Cristina Casadei
Non c’è ancora la data, ma la procedura è già stata avviata: al Monte dei Paschi sarà sciopero, annunciano le Rsa, in un comunicato unitario. Dopo la presentazione del piano d’impresa 2012-2015 alla comunità finanziaria e ai sindacati, a Siena sale ancor di più la tensione e, forse, oltre ai volantini sindacali mai numerosi e accesi nei toni come in questi mesi, il segnale più forte è arrivato dallo scontro tra il presidente, Alessandro Profumo, e il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, a margine della presentazione del piano. In appena tre mesi, da marzo a giugno il quadro è notevolmente peggiorato. In marzo, infatti, la banca aveva spiegato ai sindacati la necessità di ridurre il costo del lavoro del 3%, avanzando l’ipotesi di una maxicontratto di solidarietà: le trattative però non sono mai partite. Due giorni fa, però, l’annuncio della necessità di disdettare la contrattazione integrativa, della chiusura di 400 filiali e poi 4.600 esuberi che in parte deriveranno dalla cessione di asset, ma in parte, secondo una valutazione dei sindacati, dalla riduzione delle filiali. Sul piano di Mps sono intervenuti anche i segretari generali del credito, a sostegno dello sciopero.
«La riduzione complessiva di 4.600 unità di personale è socialmente violenta», osserva Lando Sileoni (Fabi). «Si è preferito prendersela con i lavoratori», dice Massimo Masi (Uilca). La Fiba «come sempre era pronta a trattare, ma di fronte a una presa di posizione così intransigente metterà in piedi tutte le forme di lotta», aggiunge Giuseppe Gallo (Fiba). «Come il presidente Profumo – conclude Agostino Megale (Fisac) – vogliamo garantire alla banca altri 540 anni, ma questo deve avvenire non con atti unilaterali ma attraverso il negoziato».