato principalmente su un taglio dei costi assurdo e spregiudicato. Quello di Mps è un piano industriale a corto respiro, per gestire le emergenze. Sono assenti obiettivi di crescita e di rilancio”, così Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, il maggiore sindacato dei bancari, commenta il nuovo Piano industriale presentato oggi dai vertici del Gruppo Mps (BSE: MPSLTD.BO – notizie) . ”La riduzione complessiva di 4600 unità di personale è socialmente violenta, in quanto l’impatto sociale appare dirompente e le 2300 unità di personale del back office da esternalizzare sono in palese contrasto con le previsioni politiche del nuovo contratto nazionale di lavoro bancario”, prosegue il numero uno della Fabi. ”Non sono chiari i criteri per l’individuazione dei numeri e dei costi complessivi del taglio dei dirigenti, così come il rafforzamento del front-line con 1000 nuove risorse appare improvvisato perché non si capisce da dove proverranno le risorse necessarie. In sintesi, questo e’ un piano industriale figlio dell’attuale confusione politico organizzativa, imperniato su una ipocrisia di fondo, che vuole nascondere esuberi di personale”, conclude Sileoni